Giornalisti e propaganda politica: propongo l’istituzione dell’Ordine Nazionale degli Opinionisti…

Giornalisti e propaganda politica: propongo l’istituzione dell’Ordine Nazionale degli Opinionisti…

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Nel 2004 l’allora presidente della Rai, la giornalista Lucia Annunziata, presentò le sue dimissioni dalla TV di Stato.

Accadde durante il 57mo esecutivo della Repubblica Italiana e il premier era Silvio Berlusconi.

Il seguente documento è relativo alla notizia che, all’epoca, fu pubblicata anche sul sito ufficiale della FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana – che contiene anche il testo della lettera di dimissioni:

https://www.fnsi.it/rai-il-presidente-lucia-annunziata-si-e-dimessa-il-cda-e-stato-trasformato-in-una-buca-delle-lettere-serventi-longhi-piena-solidarieta-allannunziata-costretta-ad-andarsene-siddi-no-a-cda-smart-basta-con-larroganza-dei-partiti

A 19 anni di distanza ecco che la Annunziata torna a dimettersi. Il motivo è per caso legato a motivi contrattuali non onorati, ai diritti di noi giornalisti, oppure alla mancanza di libertà di informazione e al fatto che l’Italia è sì risalita quest’anno nella classifica mondiale, ma siamo sempre al 41mo posto, non tra i primi, come si può evincere dall’analisi pubblicata recentemetne e visibile nel seguente documento:

Macché: il motivo delle dimissioni di Lucia Annunziata sono legate al fatto di “Non condividere nulla dell’operato del governo”, riferendosi all’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni.

Due sole considerazioni: la Annunziata non è stata informata del fatto che la professione di giornalista corrisponde a informare e non a condividere o meno l’operato del governo in carica? La seconda considerazione è talmente palese da esser quasi inutile da sollevare ma lo faccio ugualmente: la Annunziata è anche allergica alla democratica possibilità che al governo possa essere eletto a premier un leader di centro-destra?

Maria Luisa Busi: altra famosa dimissionaria durante il governo Berlusconi IV

Altro caso eclatante fu quello della collega Maria Luisa Busi, che nel 2010 affisse la propria lettera di dimissioni sul muro della redazione del TG1.

Il caso fece parecchio rumore: ecco una delle notizie dell’epoca e anche un video con le dichiarazioni della giornalista

https://www.repubblica.it/politica/2010/05/21/news/busi_lettera-4240290/

La Busi rientrò al TG1 grazie all’incarico che il direttore Mario Orfeo le assegnò per poi assumere il ruolo di vice direttrice del TG1 a partire dal 5 ottobre 2016 (Durante il governo Renzi…)

Propongo l’istituzione dell’Ordine Nazionale degli Opinionisti

Una cosa importante: il punto fondamentale NON è rappresentato dal fatto che le due colleghe si siano dimesse durante governi di centro-destra. Il centro della questione è un altro: possiamo avere le nostre opinioni personali, ma tali devono restare e non possono tracimare dal personale alla vita professionale. Altrimenti si deve assumere un ruolo diverso, quello di opinionista e non più di giornalista, che ha – ribadisco – il compito di far emergere ciò che accade, di narrare le situazioni, di investigare, di scrivere il resoconto fedele degli accadimenti di cronaca.

Si pensi, allora, a istituire l’Ordine Nazionale degli Opinionisti e certi colleghi trasferiscano la loro iscrizione dall’Ordine dei Giornalisti al nuovo Ente e non se ne parli più.

Pochi anni fa, il collega Vittorio Feltri con cui stavo pranzando, mentre discorrevamo di cose relative alla nostra professione mi disse: “Lo sai, noi ormai siamo diventati opinionisti”. Con la sincerità che mi contraddistingue e che lui, lo so bene, ha sempre apprezzato, gli risposi subito: “Voi siete diventati opinionisti, io resto e rimarrò una giornalista”.

So perfettamente di pagare il fatto di voler, a tutti i costi, restare fedele alla scelta professionale che feci tanti anni fa, quella di informare e non di sciorinare le mie opinioni personali ai lettori. Ognuno sceglie secondo il proprio sentire, ci mancherebbe. La cosa che appare notevolmente bizzarra, a mio parere, è che in Italia guadagna molto di più chi sciorina opinioni personali rispetto a chi desidera informare la popolazione.

Evidentemente è la popolazione a preferire le opinioni all’informazione e anche questo va rispettato…

Il pluralismo sociale

Ciò che manca, ormai da anni, è il pluralismo. Non solo in televisione quanto a livello socialee quando esso viene a mancare, manca il fondamento di ogni regime democratico.

Un documento interessante da leggere è questo:

Conclusioni

Sappiamo tutti molto bene come, a partire dal 2020, molte cose siano sfacciatamente cambiate in ambito giornalistico e televisivo.

Non possiamo prenderci in giro: gli anni della pandemia hanno dato modo ai governi di stroncare il rispetto nei confronti dei telespettatori e dei lettori, che sono – non va mai dimenticato – contribuenti ed elettori.

Il sodalizio, già precario da ben prima dell’esplosione della pandemia, tra popolazione e politica, è crollato miseramente, giorno dopo giorno, di fronte a dichiarazioni pubbliche di questo genere e tenore: per non dimenticare…

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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