Bererosa 2021 – firmato Cucina&Vini a Roma

Rubrica a cura di Susanna Schivardi e Massimo Casali – foto originali di Massimo Casali

Bererosa – Torna l’evento più atteso dell’estate romana, in una cornice d’eccezione presso la Villa Appia Antica, dove hanno regnato tanto verde, tanto rosato e distanziamento assicurato.

Un evento che l’anno scorso Sullastradadelvino ha seguito in una situazione ben diversa, seduti ai tavoli e con distanziamento sociale molto severo. Giovedì 8 luglio 2021, dopo un anno esatto, il verde e lo spazio dell’Appia Antica hanno permesso lo svolgersi in serenità di un evento che ogni anno esalta e racconta il rosato d’Italia in tutte le sue sfumature.

Ad accompagnare i prodotti delle tante aziende presenti anche i maritozzi salati gourmet di Edoardo Fraioli, la pizza di Alfa Forni, azienda di Anagni, e tante altre prelibatezze a rendere più gustosa questa sorta di ritorno alla condivisione delle cose buone.

A guidarci in questo percorso il nostro sommelier Massimo Casali che ha fatto tante interviste e foto per documentare al meglio il meraviglioso affresco di Cucina&Vini che ha come sempre messo la firma sull’evento.  Seguire tutte le aziende sarebbe stato impossibile, quindi vi racconteremo quelle che hanno colpito di più il nostro gusto.

Iniziamo con la Cantina Amastuola, con il rosato di Aglianico 100% Ondarosa, che dona note di frutta matura, mora, e un vago sentore di erbe aromatiche. Un vino di grande presenza e carattere nato da selezione accurata di uve biologiche criomacerate per 24 ore, fa affinamento in botti di acciaio.

A seguire Marisa Cuomo che ci delizia con la Costa d’Amalfi, un 50% Aglianico e 50% Piedirosso, all’assaggio molto strutturato, acido, una freschezza regalata dalle caratteristiche di un territorio a ridosso sul mare. Non delude.

Per Masciarelli ci siamo concessi la linea ammiraglia dell’azienda, Villa Gemma con il Cerasuolo di Abruzzo doc, un superiore da due annate e Cerasuolo rivoluzionario per la regione, che fa tra 15 e 20 ore di macerazione sulle bucce e prodotto dal vigneto più importante dell’azienda. Colore intenso, floreale al naso con punte di rosa canina, una leggera acidità piacevole, mentre in bocca corposo, quasi cremoso, un ottimo rosato da abbinare anche con pizza, fritti e tempura. Gastronomico per eccellenza.

Nel nostro percorso incontriamo la cordialissima Valentina di Camillo che ci presenta l’azienda I Fauri. Una realtà a conduzione famigliare che annovera svariate generazioni di viticoltori. Ampio terreno di 30 ettari nella provincia di Chieti, che si allarga tra lato Adriatico e parte Majella, dislocato in 6 comuni e rimanendo sempre su un’altitudine di 200 metri circa.

Valentina Di Camillo – I Fauri

La ricchezza del terroir si gioca tutta nell’estrema diversificazione, dalla sabbia di arenaria fronte mare fino a terreni sempre più pesanti dove intervengono argilla e limo, terreni quasi alluvionali, dove si coltivano varietà locali come passerina, trebbiano, pecorino per i bianchi e Montepulciano ovviamente, da cui si ricavano i rossi e soprattutto questo pezzo di cuore che oggi degustiamo, il Baldovino Cerasuolo di Montepulciano, unico rosato. Si può ancora oggi considerare un vino contadino, gastronomico, prodotto un tempo dalle uve non arrivate a maturazione e con cui non si poteva commerciare. Abbinabile a tutto, rinfrescante, strutturato, ancora oggi molto sostanzioso racchiude in sintesi una regione che ha molto da raccontare.

Nella cantina accanto all’acciaio molto presente il cemento, che denota la tradizione contadina poco avvezza ai materiali nobili come il legno. Il cemento è comodo perché una via di mezzo tra l’ambiente chiuso dell’acciaio e la super-ossidazione del legno, non ha quindi bisogno di grandi interventi in fatto di ossigenazione. Usato con orgoglio regala grande personalità ai vini di questa azienda.

Presentata dalla nostra amica sommelier Saula Giusto, conosciamo Antonella Pacchiarotti che ci racconta la sua omonima azienda, frutto di una passione nata nel 1998. In quel periodo Antonella smette di occuparsi dei figli ormai cresciuti e si dedica con grande passione all’Aleatico, allevando le vigne come si fa con un figlio e dedicando grande cura al terreno.

Antonella Pacchiarotti

L’Aleatico è un interesse ma anche un’ossessione, lo produce in sei versioni, vinificato in bianco, l’orange, un rosso secco e due vini dolci. Punta tutto su questo vitigno nobile del lago di Bolsena, dove cade la seconda doc più antica d’Italia. Vinificarlo con così grande versatilità è stata la scommessa, e ultimamente Antonella sta lavorando anche alla spumantizzazione metodo classico, che prima o poi andremo ad assaggiare. Oggi degustiamo due prodotti, il Pian di Stelle, rosato classico e un Ramatico, vino nato per sbaglio, infatti – come ci racconta la stessa Antonella – dopo aver lasciato le uve in pressa è uscito il mosto non più bianco ma quasi orange e da quel momento una fermentazione libera lo ha reso un vino degno di grande curiosità. Gusto e profumi davvero insoliti.

Rosa Capece per terminare il nostro breve viaggio, ci presenta Vigne del Patrimonio, come la stessa antica denominazione della provincia di Viterbo. Vocati al metodo classico in tre versioni a base di pinot nero e chardonnay. Stasera presentano un rosè pinot nero 90% e chardonnay al 10 %, con 30 mesi sui lieviti, remuage a mano e sboccatura in azienda senza camion. Poi un Blanc de Blancs sempre chardonnay di terreni vulcanici, con 36 mesi sui lieviti e dalle caratteristiche estremamente minerali e fresche. Infine un Blanc de Noir da selezione di pinot nero che spingono fino a 60 mesi sui lieviti. Una piccola produzione ma di grande prestigio e un progetto nato in collaborazione con l’Università della Tuscia, per studiare a fondo i terreni, percorso che ha portato ad un prodotto che è espressione del tutto particolare di metodo classico.

Per molte aziende oggi è stata un’occasione data dal disciplinare di presentare il Prosecco Rosè, un blend di Glera con un massimo 15% di Pinot Nero per un vino che regala un ampio ventaglio floreale, la macerazione sulle bucce è molto leggera e il colore del rosa è tenue. Leggermente più complesso rispetto al precedente, abbinabile come aperitivo a tartine con pesce crudo, burro e alici. Semplice ma completo, un vino molto piacevole.

Immancabile anche Saula Giusto di Romewine Experience che in collaborazione con il Bacaro di Roma ogni giovedì organizza degustazioni alla cieca con aziende più o meno note, tutte da ri-conoscere attraverso l’abilità dei partecipanti! Un’iniziativa che invoglia anche i meno esperti ad avvicinarsi al mondo del vino divertendosi.

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