Addio a Roberto Maroni, ex Ministro ed ex Segretario della Lega

Di Chiara Farigu

Addio a Roberto Maroni, ex Ministro ed ex Segretario della Lega

‘Addio, inguaribile ottimista’, così la famiglia ha dato l’annuncio della scomparsa di Roberto Maroni, deceduto ieri notte dopo una lunga malattia.

 ‘Sto bene’, era solito ripetere a chi gli chiedeva delle sue condizioni di salute. Un modo, forse, per esorcizzare quel cancro che lo stava consumando e al quale, nonostante tutto, non voleva darla vinta.

E, attorno alla famiglia, si stringe tutta la politica italiana, oltre alla Lega, partito del quale è stato una colonna portante. Politico di lungo corso, è stato due volte ministro dell’Interno, dal 1994 al 1995, ricoprendo anche l’incarico di vicepresidente del Consiglio e dal 2008 al 2011 e ministro del Lavoro e delle Politiche sociali dal 2008 al 2011.

E ‘stato inoltre Presidente della Regione Lombardia dal 2013 al 2018.

Nativo di Varese, comincia ad occuparsi di politica da studente liceale, il suo cuore allora batte a sinistra, il partito di riferimento è Democrazia Proletaria.

Nel 1979 conosce Umberto Bossi e tra i due inizia una stretta collaborazione che porterà alla fondazione, nel 1982 della Lega Lombarda. Nell’89 partecipa poi alla fondazione della Lega Nord diventane in seguito il Segretario, carica che rivestirà sino alla nomina di Matteo Salvini.

Un sodalizio, quello con Bossi che sembrava inossidabile, dal quale ebbe dapprima un distacco e successivamente il definitivo allontanamento dopo i fatti di ‘via Bellerio’, scandalo che portò alle dimissioni di Bossi dalla carica di segretario dopo l’accusa di aver utilizzato i rimborsi elettorali per spese personali.  Quando, nel 2021, gli successe come Segretario, il suo primo atto fu quello di far togliere la scritta ‘Bossi’ dal simbolo del partito, sostituendola con Padania.

Nel 2018, decise di non ricandidarsi ‘per motivi personali’. Motivi che molti fanno risalire alla visione sempre più critica sulla gestione di quello che trovava sempre più difficile riconoscere come il partito che aveva contribuito a fondare e a rendere ‘grande’.

Nel 2011 le prime avvisaglie di una salute sempre più precaria. Sino alla comparsa di quel tumore che all’età di 67 lo portato via dalla sua famiglia e dai affetti più cari.

*Immagine tratta da Trentinonews.it

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