Shukran, Giordania!

Shukran, Giordania!

Reportage di Laura Farnesi

Crocevia fra Oriente e Occidente, caratterizzata da un deserto magico e una storia millenaria da toccare con mano, la Giordania è un vero scrigno di tesori

Sono appena tornata da una meravigliosa settimana passata alla scoperta (per quanto possibile in così pochi giorni e da turista) della Giordania. Una terra emozionante che, giustamente, sta richiamando sempre più “curiosi”, soprattutto italiani. Vorrei quindi condividere le mie esperienze nella speranza che possano essere d’aiuto a chi deciderà di fare un viaggio non solo di piacere ma nella storia e tra le meraviglie di una natura unica. Sono ancora tante, infatti, le persone che hanno timore di addentrarsi a queste latitudini, soprattutto a causa di stereotipi ormai anacronistici. Un timore che, però, trovo si declini positivamente in una importante selezione. Chi parte per Terre come queste deve avere mente e cuore aperti, per abbracciare in pieno ogni momento regalato. Se riuscirò a convincervi, il consiglio è quello di “incamminarvi” prima che la globalizzazione (quella negativa, che appiattisce e omologa tutto piuttosto che far convivere con rispetto tutte le differenze) faccia i suoi danni.

Un paese antico che strizza l’occhio alla modernità

Iniziamo subito con il dire che non vi troverete certo in un Paese arretrato. La Giordania sta crescendo sempre di più, pur senza rinnegare le proprie origini, anzi! La tradizione è viva più che mai e la si respira ovunque. Ovviamente – appunto – strizzando l’occhio alle “diavolerie moderne”. Qui ci sono università e college di tutto rispetto (anche se, va detto, c’è una forbice che allontana le persone che possono permettersi la scolarizzazione e chi no) e la sanità è una vera e propria eccellenza (ma con le stesse criticità espresse prima). È vero, c’è ancora la poligamia e le donne possono essere ripudiate (siamo pur sempre in un Paese Islamico e la religione, quella interpretata a uso e consumo dell’essere umano, si sa, “tiene banco”) ma, a quanto pare, le cose stanno iniziando a cambiare. Almeno un pochino e con i propri tempi. Tanto per dire, si vedono molte donne da sole sedute nei locali a sorseggiare qualcosa e chiacchierare. Oltretutto, qui è permesso bere alcool e molti giovani dei Paesi adiacenti passano il confine proprio per “assaporare” la trasgressione. Tutti hanno ovviamente il cellulare e la wi-fi è praticamente ovunque, tanto per rassicurarvi che non rimarrete isolati (lo so che vi interessava saperlo), almeno nei paraggi dei resort e dei siti storici. Non potrete telefonare (se avete necessità dovreste comprare una scheda locale) e neanche fare video chiamate con WhatsApp, testo e audio, invece, funzionano alla grande.

Ok a shorts e top ma…

L’abbigliamento? Girerete in mezzo a donne velate e uomini con tunica e copricapo ma sono permessi tutti gli outfit, si richiede solo un minimo di buon senso. Voi entrereste mai in una Chiesa in bikini? No! Bene, neanche qui si può fare. Ci si può vestire come si vuole nei limiti imposti dalla circostanza.

Al massimo, se le turiste vogliono optare per top e shorts per strada… devono mettere in conto qualche apprezzamento ma nulla di più. A meno che non si sappia l’arabo, rimarrà per sempre un mistero la natura del commento. Noi, a causa di un paio di pantaloncini, abbiamo provocato un tamponamento. Ma forse non era per questo. Attraversare una strada ad Amman è una vera e propria impresa, mettetelo in conto! La guida giordana è piuttosto “sportiva”.

Per non rovinarsi il soggiorno

Altro tema “caldo” per le signore sono i bagni. Anche qui posso rassicurare che non ci saranno problemi. Le toilette accessibili gratuitamente sono ovunque nei luoghi turistici e sono molto pulite. C’è sempre del personale che garantisce siano decorose. Rimanendo sul tema, chi si avventura in luoghi molto caldi come la Giordania, deve mettere in contro la famosa “maledizione di Montezuma”. Per essere più chiari, è facile contrarre qualche virus intestinale che potrebbe rovinare il soggiorno, soprattutto se la febbre sale e i sintomi persistono. Qui c’è poco da dire o fare. Prima della partenza fatevi consigliare da un medico cosa fare per prevenire, bloccare e curare. Come evitarlo? Non lo so. In Egitto sono stata attentissima e l’ho preso. Qui ho fatto delle “cavolate”, tipo bere bibite con il ghiaccio e mangiare frutta con la buccia… ed è andato tutto bene. Se non sapete come comportarvi, per non “cercarvela”, basterà fare una veloce ricerca su Google o, ancora una volta, chiedere a un medico. Poi, come già detto, si spera che la sorte sia dalla vostra. Di sicuro c’è solo una cosa: portatevi qualcosa che possa stoppare diarrea e febbre, è importante. Ovviamente non mancano di certo le farmacie così come i medici ma, in questi casi, ci si sente di più a proprio agio con cose “nostrane”. Quanto meno il bugiardino riusciamo a leggerlo!

Acqua, acqua, acqua, acqua….

L’acqua è essenziale per tutto il viaggio. Io sono andata ad agosto e, a quanto pare, ho “beccato” i giorni più caldi del secolo. Persino i locali non riuscivano a resistere. L’afa ha reso più pesante le visite (c’è da camminare, io ve lo dico. Quindi… non è un viaggio per “mammollette” ma per affrontarlo non serve neanche essere super sportivi, basta solo la volontà e la curiosità di non lasciarsi scappare neanche un particolare. Avrete dunque intuito che servono scarpe comode, idem per gli abiti). Per sopravvivere, lo ribadisco, è necessario bere proprio tanto, tanto, tanto, tanto, tanto. E nonostante tutto, il caldo (almeno per la mia esperienza) era tale da non riuscire nemmeno a fare tanta “plin plin” (tanto per ricollegarci al tema “bagni”) nonostante i litri di liquidi ingeriti. Evaporava tutto in sudore. L’acqua si trova ovunque, tranquilli, ci mancherebbe (ovviamente NON bevete quella del rubinetto), in alcuni casi ve la regalano pure. Ah, vi meraviglierete per la gentilezza estrema delle persone che incontrerete. Magari non sanno parlare l’inglese ma i loro gesti saranno più eloquenti di qualsiasi altra lingua. Un valore aggiunto non da poco. No?

Un souvenir utile

Sempre per quanto riguarda il caldo, un oggetto che vi consiglio di acquistare in loco è la Kefiah (rossa per onorare i colori della Giordania, nera per quelli della Palestina). Non è un vezzo per farsi dei selfie altamente instagrammabili ma una vera e propria salvezza. Fino a che ho indossato il cappellino avevo la testa zuppa, con gocce di sudore copiose. Con la Kefiah, invece, sono riuscita a proteggermi la testa in modo degno senza sudare come un cammello. Anzi, pardon, dromedario visto che siamo in Giordania. La vendono un po’ ovunque, il prezzo medio è di 5 dinari e, a conti fatti, è sicuramente uno dei souvenir più belli. Come metterla? I commercianti vi faranno una rapida dimostrazione, altrimenti potrete avvalervi di uno dei tanti tutorial di YouTube. Altra cosa che vi consiglio, per gli acquisti, un piccolo gioiellino d’argento con una delle pietre tipiche della Giordania, i prezzi sono abbordabili e l’oggetto rimarrà un ricordo da indossare per sempre.

Occhio ai prezzi

Parlando di prezzi, va detto che nei posti turistici i prezzi non sono per nulla economici. Il turista spende e i commercianti l’hanno capito bene. Se si va al mercato, invece, si “apre un mondo”. Per dire… a Kerak un caffè in un bar davanti alla fortezza è costato quasi 3 euro. Facendo due passi e svoltando in una delle stradine laterali… uno yogurt l’ho pagato, più o meno, 30 centesimi. È il mercato bellezza… la cosa importante è saperlo! Quanto cambiare? Dipende, questo è ovvio. Avendo colazione, cena, spostamenti e entrate già tutte comprese, ci siamo sfiziati cambiando circa 100 euro a testa. Se vi avanzano banconote, a fine soggiorno potrete riconvertirle in aeroporto, al duty free.

Vietato essere dormiglioni

Altra cosa… per fare questo viaggio è necessario mettersi in testa che sarà necessario alzarsi presto la mattina. Le visite sono programmate in modo da evitare i picchi di caldo. Oltretutto sarete spesso svegliati dall’invito alla preghiera del Muezzin.

Una esortazione che inizia davvero molto presto: all’alba. Non prendetevela. Piuttosto, lasciatevi cullare dal canto. Anche questo fa parte del nuovo bagaglio culturale che state acquisendo!

Il cibo della Giordania

Il cibo… si mangia di tutto, ma soprattutto carne (pollo e agnello) e riso in tutte le salse. Io sono vegetariana ma ho comunque trovato “pane per i miei denti” in quantità industriale (e a proposito di pane, ma che bontà, ma che bontà). I cibi sono speziati? Sì, lo sono e al momento di programmare il viaggio mettetelo in conto. La pizza e la pasta si trovano? Sì, propongono questi nostri cibi tipici ma che nessuno osi lamentarsi perché non è come quella di casa nostra. Se volevamo il ragù di nonna rimanevamo in Italia, no? Stessa cosa per il caffè. Io vi suggerisco di provare quello al cardamomo. Comunque, qui ci avventuriamo in un mondo di gusti personali quindi è inutile che faccia la lista di quello che mi è piaciuto o meno. Siete in viaggio, sperimentate!

All’avventura o con un tour operator?

Cosa vedere e come muoversi. Io mi sono affidata a un operatore turistico (si chiama Arché Travel, se volete buttate pure un occhio. NON SONO SPONSORIZZATA ma visto che mi sono trovata bene ve lo suggerisco) che ha pensato davvero a tutto. La formula era un all-inclusive, ad eccezione del pranzo. Cosa che mi ha fatto piacere perché in quel frangente ho potuto “sperimentare” cavandomela da sola.

Che poi è questo lo spirito di chi vuole essere viaggiatore e non turista: provare il più possibile la quotidianità del posto. Unico consiglio… a meno che non lo gradiate, le guide in loco spingeranno sempre per portarvi in ristoranti e negozi di artigianato che conoscono loro (un classicone di ogni tour di gruppo). Se volete sperimentare un po’ di libertà e avventura (ripeto che i posti sono sicurissimi), imponetevi e chiedete una seconda opzione in modo che possiate girare mangiando e comprando dove volete voi. Io ad esempio, al ristorante suggerito, ho preferito andare a farmi una passeggiata ed entrare in un supermercato del luogo, fighissimo! Come dice un mio amico e compagno di viaggio… mi attraggono i luoghi “fetish” (così lo chiama lui con una piccola licenza poetica), tipo i peggior bar di Caracas!

La mia scelta

Quella di appoggiarsi a un operatore, ora che ho toccato con mano, credo sia l’idea più buona per godersi davvero il viaggio. La Giordania, come già detto, è un paese super sicuro ma non è così facile gestire gli spostamenti, soprattutto se si viaggia in “formato famiglia” come me, con dei minorenni. Grazie all’assistenza della nostra accompagnatrice e della guida del posto, abbiamo sbrigato le pratiche burocratiche in poco tempo e, soprattutto, abbiamo avuto la garanzia della giusta “gestione del tempo” avendo tutto pronto tra una visita e l’altra. Probabilmente un “fai da te” vi farà risparmiare soldi ma non so poi quanto alla fine. Soprattutto pensando agli spostamenti lungo strade che per km e km sono deserte, a eccezione di qualche accampamento. Quindi, ecco, fatevi un rapido conto dei pro e dei contro tra l’appoggiarsi a un operatore o andare all’avventura. Valore aggiunto del tour di gruppo, la possibilità di fare nuove interessanti amicizie. Noi eravamo un gruppo eterogeneo ma unito da un unico obiettivo quindi ci siamo ben amalgamati nel rispetto reciproco di ogni singola necessità e differenza. Ora, cercando di essere breve, vi illustrerò il mio tour. Anche in questo caso, come per il cibo, è inutile che vada a fare lo spiegone. Basterà fare una ricerca per conoscere tutti i dettagli di ogni singola location da me citata.

I castelli del deserto

Sono atterrata ad Amman nel tardo pomeriggio (quindi c’è stato solo il tempo di rinfrescarsi e cenare) e il giorno dopo siamo andati alla scoperta dei Castelli del Deserto, nell’area Nord­ Orientale della Giordania. 

Ho dunque visitato il maniero di Amra, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, per poi passare a quello di Kharranah, finendo con il Forte di Azraq. Ciliegina sulla torta della giornata, la visita alla Cittadella con il Tempio di Ercole e il Teatro Romano, salvo poi buttarsi sotto la doccia prima di crollare una volta cenato!

Piccole curiosità

Il secondo giorno, da Amman siamo partiti in direzione Nord, per la visita di Jerash, l’Antica Gerasa che faceva parte della Decapoli, dal greco “Dieci Città”. Abbiamo poi raggiunto Ajloun per visitare il Castello, costruito da uno dei generali di Saladino nel 1184 d.C. e che dominava le 3 principali vie di accesso alla Valle del Giordano. 

Nel tardo pomeriggio, prima della doccia in albergo, ci siamo anche concessi un giro lungo il mercato principale di Amman, bellissimo, pieno di colori, frutta, spezie e merci di ogni genere. Avrei voluto provare e fotografare tutto. Quella passeggiata mi è piaciuta davvero tanto, mi ha permesso di stare più in contatto con le persone del luogo. Già che ci siamo, altre piccole curiosità per quanto riguarda Amman. Vedendola da “lontano” ricorda un po’ Matera, ci sono quartieri dedicati ai murales (vere e proprie opere d’arte) e qui hanno l’hobby del piccione viaggiatore quindi ne vedrete tanti ma non sono come i nostri. Questi sono “di razza”, sono ben curati, costano tantissimo e, appunto, sono addestrati a tornare. Anche se la cosa non è garantita. Pare che molti piccioni maschi (o “biscioni” come dice la mia guida) si lascino attrarre dalle femmine e così qualcuno si ritroverà a fine serata con meno esemplari e qualcun altro, invece, con più volatili. Siamo anche passati davanti all’ingresso del Palazzo Reale, sito in un quartiere che potrebbe tranquillamente ricordare la stazione Termini. Ma il parco della magione è così ampio che immagino sua Maestà non veda proprio la strada quindi…

Mosè e i mosaici

Il quarto giorno in Giordania ci ha portati a Madaba, la “Città dei Mosaici”. Abbiamo visitato la Chiesa di San Giorgio e il suo mosaico mappa raffigurante l’antica terra santa. 

Abbiamo poi raggiunto il Monte Nebo, luogo dove secondo la Bibbia, al profeta Mosè è stata concessa una visione della Terra Santa donata da Dio agli Ebrei. Insomma, un posto mistico! Da qui è poi iniziato il percorso verso il Wadi Rum. Paesaggi surreali che sono impossibile descrivere.

La ferrovia in mezzo al deserto

Prima di raggiungere il resort, ci siamo fermati a una sorta di stazione dell’unica tratta ferroviaria della Giordania, fatta costruire per lo scambio di merci con la Turchia. Anche questa una cosa pazzesca! Il deserto ci ha accolto con tutti i suoi colori. Abbiamo visto il tramonto con la jeep (fermandoci per visitare delle interessanti incisioni rupestri. Non scordiamoci che la location ha ospitato insediamenti umani fin dall’8000 a.C) e l’alba con i dromedari. Sì, cose tipicamente turistiche ma vi assicuro che vale la pena provare. In mezzo, una super cena tipica, tanti balli e anche un’occhiatina al cielo stellato (che però, sono sincera, pensavo meglio. Alla fine il resort “illumina” troppo e di sicuro nessuno di noi voleva perdersi nel deserto alla ricerca di un posticino più “ad hoc”). Una cosa… tutti mi avevano parlato dell’escursione termica tra giorno e notte. Mi ero portata un maglioncino che è rimasto in valigia. Caldo faceva di giorno e caldo ha continuato a fare di notte. Unica precauzione, un paio di pantaloni lunghi, quello sì, per proteggersi dalla sabbia.

Alla scoperta di Petra

Dopo il deserto… la volta di Petra, il mio sogno!

D’altra parte è una delle sette meraviglie del mondo e il “titolo” se lo merita! Un pizzico di storia, tanto per addentrarci meglio: i Nabatei hanno reso Petra uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud sono poi riuscite a entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma. Il luogo, nonostante l’importanza, è stato poi “dimenticato” per secoli! Ho percorso il famoso Siq, un canyon stretto e dalle alte pareti che conduce dritto al Khazneh “Il tesoro”. Ora, essendo Petra un mio desiderio da sempre, ho visto foto e video in quantità industriale in tutti questi anni. Bene, niente riesce a rendere la meraviglia di quel sito, ve l’assicuro. Certi colori e sensazioni non possono essere fissati se non negli occhi e nel cuore. Quindi… il Siq va visto assolutamente “live” per capirne la grandezza. E poi le lacrime di emozione alla vista del “Tesoro”. A rovinare un po’ il tutto i tanti dromedari presenti e le bancarelle di souvenir e cibo. Pazienza. Il Khazneh è solo il monumento più conosciuto del posto ma c’è molto di più! Andando verso destra, guardando il Tesoro, si apre un mondo meraviglioso di altre cose da scoprire.

Gli 800 gradini

Per chi sentisse di avere ancora forza nelle gambe… consiglio di visitare il Monastero di Al­Deir, lo si raggiunge affrontando 800 gradini (lungo tutto il camminamento troverete tante “bancarelle” quindi, per qualsiasi necessità…). Una fatica inenarrabile (arrivata in cima credo di aver avuto visioni mistiche) ma sono felice di aver accettato la sfida! Chi vuole può raggiungere il Monastero in groppa a un asinello ma… che gusto c’è così? Nel salire evitate di chiedere quanto manca per evitare lo scoramento.

Una volta scesi, invece, suggerisco di godervi un succo di limone e menta. Goduria unica! Tanto per non farci mancare nulla, dopo cena abbiamo visto anche Petra By Night. Abbiamo dunque percorso nuovamente il Siq, questa volta illuminato da centinaia di candele. Raggiunta la porta del Tesoro ci si siede, si beve del tè offerto dagli organizzatori e si assiste a un blando gioco di luci e a uno spettacolo (noi abbiamo assistito anche alla ressa tra un cane e un gatto). Tutto molto suggestivo ma non il top, sono sincera. Forse ero molto stanca. A prescindere,sono dell’idea che quando si è in viaggio va provato tutto il possibile e sono felice di averlo fatto per avere almeno le basi per commentare.

Non solo Petra

E dopo Petra, riprese le forze, siamo andati a scoprire Beidha, meglio conosciuta come Piccola Petra, costruita per evitare di far entrare gli stranieri all’interno del Siq, così da preservare i propri “segreti”. Le transazioni commerciali e diplomatiche si svolgevano dunque qui, in una sorta di “comfort zone”. Molto, molto, molto bella! Lungo la strada ho avuto l’onore di essere “ospite” di una persona del posto che mi ha offerto dell’ottimo caffè (ovviamente al cardamomo) all’ombra della sua tenda. Visita al Castello Crociato di Shobak e poi di nuovo “on the road”, per scoprire Kerak e il suo inespugnabile e imponente castello crociato. Qui è successa una cosa particolare… un gruppo di bimbi mi ha circondata gridando “money”, io ho sorriso loro e mandato un bacio. Da quel momento non hanno più chiesto soldi ma ognuno voleva che gli mandassi un bacino, regalandomi, in cambio, il loro sorriso migliore. Non so, è uno dei ricordi più belli del viaggio. Poi… via verso il Mar Morto!

Cullata dalle onde del mar Morto

L’ultima giornata, dunque, è stata all’insegna del relax sulle suggestive rive del Mar Morto che, con i suoi 410 metri sotto il livello del mare, è considerato la depressione più bassa del pianeta. L’acqua è ad elevato tasso di salinità e ricca di minerali dalle proprietà benefiche. Ergo, si galleggia sul serio, non è una leggenda metropolitana. Vi consiglio di rimanere sulla schiena, se fate il “cagnolino” vi sembrerà di non riuscire poi più ad “uscirne”. Fate attenzione agli occhi e ad eventuali ferite, l’acqua è davvero salatissima e “pizzica” (anche nelle “parti basse”), ricordatevi non si può rimanere in acqua per troppo tempo, massimo 15 minuti! Ho visto i poveri bagnini fare la staffetta per portare i turisti verso le docce e far recuperare loro la vista. Non scordatevi di provare i fanghi, gratuiti sulla spiaggia. Troverete degli enormi contenitori da cui “appozzare”. Modalità d’uso: cospargersi di fango, attendere 15 minuti circa, poi bagnarsi di nuovo nel mar morto e correre verso la doccia d’acqua dolce. Il trattamento non fa miracoli (io e la mia amica Raffi speravamo di uscirne “come nuove”, eravamo fiduciose) ma la pelle la lascia davvero liscia. In Italia avevo cercato un po’ di info sul sito e in molti dicevano che tutto quello che veniva a contatto con il mar Morto si sarebbe rovinato. Bugia. Il mio bikini è sano e salvo, esattamente come dopo ogni bagno a Ostia. Evitate davvero le ore più calde. Io ho fatto il mio primo bagno di mattina presto e poi il bis nel tardo pomeriggio, scoprendo che il Death Sea ha anche le onde e che lasciarsi cullare stando a galla senza sforzo è fighissimo! E poi, niente, con tanto dolore nel cuore, dopo una serata allietata da una meravigliosa esibizione di danza del ventre e una tiratina di narghilè (o shisha), condita di risate con gli amici, mi sono addormentata pensando che, queste, sarebbero state le mie ultime ore nella magica Giordania.

Esperienze che riempiono l’anima

A conclusione, cosa posso dire se non che, questo, è stato uno dei viaggi più belli mai fatti. Nella mia anima porto tante emozioni, il souvenir più bello. Non finirò mai dire che, seppur facendo tanti sacrifici per mettere da parte i soldi necessari, viaggiare è il modo più bello per spenderli perché apre mente e cuore. Inutile aggiungere altro, per quanto io lavori con le parole… ci sono situazioni che non sono descrivibili. Auguro dunque a tutti di poter vivere queste esperienze. Se avete bisogno di ulteriori info contattatemi pure su Instagram (https://www.instagram.com/laura_farnesi/). Buon viaggio a tutti e… Shukran Jurdan (grazie Giordania).

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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