A cura di Valerio Zafferani
Nel precedente articolo abbiamo approfondito il concetto di stakeholder che rappresenta un elemento determinante del processo di sostenibilità strategica. Infatti è da li che bisogna partire, ossia nel coinvolgimento degli stessi, per costruire quella matrice di materialità che rappresenta una bussola per lo sviluppo competitivo di un’azienda.
La matrice di materialità, a dispetto del nome che sembra attenersi a qualcosa di materiale ma che essendo di natura anglosassone non ha una traduzione letterale nella nostra lingua, rappresenta un prezioso strumento che raffigura in grafica ciò che è pertinente per la proprietà d’impresa e significativo per gli stakeholder, nei diversi gradi di vicinanza all’azienda. Ha quindi il compito di dare concretezza e misurabilità alle attività aziendali creando, di fatto, ingaggio per gli stakeholder e per il loro comportamento presente e futuro.
Tale operazione che, come già accennato in precedenti articoli, rappresenta il cuore del processo di sviluppo sostenibile serve per promuovere una cultura aziendale diversa che stimoli innovazione e competitività per l’impresa e il suo ecosistema. La matrice, tecnicamente, permette di collocare sull’asse orizzontale delle ascisse (X) ciò che è importante e pertinente per l’azienda mentre sull’asse verticale delle ordinate (Y) ciò che è significativo per gli stakeholder. Tutto ciò si costruisce con interviste e sondaggi a seconda del grado di fiducia e riservatezza che la proprietà aziendale ha verso i propri stakeholder.
Chiariamo con degli esempi.
- Un’azienda che si occupa di servizi postali e spedizioni ha nella gestione della privacy, della sicurezza informatica un possibile tallone di Achille. Indubbiamente se chiedesse ai suoi stakeholder di fornire una valutazione da 1 a 10 sull’importanza di questo aspetto del business la risposta che si potrebbe attendere è una valutazione elevata, diciamo un 9. Appare evidente che per un cliente o fornitore tale aspetto possa essere importante al pari della velocità del servizio. La proprietà dell’azienda, in una sua valutazione di pertinenza molto probabilmente non la considererà, in chiave diretta di business, con un valore così elevato, come invece potrebbe considerare, ad esempio, l’innovazione di servizi e processi e la loro digitalizzazione. Ma senza un adeguato sondaggio tale aspetto potrebbe non essere messo così in evidenza, mentre diviene logico ex-post. Quindi nella matrice di materialità il punto dedicato alla gestione della privacy, della sicurezza informatica si posizionerebbe in alto rispetto all’asse delle ordinate, ossia significativo per gli stakeholder, e non lontano dal punto 0 nell’asse delle ascisse, ossia non così pertinente per la proprietà. L’azienda, quindi, a dispetto della sua valutazione interna sarebbe stimolata ad investire nella direzione di sviluppo del punto per soddisfare gli stakeholder in un tema delicato. Ecco quindi che nella matrice, se ben collegata ai criteri ESG, questo punto potrebbe toccare il tema Governance perché coinvolge la proprietà aziendale a considerare significativa la sicurezza informatica e di privacy dei propri clienti e fornitori nella gestione dell’attività. Inoltre si potrebbe collegare questo punto al goal 9 dell’Agenda 2030 (Imprese, innovazione e infrastrutture) concludendo la valutazione globale. Che ricaduta avrebbe questo lavoro? Certamente agli occhi di banche e Istituzioni l’azienda mostrerebbe una certa maturità e consapevolezza nel considerare il suo ecosistema e dimostrare fattivamente di agire per il consolidamento e miglioramento dello stesso. Certamente per gli stakeholder in filiera il messaggio sarebbe quello di essere considerati parte attiva dell’impresa con un grado di coinvolgimento elevato. Certamente per i clienti la reputazione dell’azienda rispetto ad un competitor, che evidentemente non considera la privacy e la sicurezza informatica allo stesso livello, potrebbe essere determinante nella scelta del player.
- Un’azienda che si occupa di produzione farmaceutica ha nella ricerca e sviluppo uno dei suoi fattori competitivi maggiori per la creazione e distribuzione del valore. Chiaramente questo aspetto estremamente pertinente e chiave per la proprietà aziendale troverebbe ricaduta nella significatività per gli stakeholder se declinato in punti come qualità e sicurezza del prodotto e accesso ai farmaci ed assistenza sanitaria. Certamente questi aspetti troverebbero un punteggio di valutazione elevato e sarebbero posizionate in alto nell’asse delle ordinate e, inoltre, trainerebbero in posizione elevata anche l’aspetto di processo legato all’azienda. Ecco quindi che gli investimenti, e la comunicazione degli stessi, sarebbero prioritari rispetto, ad esempio, a lotta al cambiamento climatico, parità di genere e sostenibilità ambientale dei prodotti perché molto legati alla salute umana, seppur i punti “green” siano nobili e di impatto sull’ecosistema. Si potrebbe quindi collegare tale punto al Social degli ESG, per l’elevata considerazione dei propri clienti, e al goal 3 dell’Agenda 2030 (Salute e benessere).
- Una società operante nel settore delle carte di credito potrebbe promuovere un utilizzo responsabile del denaro tramite l’uso dei propri strumenti elettronici, e potrebbe pubblicizzarlo altresì per un valore reputazionale. Ma se l’azienda andasse ad indagare, con un sondaggio ben strutturato sia per la proprietà della stessa che per gli stakeholder, non ritengo che il grado di valutazione sarebbe così elevato. Forse potremmo attenderci un 4 o 5 rispetto alla scala di valore 1-10 (quindi punto posizionato in basso sull’asse ordinate e non lontano dallo 0 sull’asse delle ascisse) e probabilmente il valore sarebbe anche più elevato rispetto al pensiero realtà, magari spinto da conformismo sociale. L’azienda a questo punto dovrebbe chiedersi quanto sia corretto investire in tale direzione per la soddisfazione di shareholder e stakeholder in luogo di, ad esempio, formazione sviluppo del personale e privacy e sicurezza dei dati e transazioni, aspetti certamente più pregnanti per i business delle carte di credito. Certamente l’azienda dovrebbe considerare tutti i fattori ma risorse e budget non sono infiniti per cui una scelta basata su priorità e tempistiche risulterebbe ovviamente necessaria. La matrice in questo caso risulta utile proprio per dare la direzione agli investimenti.
Certamente a margine del lavoro sulla matrice diventa determinante la capacità comunicativa della stessa, tema che riprenderemo più avanti, non senza prima aver approfondito le risultanze della matrice e la misurabilità degli elementi, argomento oggetto del prossimo articolo.
***Pubblichiamo per gentile concessione dell’autore. L’articolo originale si trova qui
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