L’hic et nunc con i nostri figli

L’hic et nunc con i nostri figli

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao

Immergerci nel “qui ed ora” con la semplicità di un bambino grazie ai nostri figli. I giovanissimi – ad osservarli bene – sembrano avere una naturale predisposizione ad approfittare del presente, senza la necessità di rifletterci o prepararvisi. Perché non lasciarcene coinvolgere?

Victor, papà quarantatreenne, mi parlò così una volta in studio. « Ricordo un pomeriggio indimenticabile. La mia compagna aveva proposto un’uscita in famiglia, al Labirinto gigante. Nostro figlio David ne fu entusiasta. In macchina non faceva che canticchiare filastrocche musicali imparate a scuola. Arrivati, ci siamo trovati nel “labirinto delle siepi”. Al centro c’era un indizio per arrivare al giardino segreto. Così abbiamo cominciato a correre in tutte le direzioni per trovare un corridoio che ci portasse alla mèta! Ogni volta che ci trovavamo in un vicolo cieco, ci guardavamo con aria stranita e scoppiavamo in fragorose risate! Poi ripartivamo ancora più rapidamente in direzione opposta. Ci siamo talmente persi da sentirci degli avventurieri approdati su un’isola deserta che cercavano il modo di sopravvivere. Ad un certo punto ci siamo ritrovati al centro del labirinto ed abbiamo unito le nostre energie per risolvere l’enigma. Dovevamo ancora trovare il famoso giardino segreto dove c’era il “custode dei luoghi”.

Così abbiamo preso a camminare mano nella mano e a raccontarci delle storie di stregoneria cercando il sortilegio o la formula magica capace di tirarci fuori da lì. La sera quando lo abbiamo messo a letto, David non smetteva più di raccontarci la fantastica avventura che aveva vissuto quel pomeriggio! ». 

Victor, pur parlando del figlio, ha difficoltà a mantenere lo sguardo distaccato del narratore. Sembra chiaramente animato da una certa emozione. L’occhio vivo, la postura inclinata in avanti, le mani gesticolanti come a delineare il percorso; la stessa tonematica tradisce un malcelato entusiasmo infantile. Quasi a testimoniare una catàrsi della complessità adulta nell’immediata semplicità dell’infanzia.

Nei bambini, come osservavamo all’inizio, possiamo rilevare una predisposizione naturale a vivere nell’immediatezza del presente. Un nonnulla attira la loro attenzione: l’intonazione della voce, la forma di un oggetto, i colori variopinti, le piccole sensazioni epidermiche. Cose che, allo stadio infantile della vita, abbiamo tutti vissuto e conosciuto.

E se, grazie ai nostri figli e nipoti, ritrovassimo questo approccio? Una breve parentesi nelle nostre giornate così impegnate, una folata di aria fresca nella nostra quotidianità. Proviamo ad osservare la gioiosa e intensa leggerezza di un bambino sull’altalena. La sua meraviglia nel guardare verso il cielo, nello sperimentare le sensazioni che quell’attività gli offre. Oppure il vissuto di sfida e di conquista di un fanciullo che corre a perdifiato. Percepibile e perfino quasi tangibile all’attento spettatore! Non vi è la benchè minima ombra di preoccupazione nè di tristezza in momenti così intensi e pertanto fugaci.

Questa dimensione di semplicità nel cogliere gli effimeri piaceri della vita è ammirevole. La felicità pare sempre a portata di mano!

Allora, cosa aspettiamo per esplorare il mondo con loro, come se fosse la prima volta, lasciandoci permeare dalla loro magica vitalità? Nulla ci impedisce di riscoprire i piaceri infantili che abbiamo dimenticato crescendo! 

La vita è una continua scoperta per un bambino; il suo segreto per vivere intensamente il presente sta nella sua capacità di stupirsi, di meravigliarsi di tutto. Concediamoci qualche istante per osservarlo mentre esplora il suo giocattolo. I suoi occhi brillano di stupore, le sue labbra mostrano concentrazione come se volesse scoprirne i segreti. Ogni particolare, ancorchè minimo, attira la sua attenzione. Un bambino assapora il momento, lo gode attraverso i cinque sensi.

I bambini sembrano capaci di apprezzare le cose più semplici della vita. La loro capacità di meravigliarsi aumenta gli effetti della scoperta e la sensazione di piacere provato.

Percepiamo tutti, almeno a livello intuitivo, che senza i piccoli piaceri fugaci della vita la nostra esistenza s’incupisce. Allora, autorizziamoci – di tanto in tanto – ad osservare le cose con lo sguardo di un bambino! Trasformiamo nostro figlio in un coach. Prendiamolo per mano e partiamo con lui alla scoperta del mondo che ci circonda. Meravigliamoci con lui, dimenticando le spiegazioni razionali o gli insegnamenti che ci verrebbe da dargli. Concentriamoci su ciò che attira la sua attenzione. Osserviamo la sua eccitazione alla vista di una libellula che gli si posa vicino. Guardiamolo lanciare un bastoncino in un ruscello per vederlo passare sotto un ponte prima di filare via veloce sulla corrente. Cerchiamo di cogliere le sue sensazioni e ciò che questi momenti generano in noi. La magia della vita può semplicemente trovarsi in un raggio di sole che traspare dagli alberi, nel volo di un rapace sulle nostre montagne, in una coccinella che ci si posa casualmente sul dito o nella maestosa semplicità di un cielo stellato.

A cosa giocate con i vostri bambini? La questione è tutt’altro che marginale. Vivere degli istanti indimenticabili, inizia col condividere dei momenti di giocosa intimità con i propri figli e nipoti. C’è qualche gioco che piaccia ad entrambi? Perchè la finzione dell’adulto che vuole soltanto far giocare il bambino è chiaramente percepita e percepibile.

Qualche idea?

  • Fate volare un aquilone dall’alto di una collina (o sulla spiaggia).
  • Partite in “missione esplorativa” in un parco zoologico.
  • Costruite una capanna nel bosco.
  • Condividete una mappa del tesoro trovata “per caso” in una vecchia cantina o un polveroso solaio e partite alla scoperta degli oggetti o delle ghiottonerie che avevate precedentemente nascosto.
  • Andate per castagne o per pigne (per sgranocchiare i pinoli con complicità).

Spesso bastano un bastone ed un binocolo per trasformare la più banale delle passeggiate nel parco in una magica avventura naturalistica.

  • Fotografate fauna, flora o parti del paesaggio.
  • Inventatevi storie di maghi e leggende partendo da ciò che incontrate lungo la strada: la fantasia dei bambini, ricca di creature e di avventure straordinarie, non mancherà di offrirvi preziosi contribuiti.
  • Leggete insieme storie da illustrare con un disegno da offrire a parenti ed amici.

La vita con i nostri piccoli ci farà riscoprire il “fanciullino” che è in noi e ci offrirà degli istanti di benefico ristoro mentale e psicologico.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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