Indagine del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Tumore. A questo termine viene associata, spesso, la sintesi di malattia incurabile. Patologie da tenere nascoste, di cui non parlare, per timore, anzi terrore, per decenza, anzi vergogna, quasi come se il tumore fosse un reato, una pena da scontare e da tener nascosta alla collettività.
Così è stato fino a qualche tempo fa, quando la percezione della malattia oncologica è stata modificata, a livello sociale, mostrando alla gente comune come il personaggio pubblico si mostri, senza alcun tipo di riservatezza, nella condizione di malato oncologico.
Se lo fa il V.I.P. significa che se ne può parlare. Può essere la sintesi di quanto sta accadendo su questo tema.
V.I.P. e tumore
Negli ultimi tempi i casi di patologie oncologiche che hanno aggredito personaggi noti sembrano aumentare pericolosamente o forse, appunto, si è solo scelto di parlarne pubblicamente e quindi sembra, ribadisco sembra, che i casi siano in aumento.
Da pochi giorni l’ex calciatore Totò Schillaci ci ha lasciati a causa di un tumore al colon, uno dei più aggressivi nella gamma delle patologie di oncologiche.
La modella Bianca Balti è affetta da cancro alle ovaie di terzo grado e stiamo seguendo l’evoluzione della malattia attraverso le sue dichiarazioni alla stampa e alle immagini, video e foto, che la stessa pubblica sulle sue pagine social.
Eleonora Giorgi ci racconta il suo calvario di donna affetta da tumore al pancreas, tra i più terribili e minacciosi.
Lo fa con una notevole carica di serenità, nonostante tutto, mostrandosi al mondo calva, una delle condizioni post terapeutiche che chi è malato di tumore deve mettere in cantiere come parte della cura.
Encomiabile che personaggi pubblici, votati all’immagine, si mostrino senza veli e senza filtri ai comuni mortali, per lanciare un messaggio di quasi normalità in relazione a patologie che, ribadisco, per secoli sono state sottaciute al pari di reati inammissibili.
Poco spazio gradirei dare alle polemiche di certi cittadini che, montati dalla rabbia di situazioni personali o, più in generale socio-politiche ed economiche, trovano da ridire sul trattamento ospedaliero riservato a questi personaggi, certamente migliore rispetto all’uomo comune. Il denaro e il maggior potere rendono possibile anche la trasformazione da disumani a umani e questo accade in ogni settore.
Non ci vuole un genio per comprendere questa regola che non ha radici recenti ma storiche e perenni.
A questo punto, però, gradirei avviare una serie di riflessioni che ritengo utili per tutti noi.
Il business dei vaccini
Non è scorretto parlare di business se si parla di case farmaceutiche. Che novità sarebbe quella di scoprire che le industrie produttrici, in questo caso di farmaci, hanno lo scopo fondamentale di alimentare i loro introiti?
Da anni consiglio ai miei lettori di valutare attentamente le loro assolute convinzioni sugli scopi industriali e commerciali di queste potenti industrie, perché chi ritiene che il loro core business debba essere quello di cancellare ogni malattia attraverso i farmaci, sta davvero stimolando la diffusione di convinzioni bislacche.
I farmaci sono prodotti e distribuiti per la vendita attraverso le farmacie. Ovviamente queste vendite, sia che si tratti di farmaci che hanno bisogno della prescrizione medica sia che si parli di farmaci da banco, concorrono ad alimentare le casse di tutti i protagonisti chiamati in campo: dalle industrie farmaceutiche passando per gli operatori del settore e a ogni livello.
Il consumatore/malato spende per curare questa o quella malattia o per migliorare la condizione dei disturbi associati alle patologie. E’ ciò che accade ogni giorno.
Presenterò un po’ di dati per far comprendere meglio di che tipo di business stia parlando.
“Tra 2021 e 2022 Pfizer, BioNTech, Moderna e Sinovac hanno realizzato utili per 90 miliardi di dollari. Un risultato possibile grazie a generosi finanziamenti pubblici per la ricerca e vantaggiosi (e opachi) accordi di pre-acquisto siglati dai governi. Il report del centro di ricerca Somo. Che lancia l’allarme sul prossimo accordo pandemico“
90 miliardi DI UTILI. Lo scrivo così, in maniera chiara, per non lasciare spazio a dubbi, perché si tratta appunto di utili netti e non di volume di affari da cui è necessario sottrarre.
SOMO è un’organizzazione olandese che realizza indagini sui comportamenti e le politiche adottate dalle grandi aziende transnazionali.
Qui di seguito inserisco il documento originale del rapporto relativo all’indagine che SOMO ha realizzato in merito ai profitti relativi ai vaccini anti Covid19: cliccando sul documento è possibile scaricarlo gratuitamente sul proprio PC
Case farmaceutiche: capire meglio il loro business
Chiarito un aspetto che ritengo banale, la vera domanda da porsi è questa: esiste un’etica nella comunicazione pubblica relativa a certe casistiche legate alle patologie? Inoltre, esiste un’etica per ciò che concerne la comunicazione ai cittadini quando i decisori hanno un potere effettivamente maggiore rispetto al consumatore finale?
Il cittadino non fa lobbing. Non lo fa perché non sa di poterla fare. Le industrie, così come altri attori protagonisti del potere, fanno lobbing sapendo di poterlo fare.
Il lobbing non è un reato, è anzi regolato da norme internazionali precise. Il problema, semmai, nasce nel momento in cui gli effetti del lobbing ricadono, negativamente, sulla vita quotidiana di milioni di persone.
Sintetizzando al massimo: se l’azienda XY chiede che una normativa sia modificata allo scopo di avvantaggiare se stessa o il settore di cui fa parte, va tutto bene nella misura in cui quella modifica normativa non ricada poi, negativamente, sul consumatore finale.
Si chiama lobbing, ma di tipo positivo.
Se la stessa azienda fa pressioni sui governi allo scopo di generare un vantaggio per se stessa, di tipo economico fondamentalmente, ma con un impatto svantaggioso per il consumatore/contribuente finale, ecco che abbiamo una forma di lobbing di tipo negativo, ma solo per chi riceve la conseguenza negativa dei decisori che impongono qualcosa che, spesso, resta tra le pieghe oscure degli ambienti del potere.
Un esempio concreto tra i tanti che potrei portare: nel 2012 l’Antitrust condannò la Pfizer a pagare una sanzione pari a oltre 10 milioni di euro per ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE. In quel caso, la Pfizer fece pressioni – lobbing – affinché, attraverso una precisa strategia, si ostacolasse l’ingresso sul mercato di farmaci generici con il principio attivo latanoprost per la cura del glaucoma.
In pratica, la Pfizer avviò una complessa strategia di pressioni affinché i propri farmaci per la cura del glaucoma e a base di quel principio attivo, fossero dominanti sul mercato e, per sconfiggere il rischio di abbattere le vendite, fece di tutto per non far entrare in distribuzione i farmaci generici.
Ecco uno degli articoli dell’epoca che descrissero l’accaduto: in questo caso pubblicato sul quotidiano Il Fatto Quotidiano del 17 Gennaio 2012
Poiché ai nostri giorni molti cittadini ritengono che noi giornalisti creiamo ad arte persino sentenze di condanna, come se vivessimo davvero sul pianeta Papalla, ecco un’altra conferma di quella condanna, pubblicata sul sito dell’AGCOM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: si tratta dell’Autorità che ha deciso la sanzione
https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2012/1/alias-5857
Di seguito anche il documento stampabile della sanzione con questa motivazione: “Con una strategia escludente ha ostacolato, rallentandolo, l’ingresso dei farmaci generici per la cura del glaucoma. Per il Servizio Sanitario Nazionale un mancato risparmio di 14 milioni“
Aggiungo: per il contribuente medio qual è stata la maggior spesa per l’acquisto di quei farmaci commercializzati dalla Pfizer…?
Ovviamente, e mi rammarico di dover scrivere “ovviamente”, nessuno calcola o fa emergere i maggiori danni contro la popolazione, che a volte sono di ordine economico, come in questo esempio che ho appena riportato, a volte sono di altro tipo, come gli effetti collaterali taciuti durante una grande sperimentazione diffusa alla popolazione mondiale di farmaci innovativi.
Certo, in caso di pandemia e gravità si fa tutto ciò che si può. La cosa su cui è necessario riflettere, però, è COME si fanno certe cose e come si decide di comunicare ai cittadini o di imporre certe decisioni, che – se portate all’estremo del sistema autoritario – fanno perdere fiducia nelle istituzioni persino ai più ortodossi.
Ne approfitto per ricordare, o per comunicare a chi non lo sapesse, che sono la giornalista che ha affrontato per prima in Italia la realizzazione di una difficile, lunga, tortuosa e documentatissima inchiesta sulla pandemia.
La prima puntata fu pubblicata il 20 Marzo del 2020 e le decine di puntate successive le realizzai e furono tutte puntualmente pubblicate nei tre anni successivi: si trovano cliccando sul seguente link (Sono distribuite in 6 pagine ognuna contenenti 10 puntate)
https://www.gliscomunicati.it/sezione/le-inchieste/inchieste-emilia-urso-anfuso/page/5
Che fine ha fatto la MolMed?
Qualcuno ha mai sentito parlare di MolMed?
La Molmed è, o meglio era, una società che fino al 2020 era – per il nostro paese – un fiore all’occhiello nel settore delle biotecnologie focalizzata su ricerca, sviluppo e validazione clinica di terapie innovative per la cura del cancro.
La Fininvest è stata azionista di riferimento con la titolarità del 23,13% delle azioni.
D’altronde MolMed faceva parte del Gruppo San Raffaele…
Nel 2020, però, la società esce di scena da Piazza Affari dopo esser stata acquisita dal Gruppo AGC, potente realtà asiatica che in tal modo ha assicurato una presenza di spessore nel settore biontech, quello a cui guardano da tempo e con interesse gli investitori più importanti e a livello mondiale.
Della MolMed ebbi modo di parlare nel 2010, quando scrissi e fu pubblicato questo mio articolo di approfondimento dal titolo: Berlusconi: “Sconfiggeremo il Cancro”! La domanda è: “Quale”?
Link all’articolo completo: http://www.gliscomunicati.com/content.asp?contentId=1507
In pratica, avevamo in mano una realtà eccellente per ciò che riguarda la ricerca e sviluppo di soluzioni contro le malattie oncologiche, la Fininvest si era assicurata una posizione importante all’interno di questa realtà ma nel 2020 ecco che si concede a un potente gruppo asiatico di mettere le mani su questo gioiellino, per poi far emergere aziende estere – Pfizer in testa – nella lotta contro le malattie, le pandemie e ora, contro ogni tipo di tumore.
A pensar male si farà pure peccato, ma…
(per scoprire qualcosa di più sulla MolMed cliccare sul link che appare di seguito)
Il caso Gardasil e i vaccini contro il Papilloma Virus
Papilloma Virus, o HPV: un male di cui si parla periodicamente. Si tratta di un virus che può in molti casi essere all’origine del cancro alla cervice uterina. E’ il motivo per cui si tratta l’argomento dal punto di vista della prevenzione dei tumori femminili.
Affrontare il tema dell’HPV è corretto ed è sano, ma è necessario anche affrontarlo dal punto di vista di ciò che certe aziende farmaceutiche sono in grado di fare – o di non fare – nel momento in cui alla normale produzione di soluzioni che devono curare una patologia, si abbina la frenesia di essere gli unici, o i primi, sul mercato di riferimento a vendere il farmaco per contrastare, curare, sanare, ridimensionare gli effetti, di una qualsiasi patologia.
Il caso Gardasil è un caso che fa scuola se si vuole comprendere come vanno le cose dalle parti dei decisori.
Partiamo da una discussa inchiesta realizzata dalla trasmissione televisiva Report, che nel 2017 lavorò a un approfondimento sui problemi di sicurezza relativi ai vaccini contro il Papilloma Virus.
E’ quasi inutile dire che, tra i critici più aspri di quell’inchiesta, troviamo il professor Burioni, ma riporto la notizia al solo scopo di far riflettere attentamente il lettore su questa vicenda.
Secondo il parere di Burioni, la trasmissione in questione avrebbe avuto la colpa di “diffondere paura raccontando bugie”. Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, tenne a precisare che la trasmissione non è contro i vaccini bensì contro il sistema di poca trasparenza sul sistema delle vaccinazioni contro l’HPV.
Per apprendere meglio cosa avvenne in quel caso, riporto di seguito una delle trasmissioni che parlarono del clamore dovuto all’inchiesta di Report:
Faccio notare una cosa importante: il caso in questione si verificò nel 2017, durante il governo Renzi e quando a capo del Ministero della Sanità avevamo Beatrice Lorenzi, il ministro della salute che volò negli USA per accettare, dagli Stati Uniti appunto, l’incarico di “Italia capofila delle strategie vaccinali a livello mondiale”.
Al seguente link un articolo che fu pubblicato il giorno seguente alla messa in onda della puntata di Report “incriminata”:
https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=49951
Potrebbe sembrare una coincidenza, e lo sarà senz’altro, ma dagli anni precedenti al 2017 c’era un significativo fermento sul tema dei vaccini, delle pandemie o quasi pandemie – ricordo a tutti il periodo dell’H1N1, tema su cui lavorai con una serie di indagini. Fatti e accadimenti che, all’atto pratico, facevano presagire la preparazione a qualcosa, magari a livello di sensazione, ma gli elementi per giungere a ciò che poi tutti abbiamo toccato con mano a partire dal 2020, a mio parere e a parere di chi, come me, lavora anche ad inchieste di questo genere, non sono mancati.
L’ex ministro della sanità, Beatrice Lorenzin, reagì immediatamente contro la trasmissione televisiva per garantire l’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti HPV: era stata lei nel 2014, d’altra parte, a volare negli USA per prendere l’incarico di “Italia capofila delle strategie vaccinali a livello mondiale“, non poteva certo andar contro la missione assegnata…
Per i meno informati, ecco la notizia relativa a quell’incarico, che nel corso degli anni ho riportato in diversi miei articoli sul tema e anche nel mio libro-inchiesta “Vaccini: se sei informato puoi scegliere” (in vendita su Amazon)
https://www.aifa.gov.it/-/l-italia-capofila-per-le-strategie-vaccinali-a-livello-mondiale
Ranucci fu letteralmente aggredito dopo la messa in onda di quella puntata, che ebbe la “colpa” di far emergere alcuni casi di effetti avversi e di mettere in dubbio la sicurezza del farmaco in questione. Come se la farmacologia debba essere fonte di credo assoluto, una sorta di religione che non prevede alcun dubbio da parte dei pazienti. Come è poi avvenuto, concretamente, in Italia a partire dal 2020, in poche parole. Il cittadino non deve permettersi di dubitare della sicurezza, dell’efficacia e su eventuali effetti avversi, anche se un farmaco è appena uscito dai laboratori sperimentali.
Pena l’esclusione sociale. Da brividi
2007: la Svizzera si oppone al vaccino Gardasil contro HPV
Era il 2007 e la Svizzera, che anche durante il triennio della pandemia da SarsCov2 ha confermato una cosa normale, cioè che la scienza non cambia parametri perché lo decide la politica, decise di mettere al bando il vaccino contro il Papilloma Virus denominato Gardasil e prodotto dalla casa farmaceutica Merck.
Al link seguente le motivazioni possono essere lette direttamente sul sito del Parlamento Svizzero:
https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20093243
E’ un caso come altri accaduti nel corso degli anni intorno al settore dei vaccini. Potrei riportare anche, per esempio, ciò che accadde ai tempi dell’H1N1, quando il governo tedesco, per dirne una, acquistò vaccini diversi per la distribuzione alla popolazione e quelli dedicati invece ai militari e ai personaggi politici.
Ai tempi si scoprì, infatti, che le dosi acquistate dalla Germania per l’inoculazione ai militari e ai personaggi politici NON contenevano squalene, l’adiuvante accusato di essere all’origine di molti effetti collaterali, anche gravi. Come quelli che furono subiti dai militari che parteciparono alla guerra del Golfo e che, costretti alla vaccinazione, tornarono – nella migliore delle ipotesi – affetti da gravi patologie che, secondo la commissione d’inchiesta che ne derivò, furono conseguenti alle vaccinazioni obbligatorie.
2017: la commissione d’inchiesta monocamerale svela le reazioni avverse dei vaccini obbligatori per i militari in missione
Di seguito il link a una mia indagine pubblicata il 22 agosto del 2017: (cliccare sul seguente link per accedere) Vaccini: inchiesta parlamentare svela la correlazione con reazioni avverse e modificazioni del DNA
All’interno di questa mia indagine sollevai anche la questione del Progetto Signum e della commissione d’inchiesta monocamerale istituita per far luce sulle morti e malattie “che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini” come si legge ancora, molto chiaramente, all’interno di questo documento pubblicato sul sito della Camera:
https://www.camera.it/leg17/561?appro=la-commissione-d-inchiesta
Conclusioni
Tirare le fila di tutto quanto ho riportato fin qui, attraverso questa indagine ma anche nel corso degli anni attraverso le mie tante inchieste su questi temi, può apparire lambiccoso ma lo scopo di un’indagine non è solo quello di dimostrare, prove alla mano, cosa accade intorno e su di noi, quanto far ragionare e riflettere le persone.
Oggi, a fronte di tre anni di pandemia e di tutto ciò che abbiamo vissuto, in alcuni casi subito, per tentare di dipanare la grande matassa pandemica, ci troviamo da un lato come “liberati” dalle misure restrittive e dagli obblighi, ma dall’altro con la consapevolezza che tutto potrebbe (ri)accadere.
Molte persone sono convinte che vi sia un aumento dei casi di tumore e lo abbinano, senza alcun tipo di dubbio, agli effetti collaterali della vaccinazione anti Covid19/SarsCov2. Qualcuno dovrebbe, a mio parere, iniziare invece a ragionare su un altro tema: la paura di ammalarsi della patologia più spaventosa, grave e terribile che tutti abbiamo almeno sentito nominare: il tumore. Perché stanno alimentando, questo è palese, un vero timore legato a questo tipo di patologie, comunicandoci ogni giorno anche i nomi dei V.I.P. che purtroppo ne sono affetti e che combattono per sconfiggere questo male.
Parallelamente, però, ci comunicano che abbiamo “Un’arma in più contro il cancro: i vaccini a mRNA” – https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/oncologia/unarma-in-piu-contro-il-cancro-i-vaccini-a-mrna
All’interno della pagina che ho appena reso nota, si legge tra le altre cose:
LA TECNOLOGIA
I vaccini a mRNA hanno rivoluzionato la storia della pandemia. Un evento quasi “fortuito” perché nella realtà dei fatti sono stati inizialmente studiati, a partire dallo scorso decennio, come arma terapeutica contro il cancro. Ora, complice il loro utilizzo per Covid-19, si è rinnovato l’interesse dei vaccini a mRNA contro il cancro. Se per Covid-19 si è trattato di vaccini preventivi, in questo caso -è bene chiarirlo- si parla di vaccini terapeutici. Questi, stimolando il sistema immunitario, vengono utilizzati per innescare una risposta immunitaria diretta contro le cellule tumorali. Se per Covid-19 veniva iniettato l’mRNA utile a far produrre la proteina spike e generare così anticorpi contro di essa, i vaccini terapeutici per il cancro innescano una risposta contro una proteina specifica (antigene tumorale) della cellula cancerosa assente invece nelle cellule sane. In questo modo il sistema immunitario combatte il tumore risparmiando tutto il resto.”
Un evento “quasi fortuito” hanno scritto, aggiungendo anche che “complice il loro utilizzo per Covid-19” e che “Se per Covid19 si è trattato di vaccini preventivi” per il cancro si parla di “vaccini terapeutici”…
Di seguito le informazioni relative a ciò che sta accadendo a livello ancora sperimentale per ciò che concerne i cosiddetti “vaccini anticancro”:
In quest’altro caso si parla invece dei trial per i vaccini a mRNA contro il tumore ai polmoni:
https://www.focus.it/scienza/salute/il-vaccino-a-mRNA-contro-il-tumore-al-polmone
A fronte di quanto abbiamo vissuto per tre anni, non può non venire in mente qualcosa, un’idea, un pensiero, un dubbio. Non può non sorgere spontanea una domanda, o una serie di domande, su cosa potrebbero scegliere di fare i decisori, coloro che possono fare lobbing, allo scopo di generare profitti per le loro aziende e poca trasparenza nelle comunicazioni agli esseri umani.
La mia è una semplice riflessione, che scaturisce dall’osservazione degli accadimenti e dei metodi adottati ormai da anni e per anni, non certo un’affermazione. Si rifletta su un fatto: se il Covid19 ha terrorizzato buona parte di umanità, a buona ragione considerando anche il modo in cui è stata presentata questa malattia e gli effetti del virus che la determinano, è immaginabile capire quale potrebbe essere l’effetto sugli esseri umani se si esercitassero pressioni sulla vaccinazione obbligatoria contro la maggior parte di tumori.
Ma, ritenendo di vivere ancora in una Repubblica a regime democratico, in cui la libertà di pensiero dovrebbe essere tutelata come diritto costituzionale, queste riflessioni me le pongo e le propongo ai lettori, che sapranno farne ciò che ritengono più opportuno. Liberamente.
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