Rifocillarsi con la natura

Rifocillarsi con la natura

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Jérôme, cinquantacinquenne, mi colpì subito quando entrò nel mio studio. Dinamico, brillante con quella capacità di non prendersi troppo sul serio, mi chiedevo quali difficoltà lo avessero portato a chiedere un appuntamento. « Un mese fa avevo perso la voglia di vivere – mi confidò. Ne parlai ad un amico che mi invitò da lui per un weekend in campagna. La vecchia casa di pietra dei suoi bisnonni si trova in una radura, tra prati e boschi, ben lontana dalla frazione del paese. Appena arrivati, il mio amico mi invitò a sedermi sulla vecchia panca di pietra davanti alla casa. Da qui, lo spettacolo mi lasciò senza fiato! Rimasi sedotto dalla vallata con i suoi boschi verdeggianti, incorniciata da pareti rocciose e scoscese. Poi ci incamminammo lungo un sentiero fiorito, ricco di bacche e frutti selvatici. Alberelli verde smeraldo si alternavano ad altri centenari. L’indomani, mi alzai all’alba e vissi in diretta il risveglio della natura: il cinguettìo degli uccelli, il rincorrersi delle nubi nel cielo… Il profumo dei pini si mescolava a quello della vegetazione. Col passare del tempo, i miei pensieri sembravano armonizzarsi al paesaggio. Mi sentii parte di quella natura, nutrito dalla sua linfa vitale, rinvigorito da profumi e sapori. Sperimentai un momento di intenso benessere. Non so se fosse l’aria fresca e profumata, l’intensa bellezza del panorama in cui ero immerso, la comunione con la natura, ma lasciai quell’angolo di paradiso rifocillato e tonificato ».

E se, come Jérôme, provassimo ad attingere forza e vitalità dalla natura, bypassando tensioni e disagi, facendo il pieno di energìe, anche mentali, riscoprendo la nostra creatività nella semplicità, contrastando il peso della routine e della sedentarietà?

Ciò che è importante è saper cogliere l’opportunità di vivere nuove esperienze. Arricchendocene. Offrirsi delle occasioni per uscire dalla routine, ricaricarci e “ossigenare lo spirito”.

Concentriamoci un attimo sul nostro fisico. Se ci sentiamo stanchi, inconcludenti, come telefonini con la batteria scarica, sforziamoci di (ri)metterci in contatto coi nostri bisogni naturali. Ascoltandoli, percependoli e dando loro forma e voce. Se viviamo in città è possibile che ci manchi il contatto rigenerante con la natura, i suoi elementi floreali e acquatici. Non limitiamoci allora alla parentesi di giardinaggio domestico o alla passeggiate nei giardinetti di quartiere.

Immergiamoci nella natura, concediamoci l’esperienza di una passeggiata o di una pedalata nei boschi, in montagna o dovunque la natura sia ancora la protagonista principale per riscoprie la dimensione dei nostri avi, le radici della nostra stessa umanità.

Se sentiamo il bisogno di ritrovare la terra, prendiamo in considerazione l’idea di coltivare un orticello o un giardino vicino casa. I giardinieri parlano spesso del piacere di una comunione con la natura, la sua armonia, i suoi ritmi, le sue stagioni. Del piacere di vedere germogliare le piante di cui si occupano, di raccogliere, consumare e condividere la “loro” frutta e verdura, ammirandone i colori, sentendone la consistenza, il profumo, il sapore. Del percepire la terra umida tra le loro mani, di sentire gli odori e i profumi, di assaporare i prodotti della natura.

L’esigenza di comunione con la natura non si limita al solo mondo vegetale. Allevare uno o più animali può regalarci sensazioni ugualmente esaltanti e catarchiche. Occuparci delle necessità dell’animale, percepirne le “emozioni”, condividerne regolarmente momenti, ha indubbi effetti benefici sulla nostra vita.

Ai più dinamici e intraprendenti potrà essere utile uno sport che consenta un rapporto privilegiato con un ambiente naturale: scalate di pareti rocciose, pararacadutismo sportivo. Ai più contemplativi, una collezione di erbe o l’osservazione di insetti; come pure la ricerca e il riconoscimento di orme di animali.

Sono tutte attività che possono aiutarci a bypassare momenti difficili della nostra vita, come suggerisce l’esperienza di Jérôme.

Questa osmosi con la natura nelle sue diverse declinazioni ha per molti di noi virtù che alcuni potrebbero azzardarsi a definire “terapeutiche”.

Ogni giorno o almeno ogni settimana accordiamoci un’oretta di camminata in natura. Camminando lentamante o con passo sostenuto, secondo i nostri ritmi e le nostre necessità del momento, prestiamo attenzione a quanto percepiamo con i cinque sensi. Sentiamo odori, profumi, fragranze; osserviamo paesaggi, piante, colori, riflessi e giochi di luci; percepiamo la terra sotto i nostri piedi e la brezza che ci accarezza il corpo ed i capelli; accarezziamo le cortecce degli alberi, prendiamo in mano pietre e fili d’erba; osserviamo i movimenti degli insetti e il volo degli uccelli. Percepiamo la nostra appartenenza a questa natura che ci trasmette calma ed energìa.    

Il nostro benessere psicofisico dipende anche un po’ da noi.

***Il dottor Rao risponde alle domande e ai dubbi dei lettori. Scrivetegli alla casella di posta elettronica: claudio.rao@gliscomunicati.it

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