L’Era della decadenza: modalità, strumenti utilizzati e qualche consiglio per salvarsi

L’Era della decadenza: modalità, strumenti utilizzati e qualche consiglio per salvarsi

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Nel corso dei millenni il genere umano ha attraversato la storia con lo scopo principale di progredire. Questo, almeno, è ciò in cui abbiamo creduto fino a oggi.

Con il passare degli anni, crescendo e maturando come persona, ho riflettuto spesso su questo criterio, quello cioè del tempo che passa e apporta – o dovrebbe apportare – sviluppo e maggior civiltà.

Vivendo per la maggior parte della mia esistenza in Italia, a un certo punto ho dovuto ricredermi e riconsiderare certe convinzioni, per esempio in tema di sviluppo. Un esempio tra tutti, che porto spesso quando affronto questi temi, è rappresentato dalla capacità tecnica di costruire strutture architettoniche di una certa imponenza.

Sviluppo e modernità nel passato

Il Colosseo, monumento storico che attrae turisti nella capitale e da ogni parte del globo, fu eretto in soli otto anni – 8 anni – dal 72 all’80 DC.

Si provi a pensare all’imponenza della costruzione, al volume di materiali necessari per erigerla – si parla di 100.000 metri cubi di pietra e cemento – di quante migliaia di esseri umani parteciparono alla sua costruzione ma soprattutto, affascina pensare che, nonostante il fatto che nel corso dei secoli abbia subito 3 gravi incendi e ben 4 terremoti, con la necessità di essere poi riparato e ristrutturato, il Colosseo sia ancora lì, ad attrarre turisti da ogni parte del mondo.

Quanto sviluppo, anche di tipo tecnico, quanta preparazione e quanta volontà di progresso albergavano millenni fa, confronto a ora!

Intendo dire che, se si cogita sul fatto che nell’antica Roma, o nell’antico Egitto, esistevano specialisti in grado di sviluppare progetti colossali e faraonici che sono giunti fino a noi quasi intatti malgrado i graffi del tempo e delle intemperie, non si può non riflettere sulla decadenza che oggi viviamo quotidianamente, in special modo in un paese decadente come l’Italia, in cui qualsiasi tipo di progetto è destinato a crollare, fallire o a essere evidentemente sbagliato fin dal progetto sulla carta.

Il motivo di tutto questo?

Si chiama decadenza, ed è il nuovo sistema adottato da quelli che ritenevamo essere paesi e governi civili. Fin qui ho parlato di capacità di progettazione, di calcolo e costruzione, ma cosa accade quando la decadenza ammala il genere umano?

Decadenza del genere umano e società moderna

Perché il passare del tempo crea involuzione invece di maggior progresso? La spiegazione potrebbe essere nascosta all’interno del romanzo in tre parti dal titolo “L’uomo senza qualità” dello scrittore austriaco Robert Musil, trilogia pubblicata tra il 1930 e il 1943.

La sintesi di questa opera è che il progresso è regresso e il passo fondamentale di questo lavoro è concentrato nel seguente paragrafo: “Ogni progresso è anche un regresso. C’è progresso sempre e solo in un determinato senso. E poiché la vita nel suo complesso non ha senso, nel suo complesso non ha nemmeno progresso”.

Dal seguente link si accede a un mio approfondimento pubblicato nel Dicembre del 2019 dal titolo “Il progresso tecnologico ci sta portando al regresso“:

https://www.agoravox.it/Il-progresso-tecnologico-ci-sta.html

Per comprendere meglio ciò che può apparire come un paradosso, si rifletta su come l’essere umano, privato di una vita a misura d’uomo a causa di uno sviluppo tecnologico sfrenato e messo troppo facilmente nelle mani di individui a volte incapaci di servirsi al meglio di certi strumenti, sia caduto nella trappola di un finto progresso che lo ha costretto a regredire.

Gli strumenti indispensabili per la decadenza umana

Chi ha letto Fahrenheit 451, romanzo fantascientifico di Ray Bradbury pubblicato nel 1953, sa come si possa far crollare l’intelletto umano, genericamente parlando, fornendo poderose dosi di stupidità attraverso ciò che l’umanità ritiene indispensabile e un oggetto per tutti è il televisore.

Questo contenitore può contenere ottime trasmissioni, in grado di sviluppare l’intelletto, la curiosità, l’intelligenza. Di contro, lo stesso contenitore può sviluppare stupidità, calo dell’attenzione, cancellazione del pensiero critico, diminuzione dell’intelligenza.

La domanda da porsi è: chi sceglie cosa vedere e perché? Come mai una trasmissione come Temptation Island supera un programma di divulgazione scientifica come Noos al punto da far decidere alla dirigenza Rai di sospendere la messa in onda della serie televisiva condotta da Alberto Angela?

Perché, fondamentalmente, un’umanità pressata da problemi di ogni sorta, privata del diritto di crescere e di svilupparsi, a cui viene negata una buona istruzione per tutti e la voglia di migliorarsi, cade nell’errore di non voler pensare a cose serie, preferendo attività ludiche prive della necessità di ragionamento o di incameramento di dati, che sarebbero invece elementi preziosi per la crescita e lo sviluppo di ogni individuo.

Un culo e due tette sono più semplici e piacevoli da assimilare – per entrambi i sessi – rispetto al racconto dettagliato di come riuscissero a costruire le piramidi nell’antico Egitto.

Le storie sentimentali, vere o finte che siano, di esimi sconosciuti che si presentano in TV per raccontare i fatti loro, attraggono perché le persone meno impegnate intellettualmente si identificano nella vita di queste coppie di estranei e hanno gli stessi problemi di corna, di unghie finte e ciglia posticce da andare a rinfrescare dall’estetista, lo stesso problema di calcetto serale con gli amici e colleghi o di palestra per ballare qualche danza caraibica di gruppo.

Non ci sono voluti troppi anni per far si che gli eredi di chi, 30 anni fa circa, ancora sognava di progredire attraverso un processo di sviluppo cognitivo e culturale, si sia trasformato in automa e copia carbone di qualche influencer o per sognare di diventare protagonisti di una trasmissione televisiva che, agli occhi di persone come me, ha un solo merito: lo share e l’audience, null’altro.

L’era della decadenza: effetti tangibili

Tra le persone che hanno un potere tale da poter gestire e decidere molto sulle sorti dell’umanità, oggi sono quelle che hanno in mano la gestione del web e della tecnologia.

Personaggi come Elon Musk, Mark Zuckerberg e Jeff Bezos non sono diventati miliardari solo grazie alla loro capacità imprenditoriale e al fatto di essere rari esempi di visionari sopra le righe, no.

Costoro sono persone giuste al momento giusto, hanno saputo cogliere l’andamento generale e si sono dati da fare per mettersi in gioco nello scacchiere mondiale, geopolitico e tecnologico.

Le guerre moderne si combattono sul filo della finanzia e della connettività, altro che carrarmati e bombe, tirati fuori alla bisogna per non scontentare i nostalgici della normalità.

Digitalizzazione della decadenza

Provate a pensare alla potenza che la digitalizzazione può esercitare contro gli esseri umani comuni: un click e non possiedi il tuo conto corrente, un altro click e non puoi partire con l’areo che avevi prenotato, un altro paio di click e… Matrix è nulla in confronto a ciò che stiamo già toccando con mano.

Nel Febbraio del 2018 trattai l’argomento dei rischi della cancellazione del denaro contante: qui sotto il link di accesso all’articolo e più sotto, il file in formato .PDF

https://www.agoravox.it/Eliminazione-del-contante-cosa.html

Un mondo senza denaro contante. Grossi rischi in arrivo per gli italiani – Di Emilia Urso Anfuso

Non a caso, negli ultimi tempi accadono strane disconnessioni, situazioni planetarie che sconvolgono l’umanità, magari per poche ore o un paio di giorni, per renderci conto che nemmeno così il genere umano resta in allarme, anzi. Non appena la connettività mondiale torna attiva, tutti tornano alle proprie faccende, come se nulla fosse accaduto.

Eppure, stanno accadendo cose gravi, come la disconnessione internazionale avvenuta nei giorni scorsi le cui cause sono state affatto chiarite, per poi arrivare a strambe informazioni relative a tempeste solari tanto violente da mettere in seria difficoltà le connessioni, la telefonia e tutto ciò che ci fa esistere.

Quanto ci sta facendo progredire la tecnologia in mano a chi preferisce farci arretrare? E’ questo ciò che ogni essere umano senziente dovrebbe porsi ogni giorno come domanda con lo scopo di uscire dalla gabbia invisibile eppure forte e potente contro la libertà degli individui.

Libertà di crescere, di svilupparsi, di vivere in un contesto socialmente accettabile, dove la parola “accettabile” significa che tutti, più o meno, possiamo condividere certi modi di vivere in società. La pretesa di accettare la decadenza come unica soluzione eletta a progresso, è la prova di come ciò che una larga fetta di umani ritiene sviluppo quando, in realtà, ci troviamo di fronte a un regresso particolarmente grave.

Consigli pratici per uscire dalla gabbia della decadenza

So che molti lettori conoscono bene i processi cognitivi e socio culturali di cui ho parlato, per l’ennesima volta nel corso degli anni, in questo editoriale. La cosa interessante per tutti, però, è sapere se è possibile uscire da questa gabbia trasparente eppure così forte e oppressiva.

La risposta è SI a patto di voler davvero fare qualcosa per se stessi, per le persone care e, a scendere, per la collettività.

Non è necessario faticare per cambiare stile di vita e condurre una battaglia contro ciò che limita il progresso umano e impone decadenza: basta mettere ogni giorno un grammo di volontà per cercare di sfilarsi da furbe imposizioni.

  1. ogni giorno, magari di sera, staccare la connessione cellulare: il pianeta Terra non si dissolverà nell’universo, familiari, amici e colleghi non ci abbandoneranno – in alcuni casi è sufficiente avvisare “stacco il cellulare, se avete bisogno scrivetemi un sms o telefonate”
  2. guardare il cielo: guardo spesso il cielo, non solo perché mi piace ma perché mi fa staccare dalle incombenze e dai pensieri quotidiani. Ho osservato, nel corso degli anni, che sono tra le rarissime persone ad avere quest’abitudine. Farlo mentre si passeggia, invece di restare incollati allo schermo del cellulare, aiuta a recuperare un tempo umano e a decidere quando restare connessi
  3. comunicare a voce: le chat sono sicuramente una grande invenzione ma attenzione, perché non hanno contribuito allo sviluppo del genere umano bensì a renderlo meno umano. Due parole dette a voce sono più umane di lunghi vocali o messaggi scritti che, spesso, creano errori di comprensione tra esseri umani.
  4. non seguire la moda: un conto è acquistare un colore nuovo per dare una pennellata di novità al guardaroba, un altro conto è essere vittima della moda che diviene poi acquisto compulsivo. Non siamo la moda che impongono altri, bensì gli abiti che ci fanno sentire bene a creare la nostra moda.
  5. imporsi la visione di trasmissioni televisive mai seguite: si può scoprire che attraggono e non si era mai tentato di cambiare canale in precedenza per abitudine e superficialità. La decadenza si nutre di routine.

Potrei continuare la lista con altre cose che mi vengono in mente, ma ritengo – per chi almeno desidera provare a esercitare la volontà – che questi consigli, che sono solo piccole variazioni su abitudini che, solo apparentemente, sembrano immodificabili, possano cambiare la percezione, quindi lo stile di vita, di chi desidera qualcosa di più rispetto a ciò che viene proposto come indispensabile.

Concludo con una riflessione: si è migliori di quanto vogliono far credere. Dentro ogni essere umano alberga una forza, spesso sconosciuta agli individui, che può emergere e diventare propulsiva, ed è quella su cui è necessario lavorare se, davvero, vogliamo migliorare la società di cui, bene o male, facciamo parte.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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