Miracoli: cosa sono davvero e perché avvengono

Miracoli: cosa sono davvero e perché avvengono

Editoriale di Sergio Ragaini

I miracoli: situazioni apparentemente inspiegabili, che avvengono soprattutto in determinati luoghi e che, molti, attribuiscono a fonte divina.

Tuttavia, mi sento di non considerare questa possibilità, almeno espressa in questo modo: l’idea di una divinità “discriminatoria”, che compie miracoli in maniera discriminante, a suo piacimento, per cause a noi ignote, personalmente mi sembra addirittura “irritante”.

In questo articolo tento una visione, direi nuova, che parte da come siamo fatti, e dalle possibilità della materia di modificarsi e trasformarsi.

Su tutto questo si innesca il miracolo, che avviene soprattutto, come ci si può aspettare, in determinati luoghi e in determinate circostanze.

Ovviamente, non si esclude l’intervento di un’energia cosiddetta “superiore”: questa, però, è sempre recepita da noi, e siamo comunque noi che la utilizziamo, cambiando il nostro corpo, e orientandolo al benessere.

I miracoli: un tema che si sente menzionare spesso, soprattutto in determinati luoghi e momenti.

In alcuni luoghi spirituali, in particolare di apparizione mariana, come Lourdes, Medjugorje, Fatima e altri ancora, le guarigioni cosiddette “miracolose” sono molte E, sovente, quando ci si reca in questi luoghi, vediamo diverse immaginette e simboli che mostrano grazie ricevute dalle persone.

Per molti fedeli, accettare una cosa di questi genere è assolutamente normale: viene accettata in maniera, di fatto, “dogmatica”, senza porsi domande.

Chi, invece, come è, appartiene alla categorie dei cosiddetti “Ricercatori Spirituali”, senza una connotazione religiosa specifica, e che, già da qualche tempo, fa di questi fenomeni un oggetto di studio, si pone qualche domanda. Cercando, in qualche modo, di dipanare quel “velo di mistero” che questi fenomeni portano con sé, considerando, piuttosto, il “Mistero” come qualcosa da svelare, da indagare, e non come qualcosa che non si può svelare, che è imperscrutabile.

Solitamente, indagando un Mistero, si scoprono anche delle possibilità in più per le nostre vite, che aprono nuovi orizzonti, sicuramente di grande bellezza.

Proviamo, quindi, a porci qualche domanda in merito: sicuramente, ne usciranno cose interessanti, che potrebbero cambiare le nostre prospettive esistenziali, facendoci capire che siamo molto, molto di più di quanto crediamo di essere.

Apprestiamoci, quindi, a compiere una sorta di “viaggio”, che ci porterà a scoprire come siamo fatti, e che la possibilità di “riplasmare” la nostra materia è molto superiore a quello che molti di voi credono.

Innanzitutto, la prima cosa su cui ci interroghiamo è cosa sia un Miracolo. Di fatto, è qualcosa che avviene, e che, in qualche modo, “sfugge” alle Leggi Fisiche che conosciamo abitualmente.

Prima che il “periodo epidemico” iniziasse, proprio alle sue porte, il 23 febbraio 2020, tenevo una Conferenza ad un Convegno su “Il Ponte tra Scienza e Spiritualità”, del quale ero anche tra gli organizzatori (o, meglio lo erano delle Associazioni di cui facevo parte). La Conferenza aveva come tema “I Paradossi della Fisica”. La potete trovare a questo indirizzo.

In questa Conferenza volevo mostrare come nella Fisica vi siamo dei fenomeni che, seppure avvengono, e si possono osservare, sfuggono a quella che noi chiameremmo “logica”. Tra questi l’effetto tunnel, secondo il quale delle particelle superano una barriera di energia giudicata “insormontabile”, e l’Entanglement Quantistico, in base al quale due particelle, messe a contatto e poi separate, si scambiano informazioni da qualsiasi parte dello Spazio, in tempo reale: senza, quindi, essere soggette ai limiti imposti dalla Teoria della Relatività.

Grazie però all’effetto tunnel noi abbiamo apparecchiature, come i cellulari, che lo utilizzano. Quindi, non solo questi paradossi sono del tutto “tangibili” e verificabili, ma addirittura, su di questi si implementano delle tecnologie. Per quanto riguarda l’entanglement, il Computer Quantistico si basa proprio sul paradosso che un Bit, unità di misura base dell’informatica, possa avere simultaneamente due valori… finché non lo si guarda! Avevo parlato di questo argomento in un mio articolo per la rivista “Karmanews”. L’articolo è del settembre 2018.

Quindi, il paradosso è “di casa” nella nostra vita!

Questi fenomeni, in un certo senso, potrebbero essere molto vicini ai cosiddetti “miracoli”: infatti, avvengono anche se non dovrebbero avvenire: ma avvengono.

Nella stessa categoria possiamo inserire anche tutti quei fenomeni che chiamiamo “Paranormali”. Di fatto, questi sono dei “miracoli”: avvengono anche se non dovrebbero avvenire.

Da alcuni anni faccio parte del Consiglio Direttivo dell’”Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica” (AISM), tra le più antiche Associazioni Italiane che studiano il Paranormale. Si occupa, oltre che di studio, di sperimentazione, di divulgazione e di organizzazione Conferenze e Convegni. Per informazioni sull’Associazione, e sulle sue attività, potete consultare il suo sito Web.

Riguardo ai fenomeni cosiddetti “Paranormali”, spesso la mentalità “Scientista”, ben lontana da quella vera “Scientifica”, che porta all’indagine e alla conoscenza, giunge alla negazione di questi, anche se avvengono, perché non sono inquadrabili in parametri che vengono definiti come usuali. Pare proprio di trovarsi come ai tempi dell’Abiura di Galileo Galilei, quando qualcuno affermava che credeva maggiormente a quello che dicono i Testi Sacri (naturalmente interpretati a modo loro) piuttosto che a quello che appariva dal telescopio.

La situazione è la stessa: determinati fenomeni avvengono, e tuttavia vengono negati, perché non rientrano nei parametri della cosiddetta “Scienza”: una scienza ben poco “scientifica”. Il periodo appena trascorso ha offerto un triste “campionario” di questa presunta “scienza non scienza”.

Tuttavia, come direbbe Galileo Galilei, “eppur si muove”. E, quindi, spazio allo studio di questi fenomeni che, se indagati, potranno dirci davvero molto su di noi e su chi davvero siamo.

Passare da questo ai miracoli non è così difficile: in fondo, i miracoli sono eventi che non dovrebbero avvenire, ma avvengono. E il fatto che avvengano è facilmente dimostrabile e documentabile.

Come dicevo, secondo una persona che “crede nel Dogma”, qualcuno di esterno lo compie in maniera diretta e consapevole.

Tuttavia, per uno studioso, una simile possibilità si può smentire facilmente, o almeno si può provare a farlo. Infatti, come si potrebbe pensare che un Dio sia discriminatorio, vale a dire che faccia un miracolo a qualcuno e a qualcun altro no? Non è ovviamente credibile! Ance perché ci sono persone che soffrono e non ricevono miracoli! E magari si “umiliano” davanti a questo Essere onnipotente, che potrebbe agire senza alcuno sforzo (se ha un potere infinito, qualsiasi azione gli richiede uno sforzo infinitesimo) e che, pure, non fa nulla.

D’accordo, chi crede nel Dogma e nel Mistero accetta tutto come “parte di un misterioso disegno divino”. Tuttavia, per uno studioso, un’ipotesi di questo tipo è non solo inaccettabile, ma anche irritante. Quindi, meglio indagare con mente lucida e cuore aperto: forse giungeranno delle opzioni che apriranno davvero nuovi orizzonti.

Innanzitutto, abbiamo visto che miracolo e paradosso sono quasi sinonimi. O, meglio, la parola “miracolo” indica soprattutto qualcosa che è legato all’interiorità della persona, mentre “paradosso” indica piuttosto qualcosa di esterno alla persona stessa. Anche se, nel Vangelo, si parlava di “Miracoli” anche, ad esempio, nel caso dell’acqua tramutata in vino, nell’episodio delle “Nozze di Cana” (Vedi Giovanni, Capitolo 2). Anche su questo si potrebbe indagare, per capire cosa è davvero accaduto in quel momento, e se sia, piuttosto, solo qualcosa di simbolico. Lo stesso nel caso della resurrezione di Lazzaro, che potrebbe essere solo un simbolo, visto che il Dio Horus dell’Antico Egitto ha resuscitato Al-Azar, simile anche nel nome. E questo potrebbe “orientarci” sul significato simbolico di tutto questo.

In questi casi, il “Cattolico Fervente” non si pone domande, e vede in questo la “mano di Dio”. Cosa che può essere accettata, almeno entro certi limiti: considerando, però, che questo Dio deve agire nelle Leggi della Materia, e non al di fuori, e che, quindi, la sua azione si deve poter, in qualche modo, spiegare: anche se questo non vuole necessariamente dire che la spiegazione sia possibile ora. Tuttavia, prima o poi dovrebbe poter arrivare.

Consideriamo ora la materia, come noi la conosciamo: la scopriamo molto “pronta” a ricevere miracoli, o addirittura a “farne”. Infatti, se consideriamo gli atomi di cui noi siamo composti, e come questi sono fatti, vediamo che, assimilando le dimensioni del nucleo di un atomo ad una palla da tennis, l’elettrone sarebbe lontano circa 20 metri. E questo nel modello classico: in quello “quantistico”, dove le orbite sono in realtà “orbitali” (sull’argomento, qui si potrà trovare una spiegazione più “tecnica”), che sono, di fatto, solo delle probabilità, questa distanza può essere ancora maggiore.

Quindi, ci troviamo di fronte a della materia “vuota”, che in realtà noi percepiamo come piena. E questo ci porterebbe a dire che, in fondo, la realtà che percepiamo è davvero illusione: è davvero un “velo di Maya”, per dirla secondo la cultura Vedica.

Inoltre, se è vero che, nel corpo fisico, l’entropia, che indica il grado di ordine o disordine molecolare all’interno della materia, è sempre in aumento, e questo ci dice perché la “freccia del tempo” punta in una sola direzione, e quindi il tempo scorre solo “in avanti”, è anche vero che, nei cosiddetti “corpi sottili”, di cui ho parlato anche in altri articoli, l’entropia è negativa, quindi tutto è virtualmente reversibile.

Quindi, sia la componente “fisica” del nostro corpo, che quella “sottile”, sono del tutto aperte al miracolo.

Nel caso della morte, tuttavia, questo processo appare irreversibile. Anche nelle Filosofie Orientali, che vedo molto vicine alla Fisica Moderna, il distacco dei Corpi Sottili dal Corpo Fisico appare senza possibilità di ritorno. Anche se, esperienze come le cosiddette “NDE”, acronimo di “Near of Death Experiences” (Esperienze di Pre morte), dimostrano che, se il distacco non è “totale”, una certa “reversibilità” esiste. Sui fenomeni NDE è interessante il lavoro dell’olandese Pim Van Lommel, il quale è arrivato alla coscienza spirituale proprio studiando questi fenomeni.

Di queste esperienze si è occupata anche la citata Associazione Italiana Scientifica di Metapsischica.

Comunque, quando il distacco è definitivo il fenomeno appare irreversibile. Non a caso, in Oriente, quando una persona muore si dice “Ha lasciato il corpo fisico”. Anche nei detti popolari si dice, sovente, che a tutto c’è rimedio: l’unica cosa a cui non c’è rimedio è la morte.

Non c’è rimedio, almeno, in questo corpo fisico: se consideriamo, però, il corpo come qualcosa di più allargato, la morte significa solo “lasciare il corpo fisico”, appunto. Le esperienze di NDE hanno ampiamente dimostrato, direi, che la coscienza non risiede solo nel cervello fisico, e che quindi può proseguire anche al di fuori del corpo stesso. Per poi prendere altri corpi, e vivere altre avventure nella materia. I nostri corpi sottili, quindi, sono la somma di molte vite, e non solo di questa. Ad ogni vita le informazioni sono “trasferite” nel Corpo Fisico, e nel nostro DNA.

Tuttavia, per il momento rimaniamo nel corpo fisico. Dove abbiamo visto che la reversibilità è molto maggiore di quanto si possa credere. Aggiungiamo, a tutto questo, che il DNA riceve informazioni anche “in entrata”, a differenza di quello che si credeva, a mo di dogma, sino a qualche decennio fa. L’Epigenetica ha dimostrato a tutti gli effetti che quello che si credeva fosse “DNA spazzatura”, vale a dire la parte del DNA che non codifica, è quello che in realtà permette il cambiamento, e la modifica di quello che siamo.

Troppo spesso pensiamo l’Uomo come una sorta di macchina, che non è in grado di ripararsi da sola. Invece, abbiamo la possibilità di ripararci da soli. E questa possibilità di “auto riparazione” è molto maggiore di quanto noi crediamo. Non a caso, esistono delle cellule virtualmente “non sane” che sanno ripararsi. Inoltre, noi abbiamo una cosa, nel nostro corpo, che si chiama “Sistema Immunitario”, fatto per farci rimanere virtualmente sani. Anche quando siamo malati, quindi un’adeguata reazione immunitaria ci fa tornare in salute. Anche se occorre accettare i segnali del corpo, quali la febbre, che quasi sempre sono segnali di guarigione, e non di malattia. Segnali che, purtroppo, vengono invece interpretati, troppo spesso, come di malessere, e di conseguenza la febbre viene abbassata, anche quando non è pericolosa (di massima, la febbre si può tenere sino a 38,5-39°C), con prodotti quali la Tachipirina (Paracetamolo), principio attivo che abbassa il Glutatione, il più potente antinfiammatorio naturale del nostro organismo, aumentando di conseguenza il livello infiammatorio dell’organismo e ritardando la guarigione.

Credo che le caratteristiche illustrate sinora facciano capire che la possibilità di “invertire” situazioni considerate “irreversibili” è molto maggiore di quanto si possa credere.

Quindi, gridare necessariamente al “miracolo” spesso può addirittura apparire fuori luogo: noi non siamo macchine, e quindi abbiamo la possibilità di auto ripararci, e questa può essere più semplice di quanto si possa pensare.

La Medicina Allopatica parte spesso dall’idea che l’uomo è una macchina, e che quindi non può auto ripararsi. Mentre il Mondo Olistico dà alla possibilità di auto riparazione dell’uomo molte più possibilità. Anche perché, appunto, se consideriamo il Corpo Fisico come parte di qualcosa di più esteso, la possibilità di “invertire” processi e fenomeni considerati altrimenti “irreversibili” è del tutto aperta, esattamente come si può invertire l’entropia di un Sistema semplicemente “aprendolo”: nel caso dell’Universo, il modo per farlo sarebbe inserirlo in un Sistema come quello a “Universi Paralleli”, dove l’Universo diverrebbe solo uno dei tanti. Questo discorso, però, ci porterebbe fuori tema: quindi lasciamolo solo in accenno. 

Non a caso, la parola “inguaribile” può essere anche interpretata, oltre che come “non guaribile”, anche come “guaribile da dentro”.

Abbiamo quindi facilmente “aperto” la porta al cosiddetto “miracolo”. Tuttavia, esistono luoghi e situazioni in cui questi “miracoli” sono più frequenti che in altri. Come dicevo, sono stato di recente a Medjugorje, e lì i miracoli sono piuttosto frequenti.

Come mai, quindi, in determinati luoghi possono avvenire questi miracoli? Come già detto, mi sento di escludere che davvero ci sia una divinità che li compie, almeno in maniera “diretta” e “consapevole” (vale a dire, compiendo un atto consapevole di guarigione). Non me ne voglia chi, in questo momento, per genuina fede, crede sia così: non voglio in alcun modo ledere le sue convinzioni: tuttavia, come accennavo, l’idea di un Dio discriminante, che per scopi personali guarisce qualcuno, e lascia morire altri, magari tra atroci sofferenze, mi risulta irritante. Quindi preferisco lasciarla stare. Chi la vuole abbracciare, considerando quel Dio, comunque “, “buono e misericordioso”, faccia pure: per quanto mi riguarda non lo farò.

Quindi, perché in luoghi come Medjugorje, Lourdes, Fatima e altri ancora, avvengono questi miracoli?

Come visto, il nostro corpo ha tutte le possibilità di innescare questi miracoli. Come nel caso della combustione, però, avere un combustibile non vuol dire avere un incendio o un qualcosa di combusto: per passare dalla sua energia potenziale all’energia tangibile, sia essa termina meccanica, elettromagnetica o altro ancora (l’Energia ha anche molte forme ancora del tutto ignote), occorre una “scintilla”, qualcosa che metta in moto in processo che rende quell’energia potenziale (quindi solo virtualmente utilizzabile), in qualche modo, energia effettivamente utilizzata.

La possibilità di autoguarirsi, di cambiare la materia, che esiste nel nostro corpo, ha quindi bisogno di una “miccia” per diventare effettiva: quella “miccia” è quel determinato luogo.

Luoghi come Medjugorje hanno qualcosa di speciale, questo lo vediamo molto bene: e io, che ci sono stato, posso confermarlo. Cosa questo “speciale” sia, resta da definire. In fondo, i luoghi di apparizione mariana sono luoghi particolari, al punto che l’acqua che sgorga lì cambia la sua configurazione molecolare, come dicevo in un mio articolo per la già citata rivista “Karmanews”. Quindi, quei luoghi sono luoghi che hanno sicuramente delle particolarità rispetto ad altri luoghi. Questo potrebbe innescare quei fenomeni, dentro di noi, che provocano quelle che si chiamano “guarigioni miracolose”.

Resta da stabilire se queste guarigioni avvengono quando la persona è da sola, oppure anche l’effetto comunitario ha il suoi peso in tutto ciò. In effetti, sono propenso a considerare la seconda opzione. Anche in maniera allargata: l’energia della preghiera, della devozione, rimane comunque in quei luoghi. Quando, a Medjugorje, ero stato ad un’adorazione eucaristica, mi era addirittura difficile, se non impossibile, stare davanti, per il livello di energia, davvero altissimo, presente in quella Chiesa. In una messa, nel Santuario di Tihaljina, a circa 25 km da Medjugorje,  alcune persone sono addirittura svenute: probabilmente non reggevano il livello di energia.

Ecco: questo “livello di energia” può innescare nella persona quella “miccia” che trasforma la potenziale possibilità di autoguarigione e di modificazione della materia in qualcosa di effettivo, realizzando quello che si definisce “Miracolo”.

Poi, ci può essere anche una fonte “esterna” che aiuta la sua realizzazione. L’energia divina, in quei luoghi, è lì, molto potente, molto intensa. Quindi, qualcuno, dotato del giusto “ricevitore” interiore, riesce a riceverla, attuando così la sua capacità trasformatrice.

Tuttavia, è la persona che sceglie di riceverla, anche se inconsciamente, non è sicuramente l’energia (almeno non credo), che sceglie quella persona. Altrimenti, sarebbe un’energia “discriminatoria”, cosa che mi sembra davvero lontano da qualcosa di “divino”. Tuttavia, è in teoria possibile che ci siano dei motivi “karmici” per cui un’energia entri in qualcuno e non in qualcun altro. Questo è possibile e, comunque, meno “misterioso” di un Dio che sceglie in maniera volontariamente arbitraria, a noi incomprensibile. Almeno il Karma è qualcosa che noi stessi generiamo, che non ci è noto ma che è lì, generato da noi stessi. Meglio che accettare un “mistero insondabile”: per qualcuno può essere bello, ma non è nel mio stile. Ed è anche per questo che apprezzo molto le Filosofie come quella Buddhista (ovviamente quella vera): si tende a spiegare tutto, invece che porre dei “Misteri Insondabili” in maniera quasi continua. E questo è, sicuramente, affine al mio spirito di ricercatore spirituale, portato ad indagare piuttosto che ad accettare passivamente dei Misteri Insondabili, senza nemmeno porsi domande.

Credo di avere dato, almeno spero, una qualche spiegazione in più a questi fenomeni. E auspico che, ora, appaiano meno incomprensibili, anche se un certo “alone di mistero” continua ad avvolgerli. Tuttavia, è bello così: alone di mistero significa possibilità di indagine e di ricerca. Ed è bello spingersi ad indagare e ricercare: questo è, credo, il nostro scopo nell’esistenza.

I cosiddetti “miracoli”, credo davvero, mostrano la nostra grandissima capacità di auto ripararci. In fondo, non ci auto ripariamo anche perché crediamo di non poterlo fare. E determinati luoghi, attraverso l’idea di un Dio che possa guarirci, fanno sorgere in noi la coscienza che possiamo auto guarirci, che siamo di più di quello che crediamo di essere: anche se trasferiamo questa coscienza su un Dio che compie le azioni per noi. Ma va bene così: in fondo, è sempre un modo per permettere (e forse “permetterci”) di raggiungere cose altrimenti non raggiungibili.

Luoghi come quelli citati permettono alla persona di esprimere il meglio di sé: infatti, nei giorni trascorsi a Medjugorje, non ho sentito una sola sirena di ambulanza: segno che le persone, lì, a parte le possibili slogature nelle salite o discese dai due monti sacri Podbrdo e Krizevac, stanno bene. Perché vi è qualcosa di speciale, come dicevo, e questo qualcosa porta a tornare e tornare, anche molte volte.

Forse, il nostro vero modo di essere è quello che esprimiamo in quei luoghi: quello che esprimiamo qui, nelle nostre città di residenza, è un sé represso da una vita che non è la “nostra” vera vita.

Dal momento in cui noi esprimiamo quello che davvero siamo il miracolo è lì, davanti a noi. E aspetta solo di esprimersi, di essere afferrato. Per manifestarsi in tutta la sua bellezza. E cambiare la nostra vita. Che è essa stessa un meraviglioso miracolo.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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