Di Sergio Ragaini
Il “Percorso nel Purgatorio”: il cambio di punti di vista E, infine, la “Salita al Paradiso”, verso un Mondo Nuovo
Nella prima parte di questo studio c’eravamo occupati di quella che ho chiamato “Discesa negli Inferi”, intendendo con questo termine l’oblio della consapevolezza, forse, come ho lasciato intendere, accompagnata da malafede da parte di qualcuno.
Avevamo anche iniziato la “risalita” verso il Purgatorio, nel senso di inizio di un percorso di comprensione, che possa farci capire il valore della Tecnologia come mezzo per creare libertà.
Ora, in questa seconda e ultima parte, continueremo il percorso nel Purgatorio, cambiando dei paradigmi dati per acquisiti, e mostrando come, un cambio di punto di vista, possa fare vedere le cose sotto un’ottica completamente differente.
Infine, ci proietteremo verso quello che ho chiamato “Paradiso”, dove prospetteremo una Società nella quale la Tecnologia avrà permesso di “superare” buona parte dei problemi ora esistenti, permettendo così un’epoca di maggior benessere. Un Mondo, per qualcuno, utopico: tuttavia, secondo me, molto più vicino di quanto si possa pensare: così vicino che, forse, quando questo Mondo prenderà forma, almeno in parte, qualcuno di coloro i quali calcano ora le strade di questo Pianeta sarà ancora in vita.
Iniziamo questa seconda parte prospettando un cambio di prospettiva: che, qui, vedrà la sostituzione dell’idea del “lasciare dei vuoti” con quella di “superare determinate situazioni”. Cambiando, così, lo sguardo da qualcosa di negativo, che “toglie”, a qualcosa di positivo, che “manda avanti”.
Tutto questo ci servirà per affrontare l’ultima parte, che sarà qui vista come “posizione limite” del superamento che verrà, di seguito, tracciato. Quella posizione dove il “superamento”, di cui parlerò, diverrà totale, o quasi. Iniziando un’era dove le prospettive esistenziali saranno completamente diverse, e del tutto rinnovate.
“Superamento” del lavoro: vediamo di cosa si tratta
Questa seconda parte, dopo avere “assaggiato” qualcosa di “Purgatorio” nella parte precedente, inizia con un concetto abbastanza particolare: quello di “superamento del lavoro”.
Qui inizia sicuramente quel “cambio di prospettiva”, che ci porterà, poi, a quelle nuove percezioni, che ci permetteranno di tracciare il Mondo nuovo: che, nella nostra metafora, rappresenta la “Salita al Paradiso”.
Nella sezione che ha concluso la Prima Parte c’erano due elementi, che abbiamo considerato: il lavoro estenuante che, almeno in parte, non è più necessario, e il non dover dipendere da persone che lo svolgono, potendolo svolgere in autonomia.
Questi due elementi sono entrambi da considerare. Perché, proprio dal secondo di questi elementi, sono sorte le maggiori obiezioni sulle Nuove Tecnologie.
Come avevo detto nella prima parte, di queste “obiezioni” mi interessano solo quelle di coloro i quali hanno, di queste, conoscenza ed esperienza. Proprio per questo potranno capirle, e capire come viverle al meglio. I pareri, che non esito a definire “vaneggianti”, di buona parte dei loro detrattori, che le rifiutano a priori, sobillati dai citati “Anti Leader”, non di certo meglio dei Leader del Sistema, non mi interessano.
Consideriamo, quindi, ancora gli elementi visti prima: la liberazione da un lavoro e anche dalla dipendenza da qualcuno che svolga quel lavoro per noi.
Il ruolo dell’Automazione è proprio questo: la sostituzione del lavoro, soprattutto quello ripetitivo, con delle strutture automatiche che lo svolgano al posto delle persone.
Pensiamo, per esempio, agli autobus di una volta: a bordo c’era il bigliettaio, che vendeva i biglietti dell’autobus. Tutto questo è stato soppiantato da distributori automatici, che permettono di svolgere le operazioni che, prima, svolgeva un bigliettaio.
Oggi, poi, i biglietti per quasi tutto possono essere acquistati comodamente dal proprio smartphone o dal proprio PC: questo permette, ancora di più, di poter essere autonomi nel confronti di determinate operazioni. E di evitare la dipendenza non solo da persone che le svolgano, ma anche da apparecchiature preposte a quell’attività, quali le distributrici automatiche di biglietti. Anche questa, quindi, è “sostituzione”: chi materialmente compiva questa attività viene “sostituito” da strutture automatiche. Quindi, il rivolgersi ad un bigliettaio è, per così dire, “superato”.
Queste possibilità servono anche, come appare evidente, ad evitare code inutili: potere, ad esempio, pagare un conto corrente comodamente da casa, addirittura con il proprio Smartphone, invece che recarsi in un Ufficio Postale, permette davvero grandissimi vantaggi, e un miglior impiego del proprio tempo.
Teniamo quindi presenti questi due concetti, che abbiamo ottenuto: “autonomia” e “superamento della necessità di rivolgersi a qualcuno”.
Tutto questo è molto, e , direi, sempre più evidente con il nuovo “trend” che si sta aprendo con l’Intelligenza Artificiale. Come dicevo, questa rappresenta, sicuramente, una grandissima rivoluzione in positivo. Grazie a questa, come dicevo, possiamo ottenere, in pochi istanti, risposte che, in altro modo, avrebbero richiesto, magari, giorni e giorni, e non è così sicuro che, anche dopo questo tempo, sarebbero arrivate.
Quella che, come dicevo, è stata la grande rivoluzione , è stata la citata “Intelligenza Artificiale Generativa”. Questo vuol dire che è capace di generare elementi che, in precedenza, non c’erano, quali immagini, testi suoni e simili.
Già oggi, in questo mondo ancora “agli inizi” (in fondo, festeggerà il secondo compleanno a novembre 2024) si possono generare facilmente immagini, brani musicali, canzoni e altro ancora. Alcuni mesi fa avevo assistito, al Conservatorio di Milano, ai lavori di un progetto gestito in collaborazione con il Conservatorio di Anversa: qui era sorprendente vedere come l’Intelligenza artificiale fosse in grado di generare melodie, e addirittura di “dialogare” con uno strumentista.
Tutto questo lascia intravedere un futuro davvero incredibile, che oggi abbiamo appena iniziato.
In questo caso, però, abbiamo l’Intelligenza Artificiale come “supporto” alla persona, più che come “sostituzione”. Infatti, questi musicisti la utilizzavano come supporto per il loro lavoro, più che come sostituzione dello stesso.
In altri casi, invece, si parla di “sostituzione” del lavoro della persona con l’Intelligenza Artificiale. Non a caso, il Filosofo John Searle, nel suo articolo “Mind, Brains and Programs”, (Menti, Cervelli e Programmi) pubblicato nel 1980 sulla rivista “The Behavioral and Brain Sciences”, parlava di “Weak AI” (Intelligenza Artificiale debole) e di “Strong AI” (Intelligenza Artificiale Forte).
Qualche informazione in più sull’argomento si può trovare a questo indirizzo (lingua inglese), oppure a questo indirizzo.
La prima è, in qualche modo, un supporto al lavoro della persona. Ad esempio, per svolgere ricerche. Nel mio ultimo libro, senza l’Intelligenza Artificiale, avrei avuto diversi problemi nella ricerca di informazioni, che mi sono servite per poterle inserire nel mio romanzo. In questo caso, però, il romanzo l’ho scritto io: l’Intelligenza Artificiale mi ha, per così dire, “supportato” nelle ricerche.
Una “Strong AI”, invece, potrebbe essere quella che scrive al posto nostro intere sezioni di un racconto, o di un articolo. Anche questo, però, non va ad intaccare la creatività, in quanto, comunque, la persona andrà poi a lavorare sugli schemi che l’Intelligenza Artificiale gli darà, e sarà la persona stessa a dare le indicazioni all’Intelligenza Artificiale perché questa operi.
La generazione di immagini può essere già, almeno in parte, una forma di “Strong AI”. E, proprio in questo, si vede che l’Intelligenza Artificiale opera secondo le nostre indicazioni.
Ad esempio, se un persona deve preparare una Conferenza, o un Intervento, potrà chiedere all’Intelligenza Artificiale di generare uno schema possibile di quella Conferenza. Andando poi a sviluppare tutti i punti di quello schema. Magari utilizzando ancora l’Intelligenza Artificiale per reperire informazioni. Questa potrebbe essere, sotto alcuni aspetti, una via di mezzo tra “Weak AI” e “Strong AI”. Che, comunque, è un propulsorer alla nostra creatività, perché fornisce solo delle idee, che poi noi svilupperemo.
La modalità di azione dell’Intelligenza Artificiale è perfetta per il nostro modo di apprendere. Non usa, infatti, un apprendimento “a blocchi”, con un argomento sequenziale ad un altro, ma “a cerchi concentrici”. Nel senso che, subito, come risposta ad un’eventuale nostra domanda si ha una panoramica generale dell’argomento, che risponde alle nostre esigenze: poi, vengono indicate risorse per approfondire. Un modo di lavorare decisamente molto efficace, piuttosto che dover “estrapolare” queste informazioni da chissà quanti testi, senza magari riuscirle a trovare. Avere un “assistente” che ci aiuta a trovare quello che cerchiamo, come base per poi ampliare e approfondire, è decisamente notevole e bellissimo.
A questo punto, i detrattori potrebbero già affermare che l’Intelligenza Artificiale toglie spazio alla creatività. Al contrario: come appena visto, la aumenta, perché permette di automatizzare tutte le operazioni di livello più basso, e ripetitivo, lasciando a noi solo quelle più belle e creative.
La macchina, ricordiamolo, agisce, come visto, secondo le nostre indicazioni, ed è in grado di dare forma a queste. Poter vedere realizzate in un istante le proprie idee è comunque un vantaggio: anche perché, per vederle realizzate, occorre avere idee. E questo dice che la creatività non svanisce: piuttosto, si può utilizzare al meglio, riuscendo ad automatizzare gli elementi non creativi.
Svolgere le cose in autonomia, senza dover dipendere da elementi esterni per svolgere il nostro lavoro, è una delle conseguenze più belle di questa nuova era.
Un altro esempio è quello della generazione automatica di sottotitoli: oggi, su servizi quali Youtube, in alcuni video, è possibile usufruire della generazione automatica di sottotitoli, in diverse lingue. In questo modo, si potrà fruire di video altrimenti incomprensibili. Senza questi strumenti di Intelligenza Artificiale, svolgere questi compiti avrebbe richiesto persone che sottotitolassero per ogni lingua i video. Queste persone, ovviamente, avrebbero dovuto conoscere correntemente entrambe le lingue: quella di partenza, vale a dire quella del video, e quella di arrivo, vale a dire quella dei sottotitoli. E, spesso, non è così immediato trovarle.
A parte le conoscenze necessarie, sottotitolare interi video è un’operazione lunghissima, come ci si può immaginare. Quindi, a parte il tempo e l’impegno, anche il relativo costo sarebbe alto (ovviamente, chi svolge questo lavoro, che potrebbe richiedere molto tempo, vorrebbe averne la giusta retribuzione). Così, invece, l’operazione si può svolgere in automatico: ed è accessibile a tutti, senza dovere dipendere da qualcuno che svolga quel lavoro.
In questo modo, i sottotitoli possono essere a disposizione di tutti, semplicemente con pochi click.
Qui vediamo, in particolare, la seconda caratteristica: poter svolgere in autonomia delle attività, senza dover dipendere da qualcuno che le faccia per noi, imponendo condizioni (quelle economiche e di tempo le più evidenti). Qui possiamo avere tutto fatto in automatico. È, quindi, un grande passo in avanti verso la libertà e la fruibilità, che, secondo me, sono sinonimo di democrazia.
Questo sta accadendo sempre più anche col doppiaggio, visti i sistemi, sempre più simili alla voce umana, di generazione vocale. E questo permette di non dovere più dipendere da “lobby” come quelle dei doppiatori, che in Italia vorrebbero doppiare qualsiasi cosa, anche quando non sarebbe il caso. Permettendo, al contempo, di scegliere l’opzione dei sottotitoli.
Io stesso, in questi giorni, ho avuto un esempio di tutto ciò: infatti, per il mio ultimo citato libro, l’immagine di copertina è stata ottenuta mediante l’Intelligenza Artificiale, con lo strumento DALL-E3, utilizzato mediante l’ottimo Microsoft Copilot. Grazie a questo strumento, ho potuto evitare di rivolgermi a un grafico: oltre al dispendio di denaro, il farlo avrebbe significato anche attendere, magari, giorni perché il lavoro fosse finito. Così, il tutto è stato effettuato in pochi minuti.
Lo stesso è accaduto quando mi era stata richiesta un’immagine rappresentativa di una Conferenza che dovrò tenere a Milano in settembre, sul Computer Quantistico. L’ho fatta realizzare dall’Intelligenza Artificiale, che l’ha fatto in pochissimo tempo, proponendomi anche diverse immagini tra cui scegliere.
A questo punto, quindi, possiamo dire che questi strumenti ribaltano anche un paradigma: se, infatti, prima si diceva che non si può saper fare tutto, e che, per quello che non si sa fare, occorre rivolgersi a chi lo sa fare, in questo caso, invece, possiamo affermare che possiamo rivolgerci, per quello che non sappiamo fare, o anche per semplificare quello che sappiamo fare, a strumenti che fanno il lavoro al posto di qualcun altro.
Questo è uno scenario che porta in sé il concetto di libertà: libertà dal dipendere fisicamente da qualcuno che faccia un lavoro alle sue condizioni, e chiedendoci magari molto denaro (o, comunque, la giusta retribuzione) e, in altri casi, libertà da lavori estenuanti e ripetitivi.
“Superamento” di alcuni lavori: questo lascia dei “buchi”? Le posizioni dei detrattori, senza alcun fondamento e subito smentibili. E le paure, magari da questi indotte. Anche questo “nuovo passaggio” sarà fondamentale, e necessario per “dissipare” gli ultimi dubbi. E volare verso nuovi orizzonti
Qualcuno, in tutto questo, che sicuramente è positivo, potrebbe però fare un’obiezione: tutte le persone, che prima svolgevano dei lavori, cosa faranno? Qui, infatti, spesso non si tratta più solo di lavori estenuanti e ripetitivi, come quelli delle mondine, delle lavandaie, delle filandaie e altro ancora: si tratta, magari, di lavori di un certo livello, che non saranno, a questo punto, più necessari.
Il lavoro di chi prepara sottotitoli ne è un esempio: sempre più sarà lo stesso anche per lavori quali il citato doppiaggio, che sarà sempre più affidato a strumenti di Intelligenza Artificiale.
I detrattori di questi strumenti, ovviamente, in questi casi trovano pane per i loro denti. Concludendo, visto che il loro stile non è quello di avanzare ipotesi critiche e provare a dimostrarle, ma piuttosto stabilire delle conclusioni, dichiarandole vere al di là di ogni evidenza, che queste nuove Tecnologie sono state ideate dalle Élite Finanziarie per ridurre i posti di lavoro, e avere la scusa per ridurre la popolazione mondiale.
Questa loro idea torna con una certa ricorrenza: tuttavia, come accade spesso con le idee di chi usa questa metodologia del fissare conclusioni a priori, questa idea viene smentita in un istante, controllando la crescita della popolazione mondiale, ad esempio su siti come Worldometers, che mostrano dati di ogni tipo in tempo reale, riguardanti diverse tematiche. Qui si potrà seguire anche l’incremento della popolazione mondiale in tempo reale. Facendolo, si vedrà che la popolazione mondale cresce di circa 200000 (duecentomila!) persone al giorno, vale a dire di oltre 6 milioni di persone al mese, e di oltre 72 milioni in un anno (il dato del 2 luglio, alle 23:59, quindi alla metà dell’anno, ci dice che l’incremento è stato superiore ai 37 milioni: in proiezione, siamo a un incremento annuo di oltre 74 milioni di persone). La popolazione mondiale ha ora superato gli 8 miliardi e 100 milioni.
Questo, ovviamente, contrasta con qualsiasi idea di un progetto per ridurla. Queste stesse persone, tempo fa, dicevano che era così anche per il Vaccino Sars-Cov2. Sicuramente, visto che ne ho combattuto la, di fatto, imposizione, non ho di questo prodotto una visione così “luminosa”. Tuttavia, da qui a ritenere che sia stato introdotto apposta per creare danni c’è un abisso.
Basta ricordare che la Tecnologia mRNA (a RNA Messaggero), usata nei vaccini Sars-Cov2, esiste già dal 1980, e già utilizzata, in alcuni casi, per il trattamento dei tumori e di alcune malattie genetiche. È una tecnologia che, invece che prevedere l’inoculazione di una proteina nell’organismo, prevede quella di un codice RNA Messaggero, che informi le cellule riguardo alla produzione di anticorpi.
Quindi, è comunque frutto di ricerche, anche lunghe e impegnative, ed è comunque un risultato.
Sostenere che tutte queste ricerche sono state condotte solo per danneggiare le persone è assurdo. Così come è assurdo crederlo.
Qualcuno arriva addirittura a pensare che questi vaccini contengano delle sostanze che possono essere in qualche modo “attivate” (ancora non ho capito come) in modo da provocare malori improvvisi. Naturalmente, sempre allo scopo di ridurre la popolazione mondiale.
In fondo, però, queste persone diffondono per la Rete notizie in base alle quali l’uccisione delle api sia finalizzata alla loro sostituzione con api robot (testo realmente circolante in Rete un po’ di tempo fa, anche se sembra assurdo). Quindi, l’attendibilità delle loro deduzioni è quella che ci si può immaginare, e che già è stata mostrata in precedenza.
Tornando al tema che stavo trattando prima, le persone sopra citate, visto che i loro post “invadono” i Social Network, potrebbero tendere a portare su posizioni di paura chi, in qualche modo, è preoccupato per questo. Infatti, se, come dicevo prima, queste Nuove Tecnologie permettono quella che io chiamavo una “superamento” della necessità di dipendere da qualcuno per svolgere delle attività, ci si potrebbe porre il problema di cosa quel “qualcuno” farà, dopo che la sua opera non sarà più necessaria.
Qui, il discorso si potrebbe fare un pochino più complesso, perché per capire la questione occorre quel “guardare oltre” che facevo presente alle persone che, soprattutto in rete, si mostravano preoccupate per questo. Ovviamente, leggendo i numerosi post del tipo di quelli che descrivevo poco fa, e non avendo magari le giuste conoscenze, potevo capire che potessero essere preoccupate.
Per questo ritengo, come dicevo, l’opera di questi “Seminatori di terrore” non sicuramente meno dannosa di quella di coloro i quali seminavano terrore durante il periodo Epidemico. E se, là, c’erano le bare di Lampedusa invece che quelle di Bergamo, qui ci sono i falsi video degli uccelli morti per le antenne 5G, la cui realizzazione richiede ancora maggior perversione.
Cambiare punto di vista Per cambiare la percezione delle cose E quello che prima era sgradevole, può diventare propulsore di sviluppo. Qui, la posizione dei detrattori “cade” completamente: era, forse, l’ultima barriera, prima di un Mondo Nuovo
Qui, forse, ci apprestiamo a concludere l’ultima parte del “Purgatorio”. Dopo averte capito diverse cose, compreso il fatto che queste Tecnologie tolgono lavori ripetitivi e la necessità di dipendere da qualcuno.
Ora, prepariamoci a “ribaltare” il punto di vista. Questo passaggio ci permetterà di vedere, finalmente, le cose sotto un’altra ottica. E di andare verso quel Mondo Nuovo, che è, simbolicamente, la salita al Paradiso.
Ci aiuterà, in senso lato, la visione Matematica. Per dirla alla Platone, la “Dianoia”. Poi, nell’ultima parte, ci proietteremo verso la “Noesis”: l’intuizione, che qui diventerà sogno: un sogno, però, molto verosimile. E lo vedremo molto presto.
Per poter affrontare il discorso in maniera aperta, occorre cercare di capire che, quello che appare in un certo modo, guardato da una certa angolatura, cambia se si guarda da un’altra angolatura.
Parlando matematicamente, si può dire che un insieme, cambiando la prospettiva, può diventare da finito a infinito e viceversa. Tecnicamente si dice: cambiando la “Topologia”: tuttavia, lascio questo concetto ai matematici. Chi vorrà approfondire potrà farlo semplicemente cliccando sulla parola.
Proseguendo nel nostro discorso, e nella nostra riflessione, cambiare prospettiva è, tutto sommato, facile. Occorre, però, andare oltre la domanda: “E quella persona cosa farà?”.
Come dicevo nel mio citato articolo sull’automazione, questo problema si era verificato già in passato. Ad esempio, come dicevo, quando era stata automatizzata la raccolta del riso, qualcuno si sarebbe potuto chiedere: “Cosa faranno ora le mondine?”. Però, la maggior parte della gente ha sicuramente gioito per quel processo di automazione. Avevo anche fatto notare che, quando era stata inventata la Stampa, c’era stata la rivolta degli Amanuensi, incaricati, prima di quel momento, di ricopiare manoscritti. Tuttavia, l’invenzione della Stampa ha cambiato in positivo il Mondo.
Ancora, citavo il fatto che, quando è stata inventata la macchina da cucire, addirittura alcuni depositi di macchine da cucire sono stati distrutti da orde inferocite di cucitori. Tuttavia, la macchina da cucire ha cambiato la Società in positivo. Anche perché, come detto prima, permette di svolgere in autonomia cose che prima richiedevano l’intervento di qualcuno.
Soffermiamoci quindi proprio su questo “svolgere il lavoro in autonomia”. Credo che sia il punto chiave del discorso. Infatti, a questo punto, uno potrebbe dire: “Quella macchina ha tolto il lavoro a queste persone”, aprendo la strada a tutti i commenti negativi, compresi quelli “estremi” visti prima, del tutto inattendibili, ma purtroppo presenti. Oppure, si potrebbe cambiare punto di vista, e dire: “Quella macchina ha reso quel lavoro obsoleto”. Ricordiamo che, per gli Inglesi, “obsoleto” risulta “outdated”, che contiene “out” e “dated”, In pratica, significa “rendere obsoleto” (o superato), indicando anche la sostituzione della cosa obsoleta con qualcosa di nuovo.
Se una cosa è “superata”, cambiando punto di vista, visto che si parla di qualcosa di “passivo” (superato è il participio passato del verbo “superare”), significa che la Società è avanzata. Se noi, viaggiando ad esempio in auto, abbiamo “superato” un luogo, vuol dire che siamo più avanti di quel luogo.
Quindi, invece che dire: “Quella tecnologia ha tolto posti di lavoro”, si può dire “Quella Tecnologia ha reso alcuni lavori obsoleti, superati”. Che potrebbe addirittura essere completata come “Quella Tecnologia ha fatto avanzare la Società, rendendo alcuni lavori superati, sostituendoli con qualcosa di nuovo”.
Con questa prospettiva, quindi, non abbiamo più un discorso negativo, di qualcosa che arriva con spirito distruttivo, ma di qualcosa che arriva con spirito costruttivo, per “superare”, e “mandare avanti” la Società.
Riferendosi ancora ad uno degli esempi visti prima, invece che dire: “L’Invenzione della Stampa ha tolto il lavoro agli Amanuensi”, si può dire: “L’Invenzione della Stampa ha fatto avanzare la Società, e di conseguenza reso il lavoro degli amanuensi obsoleto”.
A questo punto, il “rendere un lavoro obsoleto” è frutto del “fare avanzare la Società”.
Anche il termine “obsoleto” è interessante: infatti, deriva da una parola latina, composta da “ob”, contro, e “solescere”, essere solito. In pratica, significa quindi “caduto in disuso”, “non più utilizzato”.
Quindi, l’idea di superamento è decisamente presente. E questa è un’idea positiva.
Quindi, la Tecnologia fa avanzare la Società, e di conseguenza rende alcuni lavori obsoleti.
Allora, il valore di Tecnologie quali l’Intelligenza Artificiale Generativa è positivo, perché “fa avanzare la Società”. Il fatto di “Rendere alcuni lavori obsoleti” ne è solo una conseguenza. Che, però, non può essere vista come negativa, ma come positiva: o, almeno solo come consequenziale ad un avanzamento.
E qui “cade” completamente l’idea di coloro i quali vedono queste Tecnologie come mezzi studiati da qualcuno per danneggiare le persone. Ovviamente, questo non si può dire a quelli, come me, che grazie a queste Tecnologie trovano in pochi minuti cose la cui ricerca avrebbe richiesto ore, che, grazie a queste Tecnologie, possono vedere film in lingue che non conoscono, perché hanno i sottotitoli generati almeno in Inglese (come nel caso di diversi Film Tamil, ad esempio, che, grazie all’Intelligenza Artificiale, possono essere sottotitolati in inglese), o a coloro i quali, grazie a questi strumenti, hanno, come nel caso di un amico Architetto, elaborato in pochi minuti progetti su cui lavorare, che avrebbero richiesto, magari, giorni e giorni per essere elaborati.
Se, davvero, ci fosse qualche Élite che ha permesso tutto questo, sarebbe da ringraziare, non da biasimare. Infatti, questi strumenti permettono di svolgere, in totale autonomia, attività che richiederebbero molto più tempo, e un dispendio anche economico non indifferente, oltre che un sottostare alle condizioni della persona a cui chiediamo supporto.
Quindi, comunque, come si può vedere. Queste Tecnologie “mandano avanti” la Società, non indietro. Il “rendere dei lavori obsoleti” è solo la conseguenza di questo avanzamento.
La domanda “cosa faranno queste persone?” potrebbe, allora, addirittura non porsi. Semplicemente, il loro lavoro è superato, e non è più adatto a una Società che è cambiata.
I detrattori, ovviamente, non propongono alternative. Ora: immaginiamo se qualcuno di questi avesse un sufficiente potere: meglio non pensarci! (un altro passaggio, stavolta “dall’alto”, prima di “volare”)
Ovviamente, i detrattori di queste Tecnologie non propongono alternative. O, meglio, le propongono, nel senso che, fosse per loro, farebbero sì che quell’evoluzione non ci fosse, per permettere alle persone il cui lavoro è obsoleto di poterlo continuare a svolgere.
Una posizione di questo tipo dice chiaramente una cosa: meno male che questi “Anti Leader” non hanno potere! L’avessero, probabilmente assisteremmo a un ritorno ai tempi bui dell’Inquisizione: le loro dichiarazioni, almeno sulla carta, non sono migliori. Di questo regresso parlavo, in un mio articolo pubblicato a maggio.
Possiamo anche chiederci cosa potrebbe accadere se qualcuno di questi “Anti Leader” avesse il Potere che, ad esempio, avevano alcuni Virologi nel periodo epidemico. Gli scenari sarebbero davvero ben poco luminosi. Probabilmente, se qualcuno di queste persone avesse un notevole potere, si assisterebbe a un vero ritorno di “Cacce alle Streghe”, seppur per altri motivi. Si arriverebbe alla persecuzione delle cosiddette “Nuove Tecnologie” , con metodi non così dissimili da quelli che hanno portato Galileo Galilei all’Abiura. Chi utilizza strumenti di Intelligenza Artificiale verrebbe accusato di utilizzare strumenti del Demonio, e simili.
Uno scenario, sicuramente, oscuro, ma non così inverosimile.
Occorre, magari, gestire la transizione. Gestire la transizione, però, è una cosa, mentre attaccare senza conoscere, e facendo sì che le persone non conoscano, è un’altra.
Come dicevo, il fatto che alcuni lavori diventino obsoleti significa solo che la Società è avanzata. E questo, comunque, è un fattore positivo: società avanzata significa maggiore fruibilità e maggiori possibilità. Quindi, comunque, un miglioramento.
Nella Storia è stato sempre così, e sempre sarà così.
Le Nuove Generazioni: a loro è dedicato questo Nuovo Futuro. Cosa potrebbero vedere nella loro esistenza? Proviamo a scoprirlo!
Spesso mi capita di parlare di una cosa, almeno ultimamente. Soprattutto perché, a fronte di rivoluzioni come quelle dell’Intelligenza Artificiale Generativa e del Metaverso, è bello considerare le persone delle nuove generazioni, o anche delle nuovissime, intendendo con questo termine le generazioni che vengono alla luce in questi anni e che, quindi, verosimilmente “taglieranno” il limitare del Ventiduesimo Secolo.
Credo proprio che queste Generazioni arriveranno a vedere, nella loro vita, quasi sicuramente le auto a guida autonoma (per questi dico che, probabilmente, queste generazioni saranno le ultime che dovranno prendere una patente: poi non servirà più), e con grande probabilità la fine del lavori domestici. Credo che, nel corso della loro vita, sarà del tutto acquisita l’implementazione di macchine in grado di svolgere qualsiasi tipo di lavoro domestico, semplicemente a comando.
Questo sarà un vantaggio enorme per loro, che saranno liberati da un autentica “schiavitù” di lavori estenuanti.
Per quanto riguarda la guida autonoma, già mezzi in cui è facile prevedere la configurazione della struttura al variare del tempo la utilizzano. Linee Metropolitane come la Linea 4 della Metropolitana di Milano, o la Metropolitana di Copenaghen, solo per fare degli esempi, la utilizzano già ampiamente.
A questo punto, qualcuno vuole soffermarsi sui guidatori che rimangono disoccupati? Forse qualcuno delle suddette persone prima citate sì: le loro affermazioni, però, cadono subito di fronte all’evidenza. In fondo, come dico talvolta, qualcuno afferma che la Terra è piatta, che non esiste al forza di gravità e così via. Queste affermazioni cadono di fronte all’evidenza: tuttavia, in determinate persone, il tentativo di spiegare scientificamente il tutto provoca quello che in Psicologia si chiama “effetto backfire”, vale a dire il rafforzamento, da parte di queste persone, delle loro idee. Quindi, meglio lasciare loro le loro convinzioni. Essendo, al contempo, contenti che questi “Anti Leader” non abbiano, come dicevo, lo stesso Potere che avevano, durante il periodo Epidemico, alcuni Virologi: altrimenti davvero ci troveremmo a piombare indietro, come già spiegavo poco fa, di secoli, con idee non così diverse da quelle dell’Inquisizione.
Tornando alle nuove generazioni, sicuramente, nel corso della loro vita, o almeno molto probabilmente, queste cose saranno acquisite.
As questo punto, qualcuno, allora, potrebbe avere il coraggio di affermare che queste Tecnologie sono fatte apposta per togliere posti di lavoro? Non credo che questo accadrà ancora per molto: come dicevo nel mio citato romanzo, questi “Anti Leader” avranno vita breve, naturalmente come Leader: ovviamente, come persone umane gli auguro lunga e prospera, e auspico anche “consapevole” vita. E, come scrivevo sempre nel mio romanzo, auspico che un giorno potranno dire: “Meno male che non ci hanno ascoltato!”.
Quindi, come dicevo, la Tecnologia non “toglie lavori”: semplicemente, mandando avanti la Società, “rende determinati lavori obsoleti”.
Occorre, quindi, un cambio di paradigma sociale, un cambio di ottica sulla Società, per permettere l’avanzamento della stessa.
Ovviamente, non avrebbe alcun senso fermare la Tecnologia, per permettere a quei lavori resi obsoleti di continuare ad esistere: occorre pensare su scala globale, considerando quindi che, quell’avanzamento sociale, sarà comunque di beneficio. Lo è sempre stato, e sempre lo sarà.
Posizioni “limite”: la maggior parte dei lavori diventeranno “obsoleti”: cosa potrebbe accadere? Sicuramente un Mondo Nuovo… ma quale? Questo mondo, verosimilmente, le nuove generazioni lo vedranno, almeno in parte…e, sicuramente, almeno auspico, ne vedranno il percorso, anche se, forse, non il “quadro” finito…. O forse sì: mi piace pensarlo!
Qui inizia la “salita al Paradiso”
Qui, sicuramente, inizia con decisione la “Salita al Paradiso”.
Ormai, abbiamo superato gli Inferi, con le idee dei detrattori, il Purgatorio, “alzando” le vele della conoscenza, e ribaltando il punto di vista… e ora, al “limite” delle posizioni prospettate, ecco apparire il “Paradiso”.
Questo, è il Mondo Nuovo, che sarà una delle posizioni “limite” del graduale “rendere i lavori obsoleti”. Qui, la Matematica, almeno come idea, potrà aiutarci, perché, sicuramente, è in grado di descrivere queste “posizioni limite”.
Parlando sempre in termini matematici, quindi, qualsiasi situazione ha delle posizione limite. La stessa Matematica, infatti, ha quelli che si chiamano “comportamenti al limite”, “problemi alla frontiera”, oppure “Condizioni al contorno”. Sono quelle condizioni che si studiano quando la situazione arriva ad un certo limite.
In questo caso, quale potrebbe essere la situazione limite? Credo che sia piuttosto semplice da definire: è quella condizione in cui l’avanzamento tecnologico avrà reso la maggior parte dei lavori (se non quasi tutti) “obsoleti”.
Questa situazione, in qualche modo, è quella descritta nel libro “Deep Utopia”, del Fisico e Filosofo Nick Bostrom. Un mondo che lui definisce come “Solved World” (Mondo Risolto).
Questo termine “Deep Utopia” mi è piaciuto molto: così tanto che, nel mio citato romanzo, l’ho utilizzato per definire quella situazione, definendo quindi come “Deep Utopia” la situazione di Mondo Risolto.
Nel mio libro, questa situazione, nel 2066, è sulla strada di essere raggiunta, e forse nemmeno tra molto. Nick Bostrom, nel libro, parla di Conferenze da lui tenute (non è importante se queste siano state tenute davvero o solo immaginate, e se si siano tenute ora o si terranno in futuro), nelle quali dichiara che, quando questa situazione si verificherà, qualcuna delle persone tra il pubblico sarà ancora in vita.
In effetti, come dicevo anche nel mio libro, il 2066, anno in cui la vicenda è ambientata, è decisamente alla portata di molte persone attualmente su questo Pianeta. Riferendosi al Sistema Scolastico Italiano, ricordiamo, infatti, che, il prossimo anno, ma in parte anche quest’anno, alcune persone già nate nel 21° Secolo (intendendo come suo inizio il 2001, e non, come alcuni credono, il 2000: e questo deriva immediatamente dal fatto che non esiste l’anno zero, ma la datazione dopo la nascita di Cristo parte dall’anno 1), arriveranno alla Laurea. Loro, nel 2066, non saranno ancora anziani. Il prossimo anno, entrerà alle Scuole Elementari Italiane la classe di età 2018. Loro, nel 2066, non avranno nemmeno 50 anni: quindi, saranno ancora giovani.
E, nel mio libro, ho indicato quel periodo come quello dove la strada per il raggiungimento della “Deep Utopia” (mi piace questo termine per indicare una situazione raggiunta, o da raggiungere: non me ne voglia Nick Bostrom, se lo uso in questo modo) sarà già stata iniziata. Quindi, forse, le persone che oggi sono ancora fanciulli potrebbero vederla, nel corso della loro vita.
Non credo che vedranno i Viaggi Interstellari: nonostante, in “Star Trek” il ”Primo contatto” con un’astronave aliena verrà ottenuto il 4 aprile 2063 (vedi film: “Star Trek, First Contact” (“Primo Contatto” nella versione italiana)), grazie a un motore a curvatura (vale a dire in grado di viaggiare più velocemente della luce), secondo me questo tempo sarà molto più lontano. Infatti, c’è ancora un abisso tecnologico da colmare. E, di fatto, manca anche una Fisica che possa permettere viaggi di questo tipo. Anzi: esiste la Teoria della Relatività, che pone la Velocità della Luce come la massima raggiungibile.
Il veloce sviluppo di questi decenni è stato anche dovuto al fatto che ci fosse una Fisica che permetteva di realizzare quello che è stato realizzato: nel caso dei viaggi interstellari la Fisica, in buona parte, manca: dove c’è, la sua messa in pratica come Tecnologia è abissalmente lontano dalle nostre possibilità. Quindi, credo che questi viaggi non saranno alla portata di ancora diverse generazioni che appariranno su questo Pianeta.
Per questo, spesso, dico che occorre tenersi d’acconto la nostra cara vecchia Terra: non è detto che si possa andare altrove, e chissà quando questo potrebbe accadere.
Tuttavia, il resto, secondo quelle che potrebbero essere le mie previsioni, dovrebbe verificarsi.
A questo punto, su cosa si fonderà una Società di questo tipo?
Ripensando alla Costituzione Italiana, una simile Società non potrà più fondarsi sul Lavoro, come afferma l’Articolo 1 della Costituzione Italiana (anche in altri Stati, come Germania, Spagna, Portogallo e Brasile, nelle rispettive Costituzioni è presente il “fondamento”, se così si può dire, sul Lavoro): come dicevo, infatti, la maggior parte dei lavori saranno obsoleti, quindi, riferendosi all’etimologia latina, “non più in uso”.
In una situazione di questo tipo, quindi, su cosa saranno fondate le Società, se non più sul lavoro?
In questo senso, è bello pensare quello che affermava, durante un suo incontro, la Psichiatra Erica Poli, che si conferma anche qui innovativa come approccio. Erica affermava che, probabilmente, le Società del Futuro non saranno più basate sul Lavoro ma sull’”Energheia”.
Questo concetto era stato introdotto da Aristotele, e vuole indicare la realizzazione di potenzialità.
Una Società fondata sull’”Energheia”, quindi, è una Società fondata sulla realizzazione delle potenzialità creative. Quindi, una Società in cui le persone potranno dedicarsi allo sviluppo e alla realizzazione delle proprie potenzialità, invece che ad un lavoro necessario per vivere, e magari alienante o ripetitivo.
Questo è il modello a cui faceva riferimento anche il citato Nick Bostrom in “Deep Utopia”, ma anche Filosofi e Sociologi quali Domenico De Masi.
Questo “punto limite” (bello definirlo così), o questa “Condizione Limite”, è, come dicevo, un limite non irraggiungibile. E sarà una logica conseguenza del fatto che, sempre più, cresceranno i lavori “obsoleti”. Fino ad arrivare ad una situazione in cui il lavoro non sarà più una necessità, e l’Uomo potrà dedicarsi a fare davvero crescere la sua esistenza.
È inutile, ora, chiedersi come potrebbe essere una vita di quel tipo: sicuramente, non ci sarà più la necessità di acquistare nulla, ad esempio. Il citato “Deep Utopia”, comunque, ne parla.
All’orizzonte, queste possibilità potrebbero esserci: pensiamo, ad esempio, allo sviluppo delle Stampanti 3D. In un’epoca futura, questo sviluppo potrebbe arrivare a livelli tali da rendere obsolete le costruzioni, come noi le conosciamo, e addirittura la produzione di cibo (nel mio romanzo il cibo, in buona parte, si “stampa”). E, tutto questo, avverrà a costo quasi nullo.
Potremmo anche immaginare (e io l’ho fatto nel mio citato romanzo), dei pannelli solari nello spazio: che, uniti a quelli sulla Terra, e agli strumenti eolici, possano fornire energia a costo quasi nullo.
Quindi, questo futuro non ì così inimmaginabile: e, se non certo vicinissimo, è già all’orizzonte: e, anche se decisamente in lontananza, comincia a vedersi. Almeno, se ne vedono delle possibili tappe, a differenza, ad esempio, dei citati viaggi interstellari, che sono, come detto, abissalmente lontani, e dei quali non si vede ancora nulla all’orizzonte, essendo i mezzi tecnologici per realizzarli enormemente distanti dalle nostre attuali tecnologie.
Il futuro che descrivevo, invece, è già qualcosa che si può “vedere”, almeno con gli occhi della mente, e se ne possono tracciare possibili tappe.
Visti gli sviluppi sempre più veloci, aiutati anche dall’Intelligenza Artificiale, che potrà permettere di “simulare” esperimenti che, oggi, richiedono messa in opera di complesse strutture, forse quel futuro è più vicino di quello che pensiamo.
La generazione che nasce ora (e, pensando al fatto che la Popolazione Mondiale aumenta di 200000 persone al giorno, si pensa, ovviamente, che queste 200000 persone sono tutte nate ora) “taglierà” verosimilmente i “confini” del 22° Secolo. Quindi, credo sia possibile auspicare che, quando il Mondo citato, basato sull’”Energheia”, si sarà realizzato, o sarà sulla strada per realizzarsi, qualcuno di loro sarà ancora in vita.
Questo è il pensiero più bello: pensare che il cammino della tecnologia arriverà lì. E nemmeno tra così tanto, paragonato alla Storia dell’Uomo (senza scomodare la Preistoria).
Ed è, sicuramente bello, concludere con questo pensiero “all’orizzonte”. Un orizzonte, ora, ancora lontano, ma che, credo, un giorno potrà realizzarsi. E, auspico, qualcuno ora in vita lo potrà vedere.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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