Quanti morti fanno una strage?

Quanti morti fanno una strage?

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Siamo qui a tirar somme, tristi somme del risultato di circa tre anni di situazioni complesse, mi riferisco all’esplosione di una pandemia che non è una novità per l’umanità, sia chiaro, solo che i moderni e potenti mezzi messi a disposizione dai nuovi Dèi, coloro che tengono le redini mondiali delle tecnologia informatiche e mediatiche, stavolta hanno permesso una diffusione planetaria degli accadimenti.

Questo non corrisponde a una corretta diffusione planetaria delle informazioni, ovviamente, intendo semplicemente dire che ai tempi della Spagnola o della Peste, gli esseri umani erano ignari di ciò che stesse accadendo, contemporaneamente, fuori dai confini del paese natìo.

Detto questo, passiamo al ragionamento centrale: quanti morti fanno una strage?…

Non esiste un numero politico per determinare una strage

Come molti di voi sanno, sono la giornalista investigativa che dall’inizio del 2020 si è preoccupata di realizzare la prima inchiesta – indipendente ci tengo a ribadirlo – su questa pandemia di recente generazione.

La prima puntata della mia inchiesta fu pubblicata il 20 Marzo del 2020 (ecco il link di accesso a quella prima puntata – Indagine sul Covid19 parte I – Nel mondo si parla di diffusione attraverso l’acqua, in Italia no) mentre la più recente è stata pubblicata il 20 Settembre 2022, ma nel mezzo ho realizzato anche diverse puntate in video, pubblicate sul canale YouTube di Gli Scomunicati, la testata che stai leggendo, che ho fondato e dirigo ormai da 17 anni.

Troverai tutte le puntate accedendo da questo link; inchiesta sulla pandemia di Emilia Urso Anfuso – 2020/2022

Ho voluto iniziare con queste informazioni affinché chi mi avesse “scoperta” oggi o da poco, può comprendere meglio chi sono.

Torniamo al tema centrale: esiste un numero politico per determinare una strage? No. La risposta è NO.

Quando osservammo sgomenti gli accadimenti della prima zona rossa in italia, i decessi si verificarono con una velocità allucinante. Le sirene delle ambulanze, mi riportavano persone del territorio, non lasciavano un attimo di pace, anche mentale: la paura di ciò che stava accadendo, senza capire cosa stesse accadendo, i ricoverati in terapia intensiva, le morti, lo spavento e quelle sirene…costanti…metodiche, a stuprare il cervello e il cuore.

Morti su morti, che forse potevano essere evitate se solo si fosse ricorsi alla scienza, alla coscienza, non alle decisioni politiche, come la famosa circolare ministeriale iniziale che determinò anche come dovessero essere trattate le salme: male, dovevano esser trattate male, considerando che da un lato il documento attesta che si, una volta arrivati al decesso, anche un virus perde di pericolosità ma che importa? Bisognava NON toccare le salme, era necessario NON procedere “all’imbellettamento”, era necessario NON correre a fare esami autoptici, che non sono stati certo vietati ma che si consigliava di non fare, d’altra parte, ve le ricordate le condizioni degli ospedali in quel primo periodo? Ricoveravano la gente curandola persino nei piazzali dei parcheggi dei nosocomi…altro che trovare il modo, lo spazio e il tempo, per procedere con le utilissime autopsie…

Chi decide cosa e perché

Quei morti, quei primi decessi, tanti e senza un numero certo, verificatisi nella prima zona rossa, possiamo considerarli una strage oppure no? Chi decide cosa sia una strage, anche numericamente parlando? La politica? Quale, di quale nazione, di quale indipendente organismo stiamo parlando?

Le urne trasportate con grande risalto mediatico a bordo di mezzi militari, molte delle quali andarono disperse e i parenti impazzirono di dolore non solo per il decesso dei loro cari, quanto per la dispersione nel nulla delle urne: cremati senza nemmeno chiedere il permesso. Una strage di dolore di quelle che superano qualsiasi post-traumatico. Ma ricordate? Continuavano a dichiarare “Siamo in guerra”! …e ci mancherebbe che in guerra non ci siano stragi di morti…

Ogni morto che si poteva evitare corrisponde a una strage

Oggi è troppo facile dire “Lo avevamo capito. Lo sapevamo”! Ma che si sapeva, cosa avevate capito?

Persino io, i primissimi tempi, dovetti concentrarmi molto tra il timore di qualcosa di orrendo e il sospetto che, oltretutto, questo orrendo virus celasse anche misure non adeguate alla salute e alla dignità umana, perché è questo lo scandalo peggiore che è accaduto, sopratutto in Italia.

Quando il 31 Gennaio del 2020 Conte firmò il decreto di emergenza sanitaria, ovviamente saltai dalla sedia quando, pochi giorni dopo – il 3 febbraio – dichiarò, accanto a Speranza, che si, “Gli italiani possono condurre una vita normale”… Eh no! Come sarebbe? Da un lato era stato varato il decreto d’urgenza che confermava lo stato di emergenza sanitaria e dopo un paio di giorni, le stesse persone dichiarano “Tranquilli, va tutto bene”?

E’ così che nascono le mie inchieste, dall’osservare, ascoltare, mettere insieme tutto ciò che accade…

Quel giorno sviluppai una nuova puntata della mia inchiesta, continuai senza sosta, per tre anni circa, a confrontare dati su dati, dichiarazioni pubbliche e dati ufficiali, informazioni internazionali, documenti scientifici nazionali e internazionali, misi in correlazione ciò che accadeva all’estero e le misure intraprese in Italia, non ho lasciato nulla di intentato per ragionare, scoprire la verità, capire – anche e sopratutto per questa strage umana – cosa stesse accadendo e perché…

Si tratta di una strage non annunciata, non dico voluta, ma non annunciata in tempo. Si tratta anche di una vicenda dai troppi contorni tortuosi, dalle decisioni che potevano essere evitate e invece sono state, specialmente in Italia, prese e obbligate, comprese le frasi cattive dichiarate in TV da opinionisti e politici, compresa l’assurdità di pretendere che TUTTI, nessuno escluso, si sottoponessero all’inoculazione di un farmaco troppo innovativo per reggere la scusante che “In tempi di emergenza è necessario correre INTANTO ai ripari, poi si vedrà”…

I morti che potevano essere evitati e che ORA si ritiene che davvero potevano essere evitati se solo in Italia si fosse dato retta alla coerenza, alla voglia di instaurare un buon rapporto con la popolazione, questi morti, in quale settore politico li vogliamo mettere? Nel canale stragista? In quello degli insipienti? Nel contenitore di chi si frega le mani nottetempo, contando già il denaro che sarebbe stato guadagnato GRAZIE a un terribile terremoto?….

Non ho altro da aggiungere.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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