Le “Due Chiese” – Espressione Spirituale Vs Potere

Le “Due Chiese” – Espressione Spirituale Vs Potere

Di Sergio Ragaini

Come già dicevo in un altro articolo, qualcuno definisce la Chiesa come Amicizia. In effetti, la parola “Chiesa Cattolica” significa, dal greco, “Assemblea Universale”, o “Comunità Universale”. Tuttavia, se osserviamo la Chiesa Cattolica nei secoli, e anche, in parte, nel periodo più recente, vediamo qualcosa di davvero contrastante con questa idea di amicizia, e vediamo, piuttosto, una struttura persecutoria, che sovente ha represso gli slanci più belli provenienti “dal basso”. Per questo, io ho identificato la presenza di “due Chiese”: una “dal basso”, che sovente ha portato e porta bellezza, ed una “dall’alto”, che si è sempre caratterizzata come una struttura di Potere, spesso portato avanti con violenza e soppressione degli slanci umani e culturali più belli.

Credo, almeno secondo me, che si possa identificare questa “spaccatura” tra le due Chiese con il Concilio di Nicea del 325 d.C.: un Concilio indetto proprio per far diventare il Cristianesimo la Religione di Stato, dando alla Chiesa Cattolica un ruolo quasi esclusivamente di Potere. In questo articolo “seguo”, in qualche modo, questa divisione, mostrando anche le contraddizioni del Concilio di Nicea, la cui motivazione ufficiale era combattere l’Arianesimo, poi abbracciato dal suo fautore, l’Imperatore Costantino. Analizzo poi alcune situazioni particolari, in cui il Magistero Cattolico ha cercato materialmente di “fermare” slanci positivi, o di inglobarli in sé, per poterli meglio controllare. Cosa ci si aspetti dal divenire è ancora tutto da scoprire: sicuramente, ci si aspetta qualcosa che, sempre più, riporti in vita la vera Chiesa di Cristo, espressione di quella bellissima “Amicizia in Cristo” che è stato, fin dall’inizio, il suo vero scopo.

Chiesa come Amicizia? Sulla carta è così, ma nei fatti?

Il titolo di questo articolo può apparire “sibillino”: tuttavia, vedrete che lo è decisamente meno di quanto possiate immaginare.

Questo titolo nasce da un’osservazione, avvenuta nel Mondo Cristiano Cattolico. Un’osservazione che, sotto molti aspetti, può essere estesa anche ad un raggio e ad un respiro più ampio, andando a comprendere molte situazioni in cui si ha un “distacco” tra gli impulsi creativi da parte di una base, ed una struttura (al vertice) che, invece, li blocca, pur in apparenza favorendoli.

Per partire, riprendo il bel video di Don Luigi Epicoco, quando aveva, poco tempo fa, Rilasciato un’intervista all’emittente Cattolica “Tv 2000”.

Qui, il Sacerdote parlava di “Chiesa come amicizia”.

Una definizione molto bella, sicuramente. Una definizione che porta in sé slanci positivi.

Una definizione, tuttavia, che contrasta fortemente con le espressioni del Magistero Ecclesiastico, nel passato ma anche, in buona parte, nel presente.

Se andiamo a vedere la Storia della Chiesa Cattolica, infatti, vediamo una lunga scia di sangue e persecuzioni. Credo che nessun’altra struttura, nella storia, si sia macchiata di così tanti crimini e così tante aberrazioni. Nella Storia , questa struttura ha posto in atto il peggio che si possa immaginare, e anche, verosimilmente, il peggio oltre ogni immaginazione.

Tuttavia, in questa struttura vi sono stati anche momenti e gruppi di bellissima aggregazione. C’erano, così come ci sono a tutt’oggi. In questi Gruppi, davvero, si vive quella “Chiesa come amicizia” di cui parlava Don Luigi Epicoco.

Tuttavia, in molti casi, vediamo che la Chiesa Cattolica è intervenuta a reprimere queste aggregazioni, questa bellezza. I casi sono innumerevoli. Nel mio articolo sul tema delle Eresie ne ho parlato dettagliatamente.

Se, anche oggi, leggiamo poi, dal Sito del Vaticano, ad esempio i proclami della “Congragazione per la dottrina della Fede”, possiamo trovare toni accusatori, oppressivi, tendenti ad escludere e a sentenziare.

Ricordiamo che, con il Concilio Vaticano II (qui potete trovare l’elenco dei Documenti prodotti da quel Concilio), questa Congregazione ha preso il posto dell’Inquisizione , detta anche “Sant’Uffizio”. Questo è avvenuto ufficialmente, al termine del Concilio Vaticano II, sotto il pontificato di Papa Paolo VI, con la Lettera Apostolica “Motu Proprio”, datata 7 dicembre 1965.

Il 5 giugno 2022, quindi i tempi recentissimi, con l’entrata in vigore della Costituzione Apostolica  sulla Curia Romana “Praedicate Evangelium” (promulgata da Papa Francesco il 19 marzo 2022), la Congregazione per la Dottrina della Fede ha cambiato il nome in “Dicastero per la Dottrina della Fede”.

Comunque, in qualsiasi modo ora si voglia chiamare questa struttura, se Dicastero o Congregazione, vediamo, nei suoi scritti, proprio l’opposto di quell’”amicizia” che si vorrebbe trovare, o almeno si auspicherebbe di incontrare. I toni dei “Documenti Dottrinali” di questa struttura appaiono sempre ben poco “concilianti”: cosa che, in un’Amicizia, ci si aspetterebbe sicuramente di trovare.

Eppure, possiamo notare come molti di questi Sacerdoti, che parlano di “Chiesa come amicizia”, dichiarino di “amare la Chiesa”. Forse perché la ritengono, in qualche modo, emanazione diretta dell’opera di Cristo.

Vedremo che non è così, e che questa idea, sicuramente falsa, è utilizzata dal Magistero della Chiesa Cattolica per tenere in vita uno struttura, che, senza questa mistificazione, sarebbe già scomparsa da tempo. Infatti, come si può pensare che una struttura, che, come dicevo, ha seminato morte e distruzione per secoli e secoli, possa essere ancora qui, e addirittura essere vista come “autorevole”?

Vedremo che questa stortura, questa mistificazione, si può facilmente smontare. Proviamo a farlo: forse ci riusciremo, e anche più facilmente di quanto si possa pensare!

Una domanda che sorge spontanea; La Chiesa Cattolica è “davvero” stata una volontà di Cristo?

O Cristo, con la parola “Chiesa”, voleva dire altro? O addirittura non aveva indicato la nascita di alcuna struttura? Proviamo a capirlo!

La prima domanda che , come dicevo, sorge spontanea,  è se vi sia stata “veramente” una Chiesa come emanazione diretta di Cristo, e in quale forma. Infatti, forse questa “Chiesa” emanazione di Cristo non c’è mai stata!

L’unico riferimento che si trova in merito è nel Vangelo di Matteo. Qui, nel Capitolo 16,  si legge: “E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. (Matteo, 16 18).

Quella riportata è la Traduzione della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Nella Traduzione “Riveduta 2020” risulta: “E io altresì ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere”. “Ades” è tradotto come Inferno ma anche solo come “regno dei morti”, quello che talvolta si trova anche come “Sceol”. Quindi, il tutto risuonerebbe come: “E le porte della morte non la potranno vincere”: quasi un “ed essa vivrà in eterno”.

La frase citata, leggendo il Capitolo 16 del vangelo di Matteo, da cui la frase è tratta, appare però non “contestualizzata”, nel senso che nel Capitolo non si parla esplicitamente di Chiesa, almeno come struttura. Nei versetti 21-23 Cristo “anticipa “ la sua morte e resurrezione, mentre nei versetti 24-26 pone le condizioni per la sequela nei suoi confronti, con le celeberrime citazioni: “Allora Gesù disse ai suoi discepoli:Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà”” (Matteo, 16, 24-25).

L’argomento del capitolo, quindi, pare non essere l’edificazione di una Chiesa come struttura. Forse, in questo caso, “Chiesa” è indicato come “continuazione”, o come “Comunità”, “Assemblea”, che è la definizione della parola, dal greco: infatti, in greco, “Chiesa” risulta come “Eckklesia”, vale a dire “Comunità”, “Assemblea”. Questo ci dice che, forse, non era nelle intenzioni di Cristo la costruzione di una struttura gerarchica, come poi è diventata, ma soltanto la definizione di una Comunità di Praticanti Spirituali, che seguivano le sue dottrine.

Visto che, successivamente, Cristo annuncia la sua morte e resurrezione, forse sta solo affermando che i suoi insegnamenti non moriranno con lui, e designa in Pietro come il suo successore: in fondo, molti Maestri, percependo che stanno per lasciare il corpo fisico, designano un successore, o talvolta più successori, perché il loro insegnamento possa continuare. Forse per Cristo era la stessa cosa, e l’”Edificazione della Chiesa” era solo l’indicazione di una successione, dove Pietro era stato designato come suo successore. E, quindi, la “pietra”, che diviene “roccia” nella traduzione “Nuova Diodati”, in uso in diverse Chiese Riformate, tra cui la Chiesa Metodista, era forse Pietro stesso, suo successore. Qui potete, comunque, se siete interessati, trovare informazioni sulle diverse traduzioni (almeno sulle principali)  della Bibbia.

Nel Capitolo 16, infatti, non si parla di costruzioni o di strutture edificate o edificabili, tali da potere far pensare alla costruzione di una struttura. Questo, quindi, potrebbe in qualche modo confermare che “Chiesa” è da intendersi proprio nel senso di “Comunità”, “Assemblea”, e Simon Pietro sarebbe stato colui che avrebbe custodito i suoi insegnamenti, succedendogli dopo la sua morte e resurrezione. 

La definizione di Chiesa come “Assemblea” appare evidente anche in Matteo 18, Capitolo dove Cristo dice: “Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano” (Matteo, 18, 17).

In altre Traduzioni (questa che riporto è quella della CEI) la parola “assemblea” viene tradotta come “Chiesa”. Questo mostra, piuttosto chiaramente, come Cristo, verosimilmente, parlasse di “Assemblea”, e non di “Chiesa come struttura organizzata”. Questo apparirebbe dirci che quello che Cristo voleva significare in Matteo, 16, vedendo anche il contesto in cui il versetto si colloca, era solo nominare Pietro come suo successore, e capo dell’Assemblea dei devoti di Cristo.

Forse, infatti, anche in Matteo 16,18, dove appunto si parla di “Edificazione di Chiesa”, la parola “Chiesa” era da intendersi come “Assemblea”. Quindi, l’”edificazione della Chiesa” può essere vista come la “Continuazione dell’assemblea di coloro che seguono gli insegnamenti di Cristo”, o, addirittura, “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa” potrebbe essere letto come “tu sarai il mio successore e guiderai l’Assemblea”. Mostrando quindi, in tal senso, che nelle intenzioni di Cristo non c’era sicuramente la creazione di una struttura gerarchica, ma solo la continuazione dei suoi insegnamenti, lasciati qui nelle mani di Pietro.

Parlando però di Chiesa Cattolica, osservando la lista dei Papi della Chiesa Cattolica, si può vedere che Pietro è stato il primo Papa. Ed è stato anche il Pontificato più lungo della Chiesa Cattolica, essendo durato dal 33 al 67 d.C., quindi circa 34 anni.

Osservando la successione dei Papi, parrebbe che “davvero” vi sia stata una successione partita da Cristo stesso fino ad oggi. Vedremo che non è stato così, e che questo “lignaggio” si è, ad un certo punto, interrotto. Tra non molto tutte le spiegazioni saranno fornite.

Molte strutture nascono come “emanazioni dal basso”

Poi, però, si perde tutto questo, e divengono solo strutture di Potere. I cosiddetti “Stati Democratici” ne sono degli esempi.

Ammettiamo ora che, davvero, questa Chiesa possa essere emanazione diretta dell’opera di Cristo: ai matematici le “dimostrazioni per assurdo” piacciono molto: quindi proviamo a considerare vero l’assunto in base al quale la Chiesa Cattolica attuale è emanazione di Cristo   (nonostante, come visto poco fa, la cosa sia almeno discutibile), per dimostrare che questo genera degli assurdi, che sarà, tutto sommato, facile trovare.

Supponiamo quindi, almeno per il momento, che “realmente” vi sia stata una successione di Papi, “senza interruzione” (sarà proprio questa “interruzione” di cui parleremo a breve), che da Cristo ha portato sino a noi. E supponiamo anche possibile, nonostante quanto visto sopra, che “Realmente” Cristo abbia voluto fondare una Chiesa come struttura.

Le intenzioni, come spesso accade, non corrispondono a quella che è davvero la realtà delle cose. In fondo, tutti gli Stati, almeno quelli cosiddetti “democratici”, dovrebbero essere “emanazioni dal basso”: di fatto, dovrebbero rispondere a delle esigenze, da parte delle persone, di darsi una necessaria struttura e organizzazione.

Poi, però, il “contatto” con le persone viene perso, e queste strutture divengono “pachidermi” ben poco gestibili. Che, solo sulla carta, rimangono emanazioni “dal basso”, ma che, nella realtà dei fatti, non lo sono più.

Chi, però, viene emanato “dal basso” (mediante, ad esempio, delle elezioni), si trova imprigionato in strutture nelle quali potrà fare ben poco, pur con tutte le migliori intenzioni.

Lo Stato Italiano dimostra molto bene quanto detto poco fa: è stato almeno emanato “dal basso”, almeno entro certi limiti (poi l’Unità d’Italia non è stato certo un fenomeno “a furor di popolo”, nono stante questo venga fatto credere!) con una Costituzione che pare attribuire potere “dal basso”. Tuttavia, è davvero tale? Il Potere, leggendo l’Articolo 1 della Costituzione Italiana, appartiene, secondo i suoi intenti, “al Popolo”. Tuttavia, è davvero così? Direi di no!

I cosiddetti “Stati Sovrani” sono, sovente, quanto di più lontano ci possa essere dalla volontà popolare. I casi sono svariati, nella Storia. Uno di questi è il Sud Tirolo, che, personalmente, non voglio chiamare “Alto Adige”. Si tratta di un territorio passato dall’Austria all’Italia. Un territorio di fatto ancora austriaco, dove l’Italia è vista come una forzatura.

E qualcuno si stupisce perché, qui, le persone vogliono parlare tedesco: è legittimamente la loro lingua!

Ancora, ricordiamo tutte le occupazioni dei Paesi come le Americhe, dove, negli Stati Uniti, è stato sterminato addirittura un Popolo meraviglioso, quello dei Nativi Americani, facendo poi passare gli sterminati come “i cattivi” (vedi epopea Western), e gli sterminatori come “Una grande Democrazia”.

A parte tutte le invasioni e le dominazioni, anche le cosiddette “Democrazie” hanno sovente perso questa “emanazione dal basso”, che rimane solo sulla carta.

L’Unione Europea è un altro esempio di tutto questo: ben lungi dall’essere un’Europa dei Popoli, è un qualcosa di nato “a tavolino” per interessi economici e commerciali.

Buona parte degli Stati sono strutture “dall’alto”, che passano ben al di sopra e al di là delle volontà dei Popoli, e piuttosto esprimono volontà molto particolari di Poteri Economici e Politici, ben lontani dai Popoli stessi. Dove il voto che viene dato dai Cittadini è solo un pro forma: lo stesso Padre Alex Zanotelli diceva che le decisioni sono prese dalle Elite Industriali e finanziarie, mentre le persone credono, votando, di essere libere: ma non è così.

Supponendo, quindi, anche anche per la Chiesa Cattolica sia così, e sia “davvero” emanazione di Cristo, vediamo che questa, ieri come oggi, ha espresso ed esprime qualcosa di ben lontano da quello spirito di “amicizia” che dovrebbe, almeno sulla carta, caratterizzarla. Diventando qualcosa che sicuramente esclude, e che, altrettanto sicuramente, non sempre accoglie.

Eppure, molti continuano a vederla come la continuazione dell’opera di Cristo. È sicuramente questo che ha permesso a questa struttura di continuare ad esistere, nonostante quello che questa struttura ha fatto nei secoli. Qualsiasi altra struttura, per crimini ben inferiori a quelli della Chiesa Cattolica, sarebbe non solo già (stata) terminata, ma sarebbe già stata sottoposta a innumerevoli processi per Crimini contro l’Umanità: diverse strutture lo sono state per molto meno!

Invece, la Chiesa Cattolica non solo non è mai andata incontro a processi per Crimini contro l’Umanità, ma, nonostante questi, ormai evidenti, Crimini, non solo continua ad esistere, ma continua ad essere amata e venerata.

Il simbolo supera il vero significato e il valore di qualcosa: vi sono diversi esempi in merito

Quello della Chiesa è uno dei casi in cui il simbolo, in questo caso indicato dal fatto di essere “diretta continuazione dell’Opera di Cristo” ha la meglio sui peggiori crimini che questa struttura ha compiuto.

È uno dei casi, quindi, in cui il simbolo ha la prevalenza su quella che è la realtà delle cose.

Un po’ come il fatto di mangiare pane bianco, che, così’ facendo, perde tutto o quasi il suo nutrimento: il simbolo del bianco contro il nero, quindi del candore contro l’oscurità, ha avuto e ha il sopravvento su qualsiasi motivo salutistico, e, in nome di questo simbolo, si toglie al cibo il suo nutrimento, perché questo nutrimento, la crusca, è scuro. E così, raffinando la farina, si elimina dal grano il germe e l’endosperma, mantenendo solo il glutine.

Per la Chiesa Cattolica vige qualcosa di simile: il simbolo dell’essere “diretta emanazione di Cristo” ha avuto e ha il sopravvento sui crimini che questa struttura ha compiuto. Il Papa stesso viene definito “Il Vicario di Cristo”, vale a dire “colui che agisce in nome di Cristo”.

I fatti smentiscono pienamente questa idea: basta vedere cosa questi Papi hanno fatto nei secoli, e cosa questa struttura, “in nome di Cristo” ha fatto nel corso della Storia, seminando terrore nel Mondo e nelle persone.

Tuttavia, il simbolo, quello per cui, comunque, quella struttura è “emanazione di Cristo”, ha la meglio su tutto. Anche sull’evidenza storica, come accade spesso con i simboli che, come tali, forniscono subito un significato, superando qualsiasi attività logica. Un’attività logica che basterebbe per capire cosa questa struttura ha fatto nel secoli, decretandone non solo la fine, ma aprendo processi, come dicevo, per ripetuti crimini contro l’Umanità. Cosa che non accade, e non è mai accaduto.

Proprio questa “identificazione” con l’opera di Cristo ha fatto e fa sì che anche persone avversate da questa Chiesa (vedremo poi come questo accada piuttosto spesso) continuino ad amarla, proprio perché vedono il “simbolo” più che il dato di fatto oggettivo, vale a dire le persecuzioni che la rendono, come ho detto, forse la struttura nella Storia che ha commesso i peggiori crimini contro l’Umanità.

La vittoria del simbolo sull’evidenza, tuttavia, permette a questa struttura di esistere e di essere amata e riverita.

Possiamo identificare un momento in cui si è verificato il definitivo “strappo” tra la “Chiesa come amicizia in Cristo” e la “Chiesa come Potere”? Sicuramente sì!

Tuttavia, questa struttura, anche considerando la citata successione dei Papi da Pietro in avanti,  è “davvero” l’emanazione di Cristo? “Davvero” i Pontefici sono “Vicari di Cristo”? O c’è stato un momento, un ben preciso momento storico, in cui questo, andando oltre la naturale degenerazione accennata in precedenza, ha cessato di essere?

Abbiamo già visto poco fa come anche il fatto che Cristo volesse “davvero” fondare una struttura gerarchica come la Chiesa Cattolica è sicuramente da discutere, se non falso. Probabilmente, come visto, il suo scopo era solo nominare un successore e fondare una Comunità. Che poi si è data delle regole, come appare anche ovvio.

Tuttavia, forse, in passato, un’emanazione di Cristo nella Chiesa, era, almeno in parte, visibile, almeno nei primi secoli del Cristianesimo. Infatti, i primi Cristiani erano perseguitati, e si riunivano spesso in luoghi nascosti. In città come Roma, ad esempio, si riunivano nelle Catacombe, perché lì non potevano essere visti.

Questo dice che, almeno all’inizio, la Chiesa poteva essere “davvero” un’emanazione delle persone. Almeno, lo era sulla carta. Questa Chiesa appariva in buona parte limpida e genuina, ed era ancora, sotto molti aspetti, manifestava bellezza e slancio di amicizia e di amore, riflesso di quello di Cristo.

Poi, però, a parte la naturale degenerazione, di cui parlavo poco fa, è avvenuto qualcosa che ha cambiato tutto, e che ha fatto sì che questa struttura fosse esclusivamente l’emanazione di un Potere, che poco aveva a che fare con lo spirito di amicizia che dovrebbe caratterizzarla.

Questo momento è stato (almeno così io l’ho identificato) il già altre volte citato Concilio di Nicea del 325 d.C. Di fatto, nonostante ve ne siano stati degli altri, questo Concilio ha dato origine “ufficialmente” a quella che chiamiamo “Chiesa Cattolica”. Infatti, è stato il primo Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica.

Insomma: anche se, prima di questo Concilio, c’erano stati altri Papi (esattamente 32), qui inizia “davvero” quella che possiamo chiamare “Chiesa Cattolica”.

Fin qui niente di strano: qualsiasi organizzazione estesa deve darsi una struttura. Quelli che, invece, vanno considerati, sono gli “scopi” di questo Concilio: non di certo la costituzione di una struttura, bensì la creazione di una Religione di Stato, che servisse a Costantino, il quale aveva indetto questo Concilio,  per poter gestire un Impero, che era esteso dalla Tunisia alla Scozia, senza alcun mezzo per farlo, almeno paragonabile ai mezzi telematici attuali.

“Ufficialmente”, questo Concilio era stato convocato per combattere l’Arianesimo: tuttavia, il vero scopo di questo Concilio era, a tutti gli effetti, “formulare” una Religione di Stato.

Il Cristianesimo che è uscito da quel Concilio, quindi, non aveva quasi più nulla dell’originale messaggio di Cristo: era un Cristianesimo, di fatto, “costruito” ad uso e consumo del Potere, per mantenere e rinforzare il Potere stesso.

Quello che più conta, tuttavia, è che, da quel momento, questa idea della Chiesa come “diretta discendenza di Cristo” si è completamente rotta. Gli orientali direbbero che “si è interrotto il lignaggio”. Da quel momento in poi, il Papa è stato ben lontano dall’essere “Vicario di Cristo”, visto che i Conclavi, in molti casi, erano diventati spartizioni di Potere tra Famiglie Altolocate, o mezzi per permettere di rinsaldare i rapporti tra la Chiesa e il Potere Politico.

Insomma: di quella che era la Chiesa come espressione diretta dell’amicizia in Cristo, per dirla alla Don Luigi Epicoco, la Chiesa Cattolica non ha avuto più nulla. Come potrebbe essere, infatti, considerato “Vicario di Cristo” una persona la cui nomina deriva solo da giochi di Potere?

Non solo: da quel momento in poi questa struttura è diventata persecutrice di tutto ciò che minava il suo Potere. Dove, quindi, non poteva arrivare con la paura di una dannazione eterna, con la “spada di Damocle” del “peccato mortale”, arrivava con la persecuzione, con lo sterminio, con la distruzione.

Nel mio articolo sulle Eresie ho parlato di questi stermini di movimenti come quello dei Catari. Che sono solo un esempio delle distruzioni che questa struttura, nei secoli, ha portato avanti, e che ho descritto in quell’articolo.

Eppure… questa “rottura” non appare direttamente. Appare, comunque, un’intenzione solo “politica” del Concilio di Nicea.

Con situazioni sicuramente “controverse”. Vediamo di capirci qualcosa di più!

Il “cambio di passo” dell’atteggiamento della Chiesa Cattolica dopo il Concilio di Nicea mostra chiaramente come questo Concilio abbia segnato una “rottura” con l’insegnamento di Cristo, portando la Chiesa ad essere solo una struttura di Potere, che di spirituale, almeno come Magistero, ha avuto ben poco.

Eppure, questa rottura, almeno “ufficialmente”, non appare. Se osserviamo la citata “Lista dei Papi”, vediamo che, durante il Concilio di Nicea, era Papa Silvestro I, poi proclamato Santo. È un Santo che ricordiamo molto bene, in quanto è il Santo del 31 dicembre, ultimo giorno dell’anno.

Il Pontificato di Silvestro I è durato dal 31 gennaio 314 al 31 dicembre 335, quindi quasi 22 anni.

Alcuni affermano anche che nell’Arianesimo , combattuto dal Concilio di Nicea, era contenuto il vero insegnamento di Cristo.

Probabilmente, in ogni caso, a Costantino le dispute teologiche interessavano poco: il problema è che l’Arianesimo, in qualche modo, minava la stabilità politica dell’Impero.

Costantino, però, cambiò idea sull’Arianesimo molto rapidamente, al punto, di fatto, di “abbracciarne” la dottrina.

Nel giro di pochi anni, infatti, l’esilio dei Vescovi Ariani fu revocato. Lo stesso Ario fu riammesso a corte, e fu così capace di convincere Costantino della bontà della sua dottrina che l’Imperatore condannò all’esilio Atanasio di Alessandria, forte oppositore dell’Arianesimo, e volle come Consigliere Imperiale l’ariano Eusebio di Nicomedia, che lo battezzò in punto di morte.

Quindi, Costantino avrebbe indetto un Concilio, quello di Nicea, per combattere qualcosa che poi appare avere abbracciato, diventando di fatto egli stesso un fautore dell’Arianesimo.

Un qualcosa di sicuramente “dubbio”, che va a dimostrare come gli scopi di Nicea fossero, alla fine, altri. Un Concilio, insomma, indetto solo per avere una Religione di Stato. Una Religione che, a quanto pare, lo stesso Costantino non avrebbe poi seguito, divenendo, come dicevo, a tutti gli effetti seguace dell’Arianesimo, e avendo, come visto, un ariano come consigliere.

Comunque, il “cambio di passo” della Chiesa Cattolica, da quel Concilio in avanti, appare piuttosto evidente. E lo “strappo” tra una Chiesa come Magistero e una Chiesa come “Comunità unita in Cristo” sarà sempre più evidente nel tempo a venire.

La “Chiesa dal basso”, spesso ostacolata da quella dall’alto

O “inglobata” per scopi personali e di Potere. Non è così difficile analizzare come questo meccanismo di “inglobamento” è messo in atto

Tuttavia, in questa struttura sicuramente triste e ben poco conforme all’insegnamento di Cristo, sono nate e nascono espressioni spirituali bellissime, dove davvero si crea una bellissima amicizia al loro interno. E dove, davvero, si può toccare con mano quella “Chiesa come Amicizia” di cui si parlava prima.

Spesso, il Potere Centrale è spesso intervenuto per reprimere queste espressioni luminose. Questo laddove non poteva controllarle direttamente. Gli esempio citati in passato sono solo alcuni dei numerosi casi in cui la Chiesa come Magistero è intervenuta reprimendo, stigmatizzando, lanciando anatemi e così via.

In altri casi, invece, la Chiesa ha inglobato e riconosciuto, ha inserito dentro di sé, come ho anche evidenziato nel mio ultimo articolo per questo giornale. Vale a dire, alcuni di questo Movimenti, ogni volta che la Chiesa stessa ha appurato, magari con lunghi interrogatori, che questi erano, in qualche modo, controllabili, li ha riconosciuti e, di conseguenza, inglobati nel suo Magistero.

Per molti fondatori e dirigenti di questi Gruppi, l’essere riconosciuti dalla Chiesa è stata ed una delle massime aspirazioni, uno degli obiettivi da raggiungere.

Vedremo come, invece, questa sia tutt’altro che una cosa a cui tendere, e come, invece, proprio questo “riconoscimento”, che significa anche “inglobamento”, permetterà alla Chiesa Cattolica di utilizzare questi Gruppi, e i loro relativi slanci luminosi e creativi, in maniera strumentale.

Per poterlo capire, basta osservare, come già accennavo prima, che a molti è “sfuggito” che, ormai, da dopo il Concilio di Nicea, la cui vicenda, come visto poco fa, non  aveva alcuna funzione spirituale (Costantino avrebbe, come visto poco fa, indetto un Concilio nel quale è stato condannato l’Arianesimo, dottrina poi abbracciata da Costantino, al punto da nominare suo consigliere un Ariano), questa Chiesa non rappresenta più nulla di quell’espressione di “Amicizia” che dovrebbe caratterizzarla, e piuttosto rappresenta solo un’espressione di Potere: un potere spesso, almeno in passato, portato avanti con violenza, e più di recente portato avanti attraverso lo stigmatizzare tutto ciò che, in qualche maniera, mina il Potere stesso.

Sfuggendo questo, per molti, che magari osservano solo la  Lista dei Papi della Chiesa Cattolica, vedendovi apparente continuità da Pietro in avanti, questa Chiesa continua a rimanere la diretta continuazione dell’opera di Cristo, e il Papa continua a rimanere il “Vicario di Cristo”, successore diretto da Pietro.

Questo fatto, purtroppo, pone un’identificazione tra le due Chiese, ci cui parlavo prima: quella “dal basso”, che prende forma attraverso quelle belle aggregazioni in Cristo che ancor oggi sono presenti, e quella “dall’alto”, che esprime solo una forma di Potere.

Questa identificazione, come dicevo, fa sì che questa Chiesa, invece che essere processata per Crimini contro l’Umanità, contro la Cultura e contro i diritti umani, possa continuare ad esistere, e ad essere amata e riverita.

Come già dicevo in un mio precedente articolo, laddove questa struttura vede che non può controllare, che quelle idee, quelle strutture gli sfuggirebbero dalle mani, le stigmatizza, e interviene, oggi non più con la forza e la violenza, come in passato, ma con una violenza diversa: vale a dire, apostrofando negativamente, come nei casi di Anthony De Mello, e in alcuni casi lanciando scomuniche, come nei casi di Don Mario Mazzoleni e Tissa Balasuriya. Nel mio citato articolo sulle Eresie avevo menzionato entrambi.

Quando, invece, questa Chiesa valuta che può controllare questi Gruppi, allora li riconosce.

Avendo fissato un’identificazione, una continuità da Cristo ad oggi, senza interruzioni, questo riconoscimento gioca però a suo favore, e non di certo a favore del Gruppo. Infatti, soprattutto nel caso di Gruppi luminosi e vitali, fissando l’identificazione tra “Chiesa dal basso” e “Chiesa dall’alto”, è facile per questa struttura convincere le persone che l’unico modo per vivere appieno queste strutture è l’accettazione dei Dogmi e dei Precetti del Magistero Cattolico. L’identificazione di cui parlavo, infatti, si chiamerebbe matematicamente “se e solo se”, quindi “equivalenza logica”. Insomma, riconoscendo questi gruppi, ed avendo fissato un’identificazione, la Chiesa come Magistero, quindi quella “dall’alto”, fa passare l’idea, e non ha nemmeno bisogno di farla passare, visto che per moli è implicita, che, senza il riconoscimento e l’accettazione di tutte le richieste del Magistero, in termini di vita e di comportamento, l’appartenenza a quel Gruppo, quella “amicizia”, non è possibile.

Così facendo, la Chiesa come Magistero “recupera” persone che, attraverso quell’esperienza luminosa e molto bella,  finiranno per accettare pedissequamente i dogmi del Magistero, vedendoli come l’unico modo per vivere appieno quell’esperienza.

Posso fare un esempio con le citate, in altri momenti, “Cellule di Evangelizzazione”, fondate dal compianto, e sicuramente notevole, Don Pigi Perini, che aveva operato presso la Chiesa di Sant’Eustorgio a Milano.

Mi è capitato di frequentarne una di queste, essendo stato invitato a prenderne parte dal suo responsabile. Vi ho trovato un ambiente molto bello, aperto, che realizzava pienamente quella “Chiesa come Amicizia” di cui parlavo prima. Un ambiente dove ho potuto liberamente esprimere la mia visione spirituale, sicuramente non strettamente “Cristiano Cattolica”. Ho anche regalato al responsabile di questa cellula alcuni miei libri di argomento spirituale. Su uno di questi mi aveva anche chiesto qualcosa.

Insomma: un ambiente aperto, accogliente, che mostra come l’amicizia in Cristo, per dirla con un linguaggio cristiano, prenda qui forma e si possa toccare con mano, anche al di là delle singole visioni spirituali.

Il Movimento delle Cellule di Evangelizzazione è stato ufficialmente riconosciuto dal Magistero Cattolico il 2 aprile 2009, sotto il Pontificato di Benedetto XVI, anche se il Decreto Definitivo di approvazione è stato emesso il 15 aprile 2015, sotto l’attuale Pontificato.

Questo, di fatto, “ingloba” questo Movimento nella “Chiesa dall’alto”, in qualche modo “limitandolo”.

Infatti, un Movimento di questo tipo, con questa apertura, potrebbe facilmente prendere un cammino “autonomo”, almeno in qualcuna di queste cellule, sparse in tutto il Mondo, soprattutto nelle zone più “lontane” dai grandi Centri Urbani.

Con il riconoscimento, la Chiesa Cattolica potrà controllare la Leadership, in modo che questo non avvenga.

Quello che però accade, in questo caso, è direi più sottile, meno immediatamente comprensibile. E nasce soprattutto dall’interiorità della persona. Questo rappresenta un “caso particolare” di quanto dicevo poco fa.

Infatti, come dicevo, la Chiesa come Magistero è ancora comunemente vista come emanazione diretta dell’opera di Cristo, e il Papa come “Vicario di Cristo”.

Quindi, la Chiesa dall’Alto e quella dal Basso sono identificate.

Di conseguenza, quando una persona entra in una di queste strutture, senza che nessuno lo voglia e lo spinga a farlo (questo è importante da notare: all’interno di molti di questi gruppi, e almeno in quello citato,  non vi è alcuna costrizione), la persona potrebbe, pensando all’analogia di cui parlavo, percepire che, entrando in una di queste strutture, di fatto “entra” nella Chiesa come Magistero. Di conseguenza, per poter vivere pienamente questa esperienza, potrebbe percepire che deve anche di conseguenza accettare tutte le indicazioni del Magistero stesso.

Insomma: con Gruppi di questo tipo, il Magistero, in qualche modo, recupera persone, che, entrando poi in un discorso ecclesiale, si troveranno spinti a seguire i Dogmi del Magistero.

Attraverso la luminosità, che rimarrà tale, e attraverso l’identificazione tra le “due Chiese”, la persona si troverà, in qualche modo, portata quindi a seguire quello che, altrimenti, non avrebbe seguito. O , addirittura, a seguirlo senza quasi accorgersene, quasi in maniera “automatica”.

Movimenti Cristiani nati “dal basso” e “degenerati verso l’alto”

e Movimenti che il Magistero ha tentato di “sopprimere”: l’espressione di “Comunione e Liberazione”, dove, ad un certo livello, il centro di tutto apparivano Politica e Potere, e quello del Movimento dei Focolari, sicuramente “scomodo” per la Chiesa Cattolica

I Movimenti Cristiani sono nati tutti, o almeno la maggior parte di questi, sostanzialmente, “dal basso”. Nella maggior parte dei casi, questi sono stati, e sono, espressione di quell’amicizia di cui parlavo in precedenza. Così come gli eventi da loro creati.

Anche Movimenti Cattolici quali Comunione e Liberazione, sono nati come “Chiesa dal basso”. Lo stesso fondatore, Don Luigi Giussani, che avevo avuto modo di incontrare quando frequentavo questo Movimento, negli anni delle Scuole Superiori, parlava di Movimento come di un’Amicizia.

Tuttavia, mentre alle Scuole Superiori, in Gioventù Studentesca (GS), avevo trovato un ambiente bello e accogliente, all’Università, nel CLU (Comunione e Liberazione Universitari) avevo trovato già una “degenerazione” verso il politico. Che “ribaltava” le intenzioni. Infatti, se nelle intenzioni la Politica era un modo per portare avanti un’amicizia, nei fatti appariva il contrario: l’Amicizia diventava un pretesto per portare alla Politica, che diveniva il Centro. E, se osserviamo l’opera di Politici come Roberto Formigoni, “emanazione” del Movimento di Comunione e Liberazione (anche a me ai tempi sembrava portasse avanti ideali di valore), comprendiamo molto bene tutto ciò. E comprendiamo come, qui, il Centro non fosse l’Amicizia ma la Politica e il Potere Politico: tutto sommato, l’amicizia appariva, purtroppo, come un bel “paravento” per nascondere altro. Anche se, nelle intenzioni, e forse in diversi membri del Movimento, questa idea di amicizia continuava ad esistere, e in GS, dove il “candore” era sicuramente maggiore, si percepiva questa idea di slancio entusiastico, bastava però il Potere per fare svanire tutto questo. E il caso del citato Formigoni lo dimostra mo,to bene. 

Anche eventi come il Meeting di Rimini, dove viene dichiarato che è nato da un’Amicizia, e dove le immagini che lo illustrano sembrano affermarlo, sono finanziati e sponsorizzati da diverse multinazionali tutt’altro che etiche.

E qui senza “scomodare” la Chiesa dall’altro. Anche se quest’ultima, essendo strettamente collegata al Potere, senza alcuna attinenza con lo slancio spirituale dal basso, potrebbe avere avuto influenza nella degenerazione delle intenzioni di questo Movimento.

Comunque, dall’Università in poi avevo trovato, nel citato CLU, un Gruppo dove l’Amicizia era, apparentemente, un pretesto per appoggiare il Potere esistente, e confermare una sorta di “Status Quo”.

Un discorso a parte credo meriti il Movimento dei Focolari, i cui membri sono noti spesso con il nome di “Focolarini”. Il Movimento era stato fondato nel 1943, a Trento, da Chiara Lubich (all’anagrafe Silvia Lubich).

Consiglio, a tal proposito, la visione del film per la TV “Chiara Lubich – l’Amore vince tutto”, che potete vedere in streaming, cliccando sul titolo del film. Il film, seppure con gli ovvi adattamenti scenici, mostra secondo me molto bene come la nascita del Movimento fosse davvero arrivata da un’amicizia che legava delle ragazze le quali, a Trento, durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutavano chi ne aveva bisogno, ritrovando in questo la possibilità di vivere l’insegnamento del Vangelo.

Il Movimento dei Focolari è, forse, tra i più “Ecumenici” della Chiesa Cattolica. Infatti, al suo interno si possono trovare anche persone di altre Confessioni Cristiane, se non addirittura di altre Confessioni Spirituali. Uno dei libri forse più interessanti, legato alla vita della sua fondatrice, che si intitola proprio “Chiara”, è stato scritto da Edwin Robertson, un Pastore Battista: la Chiesa Battista è una delle Chiese Riformate, nate negli Stati Uniti e spesso associata alla Chiesa Metodista e alla Chiesa Valdese, in qualche modo simili alla Chiesa Battista, anche se con alcune differenze, non così irrilevanti. Comunque, non è il luogo per parlare di questo: era solo per dare un’idea più generale.

Chiara Lubich era anche molto amica di Nikkyo Niwano, fondatore della “Rissho Kosei Kai” (qui il suo sito ufficiale in inglese), una delle Scuole derivanti dagli insegnamenti del Monaco Giapponese Nichiren (1222-1282). Infatti, notizie su questa Scuola Buddhista si trovano anche sul sito di “Città Nuova”, il Gruppo Editoriale del Movimento dei Focolari, ed il nome della loro principale rivista. Sul sito si parla anche della collaborazione tra Nikkyo Niwano e Chiara Lubich.

Io avevo avuto occasione di partecipare, a Bergamo, nell’estate del 1983, ad un evento del Movimento dei Focolari, detto “Mariapoli” (Città di Maria). Nel momento finale, quello delle testimonianze, aveva parlato una ragazza Cristiana Metodista, che aveva partecipato all’evento.

Si tratta, quindi, di un Movimento dalla grande apertura.

Un Movimento di questo tipo, senza dubbio, è difficilmente controllabile dalle “Chiesa dall’alto”, che sicuramente vedeva in questa apertura, e in generale nelle modalità del Movimento, un pericolo per sé stessa, o, almeno, vedeva in questo Movimento qualcosa che le sarebbe “sfuggito di mano”. E, di conseguenza, ha cercato di fermarlo, anche se in maniera piuttosto “subdola”

Il film citato mostra molto bene il modo. Infatti, nel film, si vede come Chiara Lubich, la sua fondatrice, sia stata sottoposta ad un vero e proprio “processo” , iniziato nel 1951, e durato circa due anni. Il processo era stato messo in atto, nemmeno a dirlo, dal San’Uffizio, l’Inquisizione, divenuta poi, come detto, la Congregazione per la Dottrina della Fede, e in epoca recente il Dicastero per la Dottrina della Fede. Il film inizia proprio con questo processo, ed è tutto, o quasi, sviluppato all’interno del racconto fatto da Chiara davanti al Sant’Uffizio.

Al termine di questo processo, decisamente “inquisitorio”, era stata posta una condizione: che Chiara Lubich lasciasse il Movimento e ogni incarico al suo interno.

La motivazione che era stata data era che si voleva verificare se il Movimento fosse opera di Dio, e non di Chiara Lubich.

Ovviamente, questa motivazione non aveva senso, e credo sia facile capirlo: la sua assurdità è decisamente palese, anche per il fatto che, se la scintilla divina è in noi, la differenza tra “opera di Dio” e “opera nostra” non esiste, essendo anche le nostre azioni, quando siamo “collegati” con la nostra vera essenza, fatte mediante la scintilla divina, e quindi “opera di Dio”.

Il motivo era ovviamente un altro: la Chiesa come Magistero sperava che, senza la sua fondatrice e anima principale, il Movimento si sarebbe “dissolto”, eliminando così un  qualcosa difficilmente controllabile per il Magistero stesso.

Questo poi non è accaduto: non, ovviamente, come dimostrazione che il Movimento fosse opera di Dio, ma perché, probabilmente, Chiara Lubich aveva verosimilmente trovato dei buoni collaboratori, in grado comunque di gestire al meglio il Movimento, anche in sua assenza. Il Movimento ha rischiato però la soppressione in diverse occasioni, ed è stato, di fatto, “salvato” da Papa Giovanni XXIII, il quale l’aveva “pre approvato” nel 1963, e da Papa Paolo VI, il quale l’avrebbe ufficialmente approvato nel 1965.

Nel film, l’attrice Cristiana Capotondi, che interpreta Chiara Lubich, mostra molto bene quella che doveva essere stata la sua disperazione per dover lasciare il Movimento che con tanto amore aveva creato e fatto crescere.

In fondo, però, la “Chiesa dall’alto” pare goda nell’infliggere dolore e sofferenza, in nome di chissà quale “espiazione” di chissà quali “peccati”. Questo pone ancora una volta una grande separazione tra la “Chiesa dal basso”, dove invece il tema dominante è la gioia, e quella “dall’alto”, dove lo scopo pare sia infliggere sofferenza: casi come quello delle Case Magdalene in Irlanda lo dimostrano molto bene. Ne parla il Film “Magdalene”, del regista scozzese Peter Mullan, che avevo menzionato nel mio ultimo articolo per questo giornale.

Anche il Sacerdozio, in alcuni casi, può essere visto come una “Chiesa dal basso”, come un qualcosa che nasce da un’Amicizia, che poi diventa totale dedizione alla Spiritualità e alla Comunità. Questo è stato sicuramente vero per diversi Sacerdoti, almeno ascoltando le loro dichiarazioni.

Tuttavia, anche questo viene poi “strumentalizzato” dalla Chiesa dall’Alto, visto che un Sacerdote dovrà seguire pedissequamente i dogmi della Chiesa Cattolica, pena sanzioni o addirittura, come nei casi citati in precedenza, la scomunica.

A questo punto, cosa aspettarsi per il futuro?

Tutto è aperto, come spesso accade con il divenire!

A questo punto, credo sia abbastanza evidente che vi sono due Chiese: una dal basso, che porta avanti bellezza e gioia, e una dall’alto, che invece porta aventi dogmi miranti solo al consolidamento del proprio Potere e della propria ricchezza.

Qualcuno, ora, potrebbe ancora pensare che la “Chiesa dall’alto” sia l’espressione e la codifica formale di quell’amicizia espressa da quella dal basso. Se qualcuno rientra in questa condizione, lo invito a leggere i Documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede (come detto, ora Dicastero per la Dottrina della Fede), con il loro tono perentorio, categorico, accusatorio. E a pensare se un tono di questo tipo si possa accordare con quella “gioiosa amicizia in Cristo” che scaturisce dal basso. Non sarà difficile rispondere negativamente.

L’ovvia risposta negativa  afferma chiaramente che, da Nicea in poi (ho mostrato prima come questo Concilio sia stato decisamente “controverso”), si è creato un chiaro “strappo” tra le due Chiese. E anche che quella dall’alto ha utilizzato gli impulsi gioiosi dal basso come strumentalizzazione, ad uso esclusivo del suo Potere e del suo controllo sulle persone.

A questo punto, quale futuro aspettarsi? Ormai lo “strappo” del Concilio di Nicea è avvenuto 1700 anni fa: non credo che sarà così facile ricucirlo, anche se nulla è impossibile: sempre, però, che lo si voglia fare.

Da quanto appare, il vecchio Magistero sta oggi, lentamente, declinando, anche se rimarrà attivo ancora per diverso tempo. Ma i segni del declino ci sono.

In compenso, la Chiesa “dal basso” è ancora attiva, o addirittura in crescita, con esperienze interessanti e aperte.

Un’amica, nota divulgatrice Spirituale, diceva che, secondo lei, la Chiesa attuale finirà, e vi sarà la vera Chiesa di Cristo.

Si può auspicare un futuro di questo tipo? Forse. E forse sarà proprio la Chiesa dal basso” che darà lo slancio per questo nuovo cambiamento. Con il messaggio di Cristo che, finalmente, senza l’ostacolo di una struttura che ha solo finalità di Potere, potrà esprimere davvero la sua profonda bellezza.

Oppure sarà la Chiesa stessa attuale a trasformarsi, come con alcuni grandi Papi, tra cui credo si debba doverosamente citare Giovanni XXIII, sembra stia avvenendo, e di cui qualche segnale già c’è, anche sul tono di alcuni recenti Documenti del citato Dicastero per la Dottrina della Fede, sicuramente, almeno un po’, dai toni più “morbidi” di quelli di qualche decennio fa?

Tutto è possibile. Per sapere cosa accadrà basta attendere. Il tempo, e la sua rapida evoluzione, ci porterà le risposte.

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