Inchiesta sulla pandemia – XXI puntata: intimidire i medici dubbiosi sui vaccini è deontologicamente ammissibile?

Inchiesta sulla pandemia – XXI puntata: intimidire i medici dubbiosi sui vaccini è deontologicamente ammissibile?

Inchiesta del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Anche nelle società più arretrate, quelle in cui la libertà di stampa e di pensiero vengono contrastate con ogni mezzo, non tutti si adeguano al pensiero unico. Sfruttando l’onestà intellettuale insita nel DNA, mescolata alla capacità critica, si permette un maggior equilibrio delle cose, degli accadimenti, dell’evolversi di certi fatti scandalosi.

All’inizio del 2020 l’Italia, come il resto del mondo, conobbe un evento di proporzioni tali da far saltare il cuore. L’avvento di un virus fu capace di sovvertire l’ordine di ogni cosa conosciuta, giungendo a far dimenticare a tutti il senso di molte cose.

Ammetto che durante le primissime battute mi spaventai un po’, come tutti d’altronde, ma non persi mai il lume della ragione, anzi…

Continuai a seguire febbrilmente le notizie, ma in considerazione della mia professione non mi limitai alla lettura approfondita di ogni tipo di informazione nazionale e internazionale, cercai fonti, iniziai a parlare con ricercatori, farmacologi, medici specialisti. Iniziai a formarmi un’idea su quanto stesse avvenendo, e ciò che i media nazionali stavano producendo non mi piacque, nemmeno un po’. La plateale rappresentazione scenica di un dramma, seppur di grandi proporzioni, non poteva comunque ammettere la spettacolarizzazione a livelli estremi.

Inviati televisivi a cui fu permesso di entrare nelle camere di degenza dei reparti di terapia intensiva… Camion militari che trasportavano urne di persone decedute a causa del virus…imposizione della cremazione alle vittime senza darne comunicazione ai parenti…

Troppo spettacolare, a livello mediatico, per non iniziare a riflettere su quanto davvero stesse accadendo. Avevo già avviato la mia inchiesta su questa pandemia, fui la prima giornalista a farlo a livello nazionale. La prima puntata fu pubblicata il 20 Marzo del 2020, quando tutta la stampa nazionale e tutte le trasmissioni televisive urlavano a gran voce un solo canto.

Cliccando sul seguente link si accede alla sezione che contiene tutte le puntate della mia inchiesta, pubblicate dal 20 Marzo 2020 a oggi: tutte le puntate sono riccamente documentate, è necessario cliccare sui link per scaricare i documenti originali: https://www.gliscomunicati.it/sezione/le-inchieste/

L’idea di lavorare a questa nuova inchiesta sorse nella mia mente dopo aver assistito a una dichiarazione dell’allora Premier Conte: intervistato da alcuni colleghi giornalisti su quale dovesse essere il comportamento degli italiani in considerazione dell’emergenza sanitaria, il premier rispose quanto è ascoltabile nel seguente video, dando subito la parola al Ministro Speranza:

Perché mi convinsi ad avviare un’inchiesta? Perché il 31 gennaio era stato approvato il primo Dpcm – il primo di una lunghissima serie come sappiamo – che confermava lo stato di emergenza sanitaria nazionale.

Emergenza sanitaria si o no?

2+2 fa sempre quattro a chi non perde lucidità nemmeno sotto i bombardamenti, quindi mi posi un quesito: per quale ragione il premier che ha appena firmato un Dpcm così drammatico, prende alla leggera il comportamento da assumere?

Eravamo in emergenza sanitaria oppure no? Se esiste un virus tanto aggressivo e pericoloso, perché allora dichiarare “Gli italiani possono condurre una vita normale”? Qualcuno potrebbe eccepire: “Perché ancora si sapeva poco”. Risposta sbagliata: in primo luogo se vari un Dpcm – che è un decreto di urgenza – vuol dire che si sa che c’è un’emergenza sanitaria di proporzioni importanti. In secondo luogo, molti italiani non sanno che il virus in questione circolava già dal 2019.

La prova è data innanzitutto dal fatto che il codice identificativo del virus fu modificato: il 13 Febbraio del 2020 anche sul sito del Ministero della Sanità italiano venne rese pubblica la notizia, ecco la pagina del sito del Ministero e di seguito la stessa pagina che ho scaricato in formato .Pdf

Dal codice 2019-nCoV si passò a SARS-CoV-2: perché? Per far ritenere a tutti che nulla si sapesse, prima dell’inizio del 2020? Per inoculare diffusamente l’idea che questo virus fosse ancora da isolare, come fu raccontato per mesi? I dubbi, di fronte a simili azioni, è più che lecito…

https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioNotizieNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4067

Poco spazio fu dato alle informazioni relative al fatto che questo virus, comunque lo si voglia denominare, circolasse già da tempo. Ecco un altro articolo, pubblicato da Reuters il 20 Marzo del 2020, che è molto interessante più che altro per comprendere come a certe informazioni non fu dato un minimo di seguito e di importanza: Scienziati italiani indagano per verificare se coronavirus sia arrivato prima di gennaio

Qui il link per accedere al sito di Reuters e di seguito lo stesso articolo che, come sempre, ho scaricato in formato .pdf: https://www.reuters.com/article/sanit-coronavirus-italy-tempistiche-idITKBN21D30J

Svelerò una cosa privata: intorno alla fine del 2019 io stessa, oltre a diverse persone che conosco, mi ammalai di una brutta bronchite. Non soffro mai di influenza o bronchite, eppure in quel periodo mi accadde qualcosa di molto strano.

Iniziai con una febbricola che non passava, a 37.2/37.3, spossatezza, dolori articolari e quella tosse, tanta tosse, che non sapevo più come calmare. Il medico provò a prescrivermi un farmaco da inalare, ma poiché non posso assumere cortisonici, alla prima mezza fiala dovetti sospendere la cura. I giorni passavano, la sensazione di pressione ai polmoni cresceva.

Arrivai a dover dormire con più cuscini dietro le spalle pure di respirare un poco meglio durante la notte. Alla fine, il medico mi prescrisse un farmaco a base di pennicillina o qualcosa del genere. A fine cura recuperai la respirazione. Era passato oltre un mese dall’inizio dei sintomi. Nessuno, all’epoca, parlava di Covid, virus e compagnia briscola. Ribadisco che in molti ci trovammo nelle stesse condizioni.

Pongo al lettore una domanda: può essere credibile che quando scoppiò il caso pandemia da SarsCov il ministero non sapesse che pesci prendere,a quali cure sottoporre i malati, che tipo di linee guida consigliare a medici ospedalieri e di base? Quello che inserisco di seguito è proprio il documento ufficiale relativo alle linee guida che il Ministero diffuse in merito cure domiciliari da consigliare in caso di Covid: è la ormai famosa terapia a base di “Tachipirina e vigile attesa

Le dichiarazioni della dottoressa Gismondo e la realtà dei fatti: medici sottoposti a pressione

Come ho già scritto, nelle società più arretrate, quelle in cui la libertà di stampa non è messa bene, dove la gente viene lasciata immersa nell’ignoranza e in cui le informazioni non sono sempre lo specchio esatto di ciò che accade, fortunatamente esistono voci fuori dal coro, voci ovviamente autorevoli e quindi in grado di fare la differenza tra la nebbia e la luce.

La professoressa Maria Rita Gismondo è  Direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze presso l’Ospedale Sacco di Milano. Una voce autorevole e fortunatamente fuori dal coro in un periodo storico interessato da un sistema che, palesemente, non permette nemmeno ai medici e agli scienziati, di opporre un minimo dubbio rispetto a quanto obbligato dalla politica. Pensare che la scienza possa non basarsi sul dubbio fa venire la pelle d’oca, eppure…

La Gismondo è una donna preparata e fornita di intelletto, al punto da chiarire spesso che se da un lato – ovviamente – lei aderisce al criterio di vaccinazione, dall’altro lato non è possibile imbastire dibattiti basati sul pensiero unico, non si può specialmente a fronte di quanto accade in Italia fin dal 2020.

Molti medici sono stati sospesi dall’Ordine professionali per il solo fatto di non aver aderito in maniera ortodossa a ogni indicazione (imposizione?) da parte del Ministero. Molto medici hanno perso il lavoro a causa del fatto che, per operare in scienza e coscienza, hanno avuto l’ardire di emettere esenzioni vaccinali – rarissime in italia, praticamente impossibili da ottenere da chi ne avrebbe diritto per motivi di salute – oppure di consigliare a certi pazienti esami pre-vaccinali.

Ecco le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla professoressa: l’intervista è del quotidiano La Verità https://www.laverita.info/vaccini-intervista-gismondo-2658298497.html

Vogliamo ancora affermare che non vi sia una forte pressione a condurre, in maniera compatta, un comportamento medico omologato? Che fine ha fatto il giuramento di Ippocrate? L’organismo umano non è un prodotto industriale creato in serie, non si può imporre il medesimo comportamento medico come se fossimo bambole di pezza. Un medico ha il dovere, ma anche il diritto, di scandagliare la salute umana, le allergie, le intolleranze, i pregressi medici, prima di sottoporre una persona a qualsiasi tipo di trattamento. Con questa pandemia si è arrivati all’industrializzazione degli esseri umani, alla cancellazione della individualità e dell’unicità degli organismi ed è sotto gli occhi di tutti.

Quando l’Inps propose mazzette ai medici a patto che revocassero le richieste di invalidità civile

D’altronde l’Italia è una nazione in cui sistemi simili sono ammessi, o comunque pensati e proposti. Un caso per tutti è quello relativo alla richiesta, da parte dell’Inps ai medici, di negare il più alto numero di giorni di malattia e richieste di riconoscimento di invalidità civile a fronte di premi in denaro: quella volta l’Ordine dei Medici si oppose in maniera forte. Stavolta, con la pandemia, molti hanno preferito seguire le linee guida. Del Governo…

Ecco una delle notizie sulla vicenda Inps e premi ai medici che avessero aderito a questa campagna nazionale di negazione dei diritti civili:

Inps, premi ai medici che negano malattia e invalidità. Ordine invita alla disobbedienza: ‘Aberrazione, noi contrari’ https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/09/inps-premi-ai-medici-che-negano-malattia-e-invalidita-ordine-invita-alla-disobbedienza-aberrazione-noi-contrari/4680784/#:

Ecco lo stesso articolo che ho scaricato dal sito di Il Fatto Quotidiano in formato .pdf

All’epoca il ministro della salute era Giulia Grillo: ecco quale fu la reazione del ministero

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/10/inps-il-ministro-della-salute-boccia-il-premio-ai-medici-che-tagliano-invalidita-violazione-del-codice-deontologico/4684249/

Conclusioni

L’ignoranza, dal verbo “ignorare”, genera effetti negativi a cascata che si abbattono su intere collettività. Se la maggior parte delle persone ignorano, non sono messe nella condizione di capire, di formarsi un’idea ma anche di formarsi culturalmente, ecco che qualsiasi obiettivo si desideri raggiungere sarà confortato dal successo.

La realtà dei fatti è sempre dinnanzi ai nostri occhi, sta a chi guarda saper interagire con essa. Certi individui, quando non comprendono o non conoscono qualcosa, reagiscono con violenza: un esempio perfetto è il razzismo nei confronti di ciò che non si conosce, come per esempio il mondo della disabilità, che incredibilmente fornisce casi di cronaca che gradiremmo non dover pubblicare.

In altri casi la reazione è la mancanza di reazione. Non conosco, quindi mi fido ciecamente in quanto ritengo che chiunque sia al di sopra di me, seppure solo per motivi politici e non per competenze acquisite, può e anzi deve ordinarmi cosa devo fare.

La mancanza di conoscenza è all’origine di molte criticità e nel corso degli anni ha generato il crollo di sistemi che potevano degnamente procedere verso il progresso. Stiamo involvendo e procedendo tutti, nessuno escluso, verso il crollo di quanto è rimasto in una nazione difficile quale è l’Italia. A furia di continuare a non porsi domande, a non attivare il senso di curiosità, a furia di preferire che qualcuno conduca le esistenze, sta avvenendo: il desiderio di lasciarsi andare a un potere superiore, che permette di mandare i neuroni in vacanza perenne, ha avuto il sopravvento e ora minaccia tutti, anche chi i neuroni usa e non manda mai in vacanza…

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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