Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
Recentemente sono stato contattato da un’associazione che si occupa di « disturbi alimentari »¹ grazie alla quale ho scoperto che il prossimo 15 marzo sarà la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Istituita l’8 maggio 2018, è una ricorrenza annuale dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare. O piuttosto alle persone che ne soffrono.
Così ho deciso di interessarmene più da vicino e condividere con i miei lettori qualche riflessione sul tema.
In Italia sono circa 3 milioni le persone che si trovano a fare i conti con i cosiddetti DCA, i disturbi del comportamento alimentare.
Sul sito del Ministero della Salute (https://www.salute.gov.it/portale) viene precisato che « I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione […] sono patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea. Tali aspetti inoltre sono spesso correlati a bassi livelli di autostima.
I disturbi dell’alimentazione possono presentarsi in associazione ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore. Lo stato di salute fisica è quasi sempre compromesso a causa delle alterate condotte alimentari […] che portano ad alterazione dello stato nutrizionale ».
- Di cosa si tratta?
Iniziamo con qualcosa di poco rassicurante: i DCA possono colpire chiunque. Uomini e donne. Sarebbero favoriti anche dalle pressioni sociali esercitate sui soggetti in età evolutiva.
I distrurbi alimentari celano altri problemi spesso assai diversi ed alcune persone vi sarebbero più esposte di altre.
Se è vero che, come precisa il Dizionario di Pedagogia Clinica, « Un particolare interesse va riconosciuto al ruolo psico-affettivo della stimolazione e della soddisfazione del cibo »², possiamo indicare la bassa autostima o l’idea di non valere niente, la sensazione d’impotenza o di non avere il controllo della situazione, il perfezionismo, le relazioni familiari problematiche, gli antecedenti di abusi o di situazioni traumatiche come i principali fattori di rischio dei disturbi del comportamento alimentare.
Risulta dunque evidente che come tali patologie riguardino più l’autocontrollo e l’autostima della mera alimentazione (che sarebbe una conseguenza).
- Quali sono e come riconoscerli
Tra i disturbi alimentari più comuni ci sono l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata. Ma ve ne sono anche altri, meno noti. L’obesità, la Pica, il Disturbo da Ruminazione e il cosiddetto Night Eating Syndrome.
In estrema sintesi potremmo dire che l’anoressia nervosa si manifesta con una paura ossessiva di ingrassare e una restrizione alimentare estrema, spesso associata ad eccessiva attività fisica, mentre la bulimia nervosa si caratterizza per episodi di abbuffate seguiti da comportamenti di svuotamento quali vomito, uso di lassativi o digiuno. Il disturbo da alimentazione incontrollata, infine, si basa su frequenti crisi di ingestione di grandi quantità incontrollate di cibo, senza però ricorrere a metodi compensatori.
Date queste premesse, risulta chiaro che in presenza di tali sintomi il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista o, meglio ancora, ad un Centro specialistico multi professionale o un Centro di psicoterapia specializzato nei disturbi alimentari, capaci di accompagnarci nell’anamnesi del disturbo, indicarci gli eventuali esami clinici e procedere alla personalizzazione del trattamento.
La prossima settimana approfondiremo la descrizione dei principali DCA e indicheremo qualche utile strategia ai dolenti e alle loro famiglie.
¹ Progetto Corabea https://www.instagram.com/corabea_dca/
² G. Pesci, M. Mani, Dizionario di Pedagogia Clinica, Armando editore, Roma, 2022, pag. 23.
***Immagine di copertina fornita dall’autore.
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