Sanità: la Calabria e quel controverso contratto stipulato con Cuba per ottenere 497 medici cubani

Sanità: la Calabria e quel controverso contratto stipulato con Cuba per ottenere 497 medici cubani

Di Ángel Gómez Fuentes**

La regione Calabria, nel sud Italia, dove la mafia è infiltrata in molti settori, ha un regime sanitario disastroso, e per “curarlo” ha assunto 497 medici cubani di varie specialità, decisione che i sindacati considerano incredibile e che ha suscitato molte polemiche. Per evitare la chiusura degli ospedali, il presidente della Regione Calabria e assessore alla Salute, Roberto Occhiuto, ha firmato un contratto con una società statale del governo cubano presso l’ambasciata cubana a Roma.

Lo ha annunciato Occhiuto in un videomessaggio: “In Calabria non ci sono abbastanza medici e abbiamo difficoltà ad assumerli. Il sistema sanitario calabrese non è molto appetibile, anche se la mia speranza è che i medici calabresi che lavorano fuori dalla Calabria tornino ad aiutare i nostri ospedali”.

Per giustificare la sua decisione, il presidente regionale ha spiegato che “le competenze dei medici cubani, le loro qualità ed esperienza sono conosciute in tutto il mondo e questo garantirà l’efficienza nei nostri ospedali”. I medici cubani riceveranno un corso accelerato di italiano per integrarsi più facilmente nella sanità calabrese, che da decenni vive una situazione drammatica.

Per salvare il sistema sanitario, con milioni di debiti, dodici anni fa è stato nominato un assessore, ma vari tecnici si sono succeduti senza ottenere risultati. Massimo Scura, che è stato assessore, dal 2015 al 2018, alla gestione della Sanità, ha avanzato numerose denunce, alcune legate alla ‘ndrangheta, la mafia calabrese. Massimo Scura ha scritto un libro dal titolo molto significativo: «La Calabria è malata. Salute, l’altra ‘ndrangheta’”. In cui racconta decisioni e fatti accaduti nel periodo dal 2015 al 2019: «Cerco di dimostrare che la Calabria non interessa a nessuno, se non quando si avvicinano le elezioni. Il ministero della Salute contribuisce con i voti, e ciò che più interessa alla politica sono i voti -scrive Scura-. La Calabria non è importante per Roma né, purtroppo, per i calabresi, che si sono arresi a ciò che considerano inevitabile e immutabile. Questa dipendenza collettiva -aggiunge Scura- è la droga che l’altra ‘ndrangheta vende, silenziosa, che si insinua nella vita quotidiana, soprattutto nella sanità pubblica, miniera d’oro, per proliferare i suoi affari». Gli ospedali sono gestiti male, con dirigenti nominati dalla politica. Corruzione e clan mafiosi si infiltrano nella Sanità. Secondo Massimo Scura, la salute calabrese è un business da 3.500 milioni di euro l’anno.

Così lo spiega l’ex assessore calabrese: “La magistratura e la polizia sono impegnate per assicurare alla giustizia chi uccide, corrompe, truffa o compie atti criminaliMa c’è un’altra ‘ndrangheta, più subdola e indiretta, che si insinua nella quotidianità, soprattutto nella sanità pubblica, un business che muove 3.500 milioni di euro l’anno, quasi il 70% del bilancio regionale”. Massimo Scura riferisce di aver scoperto che “un medico che ha rivisto i conti del sistema sanitario nella città di Reggio Calabria faceva parte della mafia”. L’ex assessore alla Salute sottolinea la difficoltà di assumere medici per Locri, perché l’ospedale è infiltrato dalla ‘Ndrangheta’. Indubbiamente il fatiscente ospedale di Locri è la metafora di una storia di disservizi, gravi carenze tecniche e del personale, malfunzionamenti, una situazione un po’ consolidata nella regione, un ospedale, insomma, con una storia criminale perché diversi medici hanno pagato con la vita per l’arroganza della mafia.

Denuncia del Presidente della Giunta Regionale

In verità gli ospedali del Mezzogiorno stanno attraversando una grave situazione, con carenze tecniche e di personale. La mancanza di un’assistenza sanitaria adeguata è una ferita al cuore del welfare state al sud, in generale, ma in Calabria è particolarmente grave.

Ora, il contratto per i 497 medici ha acceso polemiche per il suo costo e perché è considerato uno schiaffo ai professionisti italiani, secondo vari sindacati. Ogni medico cubano riceverà 3.500 euro al mese, più 1.200 euro per rimborso spese, oltre ad altri vantaggi come i viaggi Italia-Cuba (due biglietti di andata e ritorno all’anno), come spiega in una nota il presidente dell’Assemblea regionale, Giusy Iemma, che descrive il contratto firmato dal presidente della regione Calabria come una “beffa” per i calabresi: “Quello che il presidente Occhiuto annuncia come risultato straordinario è una presa in giro di un’intera regione, e in particolare dei medici calabresi, costretti a lavorare in condizioni critiche, con turni estenuanti, senza il dovuto riconoscimento economico, che corrono anche il rischio di essere picchiati dai parenti esasperati da ritardi e disservizi”.

I sindacati, contrari in termini simili a quelli del presidente dell’Assemblea regionale, si sono espressi con Anaao Assomed, Anaao Giovani e la Federazione italiana sindacati medici uniti (FISMU), che denunciano la grave situazione sanitaria in Calabria, con “cittadini che si recano in altre regioni anche per interventi definiti ‘a bassa complessità”’. Il segretario nazionale della Federazione dei sindacati medici (Fismu), Francesco Esposito, ritiene che il contratto con Cuba sia “un’operazione di dubbia legittimità che penalizza i professionisti italiani e si basa su premesse sbagliate”. Esposito denuncia la disastrosa situazione sanitaria in Calabria: «Da una parte i pazienti vanno al nord per farsi curare; dall’altro fuggono i medici calabresi, vittime di un sistema di clientelismo e penuria, basato su contratti precari e mal pagati».

1 – incluso il nostro ministro della Salute Roberto Speranza che, nella campagna elettorale, per ora, parla solo dei suoi innegabili successi contro il covid.

**Corrispondente dall’Italia per la testata spagnola ABC

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