Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
Il piacere del presente può nascere dalle cose più ordinarie. È sufficiente osservarlo e accoglierlo con la semplicità suggerita da Mary, conosciuta durante una formazione della National Guilde of Hypnotist. Allepoca ventisettenne, mi sorprese con la franchezza e la genuinità delle sue confidenze.
« Io prendo la vita come viene, coi suoi piaceri improvvisi. Sono spontanea e immediata; credo nel vivi e lascia vivere.
Una volta fatte le mie scelte, seguo il mio istinto, i miei desideri, la mia ispirazione del momento (citando Lévy Strauss, mi parlò di pensiero selvaggio e di “pensiero còlto). Quando ho voglia di svagarmi un pò, esco. E uscendo faccio sempre uno o due incontri interessanti. Daltra parte la gente mi sorprende continuamente! Rispondo sempre ad un sorriso con un sorriso. E siccome non ho peli sulla lingua, rispondo a tono.
Mi sembra che la gente non veda quanto la vita è affascinante. Alti e bassi fanno parte della vita, come le belle e le brutte sorprese. Il mondo è bello perchè è vario! E poi cè sempre qualcosa di piacevole in ogni circostanza. Gli aspetti che non mi piacciono delle persone che incontro, beh… li lascio scivolare nel dimenticatoio.
Ma anche gli aspetti meno chiari e gradevoli possono avere dei risvolti paradossali e divertenti! Il fatto che unamicizia o un flirt sia effimero, non toglie nulla alla sua bellezza: quello che abbiamo goduto è già un regalo di per sè! Nel romanzo della nostra vita ci sono tanti capitoli. Quando una storia finisce, giro pagina e ne inizio unaltra. Il presente è un susseguirsi di distanti che finiscono e che rinascono. Mi sento perfettamente felice nel momento che sto vivendo ».
Ci sono persone che partono alla ricerca della felicità, come degli esploratori verso mondi sconosciuti. Tuttavia, una volta trovato loscuro oggetto del desiderio, sono incapaci di abbandonarvisi. Così ricominciano la loro ricerca, in uno sterile circolo vizioso. Siffatta ricerca, basata su unidea definita e preconcetta della felicità, non lascia più alcuno spiraglio alla spontaneità, alla novità, alla sorpresa.
Per lasciarsi stupire è necessario uscire dai sentieri battuti, dalle torri davorio, dalle mura difensive che erigiamo per resistere alla novità e agli imprevisti.
Non incaponiamoci a far sì che la realtà corrisponda necessariamente ai nostri desiderî, forzandola e sforzandoci. Perchè invece non prendere in considerazione la possibilità di adattarci noi? Mettendoci in uno stato ricettivo, simile a quello descritto da Mary. La nostra natura ci espone a tutta una serie di esperienze sensoriali. I nostri sensi ci consentono di captare dettagli importanti nella nostra quotidianità. Una risata inaspettata, un incontro imprevisto con una persona particolare, un profumo che ci invita a viaggiare nel tempo, un sapore che sollecita i nostri ricordi…
La capacità di lasciarci sorprendere richiede una rinnovata attenzione al nostro corpo e la capacità di cògliere, direi istintivamente, ciò che la vita ci offre. Il che non significa abbandonare progetti ed ambizioni! Gustare la leggerezza dellattimo fuggente, può coniugarsi con la volontà di procedere in una propria direzione in maniera coerente e razionale.
Quando riusciamo ad abbandonarci ad una frivola sensazione che la vita ci offre, viviamo attimi estremamente gradevoli, capaci di ristorarci e di restituirci alle nostre attività con dinamiche rinnovate. È estremamente piacevole lasciarsi sorprendere dai piccoli particolari insignificanti che ci circondano.
Rispetto alle nostre giornate programmate al minuto-secondo, ai nostri molteplici impegni, alla nostra sfrenata corsa contro il tempo e le cose da fare, il nostro piacere passa spesso in secondo piano o viene “addomesticato” ad uso e consumo della società in cui viviamo. Così finiamo per convincerci che la realtà virtuale è più eccitante di quella reale, vissuta e percepita. Niente di più sbagliato!
Per coloro che vengono esasperati dagli imprevisti, importunati, distratti, ben venga lincepparsi di questa macina e linvito della realtà alla riflessione, a riprendere contatto con la vita vera. La capacità di distendersi, di rallentare i ritmi, di cogliere altrimenti la realtà. La straordinaria lettura di ogni situazione in chiave comica, ironica, divertente che ci inviti se non al riso, almeno al sorriso.
Saper mettere un pizzico di fantasia e creatività nelle nostre giornate, secondo lo spirito del libro « La fantaisie est un perpétuel printemps » (La fantasia è una primavera perenne) del tedesco Johann Friedrich Von Schiller di cui conosco solo ledizione in francese.
Esercitiamoci a uscire di casa con spirito nuovo e a captare tutto ciò che di sorprendente ci circonda. Cogliamo gli aspetti gioiosi della vita: un sorriso al volo, uno sguardo dintesa, un gesto di gentilezza e contraccambiamoli.
Ricordiamoci di una battuta che ci ha divertito o della scena esilarante di un film e teniamola presente nella nostra giornata. Sforziamoci di dare un tocco di originalità alle nostre azioni, un alito di poesia e osserviamo le reazioni del nostro entourage. Marcel Proust per rendere la vita sopportabile suggeriva di coltivare in noi qualche seme di follìa e Oscar Wilde riteneva che Le follìe sono le sole cose che non si rimpiangono mai.
Ricercate le stravaganze di personaggi famosi, coltivate il vostro senso dellhumor, impegnatevi a fare piccole cose che normalmente non fareste mai. Cercate dei punti di vista originali e divertenti, magari un pò strambi con cui leggere gli avvenimenti. Evitate di giudicare. Osservate la realtà con lo sguardo di un antropologo sulla natura umana.
Godetevi le vignette degli umoristi sui giornali, cercando di coglierne lo spirito. Provate vestiti, montature di occhiali più originali. Immaginate un uso insolito degli oggetti quotidiani. Ascoltate sketchs divertenti. Lasciatevi guidare dalla fantasia e sforzatevi di còglierla nelle azioni degli altri.
Esercitando il nostro sesto senso a captare il lato divertente della vita, impareremo lentamente a percepire il presente in forma nuova e diversa, capace di sorprenderci e… di sorprendere.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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