Il prontuario dell’autostima(*)

Il prontuario dell’autostima(*)

Consigli, idee, suggerimenti a cura del dr. Claudio Rao

L’autostima è la consapevolezza di poter contare prima di tutto su noi stessi. Essa ci permette di conoscere i nostri limiti ed essere consapevoli delle nostre potenzialità. Una buona autostima ci consente di affrontare le piccole e grandi sfide quotidiane e favorisce la fiducia in noi stessi, rendendoci meno ansiosi rispetto al futuro. Per questo è un elemento indispensabile in ogni buona pratica educativa.

In Pedagogia Clinica® l’autostima è la « Valutazione positiva delle proprie capacità. Esprime il grado di fiducia nel proprio valore e l’apprezzamento di sé stesso. È un sentimento soggettivo che deriva dalle esperienze acquisite nel percorso della vita, perché sostanziate da approvazioni, da conferme interiorizzate ed elaborate che hanno influenzato e potenziato positivamente la visione che la persona ha di sé stessa; condizione condizione psichica favorevole per un integrato sviluppo della personalità e per una reale emancipazione ».¹

Prima parte: a volte basta cambiare atteggiamento.

Avere una scarsa autostima può avere conseguenze piuttosto serie sulla nostra vita e su quella di coloro che ci sono accanto. Qualora fosse necessario, sollecitiamo l’aiuto di un professionista. A volte basta un nonnulla per sbloccare un meccanismo inceppato da un’educazione sbagliata.

Più avanziamo con gli anni, più tendiamo ad accumulare oggetti “inutili”: vestiti che non indosseremo più, regali sgraditi e relegati in soffitta, le cose che “potranno sempre esserci utili”. Tutto ciò, però, ci ingombra e ci confonde nelle nostre scelte. Allora, facciamo un po’ di pulizia una buona volta! Avremo idee più chiare e conserveremo gli oggetti veramente utili.

Per quanta buona volontà ci mettiamo, non riusciamo mai a dedicare un po’ di tempo a noi stessi, al nostro ben-essere. Nonostante i buoni propositi (mai mantenuti) non desistiamo! Un paio d’ore sarebbero l’ideale, ma cinque minuti sono già un inizio. Cos’è meglio: impiegare un mese a leggere il libro che desideriamo o non leggerlo per niente? La gratificazione dovuta a questi piccoli progressi sarà la nostra migliore motivazione a continuare.

Lo sport o comunque l’attività fisica è un potente antidoto ad ansia e depressione. Stimola la produzione di endorfine che sono – com’è noto – dotate di una potente attività analgesica ed eccitante ed aumentano la fiducia in noi stessi. Footing, bicicletta o camminata veloce sono alla portata di tutte le tasche.

Senza rischiare uno sdoppiamento di personalità, impariamo a considerarci il nostro migliore amico. Evitiamo di muoverci rimproveri autodistruttivi (Sono un incapace! Non potrò mai farcela!) e iniziamo a “parlarci” come parleremmo ad un caro e vecchio compagno di vita. Incoraggiandolo. 

Stanco, stressato, ridotto a lumicino? Forse la nostra vita è troppo carica d’impegni. Avere tante cose da fare ci stimola e ci fa sentire realizzati. Sicuro, ma fino a un certo punto! Ogni tanto è utilissimo (quando non indispensabile) fare una cernita delle nostre attività. Sono tutte assolutamente necessarie? Potremmo delegarne alcune a colleghi o conoscenti? Abbiamo tempo e modo di riflettere e calibrare ogni cosa che facciamo? O sarebbe saggio ed opportuno sfrondare un pochino il nostro planning quotidiano?

Può capitarci di formulare propositi, di costruire progetti che ci sembrano realizzabili al momento ma che il tempo e le circostanze trasformano in una missione impossibile. Incaponirci conduce allora all’insuccesso. E questo ci dà un senso d’impotenza che intacca la nostra autostima. Cerchiamo di essere pragmatici e realisti: analizziamo di nuovo la situazione ed attualizziamo i nostri progetti, adeguandoli o ricercando l’aiuto di qualcuno. Agiremo così in maniera matura e responsabile, ma soprattutto più rispettosa verso noi stessi.

Nella nostra diade le cose ci fanno sentire a disagio? Abbiamo l’impressione di non essere più liberi nelle nostre scelte o nei nostri movimenti? Percepiamo di aver dovuto rinunciare a dei piaceri, fonte del nostro benessere? Riflettiamo sul nostro modo di concepire la vita a due. Il disagio che sentiamo è un qualcosa di nostro o appartiene piuttosto al/alla nostro/a partner? La comunicazione tra noi funziona bene? In che cosa mantenere le mie abitudini danneggerebbe la nostra coppia? Non esitiamo a trovare il tempo per parlarne insieme.

Alcuni di noi sono disposti a tutto per incontrare l’amore. Perfino a frequentare ambienti e persone altrimenti infrequentabili. Accettando esperienze particolari. Abbandonare la propria routine e il proprio giro di amici e conoscenti per fare altre esperienze può essere un’esperienza interessante. Talora anche arricchente. Facendo però attenzione a non rinnegare noi stessi! Se siete un intellettuale, frequentatore abituale di musei e biblioteche, sarà difficile incontrare la vostra anima gemella in una discoteca alle tre del mattino!

Quando si è amici da una vita, è probabile che ci si affibbi dei soprannomi o dei nomignoli. Alcuni si riferiscono ad esperienze comuni, altri a una caratteristica fisica o perfino ad una manìa. Il tutto con le migliori intenzioni. Tuttavia, se ci sentiamo feriti o sminuiti, nulla ci vieta di farlo presente! Salvaguardiamo la nostra identità. Gli amici capiranno che il nostro benessere è prioritario fronte al divertimento della compagnìa.

Capire i nostri figli, grande qualità, non significa atteggiarsi come loro in vestiti, parole, opere ed omissioni! Mettersi nei loro panni restando l’adulto e il genitore che siamo ci darà rispetto e credibilità. Cose che tenderemmo a perdere scimmiottando i nostri ragazzi. Comprensione ed empatìa non necessitano di travestimenti.

Se abbiamo una brutta opinione del nostro fisico, l’ultima cosa che vorremmo è esporlo allo sguardo altrui. Eppure è proprio ciò che ci aiuterebbe! Più e meglio dello sport, l’amore e il sesso sono la chiave di vòlta per accettarci. Lo sguardo di colui o colei che ci ama e ci desidera ci restituisce quella fiducia che avevamo sabotato guardandoci allo specchio. Difficile trovarci ripugnanti quando vediamo brillare il desiderio nello sguardo altrui.

(*) Ciò che viene pubblicato in questa rubrica, in esclusiva per “Gli Scomunicati”, non può essere riprodotto senza il consenso scritto dell’autore.

¹ G. Pesci, M. Mani, “Dizionario di Pedagogia Clinica”, Armando editore, Roma, 2022.

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