Breve prontuario sulla manipolazione (terza parte)

Breve prontuario sulla manipolazione (terza parte)

Idee, pensieri, suggerimenti e riflessioni a cura del dr. Claudio Rao

  • Un semplice sguardo. Diversi studî dimostrano che siamo più recettivi ad una richiesta quando ci viene fatta guardandoci negli occhi. Tenderemmo infatti a ritenerla migliore e degna di fiducia.Occhio dunque al negoziante o al vostro capo che vi propongono un oggetto o degli straordinari… guardandovi dritti  negli occhi.
  • Il concorso del tatto. Lo sguardo non è l’unica “arma di persuasione”. Il contatto fisico e tattile ha ugualmente una notevole influenza sulle nostre scelte. Certi studî confermerebbero la nostra tendenza ad allungare la nostra permanenza in certi locali o a lasciare mance quando il commesso o la cameriera ci tocca l’avambraccio o il braccio durante qualche secondo. Un contatto che provocherebbe in noi una sensazione di vicinanza, di sicurezza (di cui l’altro potrebbe servirsi).
  • Lo spazio vitale. Non sempre il contatto fisico è così persuasivo. Se colui che ci tocca ci sembra troppo vicino fisicamente (mediamente meno di 50 centimetri), possiamo percepirlo come invasivo o addirittura inquietante. Anche il punto di contatto ha la sua importanza. Se braccio e avambraccio sembrano abbastanza neutri, la schiena o la mano sulla spalla sono considerati gesti più intimi e delicati.
  • Il valore di un sorriso. Il sorriso è un ponte, un legame sociale che rassicura, migliora le relazioni e tende a semplificarle. Su questa semplice intuizione, diversi psicologi hanno studiato l’immenso impatto del sorriso nella persuasione e nella manipolazione dell’altro. Più il sorriso è ampio, più è persuasivo!
  • Discernere i sorrisi. Distinguere un vero sorriso da uno falso può essere un efficace termometro per selezionare gli amici. Un sorriso autentico è relativamente corto (rapido) e coinvolge oltre alle labbra anche altri muscoli, come il contorno degli occhi Un sorriso di pura facciata, invece, dura più a lungo (esagerando, per “convincere l’interlocutore”) e resta circoscritto alla bocca. Occhi e sguardo ne restano estranei.
  • Musica maestro! Se la musica addolcisce gli ambienti, essa ha altresì una forte influenza sullo spirito umano. È stato provato che la musica nei supermercati fa aumentare le vendite! Incredibile, ma vero: una musica romantica predisporrebbe le donne a lasciare il proprio numero telefonico.
  • Il richiamo alle emozioni. Per convincere qualcuno a fare o a non fare qualcosa, è utilissimo fare appello alle emozioni che può provare: collera, paura, vergogna, colpevolezza… quando non provocarle. Molto meglio che offrire argomenti pro e contro. Un assicuratore non vi parlerà in termini di statistiche, quanto piuttosto della sua paura della crisi o delle vostre preoccupazioni per l’avvenire dei figli.
  • Posizione e posture. Durante una trattativa la posizione che assumiamo può influenzarne l’esito. Se intendiamo mostrarci complici, non sediamci di fronte ma sistemiamo la nostra sedia a 45 gradi da quella del nostro interlocutore. Questo gli trasmetterà che adottiamo un atteggiamento neutro e non dominante. Durante una riunione, facciamo sedere i nostri interlocutori lateralmente piuttosto che frontalmente.
  • Occhio ai “falsi lunatici”. Alcuni manipolatori (e seduttori) usano questa tecnica: alternano momenti di assoluta cmplicità, in cui sono disponibili e calorosi, ad altri di distacco e freddezza. Questo destabilizza la vittima che continua a relazionarsi con loro che ritornano ad essere disponibili, scusandosi dei loro sbalzi d’umore. Per poi ricominciare!
  • Il ricatto affettivo. È una delle armi preferite perchè molto efficace. Si basa sull’amore, il legame affettivo: « Se mi ami veramente… », « fallo per me ». Attenzione a non entrare in questo vero e proprio circolo vizioso dal quale è difficile uscire! Rassicurate l’altro del vostro amore e del vostro attaccamento, ma dissociate sùbito questo sentimento dalla decisione presa. Non è restando coerenti con voi stessi che l’amerete meno.
  • Bambini e manipolazione. Alcuni pargoletti possono diventare abili manipolatori. Capricci, ricatti affettivi, confronti “ad hoc”. Questi atteggiamenti possono manifestarsi a seguito di un divorzio, della nascita di un fratellino, di assenze prolungate di un genitore che favoriscono altresì il senso di colpa dell’adulto nei suoi confronti. Il genitore, allora, per scusarsi, tende ad accontentare il figlio. Questo favorisce l’atteggiamento manipolatore del bambino che, scoperta l’efficacia della tecnica, ha tendenza a reiterarla.
  • Bambino manipolatore, che fare? Per uno sviluppo armonioso ed equilibrato è indispensabile stabilire con serena chiarezza, da quando è in grado di capirle, regole e sanzioni. Questo lo rassicurerà, I genitori, poi, devono mantenere la stessa linea di comportamento fronte al bambino che altrimenti tenderà a giocare sulle faglie. Infine, non dobbiamo cedere a ricatti e capricci. Quest’ultimo punto è indispensabile, infatti cedere significa creare un pericoloso precedente al ripetersi della situazione.

(¹) Ciò che viene pubblicato in questa raccolta “Pillole”, in esclusiva per “Gli Scomunicati”, non può essere riprodotto senza il consenso scritto dell’autore.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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