Ritorno al passato: un regresso potenzialmente pericoloso

Ritorno al passato: un regresso potenzialmente pericoloso

Di Sergio Ragaini

Oggi, sicuramente, stiamo assistendo ai tempi di una nuova “rivoluzione industriale”, che sta portando, sempre di più, al dialogo interattivo tra Uomo e Macchina. Quindi c’è un deciso andare verso il divenire, che rivelerà, soprattutto alle generazioni che verranno, cose davvero incredibili.

Tuttavia, da parte di alcuni, c’è un rifiuto di tutto questo, per motivi che possono essere svariati.

Il problema è che, rifiutando il nuovo, si ripiomba inevitabilmente nel passato, attaccandosi ad esso come se fosse qualcosa di bellissimo. E, così, ignorando, anche per mancanza di memoria storica, quello che il passato era davvero.

Questo modo di vedere le cose può essere molto pericoloso, perché non le vede per quelle che davvero sono, ma le percepisce come attraverso un filtro, che non fa percepire la realtà, ma una propria proiezione della stessa. Il rischio è quello di causare, a livello sociale, un regresso, che potrebbe cancellare, se una simile posizione si dovesse estendere, importanti conquiste per tutti noi.

L’unica alternativa, come vedremo, per chi è piombato nel Passato, è un “Ritorno al Futuro”. 

Uno sguardo al Cinema del passato… per “tornare al presente”

Credo che molti di voi, anche se ormai sono passati molti anni, ricordino ancora la bellissima Trilogia di “Ritorno al Futuro” del Regista Robert Zemeckis, ormai diventata un grandissimo “Classico” nel Mondo del Cinema.

Se ricordiamo il primo di questi film, un ragazzo, Marty McFly, si trova per caso “sbalzato” nel 1955, quindi 30 anni nel passato rispetto al “suo” 1985. E deve trovare il modo di tornare nel “suo” futuro. Senza, però, cambiare il passato, per non avere ripercussioni sul sul tempo e sulla sua vita.

Qui, però, si afferma che il futuro si può cambiare, con rischi notevoli, tuttavia, sulla stessa vita delle persone: se ne accorgerà Martin, quando rischierà di far sì che i suoi genitori non si innamorino, e di conseguenza… di non essere mai nato.

Anche se, tuttavia, il suo viaggio nel tempo cambierà il futuro della sua famiglia in maniera positiva.

In “Peggy Sue si è sposata”, di Francis Ford Coppola, film quasi “coetaneo” rispetto a “Ritorno al Futuro” (è del 1986), Peggy Sue, la protagonista torna indietro di 25 anni, e, attraverso questo viaggio nel tempo, propiziato da uno svenimento, ventila di poter cambiare il futuro, evitando un matrimonio sbagliato. La risposta sarà, però, che il futuro non si può cambiare. Anche se, al suo “risveglio”, troverà il “suo” Charlie vicino a lei.

Forse il fatto di non poter cambiare il Futuro non è vero: infatti, sempre più, sono convinto che esistano “infiniti possibili futuri”, e che quello che viviamo ne è solo un caso particolare, uno dei tanti possibili. Come pare affermare anche il citato “Ritorno al Futuro”, nelle sue “parti” successive (rispettivamente del 1989 e del 1990), dove il futuro, attraverso i viaggi nel tempo, viene effettivamente cambiato: talvolta anche in modo drammatico, come appare in “Ritorno al Futuro 2”.

Tuttavia, i film citati mostrano come opporsi al flusso del Futuro può sempre avere conseguenze. Nel senso che, comunque, il flusso del tempo è inevitabile, e pare che sia quasi impossibile opporvisi. Questo è anche il paradigma del film “Interstate 60” (film del 2002, diretto da Bob Gale), dove il protagonista si trova in un’ipotetica strada che non esiste, la “Interstatale 60” , dove vive vicende incredibili, ritenute però come inevitabili.

Quindi, qui si apre la possibilità di scegliere tra più futuri possibili. E, in ogni caso, questo futuro possibile è definito come qualcosa sul quale è difficile agire.

Sempre, io ho affermato che è meglio andare con il flusso del divenire, piuttosto che ostacolarlo: se lo si fa, si ottengono sovente disastri.

Negazione del flusso del divenire: non porta mai nulla di così buono:  quali i presupposti a tutto ciò? Vediamolo subito!

Questa introduzione cinematografica serviva proprio per parlare di flusso del tempo e di divenire: un flusso del tempo che è inarrestabile, e che, quindi, è impossibile da fermare: a meno di non generare problemi.

Oggi si sta, purtroppo, assistendo invece proprio a questo: un flusso ci porta sempre più verso un divenire, e qualcuno vi si oppone. Questa opposizione, per vari motivi, porta verso il passato.

Quello che sarà interessante vedere è come tutto questo può avvenire. In modo, almeno potenzialmente, pericoloso.

Iniziamo quindi il percorso, anche per capire cosa realmente sta accadendo, almeno per qualcuno.

Anni fa, come ben sappiamo, è iniziata quella che si chiama “fase epidemica”, questa ha portato restrizioni davvero indicibili, quali coprifuochi, lockdown e così via. Fino all’aberrante Green Pass, che è diventato, sempre più, una sorta di “obbligo vaccinale”, visto che, a coloro i quali non lo possedevano, era negato anche lo “smart working”, decantato, durante il lockdown, come una possibilità, e, di conseguenza, venivano lasciati senza stipendio.

Tutto questo l’ho combattuto. E lo combatterei ancora, perché era negazione di un diritto sacrosanto: quello al lavoro, ed una forzatura su un altro diritto: quello alla non violazione del nostro corpo, peraltro con prodotti sperimentali che, come tali, non potevano ovviamente essere “obbligati”, visto che, poi, veniva fatta firmare un’assunzione di responsabilità a coloro ai quali venivano somministrati. Generando, quindi, una contraddizione piuttosto evidente: quella tra “obbligo” e “assunzione di responsabilità da parte dell’obbligato”, mentre dovrebbe essere il contrario: vale a dire, chi obbliga dovrebbe assumersi la piena responsabilità di quanto potrebbe accadere a colui che viene obbligato.

Ho combattuto anche il lockdown e il coprifuoco, in quanto contrastano con la libertà di spostamento insita, tra l’altro, nella Costituzione Italiana. Ne ho parlato in diversi articoli, tra cui questo.

Quindi, allora, non potevo che essere d’accordo con le posizioni di coloro i quali dissentivano: e, ovviamente, dovesse verificarsi nuovamente una simile situazione, o una affine, sarei con chi si oppone a situazioni di questo tipo.

Tuttavia, questo ci ha portati, purtroppo, verso una serie di assunzioni che ci hanno “gettato” nel passato. Di questo, in parte, nel avevo già parlato in un mio articolo per questo giornale, del 23 marzo 2022. Qui approfondirò il discorso, presentandolo sotto una luce diversa.

Il tutto erra già iniziato durante il periodo epidemico, allorché l’attuale Pontefice aveva accettato le restrizioni imposte.

Immediatamente, è partita una campagna tesa ad “osannare” il Pontefice precedente, come se fosse seme e modello di un Mondo Nuovo.

Ricordiamo che il precedente Pontefice, Benedetto XVI, era stato sicuramente una figura di spicco a livello Teologico. Una figura sicuramente notevole a livello culturale e introspettivo.

Era anche stata una figura che si era opposta a quella “globalizzazione” che tende ad appiattire, piuttosto che a permettere lo sviluppo delle singole identità.

Benedetto XVI, però, era, una persona estremamente rigida, su molti argomenti. Ricordiamo che era Prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede” (oggi “Dicastero per la Dottrina della Fede”), dal novembre 1981 all’aprile 2005 (quindi per oltre 23 anni), quando era stato eletto Papa. La citata congregazione era, di fatto, il Sant’Uffizio, o, meglio, quello che questa struttura era diventata dopo il Concilio Vaticano II.

Quindi, senza saperlo, si osannava una persona che comunque, sotto molti aspetti, non “portava avanti”: ricordiamo che, sotto la sua Guida, la suddetta Congregazione aveva scomunicato Don Mario Mazzoleni, Tissa Balasurija, e aveva sconfessato, in qualche modo, le opere di Anthony De Mello, dichiarando che “Sono incompatibili con la Fede Cattolica, e possono provocare gravi danni”, dicitura che era stampata dietro i libri di questo autore. Ne parlavo in un mio articolo per questo giornale.

Questo è stato un inizio: dietro l’idea, sacrosanta, del diritto a manifestare il proprio culto religioso, si è cominciato l’avvicinamento ad una negazione di qualsiasi apertura del Mondo Cristiano.

Infatti, ricordo le contestazioni delle statue della Pachamama, esposte dal Papa, e la critica alle cosiddette “immagini blasfeme” nelle Chiese.

Questi attacchi hanno immediatamente raccolto le aree più rigide le Mondo Cattolico. Che, in questi tempi, sono diventate un perenne alleato del Dissenso. Nel caso delle immagini blasfeme, si è verificato anche il contrario: il Dissenso ha appoggiato a piene mani le petizioni delle aree più rigide del Mondo Cattolico.

Anche gli attacchi alla cosiddetta “Politica Gender” e alla Comunità LGBT, ovviamente, hanno attirato le aree più rigide del Mondo Cattolico, quali quelle del “Family Day”: aree che non hanno sicuramente, almeno secondo me, mai brillato per apertura mentale e per larghezza di vedute.

Lo stesso sta avvenendo anche per i tre referendum che il Dissenso sta proponendo ora: questi sono relativi, rispettivamente, al diritto a pagare in contanti, al rifiuto della Politica Gender e al diritto all’auto produzione di cibo.

Non discuto, qui, del valore di questi Referendum (il terzo di questi è, secondo me, decisamente interessante): questi stanno avendo l’appoggio delle aree più rigide del Mondo Cattolico.

Basta guardare il testo dell’ultima di queste proposte, quella relativa a quello che viene definito “Stop all’indottrinamento Gender”, per capire: “Nella costituzione della Repubblica italiana , al titolo II (Rapporti etico – sociali), all’articolo 30 si aggiunge il seguente: “comma 2-bis: Le scelte relative all’educazione e all’istruzione dei figli minori in ambito religioso, morale, scientifico, sanitario, politico e affettivo – sessuale spettano in ultima istanza al padre e alla madre, i quali pertanto potranno sempre negare il proprio consenso all’insegnamento all’interno della struttura scolastica di teorie contrastanti con i loro principi e convinzioni morali”.

Ovviamente, questo Referendum, che pure può avere il suo perché, attira molto bene idee che riportano al passato. Affermando che “l’educazione spetta ai genitori” si apre la strada, purtroppo, all’impossibilità per il figlio di scegliere quello che desidera, e al ritorno ad una famiglia impositiva, visto che si parla anche di “educazione in ambito religioso, sanitario, politico”. Insomma: le convinzioni morali, politiche, sanitarie dei genitori devono per forza diventare quelle del figlio, qualsiasi esse siano.

Questo, ovviamente, attira le aree più rigide del Cattolicesimo, e distrugge, sotto alcuni aspetti, conquiste sociali, rendendo il figlio “succube” delle famiglie.

Ad esempio, se all’interno della Scuola dovesse essere organizzato un corso sulla Filosofia Tibetana, piuttosto che sulle tecniche di respiro, una famiglia rigidamente cattolica potrebbe negare il consenso, vedendo tutto questo come in contrasto con eventuali principi cristiani.

Introdurre quindi un qualcosa di questo tipo vuol dire dare al padre e alla madre un potere infinito sull’educazione dei figli: in caso di famiglia “bigotta”, quali sono alcune, il figlio si troverebbe “legalmente” impedito all’accesso ad aree culturali diverse a quelle della famiglia. Cosa, decisamente, molto pericolosa, che distrugge conquiste frutto di decenni di battaglie culturali.

Tra l’altro, chi ha firmato questo referendum, non ha pensato che potrebbe rivelarsi un grande “boomerang” nei confronti delle intenzioni di chi l’ha proposto. Infatti, supponiamo che una famiglia sia tutt’altro che “dissenziente”, ma del tutto “consenziente” ad un Sistema. Il figlio si troverebbe legalmente impedito ad ogni possibile ribellione, in quanto il Codice Civile lo obbligherebbe a “sottostare” ai genitori. Anche, ad esempio, relativamente a scelte vaccinali di ogni tipo, anche quelle che il figlio non gradirebbe.

Insomma: pare proprio che, in questo referendum, il “gender” non c’entri proprio niente: lo scopo, piuttosto, è riportare un modello di famiglia ben poco aperta al dialogo, e sicuramente impositiva.

Anche qui, appare quindi un deciso “ritorno al passato”.

Trasformazione del Dissenso: da Insieme di Movimenti che guardano avanti a Insieme di Movimenti che “guardano indietro”

Dopo avere gettato una panoramica su tutto questo, facendo capire cosa sta accadendo, cerchiamo di capire cosa sta succedendo nel cosiddetto “dissenso”, e come mai, da movimento che propone comunque delle alternative valide, comprese cure che portano a valorizzare nuove molecole, contro le vecchie, spesso (ovviamente non sempre) inutili e dannose (vedi la Tachipirina, il cui principio attivo è il Paracetamolo, per la cura del Covid-19), è diventato movimento rivolto al Passato, che guarda indietro.

Insomma: dopo avere capito “cosa” sta accadendo, cerchiamo di capire “come” questo sia potuto accadere.

Il percorso è cominciato più o meno dove è stato indicato in precedenza. Ed è poi proseguito attribuendo a questo Sistema  e alle sue innovazioni, il peggio in assoluto.

Una delle “chiavi di volta”, secondo me, è stato proprio il periodo del Vaccino: di altre situazioni parlavo già in altri articoli. Vedi, ad esempio, questo mio articolo sull’automazione, del 29 dicembre 2023.

Nel periodo del Green Pass, come ben ricordiamo, questo era un QR Code sullo Smartphone, o, in alcuni casi, stampato su un foglio di carta.

Ovviamente era uno strumento elettronico: non ci si sarebbe potuto aspettare altro.

Qualcuno, però, partendo da qui, ha cominciato a dire che il Green Pass era un modo per abituarci all’identità digitale.

E, da qui, forse, è partita la lotta alla digitalizzazione: infatti, nelle manifestazioni, al grido: “No ai sieri genici”, cominciava ad affiancarsi sempre di più quello di “No alla digitalizzazione”. E, addirittura, venivano organizzate manifestazioni specifiche sull’argomento. Una di queste aveva come tema: “Non alla società dei Giga” (vale a dire dei Gigabyte).

Questo già riportava molto indietro.

Per capire come e quando, possiamo ricordare una bellissima Conferenza tenuta a Milano, da Valerio Grassi, presso il Circolo Filologico. Il fisico e imprenditore aveva delineato cinque fasi di sviluppo dell’Industria.

  • Meccanizzazione: dal 1780
  • Elettrificazione: dal 1870
  • Automazione: dal 1970
  • Digitalizzazione: dal 2011
  • Personalizzazione/Umanizzazione: dal 2020

Senza spiegare troppo dettagliatamente queste fasi, queste corrispondono rispettivamente, all’Industria 1.0, 2.0, 3.0, 4.0, 5.0. Ognuna di queste fasi è collegata a grandi scoperte e innovazioni tecnologiche.

La cosiddetta fase di “Umanizzazione”, quella attuale, vede come protagoniste tutte quelle strutture che interagiscono con l’Uomo quasi come fossero suoi simili. Tra queste, ovviamente, “troneggia” l’Intelligenza Artificiale, e troneggerà il Metaverso, visti anche gli investimenti in questi settori, che sono già dell’ordine delle decine, se non delle centinaia di miliardi di dollari all’anno, e per i quali è previsto un incremento “composto” che va dal 37 al 43%. Incremento “composto” significa che la percentuale non è calcolata sul dato iniziale, ma sull’ultimo dato. In termini matematici, se n indica il numero di anni, lo sviluppo non va come an ma come an. Questo vuol dire che, indicata con x la frazione di incremento annuale, che va da 0,37 a 0,43, questo incremento è esprimibile non come 1+xn, ma come (1+x)n, con x, come detto, variabile da 0,37 a 0,43 (che corrispondono, rispettivamente, al 37 e al 43%).

Il futuro ha fatto sempre paura, ben lo sappiamo. Qualcuno, in tal senso, ha anche interpretato romanzi come “Il Vampiro” di John Polidori, la cui parte interpreterò, a maggio, in uno spettacolo teatrale dedicato a Lord George Byron. Infatti, allora, si era, di fatto, agli inizi della Rivoluzione Industriale, vale a dire dell’Industria 1.0.

Allora, però la paura era legata alle situazioni intrinseche al nuovo. In questo caso, più che di “paura del nuovo” si tratta del rifiuto quasi categorico del nuovo, considerandolo come parte di un progetto di qualche presunta Élite economica.

Siccome la cosiddetta “digitalizzazione” almeno nel senso moderno del termine, è iniziata nel 2011 circa, dire “No alla Digitalizzazione” riporta immediatamente a prima di questa data.

Il salto, però, è ancora relativo: in realtà si va molto più indietro.

Le cause del “ritorno al passato”, spesso dovute a ignoranza

Prima di dire “dove” si salta, ritorniamo al tema del vaccino. Come molti sanno, questo Vaccino era ad mRNA, una tecnica che, sebbene esistente dal 1980, è stata sperimentata, su larga scala, solo nell’occasione della Vaccinazione Sars-Cov2. Infatti, chi si vaccinava (quasi tutti, volenti o nolenti), ha dovuto firmare, come già ricordavo, un foglio dove dichiarava che si assumeva le responsabilità di eventuali effetti avversi. Non discuto su questo, ovviamente, perché ne abbiamo parlato per anni.

Continuiamo questo discorso: essendo quindi un vaccino “genico”, da qui a dire che questo modificava il DNA è stato facile. Non importa se questo sia possibile o no (pare che non lo sia, almeno in base agli studi attuali): utilizzare questo è stato facile. In fondo, quanti giri della Rete hanno fatto notizie di ipotetici virus informatici che avrebbero cancellato tutto? Le notizie di questo tipo fanno il giro della rete, vere o false che siano!

E, così, fare pensare a questo vaccino come mezzo per rendere transumani il passo è stato breve. Così come è stato breve collegare gli effetti collaterali dello stesso all’idea che questo vaccino sia stato usato come mezzo per ridurre la popolazione mondiale.

Altro collegamento importante che è stato fatto è stato il collegare questa idea di “Transumanesimo” all’atavico discorso dell’impianto di microchip sottocutanei, punto d’arrivo di questo, per alcuni, “Viaggio nel Transumanesimo”.

Questo, immediatamente, ha “chiuso il cerchio” di un discorso già cominciato ai tempi del Lockdown. L’aumento delle vendite online è stato fatto passare, da alcuni, come il vero motivo del Lockdown. Anche durante il periodo del Green Pass molti potevano, di fatto, fare acquisti quasi solo online, almeno su alcuni prodotti non di prima necessità.

Da qui ad agganciarsi all’idea di Transumanesimo il passo è stato breve: tutto questo serviva per separare le persone, renderle transumane, e per giustificare la riduzione della popolazione mondiale.

E, anche da qui, è partito l’attacco all’automazione. Avevo dedicato a questo argomento dell’automazione un articolo, mostrando, come appare evidente, che l’automazione è il frutto di uno sviluppo partito da molto lontano, e non di certo qualcosa parte di un piano per danneggiare l’umanità: anzi, come mostravo già allora, l’automazione è sempre implementata per portare sviluppi positivi. 

Tornando brevemente al Transumanesimo, ovviamente, i “bersagli” più grandi sono state le Nuove Tecnologie, quali il Metaverso e l’Intelligenza Artificiale. Queste sono state considerate “percorso obbligato” verso il Transumanesimo e il Microchip.

Infatti, ogni volta che, in rete, io ne avevo parlato, qualcuno mi aveva risposto: “Fatti impiantare il Microchip”.

Allo stesso modo, quando avevo invitato qualcuno a provare queste Tecnologie, la risposta di alcune persone era stata: “Io rimango umano”: risposta che non vuole dire nulla ma che, nondimeno, veniva data.

Questo slogan “gira” tutt’ora molto in Rete. E anche questo è, in qualche modo, nato con il Vaccino. “Rimaniamo Umani”, infatti, voleva dire il rifiuto di sottoporsi a trattamenti che, si riteneva, modificassero il DNA, rendendoci transumani. Avendo collegato tutto, come mostrato, questo slogan “Rimaniamo Umani” conteneva anche il rifiuto delle citate “Nuove Tecnologie”.

Ovviamente, come ben sa chi le utilizza, dialogare con un Chatbot di Intelligenza Artificiale non ha nulla di transumano: anzi, è un’espansione delle nostre conoscenze, e ci rende più “umani”, nel senso più profondo del termine, che significa la piena valorizzazione delle nostre capacità.

Tuttavia, quando manca la conoscenza, e la voglia di approcciare e sperimentare, nascono idee di questo tipo.

Tornando al discorso precedente, come dicevo, si è negata non solo l’Industria 3.0 e 4.0: di fatto, attaccando l’automazione in maniera feroce, si è negata anche la 3.0. Insomma: qualcosa che, come l’Automazione, è sempre stata un grande beneficio per tutti, è stata mostrata come un disegno delle élite per giustificare la riduzione della popolazione mondiale.

Questo dimostra, ovviamente, la mancanza assoluta di memoria storica, come ricordavo nel mio citato articolo: basta guardare lo schema sopra, quello portato da Valerio Grassi, per capire molto bene che questo è assolutamente falso, e che il processo di automazione è frutto di un luogo cammino, fatto anche di sogni, coronati dall’automazione stessa.

Tuttavia, molte di queste persone non si preoccupano ovviamente di effettuare verifiche storiche: anche nel caso dei “virtus informatici che cancellavano tutto”, in preda alla reazione emotiva, le persone inoltravano all’infinito questi inutili messaggi.

Allo stesso modo, oggi queste o altre persone fanno girare queste voci e notizie eclatanti, per negare tutto.

Tornando allo schema indicato prima, dire “No all’Automazione” non riporta più a prima del 2011, ma a prima del 1970. Quindi in un passato decisamente più lontano.

Infatti, da parte di alcune di queste persone, c’è spesso l’esaltazione della Società anni 50 e 60 del 1900, vista come un sogno bellissimo a cui tendere.

Non importa se questa Società era quella in cui è stato censurato il film “La Ricotta” di Pasolini (del 1963), quella in cui erano state censurate “Vecchio Frac” (del 1955) e “Resta Cu’ mme” (del 1957) di Domenico Modugno, quella in cui è stato censurato “Ultimo Tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci.

Quest’ultimo film, uscito nelle sale italiane alla fine del 1972, è stato censurato nel gennaio 1973. nel gennaio 1976 il film era stato condannato al rogo delle pellicole, e condanne erano state emesse per il Regista, l’attore Marlon Brando, lo sceneggiatore Franco Arcalli e il Produttore Alberto Grimaldi.

Il film è stato riabilitato nel 1987: e questo fa capire che occorre “guardare avanti”: in quegli 11 anni il moralismo della Società, in particolare italiana, era molto diminuito.

Per capire la “bellezza” di quella Società, possiamo ancora pensare a film come “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy (del 1971), e ad altri ancora, quali “Domani è troppo tardi”, di Léonide Moguy (del 1950): in quest’ultimo film si vede molto bene come il moralismo possa uccidere.  Possiamo anche pensare a canzoni come “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” (cantata per la prima volta da Gianni Morandi nel 1962), nella quale emerge evidente come, per poter vedere la persona che si amava, occorreva trovare una scusa con i genitori: in questo caso “farsi mandare dalla mamma a prendere il latte”.

Quindi, si trattava di una Società piuttosto “bigotta” e repressiva. Non certo di una Società bella e luminosa.

Non era, sicuramente, una società dove la famiglia era luogo di dialogo (salvo in qualche caso): piuttosto, era luogo di imposizione e di mancanza di dialogo, dove non troneggiava di certo la verità (l’esempio del doversi fare mandare dalla mamma a prendere il latte è, credo, abbastanza evidente).

Eppure, quella Società è vista, da qualcuno, come bellezza, come sogno. Così come anche tutti gli stilemi di quella Società sono visti allo stesso modo.

Ricordo un recente post, su un Canale Telegram del cosiddetto “Dissenso”. Questo post mostrava una scena del film “Amore, bugie & Calcetto”, del 2008, diretto da Luca Lucini, commentando quanto sia bello avere tanti figli (la scena era relativa al tema se avere figli o meno).

Io ho commentato che il controllo delle nascite è prerogativa di tutte le Società Civilizzate.

La risposta al mio commento è stato un “canto” alla Famiglia Patriarcale, condito con insulti nei miei confronti, tra cui “spiccava” la dichiarazione che, purtroppo, la mia famiglia non la pensava come me (insomma: secondo chi ha risposto al mi commento dovevo non nascere).

Ovviamente, avevo cercato di rispondere al commento nei miei confronti. Tuttavia, cercando di commentare, avevo visto che non lo potevo fare, perché mi era stata tolta la possibilità di commentare. E questo mostra molto bene la disponibilità al dialogo di determinati elementi e di determinate strutture. Strutture le cui risposte sono sempre, o quasi, “incattivite” e rabbiose, soprattutto se si toccano determinati temi.

Sino a generare quello che si chiama “effetto backfire”: questo è quell’effetto tale per cui contraddire qualcuno ne rafforza le credenze: infatti, alcune di queste persone, si attaccheranno ancora di più alle loro idee, considerando chi le contraddice una sorta di “servo delle élite industriali, finanziarie o di qualche tipo non precisato”.

Ricordo ancora quando, nel marzo di quest’anno, avevo tenuto un incontro sulla Tecnologia (peraltro organizzato da un esponente del cosiddetto “Dissenso”), e l’avevo promosso in alcuni Gruppi Telegram, in uno di questi qualcuno aveva messo una foto con una Barbie e la scritta “Barbie voltafaccia”.

Quanto detto prima, comunque, dice molto bene che, mentre solitamente le persone sognano il futuro, questi Gruppi bramano un passato che vendono come bellissimo.

In fondo è un meccanismo psicologico abbastanza comune e, a tratti, anche quasi scontato: quando il nuovo spaventa, e lo si vede come ammantato di paura, quando la tecnologia è vista, invece che come evoluzione, come strumento del Potere per bloccare e controllare, il passato è il rifugio, è quella struttura che si percepisce come “porto sicuro” tra le tempeste e le procelle dell’esistenza.

Ma in realtà… si va molto più indietro! Un esempio, legato al tema dell’intelligenza Artificiale

È, di fatto, un meccanismo scontato: quando non si va avanti, visto che non si può rimanere fermi, è quasi inevitabile che si torni indietro: tutto procede, e se non lo si fa si torna inevitabilmente verso un passato, visto come meraviglioso.

Anche qui, probabilmente, tutto ciò accade perché manca la conoscenza d quello che davvero quel Passato era. E alcuni esempi di questo “luminoso passato” fatto di censure e negazioni del dialogo sono stati mostrati poco fa.

Probabilmente, molti dei leader di questo Dissenso, vista la loro data di nascita, quel periodo non l’hanno vissuto, e in molti casi nemmeno sfiorato. I loro genitori, forse, lo ricordano come un tempo di gioventù: e questo potrebbe bastare a loro per bramarlo, cercarlo in tutti i modi, perseguirlo come una sorta di mito o quasi: il mito del passato, del ritornare giovani, quasi quello dell’”eterna giovinezza”.

Una posizione che fa davvero riflettere è una recente posizione sull’Intelligenza Artificiale, presa da uno dei leader di un Comitato del Dissenso. Questa posizione va oltre il “Rimango Umano” visto prima, e va a riprendere un passato davvero molto, molto oscuro.

Quando, dialogando con questo leader, gli avevo suggerito di “sperimentare” l’Intelligenza Artificiale, prima di parlarne male,  la sua risposta è stata “Io non sperimento strumenti del Diavolo”.

Questa posizione sconcerta davvero. Questa persona sostiene di conoscere quello di cui sta parlando, anche grazie alle posizioni del Dottor Joseph Tritto, di cui questo leader è un estimatore.

Joseph Tritto è un medico e Docente Universitario, sicuramente dalla notevole carriera internazionale. Nei suoi discorsi ha spesso parlato di Intelligenza Artificiale non in modo positivo, definendola, ad esempio, “senz’anima”. Anche in questo emerge una matrice cattolica, e non pare la più aperta possibile: appare un altro “ritorno al passato”.

Tuttavia, come spesso accade, i suoi discorsi in merito hanno un problema: non è stato mai mostrato il funzionamento di uno di questi prodotti di Intelligenza Artificiale. Se lo si fosse fatto, si sarebbe facilmente visto che questi prodotti non hanno nulla di “transumano”: anzi, come dicevo prima, ci rendono più “umani”, nel senso più nobile del termine: un aiuto a sfruttare al meglio le nostre capacità. Non avendolo fatto, e avendone solo parlato, ovviamente si è lasciato spazio all’immaginazione, in questo caso fortemente negativa.

Come sempre, l’unico modo per poter conoscere, e eventualmente giudicare, una cosa, è partire da due elementi: cos’è e come funziona. Tutte le altre considerazioni “devono” necessariamente essere successive. Io ho fatto questo durante un mio lavoro sul 5G (altra tecnologia sulla quale ci sono molte contestazioni): se volete leggere il mio lavoro potete trovare qui la prima parte e qui la seconda.

In questo caso, non venivano portati esempi di funzionamento, ma solo giudizi. E, su questi giudizi, le persone si attaccavano, costruendo castelli di idee, ovviamente senza fondamento.

Questa persona (mi riferisco a colui che ha definito i Chatbot di Intelligenza Artificiale come “strumenti diabolici”), quindi, sostenendo di essere informata sull’argomento, non lo era: infatti, mai come in questi casi l’unico modo per “informarsi” è sperimentare. Non  facendolo, si creano, come visto, idee su determinate cose che non sono di certo conformi alla realtà. Si arriva, insomma, a pensare che questi “Chatbot” (si chiamano così, tecnicamente) di Intelligenza Artificiale siano in grado di espletare chissà quale terribile effetto su chi li prova.

È un po’ come se si parlasse di un luogo quasi inaccessibile. Chi c’è stato potrebbe raccontare, ad esempio, di uomini alti 10 metri che mangiano le persone. Nessuno può verificare: quindi quell’idea diventa credibile. Si crea così un mito su quel luogo, e nessuno ci va, proprio per la paura che è stata “legata” a quel luogo

Poi, magari secoli dopo, quel luogo diventa accessibile. Qualcuno ci va, superando le idee di paura che su quel luogo ci sono… e scopre che tutto quanto è stato raccontato su quel luogo è falso, che quel luogo è come tutti gli altri, e che la gente che ci vive è come tutte le persone nel Mondo.

Qui è la stessa cosa: si parla di qualcosa che non si è mai sperimentato, e del quale chi ne parla non porta esempi di funzionamento, che mostrino davvero “cos’è e come funziona”. Di conseguenza, qualsiasi cosa si dica su quello strumento tecnologico diventa credibile, per colui che non vuole sperimentare. Inoltre, la paura che viene legata a questi strumenti (“sono strumenti del diavolo”) fa sì che qualcuno se ne “tenga lontano”, pensando accada chissà cosa se li si utilizza, anche solo per provarne il funzionamento.

Questa è la modalità di generazione dei cosiddetti “pregiudizi”: la parola “pregiudizio” significa proprio “giudizio a priori”, vale a dire giudizio in cui l’esperienza diretta manca. E questo è il caso.

Per la cronaca, nessuno pretende che un Chatbot di Intelligenza Artificiale abbia un’anima: questo, però, non ne esclude il valore e l’utilità. E io lo posso pienamente confermare, visto che li utilizzo e li ritengo strumenti davvero utilissimi, e di grande aiuto per le nostre attività. Ne parlerò in un articolo a parte. Per il momento, consiglio di provarne il funzionamento. Il migliore di questi è secondo me, “Copilot”. Potete raggiungerlo via Web da qui (sito perfettamente ottimizzato anche per dispositivo mobile), oppure utilizzare l’applicazione per Smartphone, disponibile sia per Android che per IPhone. Vedrete che vi aiuterà su moltissime cose. E, se non vi piacerà, almeno ne parlerete dopo averlo provato: il vostro, insomma, sarà un giudizio e non un pregiudizio.

Se lo proverete, vi renderete conto che non ha nulla di “transumano”, e che, piuttosto, vi permetterà un ampliamento delle vostre conoscenze e vi fornirà risposte a molte vostre richieste, di qualsiasi tipo o quasi.

Invece, per qualcuno, questi sono strumenti “diabolici”. E, quindi, non si provano nemmeno: il farlo, da parte di questa persona di cui parlavo, equivarrebbe a farsi inoculare una dose di vaccino Sars-Cov2.

Come si vede che, quando una cosa non si conosce, qualsiasi mito può essere costruito sulla stessa: forse, questa persona crede che il semplice provare uno di questi strumenti possa generare chissà quali nefaste conseguenze. Mentre, ovviamente, non accade nulla (e chi sa cosa sono questi strumenti lo sa molto bene!): tuttavia, chi decide di non sperimentare continuerà a credere determinate cose, e ad assecondare determinati modelli mentali, che si è costruito, anche con l’aiuto di altri. 

Credo che, qui, il paragone con il luogo misterioso fatto prima sia perfetto: quando una cosa non si conosce (e qui non la si vuole conoscere) nascono miti e leggende, quali questi.

A chi credesse che mi sto inventando tutto, vi assicuro che quello che sto scrivendo è rigorosamente vero: in fondo, lo stesso Regista Wim Venders, quando gli si chiedeva come creasse le trame dei suoi film, rispondeva che la Realtà offre sempre la trama più incredibile, quindi basta guardarsi intorno.

In questo caso, credo che quanto ho descritto appaia paradossale. Tuttavia, è tutto vero.

Per capire, però, quanto indietro questo ci porta, ricordiamo uno dei casi più tristi della Storia della Chiesa Cattolica: quello dell’Abiura di Galileo Galilei. Lo Scienziato, il 22 giugno 1633, era stato costretto, per poter continuare, di fatto, a vivere, ad abiurare alle sue Teorie: lo aveva fatto nel Convento della Minerva, a Roma, in una cerimonia davanti ai Cardinali Inquisitori.

Quando, anche durante il processo intentato contro di lui dal Sant’Uffizio, Galileo aveva invitato a guardare nel Telescopio, gli era stato risposto, da qualcuno, che lui credeva maggiormente nei Testi Sacri che in quello che vedeva nel Telescopio. Insomma, anche il telescopio era stato ritenuto uno “strumento del demonio”.

Guardiamo l’analogia dei due elementi: anche qui l’Intelligenza Artificiale è vista come “strumento del demonio”, esattamente come lo era il telescopio ai tempi di Galileo. Quindi, qui, chi parla in questo modo diventa un potenziale “inquisitore” del Passato: che, senza sperimentare, in base a idee, forse apprese da altri che, a loro volta, non hanno mostrato alcuna sperimentazione e funzionamento (idee equiparabili, quindi, ai “Testi Sacri” del passato), considera degli strumenti, di fatto, come “eretici”, al pari di quanto era stato dichiarato nei confronti di Galileo.

Quindi, qui, si torna ben più indietro: a circa 400 anni fa, in un’epoca oscura e di negazione della libertà e della conoscenza.

L’unica fortuna è che, qui, le parti appaiono ribaltate: mentre, in passato la Chiesa era in grado di fermare, anche brutalmente, delle cose, e queste andavano quasi “nascoste”, qui queste idee non hanno alcun potere di cambiare nulla: infatti, per l’Intelligenza Artificiale, nel Mondo, si stanno facendo enormi investimenti, come prima dicevo: Microsoft ha, ad esempio, investito per questo 2,5 miliardi di dollari solo in Giappone, e Amazon ha investito 4 miliardi di dollari solo nella ditta di Intelligenza Artificiale “Anthropic”, fondata all’inizio del 2021, e, già nel febbraio 2023, valutata circa 5 miliardi di dollari. Anthropic è una Startup, con sede a San Francisco, fondata da due fratelli italo americani, Dario e Daniela Amodei. Questi pongono l’etica al primo posto dei loro prodotti, che devono essere secondo la regola delle tre “H”: Helpful, Harmless, Honest (Utili, Innocui e Onesti). E questo dimostra che, anche nel campo dell’Intelligenza Artificiale, per qualcuno l’etica è un discorso fondamentale.

Quindi, posizioni come quelle sopra oggi fanno solo sorridere, considerando che, mentre qualcuno parla in quel modo, simultaneamente, nel Mondo, decine di migliaia di persone provano gli strumenti di Intelligenza Artificiale, trovandoli un grandissimo aiuto.

Comunque, queste idee sono potenzialmente pericolose: se, infatti, si dovessero estendere (fortunatamente non lo faranno, ma facciamo pure un discorso teorico), porterebbero inevitabilmente ad un freno allo sviluppo, e, nei casi più gravi, a ripiombare in un passato decisamente oscuro.

Si auspica un “Ritorno al Futuro”? Certo! Basta “fermarsi prima” e non “andare oltre”!

Concludiamo come abbiamo iniziato: con il film “Ritorno al Futuro”. Alla fine il Protagonista riesce a tornare nel “suo” futuro, che per noi, comunque, è passato, visto che si trattava del 1985. E scopre gradevoli cambiamenti nella vita della sua famiglia.

Per i Gruppi che, ormai, sono “caduti nel Passato” (e che passato, abbiamo visto!) è possibile un “ritorno al Futuro”, che li riporti, in qualche modo, nel Tempo attuale?

Forse sì: almeno, sulla carta è possibile di sicuro.

Per poterlo fare, almeno concettualmente, basta “staccare” il dissenso, secondo me sacrosanto, da tutte le costruzioni successive che ne sono state fatte. Fermandosi quindi prima di tutte queste “sovrastrutture” che sono state costruite.

In tal modo, il Green Pass non diviene più un modo per fare accettare l’Identità Digitale, ma sarà solo il Green Pass e basta: un mezzo sicuramente aberrante per costringere le persone a una somministrazione vaccinale.

Fermandosi qui, tutto il resto non esiste, e si torna ad un “vero” dissenso, senza null’altro. Un dissenso sul quale, ad esempio, possono essere inseriti anche sospetti, sicuramente molto forti, su questi vaccini. Osservando, ad esempio, il grandissimo incremento di malori improvvisi, che non può essere casuale, vista la grandissima “impennata” degli stessi. Anche questo è Dissenso, perché porta dati, e riflette su dati, e su elaborazioni logiche, invece che su pure supposizioni, che continuano a rimanere tali anche dopo che si sono dimostrate come infondate: anche questo è effetto backfire, in un certo senso! Oppure è la caratteristica di coloro i quali hanno convinzioni così radicate, anche a causa della Paura, che, anche dopo che si è dimostrata la loro inconsistenza, continuano a mantenerle.

Anche sul Lockdown occorre fermarsi al Lockdown stesso: un mezzo che appare davvero come degli “arresti domiciliari” legalizzati, e che, tra l’altro, viola la Costituzione Italiana, come avevo anche argomentato in questo mio articolo di ormai oltre 4 anni fa, scritto quindi durante le prime fasi del “Periodo Epidemico”. Fermandosi qui, è dissenso, perché le basi su cui discutere ci sono.

Tutto il resto, compresi i discorsi sul Transumanesimo, vanno lasciati andare.

A questo punto, il “Ritorno al Futuro” (che in questo caso è il Presente) sarà completato.

Una volta “Ritornati al Futuro” non si avrà alcuna remora a provare Nuove Tecnologie, che possono aiutarci. Soprattutto perché si è compreso che queste non sono il frutto di strani e improbabili piani di qualche élite, ma sono il frutto di un cammino di ricerca e sviluppo cominciato, spesso, molto indietro. L’Intelligenza Artificiale, ad esempio, è nata “ufficialmente” nel 1956, durante la Conferenza di Dartmouth, College situato ad Hanover, nel New Hampshire, negli Stati Uniti. Quindi, non è stato un progetto di qualche Gruppo Finanziario, finalizzato a sterminare l’Umanità (come qualcuno continua a credere), ma un lavoro di ricerca, che prende le mosse da lontano, addirittura affondando le sue radici in elementi letterari quali il Mito di Pigmalione, descritto nella decima delle “Metamorfosi” di Ovidio.

Anche il Metaverso prende il via dalla Letteratura, e precisamente dal romanzo “Snow Crash”, di Neil Stephenson, pubblicato nel 1992. Sebbene il romanzo evidenzi gli aspetti negativi possibili del Metaverso, questo ha applicazioni meravigliose, se ben utilizzato.

Il fatto poi che questi strumenti siano portati avanti da grandi strutture informatiche, come Microsoft e Google, è solo una questione tecnica: queste strutture hanno i capitali per investire in ricerca in questi settori. In fondo, anche chi usa uno Smartphone usa spessissimo un prodotto che utilizza il Sistema Operativo “Android”, prodotto da Google. Eppure lo usa e lo trova utile.

Una volta “ritornati al Futuro”, non si ha più nemmeno il problema di ricadere nel Moralismo del Passato. Infatti, una volta che non si brama più il passato, anche strutture e organismi che vorrebbero riportare il mondo al passato non toccano più chi dissente: inevitabilmente, quest’ultimo dissentirà anche da loro. E, ad esempio, anche se porterà avanti una politica critica nei confronti della mentalità Gender, si terrà lontano da gruppi oscurantisti, che vorrebbero negare conquiste importanti per l’Umanità stessa.

In questo caso, quindi, ne risulterà un Dissenso dal forte potere propositivo, proprio perché cerca prove tangibili a sostegno di quello che afferma. E, così facendo, potrà anche portare sulla sua scia persone di valore, che lo aiutino a costruire qualcosa di valore.

Il Mondo Nuovo è comunque il “nuovo”: questo è importante da ricordare. È quindi novità, sviluppo, innovazione: non è quindi qualcosa che guarda al passato, ma che guarda avanti.

Non si può, allora, costruire un Mondo Nuovo guardando ad un passato, sotto molti versi, oscuro e triste: lo si costruisce guardando avanti, e utilizzando il meglio che si ha a disposizione, tecnologia compresa.

Ovviamente, rifiutando tutto, come oggi sta accadendo ad una larga fetta di questo Dissenso, non si potrà costruire nulla di davvero fattivo e costruttivo. E si rimarrà, di conseguenza, sospesi in un miraggio inesistente, che però non ha nessun valore costruttivo.

Per chi continua a guardare indietro, al Passato, come abbiamo visto il “Ritorno al Futuro” è l’unica possibile soluzione: da lì parte la costruzione di qualcosa di bello.

Non c’è altra possibilità che questa: altre alternative fanno solo “involvere”, invece che “evolvere”.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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