Di Giampiero Dalla Zuanna*
Grazie ai nuovi dati censuari, è possibile ragionare sul riflesso dei profondi cambiamenti della demografia sulla struttura dei nuclei familiari italiani. La notizia è che le coppie con figli sono oggi in minoranza.
I nuovi dati censuari sulle famiglie italiane
L’Istat pubblica la distribuzione per tipo dei 16,4 milioni di nuclei familiari italiani, nel confronto fra 2001, 2011 e 2021. Sono dati molto interessanti, conseguenza delle grandi trasformazioni demografiche degli ultimi decenni1.
Innanzi tutto, dopo il considerevole aumento osservato fra 2001 e 2011, nel decennio 2011-2021 i nuclei familiari diminuiscono di numero, passando da 16,6 milioni del 2011 a 16,4 milioni del 2021 (Tabella 1).
La diminuzione del decennio 2011-2021 non riguarda tutte le tipologie di nuclei familiari. Diminuiscono le coppie senza figli (200 mila in meno) ma soprattutto le coppie con figli (un milione e 200 mila in meno), accentuando il calo del decennio precedente. Per contro, aumentano i nuclei con un solo genitore: i padri con figli (200 mila in più) e soprattutto le madri con figli (800 mila in più). Il forte calo delle coppie con o senza figli (un milione e 400 mila in meno nel decennio 2011-21, Tabella 2) è la combinazione fra un notevole incremento delle coppie anziane (mezzo milione in più) e il forte calo delle coppie giovani (un milione e 900 mila in meno).
La dinamica demografica sottostante
La forte diminuzione delle coppie con figli è legata alla persistente bassa fecondità, ma specialmente all’avanzamento d’età dei boomer, nati negli anni fra il 1955 e il 1975. Anche la diminuzione delle coppie senza figli è dovuta al progressivo assottigliarsi delle coorti, accompagnata dall’innalzamento dell’età al primo figlio e all’aumento delle coppie senza figli.
Il forte aumento dei nuclei con un solo genitore (un milione in più fra 2011 e 2021) è dovuto a diversi fattori, ma soprattutto all’incremento delle separazioni e dei divorzi, che spesso non evolvono in famiglie ricostruite, specialmente quando la donna, dopo la separazione, risiede con i suoi figli. Ciò è dovuto anche a una caratteristica tutta italiana: una distanza fra matrimoni e separazione molto maggiore rispetto alla media dei paesi occidentali.
Infine, il forte incremento delle coppie anziane deriva sia dall’incremento della sopravvivenza di lui e di lei, sia dal progressivo ingresso dei boomer (nati fra il 1955 e il 1975) nella terza età.
Il futuro
Nei prossimi anni, le tendenze osservate nel confronto 2011-2021 sono destinate ad accentuarsi. Le coppie con figli – già oggi in minoranza – diminuiranno ancora in numero e in percentuale. A meno di un ritorno di fiamma delle convivenze more uxorio e dei matrimoni, e a un sostanziale rialzo della fecondità di primo ordine. La propensione a formare nuove coppie giovani continua però a diminuire, anche a causa delle grandi difficoltà, specialmente per le persone di modesta condizione economica, di metter su casa. Affittare e acquistare una casa costa sempre di più, ormai da troppi anni, senza un parallelo incremento del potere d’acquisto dei salari.
Aumenteranno ancora le coppie anziane, con e senza figli, perché il numero delle persone di età 65+ continuerà ad aumentare, almeno nel prossimo ventennio, a meno di drastici cali della sopravvivenza e di forti incrementi della propensione a separarsi degli anziani. Per certi versi, questa è una buona notizia: l’aumento della sopravvivenza e l’irruzione dei boomer nella terza e quarta età si tradurrà in incremento degli anziani in coppia, piuttosto che degli anziani soli. Sempre più spesso, tuttavia, si tratterà di coppie molto anziane, che per restare tali avranno bisogno di assistenza domiciliare.Infine, il forte incremento, anche recente, delle separazioni – sia dei matrimoni sia delle coppie non coniugate – dovrebbe favorire ulteriori incrementi dei nuclei con un solo genitore. Anche questo fenomeno pone forti interrogativi di ordine sociale e di gestione del welfare.
Note1 – ISTAT – I nuclei familiari nei censimenti della popolazione
*da Neodemos
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