Sistema Sanitario Nazionale: sarebbe più onesto dichiarare alla popolazione che dobbiamo assicurarci per garantirci le cure

Sistema Sanitario Nazionale: sarebbe più onesto dichiarare alla popolazione che dobbiamo assicurarci per garantirci le cure

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Chi mi legge da tempo, sa che mi occupo anche di inchieste e indagini sui sistemi di corruzione in ambito sanitario e farmacologico e di approfondimenti su come, da almeno 15 anni, sia in atto un processo evidentemente teso a cancellare il sistema di sanità pubblica in favore a quella privata.

Non ti assicuri, ti ammali, muori“, parafrasando una frase dichiarata durante la pandemia da SarsCov2 dall’allora presidente del Consiglio Mario Draghi: è questa la sintesi di ciò che stiamo ormai toccando con mano tutti, nessuno escluso. A meno di potersi permettere di pagare esose richieste economiche per salire “ai piani alti” di ospedali come il Gemelli di Roma, per cui albergare in una stanza dei cosiddetti solventi costa dai 20.000 euro a settimana, ma sei trattato coi guanti gialli. Leggete cosa pubblicò lo scorso febbraio L’Espresso:

https://lespresso.it/c/inchieste/2023/2/21/vuoi-un-posto-letto-allospedale-gemelli-sono-20mila-euro-a-settimana/3672

Oppure devi essere fornito di regolare assicurazione che copra però ogni tipo di evento, comprese eventuali ospedalizzazioni e operazioni chirurgiche di ogni sorta. Pena essere trattati, non ovunque, non ancora almeno, al pari delle bestie da mandare al macello…

Io sono una giornalista ovviamente iscritta da molti anni all’Ordine dei Giornalisti, ma anni fa, come altri colleghi, mi cancellai dal Casagit – cassa giornalisti – perché molto cara e non sempre le nostre richieste venivano accolte, ergo…

Ora vi inizio a narrare una storia vera, che è accaduta a me di recente e che riporto fedelmente aggiungendo alcuni elementi: a tempo debito vi metterò al corrente di altri elementi.

Il mio ricovero presso il Pronto Soccorso del Gemelli

Il 24 settembre 2023 mi trovavo a Roma e a causa di un incidente che non sto a spiegare in questo momento, subisco una frattura grave – evidente fin dal primo momento della rovinosa caduta a terra perché la gamba si è enormemente gonfiata, appariva spostato il femore verso l’esterno e attenzione: a causa di un precedente gravissimo incidente che avevo subito anni fa per colpa di un autista che mi aveva sfracellata – letteralmente contro un guardrail, la mia gamba sinistra, dopo anni di interventi chirurgici è stata ricostruita con un impianto totale anca-femore.

I miei parenti erano allucinati dall’orrore vedendomi in quelle condizioni e comprendendo il danno grave che stavo subendo proprio a quel femore.

I clienti del locale tutti in piedi intorno a me che urlavo e che ho avuto la lucidità di urlare anche “Ho un impianto totale di femore e anca! Sento che si è rotto qua dentro”!

Chiamano l’ambulanza. Due volte, perché anche le ambulanze devono arrivare tardi in Italia. Un signora la sento dire “Maledetti, ancora non arrivano, guardate questa poveretta come sta soffrendo”! Un’infermiera, ricordo solo il nome, Annamaria, si accuccia accanto a me e resta a contenere la mia gamba sempre più enorme, gonfia, storta. Il dolore e la paura sono da film dell’orrore.

Arriva l’ambulanza, mi caricano tra le mie ovvie urla, tra le urla della gente. Misurano la pressione: è talmente alta da non poter essere misurata…

Mi portano presso il Pronto soccorso dell’Ospedale Gemelli e…

Il Pronto Soccorso dell’Ospedale Gemelli

Giunta presso l’ospedale Gemelli, mi aspetto che almeno mi forniscano un forte antidolorifico. Lo so che ci sono file enormi. Lo so bene quali sono le condizioni del SSN visto che da giornalista mi occupo da anni di questi temi.

Non pretendevo altro se non di poter smettere di provare quell’atroce dolore. Poi avrei atteso con ascetica pazienza il mio turno.

Invece no: dopo 2 ore e mezza, ancora niente. Un freddo terribile, ovviamente, con un trauma simile lasciata su una lettiga dura e facendomi urinare addosso per 2 volte…

Vengono chiamati i Carabinieri, i miei cari mi hanno detto che quando sono intervenuti hanno dichiarato che ricevono frequentemente chiamate di questo tipo dai contribuenti disperati per il trattamento disumano.

Ottengo un antidolorifico. Ma anche un infermiere, lo stesso che mi ha inserito il catetere, provocandomi una penosa cistite emorragica, che riemerge e dice la frase: “Ah…avete chiamato i Carabinieri”…

Ho raccontato su Twitter le mie prime terribili ore presso il Pronto Soccorso del Gemelli di Roma, e alcuni organi di stampa le hanno riportate:

Metto anche la versione scaricabile in formato PDF, tante volte i dovesse perdere questo link…

Mi fermo qui col racconto del mio terribile percorso di ricovero durato purtroppo 3 giorni presso il PS del Gemelli, prima di essere trasportata in reparto ed essere poi operata dall’ottimo team di Traumatologia e Ortopedia.

Perché c’è tempo, un tempo per ogni cosa e per ogni persona che sbaglia e che maltratta i malati…Quel tempo, per certi individui, arriverà a tempo debito: esistono leggi, carte dei diritti del malato, nazionali ed europee, non ci si può fare la pipì sopra, mai.

Leggete invece una recente denuncia, una delle troppe, di una manager che ha avuto, anch’essa, la sciagurata esperienza di passare 3 giorni nel PS del Gemelli di Roma:

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_maggio_13/roma-storie-di-pronto-soccorso-al-gemello-appollaiata-su-una-lettiga-tra-pazienti-che-urlano-sporchi-assetati-0a7bb436-0bf6-4a4c-85bc-a2fa07c30xlk.shtml

La carta dei diritti del malato

Quella che trovate di seguito è la Carta dei diritti del Malato pubblicata sul sito dell’Ospedale Gemelli, tra le diverse cose potete leggere chiaramente:

“Diritto ad evitare le sofferenze e il dolore non necessario”

Come me molti altri pazienti possono confermare che, in special modo presso il PS del Gemelli e di altri ospedali italiani, questo diritto è stato assolutamente cancellato di fatto dalla Carta dei Diritti.

Un infermiere di reparto, la stessa notte in cui sono stata sottoposta a un delicato intervento di ricostruzione del danno che ho subito – operazione perfettamente realizzata dal professor Maccauro, primario del reparto col suo eccellente team, alla mia richiesta di un antidolorifico più forte mi ha risposto: “il TUO è un DOLORE PSICOSOMATICO”. Ragazzi, giuro che capisco tutto, i turni massacranti, un lavoro pesantissimo, stipendi non adeguati però no, non si risponde a chi davvero + sofferente con una simile castroneria e poi non fornire una terapia adeguata.

Costui mi ha costretta a richiamare e la sua collega, finalmente, mi ha sottoposta a una flebo e mi ha persino portato una borsa del ghiaccio per lenire il grave edema post operatorio: grazie, di cuore.

Vi propongo ora l’interessante lettura di questa denuncia apparsa su Il Fatto Quotidiano nel 2015 a opera dell’addetto stampa dell’ex ministro della salute Sirchia:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/26/ospedale-gemelli-denuncia-applica-dottrina-selettiva-cristianesimo/1451475/

Meravigliosi NAS…

Nel corso di alcune mie inchieste, ho avuto spesso a che fare con i NAS, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità: non mi sono mai limitata alle inchieste giornalistiche, certe cose vanno anche denunciate alle autorità competenti, come quando realizzai la lunga e terribile inchiesta sulle RSA…

Seguite attentamente questo video e capirete meglio come stiamo vivendo in Italia:

Conclusioni

Come sapete, da anni mi occupo di inchieste sul SSN, ho raccontato per anni lo sviluppo del progetto di privatizzazione del SSN, ecco uno dei miei più recenti articoli sul tema:

Ciò che appare maggiormente inaccettabile è un fatto: è palese che siamo ormai giunti al capolinea. Il SSN era in via di distruzione e ci apprestavamo a doverci abituare al modello statunitense, quello più contorto e caro al mondo e per cui, se non sei fornito di assicurazione, in ospedale non entri nemmeno se stai evidentemente morendo.

Mi faccio portavoce di tanti italiani che sono anche miei affezionati lettori e che mi pongono tante domande ma mi raccontano anche le loro esperienze personali e pongo alla politica italiana questa domanda: ma non sarebbe stato più onesto dichiarare apertamente la privatizzazione a tutti gli italiani, porre fine all’ormai distrutto SSN universale e dichiarare apertamente che il sistema è cambiato e che per ottenere le cure è necessario essere coperti da una buona assicurazione sanitaria?

…o si pensa che per scopi elettorali sia meglio continuare a terrorizzare la gente con questo andamento aberrante per poi convincere spontaneamente i contribuenti a pagare? Il dubbio, abbiate pazienza, viene. Eccome se viene…

Alla prossima puntata…abbiate cura di voi.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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