Geniale, parlo da solo!

Geniale, parlo da solo!

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Borbottare tra sé e sé potrebbe avere precisi vantaggi cognitivi

Personalmente mi capita di “riflettere ad alta voce”, per non dire di “parlare da solo”. Conversando con un amico con una storia molto diversa dalla mia, abbiamo scoperto di avere questa strana abitudine in comune.

Cosa ne dice la scienza?

Diverse ricerche hanno già dimostrato che nei bambini questo comportamento contribuisce a mantenere alta la concentrazione nelle situazioni che lo richiedono. Come per aiutarsi a ricordare i passaggi fondamentali per determinate azioni e apprendimenti. Funziona allo stesso modo anche negli adulti?

Il professor Gary Luypan, docente all’Università statunitense del Wisconsin-Madison, ha condotto uno studio pubblicato nel 2012 sul Quarterly Journal of Experimental Psychologys. Coadiuvato dal collega psicologo Daniel Swingley, professore universitario in Pennsylvania, ha dimostrato come parlare a se stessi aumenterebbe le nostre capacità percettive e di riflessione.

È la conclusione di due sperimentazioni.

Nel primo esperimento ai 24 partecipanti è stato richiesto di individuare degli oggetti. Alcune persone venivano aiutate da un’etichetta col nome dell’oggetto da cercare, mentre altre venivano invitate a cercarlo pronunciando il suo nome ad alta voce. Ed era proprio questo secondo gruppo che riusciva a trovare più velocemente le cose!

Nel secondo esperimento i partecipanti venivano invitati a compiere una spesa virtuale in cui dovevano trovare tutti gli articoli di un certo tipo. Ebbene, anche in questo caso il gruppo al quale si richiedeva di ripetere più volte a voce alta il nome del prodotto da cercare ha ottenuto risultati migliori!

I ricercatori hanno così verificato che coloro che si erano aiutati parlando a se stessi avevano anticipato gli altri di un tempo da 50 a 100 millisecondi.

Parlarsi per aiutare la propria memoria, dunque? Il professor Lupyan precisa che « Il linguaggio non è solo un sistema di comunicazione, ma è in grado di aumentare le nostre capacità di percezione e di riflessione. Sappiamo tutti cos’è una banana, ma pronunciare la parola a voce alta aiuta il nostro cervello a attivare informazioni supplementari su questo oggetto ». In altre parole, troveremo più rapidamente la banana pronunciando il suo nome! Come se puntassimo il cursore sull’informazione già presente nella nostra mente. Il parlare libererebbe notizie già presenti nel nostro cervello.

Parlare da soli, dunque, stimola le nostre facoltà cognitive permettendoci di raggiungere più rapidamente i nostri obiettivi. Aiuta altresì la memoria e incrementa l’autostima confermandoci la capacità che possiamo cavarcela da soli.

Un’altra specialista, la psicologa newyorkese Linda Sapadin,  spiega che “parlare a se stessi” precisando cosa si sta facendo permette di chiarire i propri pensieri e focalizzare meglio ciò che è importante prima di prendere decisioni significative e complesse. Una pratica utile con importanti benefici cognitivi. Riflettere ad alta voce, precisandoci la nostra lista delle priorità, facilita l’organizzazione dei pensieri che occupano la nostra mente. 

Insomma: parlare da soli non sarebbe un sintomo di follìa, quanto piuttosto un segno d’intelligenza!

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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