Reincarnazione o rinascita: elementi imprescindibili forse anche nel Cristianesimo

Reincarnazione o rinascita: elementi imprescindibili forse anche nel Cristianesimo

Editoriale di Sergio Ragaini

Spiritualità come il Cristianesimo paiono davvero lontane dal concetto di reincarnazione o da quello di Rinascita. Eppure, questo è vero solo in apparenza, e deriva da nostre convinzioni, ormai divenute parte di questa Spiritualità.

Ci basta andare un po’ oltre per rendersi conto che questo non è vero e che, anzi, ammettendo la Reincarnazione, il Cristianesimo diventa ancora più bello e suggestivo.

Dopo avere mostrato che, secondo me, la Reincarnazione, o Rinascita (sono due cose, come vedremo, un po’ differenti), è una prerogativa imprescindibile, per giustificare il fatto che siamo qui in questo momento, vado a mostrare che anche il Cristianesimo, in origine, ammetteva questo elemento. Un elemento che, poi, è stato prima accantonato, e poi addirittura stigmatizzato come eresia.

Tuttavia, oggi, grazie anche alla fusione che, in alcuni casi, il Cristianesimo ha avuto con alcune Spiritualità Orientali, in particolare con la Filosofia Buddhista, questo tema torna in parte in auge. E si comincia a vedere, sempre di più, che Cristianesimo e Reincarnazione sono tutt’altro che incompatibili. E, forse, riprendendo la Reincarnazione, emerge un Cristianesimo, come dicevo poco fa,  più bello e rinnovato. E più aperto alla riflessione e alla comprensione.

Quando pensiamo al Cristianesimo, pensiamo a qualcosa in cui si vive una volta sola, dopodiché vi è un’altra vita, stavolta eterna. In pratica, la vita che si vive qui è solo una preparazione alla vita eterna; o, con altre parole, una “prova” per decidere come sarà la successiva vita eterna.

Questa è la dottrina che, in qualche modo, ha attraversato le nostre vite. Almeno quelle dell’infanzia e dell’adolescenza. Mi riferisco, in particolare, alla mia generazione, quella dei giovani degli anni 80 e 90 del secolo scorso. Allora, per la propria ricerca spirituale, non esistono sicuramente tutte le opzioni che oggi esistono, alcune delle quali, purtroppo, ben lungi dall’essere così “luminose”: tuttavia, oggi il giovane, che vuole approcciarsi ad un cammino spirituale, ha diverse opzioni dalla sua.

Ai nostri tempi, invece, esisteva quasi solo l’opzione cattolica, o quella di qualche altra Chiesa Riformata, non così accessibile a noi adolescenti. Quindi, la dottrina che era a noi trasmessa, a tratti quasi “inculcata”, era quella di una vita sola, alla quale seguiva poi un giudizio, e una vita eterna, di dannazione o di salvezza.

Quand’ero piccolo, però, l’idea di reincarnazione era già stata “ventilata” nella mia mente: soltanto, era presentata soltanto come un culto orientale. Ricordo che mio padre, parlandomi di questo, mi diceva esplicitamente che, per gli Orientali, l’anima passa da un corpo all’altro, invece che “andare in cielo”.

Mi ero, ai tempi, addirittura prefigurata la possibilità che ogni persona potesse avere la sua possibilità a seconda della spiritualità che seguiva, e che quindi, realmente, ad esempio chi seguiva il Buddhismo avrebbe ritrovato la reincarnazione,e chi invece seguiva il Cristianesimo no.

Poi i tempi sono cambiati: gli anni sono passati, e con questi sono giunte altre opzioni possibili. Tra queste anche quelle delle filosofie orientali, che, in qualche modo, mi hanno aperto nuove strade. Forse per comprendere che questo tema, quello della reincarnazione, poteva essere affrontato anche nel Mondo Cristiano. E diventarne, anzi, uno dei possibili cardini.

Sono anche cominciate altre riflessioni sui rapporti tra Scienza e Spiritualità, che hanno superato di gran lunga quelle ascoltate quando si parlava di “Scienza e Fede”, riflessioni tutto sommato banali.

La parola “fede” è stata via via sostituita con quella di “consapevolezza” e quella di “ricerca”. Al punto da fare mia la frase di Giordano Bruno: “La Fede s’intende per l’istruzione di rozzi popoli, che denno esser governati, e la dimostrazione per gli contemplativi, che sanno governar sé ed altri”.

Dopo un, devo dire, allontanamento dal Mondo Cristiano, in qualche modo ho ritrovato questo, anche se da un’ottica completamente differente. Di questo “ritrovamento” parla in buona parte il mio libro: “Il Cristianesimo alla luce del Buddhismo e delle Filosofie Orientali”. In questo libro ho cercato di “illuminare” un qualcosa di dogmatico, come il Cristianesimo, in buona parte Cattolico, con la luce di una filosofia non dogmatica, come quella Buddhista. Osservando poi il risultato, che è quello che si può trovare nel libro.

Da Matematico, ho potuto comprendere che l’unico modello che getta un “ponte” tra Scienza e Spiritualità è quello della Reincarnazione. E che le Filosofie Orientali sono quelle che forniscono una visione del Mondo molto vicina alla Fisica Moderna, e al Mondo della Matematica Moderna.
Basti pensare all’analogia che ci può essere tra il concetto di “Vacuità”, espresso dal Mondo Buddhista, e quello di “Concetti vuoti di significato”, espresso dalle Assiomatiche Moderne in Matematica. Un libro sempre attuale su questo rapporto tra Scienza e Spiritualità è “Il Tao della Fisica”.

In qualche modo, questa visione delle cose ha poi “incorporato” anche il Cristianesimo, naturalmente visto sotto un’ottica completamente diversa da quella Cattolica, che mi ha aperto nuove prospettive di pensiero, e un nuovo modo di vedere anche la Spiritualità Cristiana.

La prima riflessione che il Buddhismo compie, ma in un certo senso anche la Matematica, è la cosiddetta “Legge di Causa ed Effetto”. In termini matematici questa si può definire “Teoria della Complessità”. In parole più dirette, questo vuol dire che, in termini matematici, ogni causa è effetto di un’altra causa, e ogni effetto è causa di un altro effetto. Questa catena può anche diventare multidimensionali: infatti, nel processo causa-effetto, si coinvolgono altri elementi,che daranno origine a nuove cause.

Facendo un esempio legato alla quotidianità, se una persona incontra un’altra persona, la causa è ciò che li ha fatti incontrare. Tutte le cose che quelle persone faranno assieme sono effetti di quella causa che ha permesso l’incontro. A loro volta, però, tutte le persone che quell’incontro ha fatto incontrare daranno origine ad altri effetti, e così via. Quindi, quella che a prima vista potrebbe apparire solo come una linea, diviene poi un cerchio, una sfera, un’ipersfera e così via.

Visto che ogni cosa ha cause, anche la nostra vita ha delle cause, così come i suoi eventi.

Qualcuno pone queste cause come completamente esterne a noi, e completamente incontrollabili. Non a caso, molta gente crede che gli eventi della vita “li mandi Dio”. Questo pone un generatore di cause esterne a noi, invece che, più semplicemente, un generatore di cause all’interno del Sistema stesso della nostra Vita. Cosa ben più semplice da comprendere matematicamente che affidarsi ad una sorta di Dio che fa le cose per motivazioni incomprensibili a noi.

Se tutto deve avere cause e condizioni, anche la nostra stessa vita deve averle. Quindi. La “causa prima” della nostra vita, vale a dire la nascita, deve avere una causa. Anche perché noi nasciamo con tre coordinate: luogo, tempo e background socio-culturale: queste tre coordinate determinano a tutti gli effetti la nostra esistenza, per quella che oggi è, e solo dall’incontro di queste tre coordinate con quello che noi siamo potrebbe scaturire una vita felice o meno.

Ad esempio, consideriamo un genio come Mozart: se invece che nascere nella famiglia di Leopold Mozart, che era al servizio dell’Arcivescovo di Salisburgo, fosse nato in una famiglia di contadini del basso Tirolo, non avrebbe potuto, probabilmente, mai sviluppare le sue capacità musicali, e forse nemmeno rendersi conto di averle.

Allo stesso modo, pare che la sorella di Mozart, Maria Anna, detta Nannerl, fosse anche più dotata di lui: soltanto, era donna: e a quel tempo voleva dire moltissimo! L’articolo che vi ho indicato in corrispondenza del suo nome lo spiega molto bene!

Quindi, ogni persona ha una nascita di un certo tipo. Uno può accettare che ci sia un’entità superiore che determina questa nascita. E può andare bene così. Tuttavia, questo non mi soddisfa, e mi sembra molto limitativo, se non addirittura irritante. Anche perché “urta” con il mio spirito matematico, a meno di non considerare questo Essere che decide in modo imperscrutabile delle nostre vite un assioma. Tuttavia, preferisco spostare un po’ più in là il cammino a ritroso, e cercare altre risposte. In fondo, ne parlavo anche nel maggio 2021 in questo articolo: gli assiomi diventano dogmi quando manca la consapevolezza. Ed è meglio mantenere la consapevolezza sempre viva, almeno così credo!

Quindi, anche questa nostra esistenza deve avere cause e condizioni. Quindi non può essere la prima esistenza, e soprattutto non può essere l’unica.

Il maestro Zen Thich Nhat Hanh, al quale avevo dedicato un articolo per questo giornale, a tal proposito, affermava: “Tu non sei una creazione, tu sei una manifestazione”. Questo modo di vedere le cose mi sembra perfettamente coerente con lo Spirito Scientifico: noi siamo un’essenza che perdura nel tempo, assumendo varie forme, ma rimanendo tale. Thich Nhat Hanh diceva, andando ancora oltre: “Io non sono mai nato e non sono mai morto”. La vita, quindi, non è una semiretta, che comincia ora e non finisce mai, ma una retta, senza inizio e senza fine, dove si passa solo in varie possibili manifestazioni.

Questo modello è posto molto bene dal concetto di “Corpi Sottili”. Il Buddhismo Tibetano descrive molto bene il Corpo Sottile. Questo, a tutti gli effetti, è fatto come il Corpo Fisico: soltanto, al posto delle vene ha le Nadi, nelle quali scorre il Prana, equivalente al sangue del corpo fisico. Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento può leggere la dispensa elaborata dall’esperto di Buddhismo Tibetano Aldo Franzoni: la può trovare a questo indirizzo.

Il modello a corpi sottili, addirittura, credo possa trasformare l’idea di sopravvivenza ultraterrena da un discorso fideistico ad un discorso puramente fisiologico. Ne parlavo anche in una mia conferenza, tenuta durante un convegno il cui tema era proprio “Il Ponte tra Scienza e Spiritualità”. La potete trovare a questo indirizzo. Il tema della Conferenza era proprio quello dei Paradossi della Fisica.

Il modello a Corpi Sottili è il più usato nelle Filosofie Orientali. Anche se è stato ripreso dalla cosiddetta “Medicina Vibrazionale”. Questa afferma che i Corpi Sottili sono composti da materia che vibra più velocemente della luce. Di conseguenza, l’entropia (che è quella variabile che indica lo stato di ordine o disordine di un sistema) diviene negativa, e quindi si va verso la costruzione e non verso la distruzione, verso l’ordine e non verso il disordine.

Se vi interessa l’argomento, il libro che è quasi una “bibbia” per la Medicina Vibrazionale è “Medicina Vibrazionale” di Richard Gerber, libro ora disponibile anche in lingua italiana.

Il modello a Corpi Sottili esprime molto bene anche l’idea di reincarnazione: non a caso, gli orientali, quando muore una persona, non dicono mai “è morto”, ma “ha lasciato il corpo fisico”. Secondo questo modello, la morte altro non è che il definitivo distacco dei corpi sottili dal corpo fisico. Che rimane lì, mentre i corpi sottili continuano la loro avventura.

Questo modello è il più affine anche ad un pensiero di tipo scientifico, ovviamente intendendo la Scienza come “Conoscenza”, e non come pensiero dogmatico, come oggi è intesa la Scienza, che è diventata spesso solamente un qualcosa al servizio del Grande Potere Economico.

Tutte le Tradizioni Orientali hanno i Corpi Sottili nella loro Filosofia: secondo la Filosofia Induista questi sono cinque: Fisico, Astrale, Causale, Super Causale e Divino. Secondo la Teosofia, invece, i Corpi Sottili sono sette: Fisico, Eterico Astrale, Mentale, Causale, Atmico e Buddhico.

Quando il Corpo Fisico viene lasciato, l’informazione passa nei corpi sottili.

Nel Buddhismo Tibetano non si parla di “Reincarnazione”, ma di “Rinascita”: infatti, il cosiddetto “Principio Cosciente” aiuta, in qualche modo, a “costruire” il nuovo corpo fisico: non si ha, quindi, una semplice migrazione di fatto “passiva”, ma un qualcosa di decisamente “attivo” nella costruzione di quello che sarà il nuovo corpo.

Quindi, nei Corpi Sottili “passa” tutta quell’informazione che contribuirà a costruire il nuovo corpo, e la nuova esistenza. Anche, quindi, quello che viene denominato “Karma”, che altro non è che la traccia di tutto quanto è accaduto nelle vite passate. Karma, infatti, significa “azione”. Secondo il Dalai Lama, il Karma entra nel nostro Dna. Per saperne di più sull’argomento ci viene ancora in aiuto Aldo Franzoni, con la sua dispensa, parte dell’Opera “Il Dharma del Tibet”, che potrete trovare a questo indirizzo. Per quanto, invece, riguarda il percorso dalla morte ad una nuova rinascita, sempre secondo la Tradizione Buddhista Tibetana, potete leggere, dalla stessa Opera, questa dispensa.

Quello che appare come grande differenza rispetto al Cristianesimo, almeno quello “Tradizionale”, è che qui la vita non appare essere un “Dono di Dio”, ma qualcosa che c’era già prima, e che nell’attuale esistenza assume solo una determinata manifestazione. Il citato Maestro Thich Nhat Hanh , come già ricordato, parlava proprio di nascita come inizio di una manifestazione, e di morte come la sua fine, per aprire poi ad altre manifestazioni.

Proprio seguendo la Legge di causa ed Effetto, ogni fine è solo un inizio di qualcosa d’altro, di nuovo. Non a caso Tiziano Terzani intitolava il suo ultimo libro, quello che di fatto è stato il suo testamento spirituale, “La fine è il mio inizio”, pubblicato postumo, dal quale è stato anche tratto un film, diretto dal regista tedesco Jo Baier.

Tutto quanto descritto ora potrebbe apparire in grande contrasto con il Cristianesimo e le sue prerogative. Invece non è così. Molti di voi potrebbero stupirsi nello scoprire che il Cristianesimo delle origini sosteneva la Reincarnazione. Vi sono, nel Mondo della Chiesa delle Origini, molti riferimenti che ne parlano.

I riferimenti, a tal proposito, sono molteplici, e in buona parte molto espliciti.

Possiamo citare subito Origene, noto per quella teoria detta “Origenismo”. In  base a questa Teoria, in qualche modo l’anima preesisteva all’esistenza nel corpo in cui in quel momento si trovava.

In qualche modo questo sanciva la reincarnazione. Origine era molto esplicito nelle sue dichiarazioni. Infatti aveva dichiarato che: “in quanto a sapere perché l’anima ubbidisce talvolta al male, talvolta al bene bisogna cercare le cause in una nascita anteriore alla nascita corporea attuale”.

Tra le dichiarazioni più esplicite in tal senso vi è quella di San Girolamo: “Non conviene si parli troppo delle rinascite, perché le masse non sono in grado di comprendere”.

Persino S. Agostino, nelle “Confessioni”, aveva scritto: “La mia infanzia ha forse seguito un’altra mia età, morta prima di essa? Prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo?”.

Anche nel Nuovo Testamento si trovano diversi riferimenti in merito alla Reincarnazione. Ad esempio, in Matteo, 17, 10-13 si legge: “E i discepoli gli domandarono: “Perché dunque dicono gli scribi che prima deve venire Elia?”. Ed egli, rispondendo, disse loro: “Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto; così anche il Figlio dell’uomo deve soffrire da loro. Allora i discepoli compresero che egli aveva parlato loro di Giovanni il battista”.

In Marco, 6, 14-16 si legge: “Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui». Altri invece dicevano: «È Elia»; altri dicevano ancora: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!»”.

Anche nel Vecchio Testamento, ad esempio in Giobbe 1, 21 si legge: “Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò”.

Se siete interessati ad altri riferimenti, li potrete trovare a questo indirizzo, o anche, con maggior riferimento al Vecchio e al Nuovo testamento, a questo indirizzo.

Fino al 325 d.C., parlare di reincarnazione nel Mondo Cristiano era del tutto normale. Questo elemento, come dicevo anche nel mio citato “Il Cristianesimo alla luce del Buddhismo e delle Filosofie Orientali”, non contrasta con la Resurrezione: infatti, questa non è altro che un “cambio di corpo, come la stessa Teosofia afferma. Facevo notare questo anche nel mio saggio: “Resurrezione di Cristo tra Scienza e Spiritualità”.

Anche lo stesso concetto di “Vita Eterna” non è poi così dissimile da quello di “Liberazione” della Filosofia Buddhista.

Il Cristianesimo delle Origini era diviso in diversi sottogruppi, spesso in contrasto tra di loro.

L’Imperatore Costantino, nel 313, per porre fine alle persecuzioni contro i Cristiani, emanò, nel 313 d.C. il noto Editto di Costantino, noto anche come Editto di Milano. In questo Editto si gettavano anche le basi per una Religione di Stato.

Costantino si rese però conto che, per governare un impero così vasto, che allora andava dalla Tunisia al Vallo di Adriano, in Scozia, avrebbe avuto bisogno di una “vera e propria” Religione di Stato.

Scartato il Mitraismo, forse perché troppo complesso, il Cristianesimo fu la Religione “papabile” per divenire Religione di Stato.

Occorreva però una Religione unitaria, e il più possibile semplice. Per questo motivo, Costantino riunì, nel maggio-giugno 325, i principali rappresentanti del Mondo Cristiano a Nicea, dove si tenne il noto “Concilio di Nicea”, presieduto dall’Imperatore stesso, sotto il pontificato di Silvestro I. Da qui nacque quella che chiamiamo oggi “Chiesa Cattolica”, che a tutti gli effetti può essere definita non la Chiesa di Cristo, ma la Chiesa di Costantino, avendola promossa lui stesso.

Questo Concilio, in qualche modo, stabilì diverse norme, tra cui quella del Celibato ai Religiosi. Pare anche che operò una notevole selezione sui Vangeli: infatti, dai 60 che erano, sono stati ridotti a 4 (Luca, Marco, Matteo e Giovanni).

Con l’Editto di Tessalonica (l’attuale Salonicco, in Grecia), emanato da Teodosio I, il Cristianesimo divenne a tutti gli effetti Religione di Stato. L’Editto, emanato il 27 febbraio 380, riconosce il primato religioso alle sedi Episcopali di Roma e di Alessandria d’Egitto.

Il Primo Concilio di Costantinopoli, che fu il secondo Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica, si tenne da maggio a luglio 381, e fu convocato dallo stesso Imperatore Teodosio I.

Lo scopo su quello di sconfiggere definitivamente l’Arianesimo , dottrina che nega, in qualche modo, la divinità di Gesù Cristo. Questa dottrina, già attaccata dal Concilio di Nicea, era tornata in auge grazie all’opera di Eusebio di Nicomedia, che fu per circa vent’anni vescovo di Berito (l’attuale Beirut).

Il Primo Concilio di Costantinopoli redasse anche la preghiera nota come “Credo”, detta anche Symbolum Nicaenum Costantinopolitanum (Simbolo Niceno Costantinopolitano in italiano). In questa, recitata abitualmente nelle Messe Cristiane, si sancisce il ruolo di Cristo come unigenito figlio di Dio, il valore della Chiesa Cattolica, la speranza della vita eterna.

Con questo Concilio, sicuramente, diminuì la tolleranza nei confronti di coloro i quali non professavano una Spiritualità Cristiana conforme ai dettami della Chiesa.

Questa intolleranza crebbe ulteriormente con il Concilio di Efeso del 431, convocato da Teodosio II. Lo scopo di questo Concilio fu quello di condannare il Nestorianesimo, dottrina ascritta al Vescovo di Costantinopoli Nestorio, che viene a negare la natura di Maria come “Madre di Dio”, identificandola solo come madre dell’Uomo Cristo, separando quindi le nature umana e divina di Cristo.

Si ascrive a questo Concilio anche l’introduzione della seconda parte della nota preghiera “Ave Maria”: vale a dire quella parte che recita: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte, amen”.

Questi Concili, sicuramente, hanno segnato importanti passi verso la negazione della Reincarnazione. Preghiere come il citato Credo, sicuramente, allontanano questo concetto.

Il Concilio che allontanò, comunque, definitivamente l’idea di Reincarnazione fu il Secondo Concilio di Costantinopoli. Questo Concilio, voluto dall’Imperatore Giustiniano, ebbe come scopo quello di condannare diverse eresie. Tra queste, oltre al Monofisismo, che nega la natura umana di Cristo, anche il citato Origenismo, che appunto sostiene una vita preesistente a quella attuale.

Da questo momento in poi, la Reincarnazione è divenuta a tutti gli effetti Eresia.

Va detto che, in questo Concilio, non partecipò il Papa, Virgilio, pur trovandosi a Costantinopoli.

L’excursus descritto mostra chiaramente che la Chiesa Cattolica attuale non ha assolutamente nulla di quella creata da Cristo, e piuttosto è stato qualcosa di voluto dal Sacro Romano Impero. Come abbiamo visto, infatti, i Concilio non erano indetti dai Papi, ma dagli Imperatori, che volevano così consolidare il legame tra Impero e Chiesa, riconducendo quest’ultima sempre più a strumento atto a governare. I Concili, quindi, non erano sicuramente strumenti spirituali, ma soltanto strumenti di tipo politico.

Ovviamente la Reincarnazione, che sicuramente toglie potere alla Chiesa, perché, in qualche modo, afferma che la salvezza è un destino di tutti, non un qualcosa che possiamo avere solo grazie alla Chiesa stessa, non era funzionale a tutto questo: andava quindi messa al bando, considerandola come eresia. Cosa che è anche oggi, anche se parlarne non è solitamente più motivo di scandalo: basta però, e l’ho sperimentato, a fare arricciare il naso a diversi “Cattolici ferventi”.

Personalmente, l’ho a tutti gli effetti incorporata nel Cristianesimo. Il considerarla non mi ha impedito di frequentare luoghi mariani, di recarmi in pellegrinaggio a Medjugorje e non solo, di interagire con il Mondo Cattolico, anche se non come persona che con questo Mondo compie un cammino costante.

Tuttavia, questo elemento, se non da alcune Chiese Cristiane, quali La Chiesa Cattolica Liberale (eventualmente leggere anche su Wikipedia) e la Chiesa Unitaria,  non è stato più recuperato. Anche i due Scismi principali della Chiesa, quello d’Oriente del 1054, che ha dato origine alla Chiesa Ortodossa , e quello D’Occidente del 1378-1417, e la nota Riforma Luterana, dove, il 31 ottobre 1517, il Frate Agostiniano Martin Lutero affiggeva le sue 95 tesi sul portone della Cattedrale di Wittenberg, in Germania, non hanno più recuperato la Reincarnazione: e forse non lo potevano nemmeno fare, essendo questa stata ormai “archiviata” da troppo tempo.

Tuttavia, l’avvento massiccio delle Spiritualità Orientali, alcune delle quali pure filosofie, come il Buddhismo, che come tali si fondono facilmente con quella Cristiana, hanno riportato in auge questo tema. Esistendo, ormai, gruppi che si definiscono, ad esempio, “Cristiani Buddhisti”, quali la “Buddhist Peace Fellowship”, è normale che questo tema riemerga in maniera decisa dalle ceneri del Tempo, riportando in auge il tema.

L’auspicio è che questo tema torni in auge davvero in maniera pregnante: come visto in precedenza, dal momento in cui questa fosse l’unica esistenza non avrebbe alcun senso, e sarebbe qualcosa le cui cause sarebbero totalmente “esterne” a noi.

Personalmente, come detto prima, preferisco, e mi sembra più affine ad una logica scientifica, pensare che le cause della nostra attuale vita le abbiamo poste noi stessi nel passato. O forse, in termini di Mondi paralleli, addirittura nel Futuro. E, comunque, anche questa vita sia causata da qualcosa. E che questo qualcosa dipenda ancora da noi.

Questo modo di vedere le cose apre nuovi orizzonti. Anche nel Cristianesimo. E, oltre a non snaturarne il messaggio, ne accentua la sua bellezza. Dando origine a qualcosa di nuovo, e sicuramente, a qualcosa dove noi siamo davvero protagonisti del nostro destino. Ed è decisamente bello così.

forse anche nel Cristianesimo

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