INTERVISTA A FABRIZIO CARDINALI DI MYWAI: Puntare su Smart Data anziché Big Data

INTERVISTA A FABRIZIO CARDINALI DI MYWAI: Puntare su Smart Data anziché Big Data

Di Luca Sambucci

L’impressione che ho avuto, intervistando Fabrizio Cardinali, CEO & Founder di MYWAI, è quella di un imprenditore che non solo sa quello che vuole, ma che sa anche come ottenerlo.

Del resto Fabrizio è un business angel e venture builder con oltre una dozzina di startup avviate con successo ad oggi. È stato anche anche uno dei primi laureati italiani in Intelligenza Artificiale, con oltre 30 anni di esperienza nell’AI. Esperienze di questo tipo sono molto rare in generale, rarissime in Italia, ed è pescando da questi decenni di attività  e di “cosa già viste” che si possono ottenere i distillati di buon senso che ci ha regalato in questa intervista, come l’esortazione a non buttarsi a capofitto nella data science senza prima avere un settore di interesse. O come l’intuizione che mentre tutti si cimentano con deep learning e big data, pochi capiscono che è negli smart data che si annidano molte soluzioni.

Fabrizio Cardinali ha fondato MYWAI, un’azienda di MLOps che ambisce a diventare in pochi anni il player di riferimento in Italia per la servitizzazione dei macchinari nell’industria 4.0, e sembra avere le idee ben chiare su come arrivarci.

Domanda: Di cosa vi occupate?

MYWAI è una piattaforma MLOPS per progettare, erogare e gestire algoritmi di Edge Intelligence per la servitizzazione di macchinari, apparati e impianti in ambito industry 4.0, Medtech, Enertech e Smart Cities.

La piattaforma è dedicata ad aziende manifatturiere OEM (Original Equipment Mannufacturers) che vogliano rendere connesse, monitorate e intelligenti, in una parola “smart” i loro macchinari, impianti e apparati favorendo il percorso di “servitizzazione” degli stessi.

D: Quali tecnologie AI utilizzate? E in che modo?

MYWAI supporta la progettazione, produzione e delivery di algoritmi AI su architetture Edge Computing utilizzando CPU, GPU, FPGA e chip neuromorfici ASIC per erogare algoritmi AI sul “very edge”, ovvero in prossimità e/o all’interno di macchinari, impianti e apparecchiature in ambito Industry & Supply Chain 4.0, Medtech, Enertech e/o Smart Cities.

Per farlo integra un ambiente cloud MLOPS con soluzioni di edge computing, sensori e schede neuromorfiche sia di proprietà (MYWAI Neuroboards™) che pre-esistenti (interfacciati mediante gli standard aperti OPC UA) per monitorare Time Series e Immagini provenienti da sensori e telecamere di campo ed erogare sia servizi tecnici (ad es. Manutenzione Predittiva) che di altra natura (Pay per Use, Pay per Outcome, Insurtech, Proptech).

D: Ci racconta come è nata l’idea dell’azienda?

MYWAI è nata nel periodo in cui la pandemia stava colpendo duramente le supply chain e le realtà industriali.​ Nell’era dell’Internet delle cose, il mondo ha avuto modo di realizzare come non avesse più senso inviare i manutentori quando i macchinari fossero ormai fermi (con relativi costi e penali da pagare), e/o inviare parti di ricambio generiche a macchine ferme senza informazioni specifiche sulle anomalie, o continuare a pagare sistemi a basso rendimento. E questo vale per robot dedicati alla verniciatura di parti meccaniche, per un apparato medicale, o per qualsiasi altro macchinario industriale.

Piuttosto ha senso interconnettere gli impianti e i sistemi industriali e non solo all’Internet of Everything, dotandoli di chip che implementano l’Intelligenza Artificiale sul campo e generano flussi didati certificati su DLT. MYWAI è nata in uno dei momenti più complicati per l’industria degli ultimi 100 anni a causa della pandemia. Noi crediamo che MYWAI possa essere oggi protagonista nel trend della servitizzazione dell’industria manifatturiera per i prossimi 100.

D: Quali sono state le difficoltà iniziali? Come le avete superate?

Una startup innovativa in Italia necessità da subito di fatturato, clienti e referenze per diventare velocemente una scale up. Per tale motivo abbiamo acquisito per incorporazione Zenatek SPA, un marchio consolidato per la System Integration Industry 4,0 con decine di clienti nazionali e internazionali. Tale acquisizione ci ha consentito di diventare da subito una delle startup AI italiane a maggiore crescita di fatturato e dimensioni passata da 0 a oltre 2 ML di fatturato in meno di un anno.

D: Quali consigli si sente di dare a un imprenditore o un’imprenditrice che vogliono far partire la loro startup in ambito AI?

Uscire dal solo e unico trend Deep learning diventata ormai una commodity su cui di fatto si cimentano tutti e investigare algoritmi ML che necessitino meno di Big Data e più di Smart Data con annesso know how e competenze di settore per estrarli.

D: Molti giovani oggi sono interessati a una carriera nell’AI. Quale percorso di studi raccomanderebbe loro?

Non seguire (solo) la moda della specializzazione/laurea in Data Science ma seguire anche la parte di Digital Signal processing, trasformate e competenze di base (ad es. condition based maintenance) che non si imparano con un corso su Coursera ma con una specializzazione di settore.

Meglio PRIMA diventare esperti di qualcosa e POI imparare l’AI (e qua va benissimo Coursera) per applicarla al settore di competenza. Tenendo sempre le competenze “umane” nel loop decisionale (Human in the Loop) previsto nella propria progettazione.

D: Dove immaginate l’azienda fra cinque anni?

MYWAI intende sviluppare un percorso di crescita organica e M&A che la porti ad una quotazione nel nuovo mercato entro 5 anni da oggi.

Un brevetto e una piattaforma di proprietà, decine di clienti e primari progetti RD acquisiti su scala nazionale e internazionale da enti quali European Space Agency (ESA) e il programma H2020 dell’Unione Europea fanno pensare ad una possibile IPO a 5 anni max.

D: Quali, quanti e dove sono i vostri concorrenti?

Le piattaforme di Equipment as a Service come MYWAI sono ancora poche, sviluppate sopratutto nei mercati forti a livello industriale.

Abbiamo RELAYR.io in Germania, recentemente acquisita per 500 ML $ da MUNICH RE, il più grande gruppo europeo di riassicurazione che vi ha visto un ottima opportunità per il comparto Insurtech, Glassbeam.com in USA, specializzata nel comparto MEDTECH e SENSEYE e Falcknory in UK e USA che stanno stringendo buoni accordi con player Industry 4.

Noi riteniamo che un mercato industry 4 forte come quello Italiano meriti un player nazionale in cui ci candidiamo ad essere partner nei percorsi di servitizzazione dei macchinari dei produttori nazionali di settore.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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