Quale democrazia?

Quale democrazia?

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Ho atteso qualche giorno prima di scrivere il mio nuovo editoriale, giorni che mi sono serviti per maturare altre riflessioni su quanto sta avvenendo nel mondo. Non mi riferisco esclusivamente al conflitto in atto al confine tra Russia e Ucraina, ma ad altri tipi di conflitti che nel corso degli anni hanno sfregiato il concetto stesso di democrazia.

La cosiddetta era moderna non ci ha portato cambiamenti positivi, anzi…

Un processo metodico ha costantemente fatto arretrare lo stato di vita dell’umanità intera. Se parliamo poi del famoso “Occidente civile e democratico” esistono parecchie storture in tal senso. Consideriamo alcune cose e facciamolo adesso, periodo storico in cui il civile, progredito e democratico occidente accusa Putin di voler mantenere la Russia e le nazioni limitrofe arretrate rispetto a noi.

Quale democrazia sbandiera, oggi, l’Occidente?

Quella basata sul consumismo, sull’immagine, sulla mancanza estrema dei valori fondamentali per la corretta convivenza sociale?

I costumi occidentali rappresentano davvero un modello di democrazia da copiare, abbracciare, sostenere, oppure qualcosa fa difetto nell’imposizione globale di ciò che, fondamentalmente, ci arriva ormai da troppi anni dalla giovane America, scoperta una manciatina di secoli fa e con una tendenza spasmodica a diffondere il proprio stile di vita e di democrazia su tutto il pianeta?

Rammento quando, a partire dalla metà degli anni ’80, mi recavo spesso negli USA per motivi professionali. Tutto enorme, tutto facile, tutto incredibile rispetto al Vecchio Continente. Le mode che riportavo in Italia, all’epoca giungevano a noi con qualche anno di ritardo. Sembravano avanti, invece erano già indietro per ciò che concerne l’assetto democratico della società.

La corsa all’innovazione ha creato semplicemente burattini bulimici di acquisti. Persone incapaci di guardarsi dentro e conoscere sé stesse. L’ambiguità risiede nel non dar tempo agli esseri umani di poter riflettere su ciò che fanno e perché.

La corsa alla tecnologia è avanzata in tempi troppo brevi. Bill Gates ficcò in testa a tutti che sarebbe stato sufficiente fare “click” su un dispositivo chiamato Personal Computer per essere in grado di capire di informatica.

Per attirare molti verso questa mistificazione, creò icone divertenti, come in un Paese dei Balocchi dedicato agli adulti.

Funzionò, al punto che la diffusione dei PC, poi collegati al web, oggi è la normalità persino nei territori più remoti del pianeta Terra, dove magari manca l’acqua corrente ma ci si può collegare a Internet, magari con connessioni lente ma presenti.

Chi detiene davvero il potere ai nostri giorni? Tre tipi di affaristi: chi gestisce Internet, chi gestisce l’energia, chi gestisce i media.

Chi controlla questi tre elementi oggi ha il potere assoluto sull’umanità. Controllano, gestiscono, conducono le masse dove impongono di andare, verso desideri immaginari e mai scelti autonomamente.

L’uomo libero fa paura, va indirizzato, condotto, schiavizzato. Il web si nutre di energia, non solo elettrica. Gli umani alimentano costantemente uno dei più spaventosi poteri mai calati su questo pianeta. I media sono il mezzo attraverso il quale tutto questo viene diffuso e imposto.

Quale democrazia risiede in tutto questo? Quale libertà viene lasciata agli esseri umani se non quella di adeguarsi agli ordini? Quale modernità risiede in tutto questo andare indietro nel processo evolutivo dell’umanità, dell’Occidente, delle nazioni a regime democratico?

La democrazia è stata tracciata sulla carta, mai concretizzata. Al suono delle promesse di renderla effettiva si è fatto in modo di procedere a ritroso.

Non possiamo non osservare che le cosiddette “libertà” sociali sono solo una gabbia che ha ucciso l’individuo costringendolo ad adeguarsi a ciò che non vorrebbe, se solo sapesse di non volere.

Una vita frenetica, resa tale da sistemi sociali perversi, con tempi di vita inadeguati all’esistenza, ha reso possibile tutto questo.

È più democratico aderire a questi diktat o sciogliere le catene? Lascio ai lettori il compito di riflettere. Posso solo porgervi questi spunti per coinvolgervi nella volontà di pensare, liberi di non farlo ovviamente, e di omologare se stessi al pensiero unico.

Sceglierò sempre l’essere contro l’apparire e il possedere. Io sono.

La mia libertà non è contrattabile.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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