Indagine del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Come molti sanno, sono la giornalista che per prima a livello nazionale avviò – era il 2020 – la prima e più articolata inchiesta sulla pandemia da SarsCov2.
La prima puntata della mia inchiesta su questo tema fu pubblicata il 20 Marzo del 2020 e nei tre anni successivi produssi decine di puntate, ricche di documenti originali e studi scientifici che non venivano resi pubblici, ho messo in relazione dichiarazioni ufficiali con dati poco noti, ho studiato i tanti Dpcm varati in Italia per farne emergere i contenuti che nessuno chiariva ai contribuenti.
Un lavoro enorme e lo fare altre 1.000 volte, sempre col rispetto delle regole deontologiche ma con lo scopo, la missione, di non permettere la violazione del diritto all’informazione e alla riflessione, sempre con toni pacati, nel mio stile.
Qui si accede a quella prima puntata pubblicata il 20 Marzo del 2020, evento che fece letteralmente scoppiare il mio cellulare di telefonate e messaggi provenienti da ogni parte d’Italia e d’Europa: la gente voleva sapere e capire di più su quanto resi pubblico:
Giorno dopo giorno collezionai documenti, prove video, dichiarazioni e studi, misi a confronto ciò che veniva dichiarato in TV con ciò che era scritto sui documenti originali internazionali, seguii senza sosta ogni tipo di informazione nazionale ed estera, realizzando una delle mie inchieste più lunghe, articolate, difficili e appassionanti insieme.
Qui si trovano tutte le puntate a partire dalla prima:
https://www.gliscomunicati.it/sezione/le-inchieste/inchieste-emilia-urso-anfuso/page/5
Astra Zeneca paga pegno, Pfizer no: perchè?
In queste ore si parla molto di quanto sta accadendo in casa Astra Zeneca, uno dei colossi farmaceutici protagonisti del piano vaccinale e che sfornò il suo farmaco Vaxzevria (ChAdOx1-S) in collaborazione con l’Università di Oxford.
Ai tempi della pandemia il farmaco di Astra Zeneca non sembrò fare molta presa nel panorama delle soluzioni innovative partorite dalla ricerca farmacologica, che di fretta dovette realizzare qualcosa da inoculare in massa per mitigare i risvolti di quello che, ancor oggi, resta un mistero: da dove e perché si arrivò alla diffusione mondiale di un virus il cui codice identificativo fu modificato, in italia almeno, in corso di pandemia?
La prima cosa che realizzai sul tema della pandemia, fu un’interessante intervista al noto imprenditore ed economista Alberto Forchielli, che tra la fine di Gennaio e l’inizio di Febbrai del 2020 si trovava in Cina, sua residenza per metà dell’anno. Mi telefonò per essere intervistato in esclusiva per il quotidiano Libero e questo è quanto emerse dalla nostra chiacchierata:
Supposizioni e attese, non era possibile generare altro. La situazione non cambiò col passare del tempo, e l’attesa non fece che ingarbugliare sempre di più una matassa assai ingarbugliata sotto ogni aspetto.
Passiamo però al tema centrale: perché si parla solo di Astra Zeneca che avrebbe deciso di ritirare tutti i vaccini e addirittura la certificazione da parte di EMA?
Il dubbio su cui invito a riflettere si basa su alcuni dati che resi pubblici in una delle puntate della mia inchiesta sulla pandemia.
Il potere della paura
Ciò che avvenne durante le campagne vaccinali in Italia e in altre nazioni è davvero incredibile: senza informazioni, senza permettere dubbi, senza donare la possibilità di riflettere sul da farsi, fu imposta l’inoculazione massiva, pena la messa al bando dalla società (in)civile.
Il solo fatto di aver coniato terminologie quali “No-Vax” per indicare chi si è sottoposto a ogni tipo di vaccinazione fin da bambini, ma si è posto il dubbio su un farmaco così innovativo e per una malattia dai contorni un po’ opachi, deve continuare a far riflettere.
Il mantra è stato: è il farmaco più sicuro perché è stato inoculato a miliardi di persone, quindi è anche quello più testato al mondo. Sembra di sentire la voce di Burioni dichiarare metodicamente questo falso scientifico che viene metodicamente ribaltato dagli stessi ambienti scientifiici nazionali: ripeto, si legga cosa recita, ancora oggi, la pagina del sito ufficiale dell’Istituto Superiore di Sanità sul tema delle fasi sperimentali di nuovi farmaci e vaccini: non sono io dire queste cose, è la scienza:
https://www.epicentro.iss.it/vaccini/VacciniSviluppoCommercio
Dopo aver effettuato l’accesso alla pagina in questione si legge questo:
La produzione di un nuovo vaccino segue le stesse fasi di sviluppo di un potenziale farmaco e richiede tempi anche molto lunghi (sino a 10 anni).
alla fine della pagina e delle informazioni si legge questa frase:
A questo punto si entra negli studi di fase 4 che consistono nel monitoraggio di sicurezza ed effetti secondari del vaccino negli anni e su una popolazione in costante aumento.
Durante la lavorazione della mia inchiesta ho reso pubbliche più volte queste informazioni, con tanto di link alla pagina del sito dell’Istituto Superiore di Sanità ma si sa, spesso la paura fa 90 e in questo caso, ha fatto anche 180 e oltre…
Se qualcuno è interessato a scoprire qualcosa di più su Burioni, peraltro, gli dedicai una puntata della mia inchiesta sulla pandemia: la lettura sarà per molti davvero interessante
Lobbyng e potere farmaceutico
Passiamo ora a un altro tipo di potere e al nocciolo della questione: come mai si parla solo di Astra Zeneca?
Esercitare pressioni sui governi o sulle industrie è una cosa lecita? Si, lo è: si chiama Lobbyng e ha regole precise.
Certo, sappiamo bene come tra le righe delle regole si nascondano sempre ingranaggi che si collegano gli uni agli altri al solo scopo di ottenere ciò che si desidera: in questo caso sbaragliare le altre case farmaceutiche in una corsa alla vendita mondiale di un farmaco sperimentale.
E’ ciò che ha fatto Pfizer, industria farmaceutica che aveva poco e nulla a che fare con il settore dei vaccini all’epoca della pandemia, ma che riuscì a divenire protagonista assoluta sbaragliando addirittura aziende storicamente note per la produzione di vaccini: riportai le informazioni in questa puntata della mia inchiesta pubblicata il 23 Dicembre del 2021
- il documento ufficiale EMA che confermava come i dati fossero limitati per confermare la sicurezza dei vaccini a mRNA;
- la relazione EMA sul vaccino Comirnarty, quello della Pfizer per intenderci;
- una riflessione sul perché Pfizer stesse sbaragliando le storiche case farmaceutiche note per lo sviluppo di vaccini
- il documento ufficiale con i dati dei membri della FDA che hanno rapporti diretti con la Pfizer;
- un ripassino sulla riforma Lorenzin e sul quel viaggio che fece negli USA per accettare l’incarico di “Italia capofila delle strategie vaccinali nel mondo”
Questi documenti sono originali e possono essere scaricati cliccandoci sopra.
Considerando quindi la corsa di Pfizer per ottenere di essere praticamente il maggior fornitore mondiale di farmaci sperimentali contro gli effetti del Covid19, considerando anche il fatto che Pfizer ha incassato oltre un miliardo in un solo anno di distribuzione di questi farmaci a livello internazionale, tenendo anche in considerazione un fatto che forse molti ignorano o hanno dimenticato, quello relativo alla richiesta, da parte della FDA. di rendere pubblici i dati sul vaccino Pfizer non prima dei 55 anni successivi alla distribuzione commerciale – mai sentita prima una cosa simile e così grave – non viene almeno il sospetto che Astra Zeneca sia stata chiamata a ritirare i suoi farmaci contro gli effetti della malattia Covid19 per lasciare tutto lo spazio commerciale in mano a Pfizer?
La prova della richiesta di non rendere pubblici i dati sui reali effetti del vaccino Pfizer è contenuta sempre all’interno di quella puntata della mia inchiesta. di cui inserisco nuovamente di seguito il link per maggior comodità, e che contiene anche il documento ufficiale relativo alla causa intentata dalla Public Health and Medical Professionals for Transparency, un’organizzazione statunitense composta da 30 tra scienziati e professori universitari, contro la FDA.
Documento che, come sempre faccio quando realizzo una delle mie inchieste, è possibile scaricare sul proprio PC: riecco il link a quella puntata della mia inchiesta e buona riflessione su quanto sta accadendo ma soprattutto, su quanto ancora può accadere:
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