Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Da tempo mi chiedo: ma questi farmaci sperimentali, servono a scongiurare il pericolo di diffusione del SarsCov2 o a mitigare i sintomi del Covid-19 (La malattia, quindi)?
Nessuno lo sa, men che meno le istituzioni nazionali, che molto chiaramente tolgono ogni dubbio con dichiarazioni simili, pubblicate sui siti istituzionali:
ATTENZIONE: per accedere al sito istituzionale da cui ho estratto questo screenshot cliccare sul link: LazioSalute
L’Istituto Superiore della Sanità sostiene che per sviluppare un farmaco o un vaccino, possono occorrere anche 10 anni.
Per leggere questo tipo di informazione, è sufficiente accedere al sito informativo dell’Istituto Superiore della Sanità, cliccando sul seguente link: Come viene sviluppato e commercializzato un vaccino (Cliccare sul link rosso per accedere alla pagina del sito istituzionale dell’Istituto Superiore della Sanità)
Nessun farmaco, nessun vaccino, può essere realizzato e commercializzato in un tempo brevissimo come i vari Pfizer, Moderna, AstraZeneca che si stanno inoculando in questo periodo. Mancano le evidenze scientifiche, è mancato il tempo utile per la sperimentazione, e sta mancando l’informazione adeguata alla popolazione, che viene rimbalzata, ogni giorno, da una parte all’altra dell’incoerenza, dal momento che oggi dichiarano “Eterologa è bello” ma domani possono dichiarare il contrario, come sta accadendo ormai da tempo.
Il premier Draghi ha di recente dichiarato: farò il mix di vaccini.
Personalmente, rammento ancora quando, lavorando a una delle mie inchieste realizzate nel corso del tempo, scoprii – erano i tempi dell’H1N1 – che la Germania acquistò vaccini diversi da inoculare alla popolazione, rispetto a quelli che furono usati per i componenti del governo o per i militari. Sostanzialmente, il problema che suscitò polemiche e inchieste, fu quello derivante dalla scoperta che le case farmaceutiche, per abbattere i costi di produzione dei vaccini, inserivano nei sieri una minore quantità di principio attivo, che veniva poi “attivato” attraverso la presenza di squalene.
Se si riflette sul fatto che durante la Guerra del Golfo molti militari si ammalarono anche di patologie gravi a causa del fatto che furono vaccinati con sieri adiuvati con squalene, appare chiaro come della salute collettiva importi quasi zero a chi poi, a parole, propaganda cose diverse.
Ecco la mia indagine sul tema, pubblicata nel 2009: H1N1: vaccini diversi per popolazioni e governanti ed il no della Polonia (Cliccare sul link in rosso per accedere all’indagine pubblicata sul sito di informazione online Agoravox)
Al link seguente uno dei pezzi di cronaca sempre sul tema dello scandalo dei vaccini di diversa tipologia acquistati dal governo tedesco, ma la cosa che deve far riflettere è la parte finale dell’articolo, quella in cui si rammenta a tutti che aver addizionato i sieri con adiuvanti, all’epoca si parlava di squalene, non garantiva la mancanza di effetti collaterali di una certa gravità, dal momento che non si conosce, ancora oggi, l’effetto dell’addizione di questo elemento (contenuto in minima parte nell’organismo umano) sugli esseri umani: Germania/ Virus H1N1, vaccino serie A per politici? E’ polemica
Concludo con una considerazione: un tempo si cercavano i malati infetti, come quando ci fu la peste diffusa, oggi cercano i sani. Buona riflessione a tutti.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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