Occhio alla reciprocità!

Occhio alla reciprocità!

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao – giornalista e pedagogista clinico

***Chi desidera porre domande al dottor Claudio Rao può farlo scrivendo alla mail claudio.rao@gliscomunicati.it

Continuiamo la rubrica di consigli per aiutarci a difenderci e preservarci dai tentativi di manipolazione.  In questo articolo, puntiamo il dito sul tranello della reciprocità.

« Anche se non è il mio ideale, alle volte è necessario che mi ritrovi in famiglia – mi confidava Chiara – perché ci sono delle circostanze in cui è inevitabile! Ho cinque sorelle, tutte sposate, con uno o due figli: può immaginare il numero di regali da ricercare ed acquistare! A Natale, non ce l’ho più fatta e ho rifiutato il maglione rosa che mia sorella mi aveva offerto! Rosa confetto, quando tutti sanno che detesto il rosa! Diciamo che è stata un po’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi sono sùbito sentita terribilmente in colpa e me ne sono andata. Immagini le critiche che avranno fatto alle mie spalle! “Non cambierà mai! Che carattere! Avrebbe anche potuto chiudere un occhio!”. I rapporti erano già molto in bilico, ma credo che questo abbia definitivamente creato un baratro tra me e loro ». Fortunatamente non fu così.

Il principio di reciprocità è una regoletta non scritta, estremamente forte e presente in ciascuna delle nostre vite. E non solo in famiglia. Nella vita quotidiana della nostra società, nella nostra cultura. È difficile vivere in completa autarchia, senza dover nulla a nessuno e, per dirla tutta, perfino inumano. Il contatto, gli scambi, le relazioni interpersonali nutrono ed arricchiscono il nostro modo di essere, la nostra interiorità.

Allora, come fare per non cedere al senso di colpa in caso di… mancata reciprocità?

Rifiutare tutti i favori, i regali, le gentilezze che ci verrebbero offerte sarebbe irreale e dannoso per la nostra vita sociale. Questo genere di atteggiamenti verrebbe al meglio considerato una mancanza di tatto e di rispetto, al peggio un atto di ribellione o di… disagio psichico!

Il suggerimento-chiave mi pare essere quello di saper discernere tra generosità e richiesta interessata.

Contrariamente a ciò che comunemente pensiamo, i tentativi di manipolazione sono relativamente chiari. Sappiamo bene, per esempio, che le relazioni commerciali e professionali hanno uno stile ben diverso rispetto a quelle affettive e familiari. Nella maggior parte delle relazioni “contrattuali”, una cortesia ne reclama un’altra. Così come nei negoziati commerciali o diplomatici.

Quando ci troviamo in un negozio, per esempio, è chiaro che il commesso o il titolare che ci offrono con estrema gentilezza dei campioni gratuiti o dei buoni sconto hanno lo scopo di incoraggiarci all’acquisto. Un acquisto che, anche se super-scontato, ci costerà comunque più caro che il rientrare a casa senza il tanto decantato prodotto!

Le maggiori difficoltà, tuttavia, le riscontriamo in famiglia – come ci mostra il caso di Chiara. Come discernere tra una gentilezza fatta per amore e un’altra prodigata con un secondo fine? Un rompicapo difficile da risolvere.

Possiamo tuttavia circoscrivere il problema, limitarne i danni per così dire. Se – e solo quando – ci dovesse assalire il dubbio, possiamo chiederci quali siano le vere intenzioni di colui o colei che attiva questo processo di reciprocità. Se lo facesse per ottenere qualcosa in cambio, a cosa potrebbe ambire? E soprattutto, cosa siamo disposti, noi, a concedergli?

Tutto è legato alla relazione di fiducia, di rispetto e al legame che abbiamo con questa persona. Tenendo conto che, per poter procedere nella nostra vita, ci sono circostanze in cui dobbiamo saperci appoggiare alla disponibilità altrui (anche se calcolata).

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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