La sindrome di Pica

La sindrome di Pica

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Nel mondo dei disturbi del comportamento alimentare, Pica è un nome piuttosto grazioso per indicare il «Disturbo da ruminazione». Il nome deriva dal latino di gazza, uccello che si caratterizza per la sua tendenza a rubare e mangiare oggetti non commestibili.

Nel Manuale MSD, https://www.msdmanuals.com/it-it/ versione per i pazienti, viene precisato che « I soggetti affetti da questo disturbo rigurgitano il cibo ripetutamente dopo aver mangiato, normalmente tutti i giorni. Possono non presentare nausea e non avere conati di vomito involontari. Il soggetto può rimasticare il cibo rigurgitato, quindi sputarlo o inghiottirlo di nuovo ». 

Cerchiamo di capirne meglio la natura e i rimedi più efficaci.

La Pica indica l’ingestione di sostanze non propriamente commestibili, ergo anche nocive. Un rischio non indifferente.

Tecnicamente il picacismo viene considerato un disturbo del comportamento alimentare alla stregua di anoressia e bulimia, ma può anche essere catalogato tra i disturbi della nutrizione dell’infanzia.

Secondo alcune fonti,questo disturbosarebbe originato da « anemia da carenza di ferro » e tenderebbe a regredire con un ritrovato equilibrio di questo fondamentale componente dell’emoglobina.

Nei bambini la Pica può durare parecchi mesi prima di scomparire spontaneamente.

Difficilmente chi ne soffre si mette in grave pericolo, nonostante il rischio d’ingestione di sostanze nocive. Tuttavia non è da escludere il pericolo di complicazioni quali ostruzioni del tubo digestivo o intossicazioni da piombo.

Ovviamente il consiglio, per fugare ogni dubbio, è riferirsi sempre al proprio medico curante che ne orienterà anche l’eventuale terapia.

Nel già citato Manuale MSD viene precisato che i medici diagnosticano la Pica quando: « una persona rigurgita ripetutamente il cibo nell’arco di un periodo ≥ 1 mese; sono stati esclusi disturbi gastrointestinali che possono causare rigurgito […] e altri disturbi del comportamento alimentare […]; il rigurgito del cibo può essere osservato dai medici o riferito dal paziente ».

Per la cura, oltre le indicazioni del medico curante, mi paiono validi suggerimenti

  • il trattamento delle carenze nutrizionali e delle problematiche annesse e connesse
  • i trattamenti che fanno uso di  strategie cognitivo-comportamentali per aiutare le persone ad abbandonare i comportamenti inappropriati a favore di quelli più opportuni.

Anche la Pedagogia Clinica® può rivelarsi utile per affiancare una cura medica e farmacologica. Soprattutto per lo stretto entourage del paziente coinvolto nel vissuto e vocato al supportare il proprio caro.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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