Di Business of cannabis
Un nuovo rapporto di un’importante società di consulenza sulla cannabis del Regno Unito ha evidenziato come la mancata acquisizione di dati relativi alla razza – quando si controlla l’uso illegale di cannabis per adulti in tutta Europa – rischia di aumentare i risultati sproporzionati per le minoranze etniche che sono evidenti in paesi come il Regno Unito.
Il rapporto sull’impatto sociale della legalizzazione della cannabis, pubblicato oggi da First Wednesdays, esamina come i risultati in materia di giustizia sociale ed equità per le persone provenienti da minoranze etniche siano gravemente trascurati in molti paesi europei. Il problema è aggravato dai risultati che indicano che, laddove vengono attualmente raccolti i dati, ci sono segni di profilazione razziale quando si tratta di controllare l’uso illegale di droghe.
Il rapporto rileva che esiste una sproporzionalità nel protocollo di fermo e perquisizione del Regno Unito ed evidenzia ulteriormente come la criminalità organizzata, attraverso il mercato nero della cannabis, stia avendo un impatto sui migranti e sulle persone vulnerabili attraverso la tratta di esseri umani e la schiavitù moderna.
La cannabis è attualmente la droga illegale più consumata in Europa: un recente rapporto indica che 22 milioni di adulti (il 7,7% della popolazione dell’UE) affermano di aver consumato cannabis nell’ultimo anno.
Il rapporto evidenzia inoltre che, su 28 paesi europei dell’OCSE, solo 10 raccolgono dati di polizia aggregati per etnia e solo due raccolgono dati aggregati per razza. Il Regno Unito è uno dei paesi che attualmente raccoglie dati su entrambi i fronti, e il quadro delineato è estremamente preoccupante: mostra che i soggetti neri hanno quasi otto volte più probabilità di essere fermati per motivi legati alla droga rispetto ai soggetti bianchi, mentre i soggetti asiatici, misti e di altre etnie i gruppi sono quasi tre volte più probabili.
Sebbene nel Regno Unito vengano raccolti dati sul numero di persone arrestate a seguito del protocollo di fermo e perquisizione, non sono disponibili dati sufficienti sugli esiti risultanti e sull’impatto su questi individui, in particolare per quanto riguarda la giustizia sociale e i risultati di equità.
Per paesi come la Francia o la Germania – dove è stata recentemente approvata una legislazione per legalizzare l’uso di cannabis da parte degli adulti – mancano dati relativi alla razza o all’etnia. Per entrambi questi paesi, ciò è dovuto sia ad un approccio “daltonico” adottato nei confronti del processo decisionale politico sia ad una scelta attiva di non riconoscere la razza a livello legislativo.
Il Rapporto sull’Impatto Sociale della Legalizzazione della Cannabis comprende una serie di casi di studio esclusivi sulle migliori pratiche per le imprese europee della cannabis che già operano nel settore medico o ricreativo, con indicazioni su come affrontare i conseguenti risultati di giustizia sociale ed equità sulla scia di un graduale inclinazione dell’accesso al consumo di cannabis da parte degli adulti in tutta Europa.
William Muecke, membro amministratore di Artemis Growth Partners, ha dichiarato: “Non possiamo continuare a moralizzare la nostra via d’uscita dall’uso di cannabis allineando l’uso di droghe a determinati gruppi di persone all’interno della nostra società. Il consumo ricreativo di cannabis sta crescendo in modo esponenziale e ha uno spettro variabile di consumatori.
“Riconoscendo la portata dell’utilizzo possiamo iniziare a legiferare e regolamentare in modo efficace i mercati illegali e portare un senso di ordine e opportunità a coloro che sono più danneggiati dal proibizionismo.
“Mentre c’è una lunga battaglia in salita per garantire una riforma politica incentrata su un approccio riduttivo del danno al consumo adulto, non possiamo sederci e permettere un attacco continuo e pronunciato ai diritti umani delle persone – portato avanti attraverso l’attuale approccio razzista al controllo degli adulti che fanno uso di cannabis”.
Charlotte Bowyer, responsabile della consulenza presso Hanway Associates, ha dichiarato: “I divieti nazionali sulla raccolta di dati su razza ed etnia in Europa rappresentano una sfida fondamentale per la riforma delle leggi sulla cannabis. Dato che molti programmi di equità sociale sviluppati dagli Stati Uniti per la cannabis sarebbero illegali da introdurre qui, i paesi europei devono sviluppare il proprio quadro per guidare la riforma della giustizia sociale. Tipi non commerciali di legalizzazione della cannabis, come la coltivazione domestica e i club sociali – insieme alla cancellazione di dati di reati passati – potrebbero essere un modo efficace per fornire fonti legali e non violente di cannabis e trasformare i coltivatori su piccola scala in un sistema legale”.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento