Atac, i perenni lavori sulla metro A e la mancanza di rispetto verso i viaggiatori/contribuenti

Atac, i perenni lavori sulla metro A e la mancanza di rispetto verso i viaggiatori/contribuenti

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Oggi mi trovo a Roma, la città che compare essere ancora la capitale d’Italia. Lo so, posso sembrare esagerata a molti, ma per me il termine “capitale d’Italia” rappresenta un mucchio di cose che Roma, ormai da tempo, non rappresenta più.

Detto questo, voglio raccontarvi ciò che è accaduto stasera. Mi trovo a Roma e decido di percorrere il mio tragitto in Metro. Solo un paio di fermate dalla stazione Cipro a quella di Baldo degli Ubaldi. Il tardo pomeriggio di metà settembre stempera lievemente verso il fresco ed è piacevole fare due passi e confondersi tra la cittadinanza che usa i mezzi pubblici.

Attendo il convoglio, che giunge in una manciata di minuti. Salgo sulla carrozza mezza piena. Facce stanche, anche un po’ assonnate. Anziani, adulti, qualche ragazzo e alcuni stranieri.

Il convoglio riparte e prende velocità, anche più del normale a ben pensarci: la carrozza ci sbatacchia un bel po’ e tenersi ben saldi in piedi appare un poco difficile. La prima fermata, Valle Aurelia, giunge in pochi secondi. Il treno riparte.

Ora però qualcosa non torna, invece di ripartire prendendo velocità, sembra che il macchinista stia trovando qualche difficoltà, il treno sembra bofonchiare, tossire, qualcosa del genere.

A un certo punto ci fermiamo, ma non alla fermata, in galleria. Un secondo…dieci secondi…trenta…forse un minuto o più. Cominciamo a guardarci con espressione interrogativa, sono l’unica ad azzardare un “Ma è normale a vostro parere”? Nessuno osa rispondere, d’altronde cosa?

Ripartiamo e stavolta a velocità sostenuta ed ecco che accade la cosa che non ti aspetti: la fermata Baldo degli Ubaldi viene saltata. Nessuno parla, io resto a bocca aperta e dopo un paio di secondi esclamo: “Ma no che non è normale! Non si è fermata e nessuni ci ha avvertito”!

Facce stanche, qualcuna un poco assonnata. Anziani, adulti, qualche ragazzo. Gli stranieri sono più attenti, anche a ciò che esclamo. I miei connazionali sembrano aggrediti da una patologia a larga diffusione: la chiamano “resilienza” e pensate un po’, è un termine che in ingegneria indica la capacità di un materiale di sopportare potenti urti.

Non è un bel termine se è associato agli esseri umani, ma essi non si rendono conto e in molti sembrano orgogliosi di essere affetti da questa patologia indotta dal sistema in cui viviamo.

“Vivo in un sistema di merda, ma sono resiliente”! Ecco, qualcosa del genere.

La carrozza si ferma alla fermata successiva a quella in cui io e altri contribuenti prevedevamo di scendere. Non ce la faccio a star zitta e parlo non appena messo piede fuori dalla carrozza: “Scusate ma non siete normali e va detto. Sono l’unica ad avere una reazione normale alla mancanza di rispetto, non tanto all’eventuale problema tecnico che può aver provocato la cancellazione della fermata. Avete semplicemente…sbuffato. Cosa che ho visto fare anche quando capitò che dal soffitto di una carrozza della metro cadeva parecchia acqua addosso ai viaggiatori. Alcuni, anzi, risero della cosa. Siete parte del problema e meritate che qualcuno ve lo dica”.

Muti. Tutti. Sulle scale mobili qualcuno azzarda uno sguardo verso di me e con espressione di approvazione, ma non è così che si migliora un sistema ormai crollato e andato a puttane. Non mi aspetto che l’amministrazione capitolina, evidentemente presa da altre “urgenti” questioni – non sappiamo quali – sia interessata a sentire la voce di chi rispetta se stessa e di conseguenza si lagna della grande mancanza di rispetto nei confronti dei contribuenti paganti (tariffe peraltro esose per servizi indegni di un paese civile)

La gentile impiegata dello 060606 che ho contattato non appena sono arrivata a destinazione, dopo una passeggiata a piedi di oltre un paio di chilometri, ha ammesso il problema, cioè la mancata comunicazione ai cittadini e mi ha detto anche: “Grazie, perché lei non mi sta aggredendo, sapesse cosa ci dicono certi cittadini, urlando, se chiamano per problemi simili”…

Siete la prima linea in una nazione in guerra, in un sistema che protegge chi dovrebbe spremersi le meningi da mane a sera per sostenere i diritti dei contribuenti e dei cittadini delle città che pretendono di governare: il mio rispetto è totale per chi lavora beccandosi pure le parolacce che andrebbero urlate ad altri…

Al sindaco Gualtieri non trovo nulla da dire: che Roma sia ingovernabile ormai da anni era cosa risaputa, che nessuno abbia il coraggio di alzare le braccia al momento delle elezioni è parte del problema. NON candidatevi sapendo che non potrete fare altro che assistere alla distruzioni di quella che un tempo molto lontano, rappresentò un modello per il mondo intero.

Link al sito di Atac: https://www.atac.roma.it/

P.S. SUL SITO DI ATAC APPARE LA SCRITTA “SERVIZIO MODIFICATO” ma per leggere le informazioni è necessario accedere appunto al sito, trovare l’informativa, cliccarci sopra…Poveri noi e poveri turisti. Queste comunicazioni dovrebbero esser date per interfono, avvertendo i viaggiatori che si trovano sulle carrozze e se il problema dovesse persistere per giorni, comunicarlo in maniera CHIARA E VISIBILE. E’ questo che fanno, nelle nazioni democratiche e davvero CIVILI.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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