Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Grande risalto viene dato dalla stampa internazionale per una questione un po’ particolare: nei cieli degli USA viene avvistato un enorme pallone.
Immediatamente, viene diffusa la notizia in tutto il mondo: si tratta di un pallone-spia cinese.
Nessuno ha usato il condizionale, tipo “Potrebbe trattarsi di un pallone-spia cinese“.
No: l’affermazione è di tipo assoluto, non esiste alcun dubbio, i cinesi spiano dall’alto gli americani.
La propaganda statunitense ai tempi della guerra tra Russia e Ucraina
Che gli States siano avvezzi a raccontare le cose a modo loro non è un mistero. Lo fanno un po’ tutti i governi, fin dalla notte dei tempi e si chiama propaganda politica. Niente di nuovo.
Il problema nasce dai metodi di propaganda politica che oggi si sceglie di utilizzare.
Ecco qua, per esempio, uno di metodi relatvi alla notizia recente che vede gli USA “trionfare” contro il “pallone-spia cinese“: costo dell’operazione? Vertiginoso, almeno a quanto dichiarano. Il solo missile avrebbe – come vedete uso il condizionale – un valore pari a 400.000 dollari: di seguito il link a una delle notizie che riporta i dati
https://www.ilmessaggero.it/mondo/pallone_spia_missile_aim_9_come_funziona-7212306.html
Nessuno che ascolti anche le replica da parte cinese: come se gli USA avessero ormai il potere su tutte le informazioni. Come se…?
Dalla pandemia nulla è più come prima
Riflettiamo su un punto: dal momento in cui scoppiò la pandemia, evidentemente scoppiò anche il caos generale sull’informazione. A tambur battente non si è notato altro se non un metodico sostegno verso le misure di governo, compresi i banchi a rotelle di azzoliniana memoria, per non parlare della campagna vaccinale resa obbligatoria per certi cittadini o l’assoluta necessità di dotarsi di un documento verde che aprisse le porte.
Ci mancò poco che senza di esso non si potesse nemmeno accedere a casa propria…
Ecco, da quel periodo in poi, la già scarsa propensione verso la trasparenza nell’informazione, che si badi bene, non dipende dalla cattiva gestione da parte dei giornalisti, quanto dai diktat imposti dai governi in carica, tutto è cambiato. In peggio.
Se prima si faceva un po’ di attenzione a non spararle troppo grosse, pena l’ottenimento della sfiducia generale da parte dei cittadini, ora non si pensa minimamente all’impatto delle notizie sulle popolazioni.
Nessun dubbio, è stata la Cina, nessun dubbio, i vaccini sono perfetti, l’elisir di lunga vita, nessun dubbio, la Russia è il male e gli USA il bene sul pianeta terra…e così via.
Siccome io baso le mie riflessioni sui dubbi, un po’ come fanno gli scienziati che non danno mai nulla per scontato o per assoluto, mi interessa conoscere il pensiero dei governo cinese su questa situazione:
Ritengo interessante anche questa analisi di Giorgio Cuscito:
Questa mancanza di dubbio, queste certezze assolute che confrontate coi fatti reali, spesso fanno acqua da tutte le parti, hanno in reatà rotto il rapporto di già poca fiducia tra le istituzioni, una parte della stampa e una fetta di cittadini: quelli che non pendono dalle dichiarazioni pubbliche e dal “L”hanno detto in TV“.
Trattare gli esseri umani da perfetti imbecilli a cui si impone di credere senza pensare, sarà pure un metodo innovativo, ma perdente.
Chi non sostiene a tutto tondo Zelensky, peste lo colga! Ha funzionato così anche durante la pandemia: se solo ci si ponevano sacrosanti dubbi scientifici, arrivava – e arriva tutt’ora – qualche opinionista ad augurare il male a chi dubita: prostatevi, chiudete gli occhi, credete.
…manco ci trovassimo di fronte al Padreterno.
La nuova democrazia assomiglia a una nuova dittatura
Sul tema della democrazia si parla ormai da tanti anni. Se ne parla, appunto, ma di fatti, in una nazione come l’Italia, si è semmai assistito a una decrescita costante.
Con la scusa della semplificazione digitale, per esempio, hanno avviato un processo che funziona più o meno così: tu, cittadino, non devi pensare. Ti semplifichiamo la vita e tu devi solo cederci totalmente la tua privacy.
Punto primo: la sicurezza e la semplificazione ci azzeccano fichi secchi. La sicurezza si ottiene finanziando i vari comparti, che invece sono sviliti da costanti tagli. La privacy ormai è sacra solo per chi è titolare di un sito o di un giornale online, per esempio, perché se non ti adegui alle troppe regole del GDPR, sei fottuto. Le multe che si rischiano fanno venire un malessere al solo pensarci.
Punto secondo: la cessione dei nostri dati è qualcosa di aberrante in qualsiasi contesto democratico. Se sai tutto di me, non vivo in un paese a regime democratico. Non è difficile da capire. Se spii tutti i cavoli miei, siamo in dittatura modello “1984” di Orwell, non diciamo castronerie.
E’ tutto confuso e nel caos che è stato creato, troppe persone perdono il filo di molte cose e ci cascano…
Conclusioni
Ho letto un tweet, oggi, che ho ricondiviso: eccolo qua
Trovo che rappresenti la sintesi perfetta di quanto siano riusciti a creare: a fronte di una maggioranza di persone ignoranti – che ignorano le cose – ecco che chi non lo è, appare pazzo.
Sei informato? Fai analisi e ricerche? Ti interessa ciò che accade intorno a te? Non sei normale… Di conseguenza, si palesa come questo sistema pretenda ignoranti a cui si possa facilmente imporre o far credere qualsiasi cosa.
E’ la conferma, qualora ve ne fosse il bisogno, del motivo per cui si spende sempre meno per la formazione e sempre di più in comparti che servono solo a controllare e gestire le popolazioni, a cominciare dal programma di digitalizzazione.
Continuate a riflettere, a pensare, a cercare, a interessarvi. Resterete lucidi e sani di mente.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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