Ansia, il male del secolo?

Ansia, il male del secolo?

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Ansiosi si nasce o si diventa? Gli ansiolitici sono utili o dannosi? Essere ansiosi ha dei lati positivi? Il parere degli esperti.

La gola secca, la respirazione affannosa, il cuore ai mille all’ora; sudorazione, vertigini, irritabilità, gonfiori e tensioni addominali. L’ansia è un fenomeno che nasce nella testa ma si manifesta nel corpo.

Tra la precarietà della vita, nel lavoro come nelle relazioni familiari  e sociali, e un futuro sempre più incerto e problematico, l’ansia sta diventando il male del secolo. Secondo la psicologa gestaltista Margherita Spagnuolo Lobb¹ attualmente le persone soffrirebbero di una tragica incapacità a crearsi un’identità relazionale, a sapere chi sono socialmente e che senso hanno la loro vita e le loro scelte.

L’ansia è un fenomeno complesso e di difficile definizione. Il Nuovo Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti, la presenta sotto la duplice voce di «Angoscia-Ansia» e le dedica ben 6 pagine. Al lemma “Psicologia” precisa che « L’ansia corrisponde […] ad un processo di adattamento di fronte alla minaccia di un pericolo realistico […] per evitare di venire sommerso dall’afflusso traumatico delle eccitazioni ».² 

Molto più prosaicamente, l’ansia sembra piuttosto un raccoglitore in cui vengono catalogati fenomeni che appaiono anche piuttosto diversi come le fobìe (quando si cristallizzano su un oggetto preciso: aerei, ragni, etc.) e i DOC (disturbi ossessivi e compulsivi che portano a rituali come il lavarsi continuamente le mani o verificare incessantemente che il gas sia chiuso), per esempio. Christophe André, psichiatra e psicoterapeuta francese, nel suo libro « Psychologie de la peur » (traduzione italiana “Chi ha paura della paura?, Corbaccio editore), la definisce « […] simultaneamente, una patologia che necessita un trattamento, un temperamento e una maniera di vivere ».

Le predisposizioni biochimiche e genetiche all’ansia sono ormai provate, tuttavia l’ambiente esercita una notevole influenza. Allora, ansiosi si nasce o si diventa? Il 50% di entrambi potremmo azzardare. Infatti dei genitori ansiosi trasmetteranno fatalmente la loro visione del mondo, alla quale però i loro figli potranno reagire diversamente. Se un fratello ne può essere più permeato, un altro potrà benissimo – per reazione – sviluppare una visione rosea e ottimistica della vita! Nulla di scontato, dunque.

L’ansia, inoltre, ha perfino dei lati positivi. « Gli ansiosi sono molto apprezzati a livello professionale per il loro bisogno costante di essere precisi e puntuali nello svolgimento dei loro compiti, per la loro attenzione ai particolari e la loro aspirazione a performances sempre migliori » spiega Christophe André. Ma c’è di più. Una ricerca condotta nel 2016 dal King’s College di Londra ha messo in luce il legame tra ansia e creatività!

Relativamente agli ansiolitici, infine, è illuminante il parere del dott. Dominique Servant, psichiatra, specialista dello stress e autore del libro « Gestion du stress et de l’anxiété » (gestione dell’ansia e dello stress). Per trattare questo disturbo, sarebbero da privilegiarsi i trattamenti psicoterapeutici o psico-corporei, le terapie cognitivo comportamentali, ma altresì le tecniche di rilassamento o la meditazione, capaci di agire sulle strutture cerebrali per ristabilire l’equilibrio emotivo. Tuttavia, quando l’ansietà diventa invalidante, impattando sul pensiero e sulla capacità di discernimento, l’assunzione del farmaco consentirà di procurare un rapido sollievo al dolente e gli permetterà di ritrovare l’energia necessaria per seguire la terapia prescelta.

¹ https://www.gestalt.it/margherita-spagnuolo-lobb-direttore/

² U. Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia Psichiatria Psicoanalisi Neuroscienze, Feltrinelli, 2021, pag. 92

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