Covid-19: il balletto dei numeri e dei dati

Covid-19: il balletto dei numeri e dei dati

Di Sergio Ragaini

Ogni giorno, riguardo alla “realtà COVID-19”, si assiste a quello che si potrebbe chiamare il “balletto dei dati”. È una danza scomposta, dove i numeri scendono e salgono in maniera irregolare. Tuttavia, occorre, per poter avere le idee almeno un po’ più chiare, sapere “leggere” questi dati, per capire cosa davvero vogliono dirci. In tal modo, scopriremo che le cose potrebbero essere diverse, anche molto diverse, da quello che crediamo siano.

Cari Amici,

dopo i vari articoli da me scritti sul tema dei  Decreti Conte, dei quali è facile dimostrare l’Incostituzionalità, parlo ora di un tema che può essere interessante: le cifre che, ogni giorno, vengono diffuse sul numero di contagi.

Effettivamente, queste paiono subire un “balletto ritmico”, che va su e giù con regolarità.

E che mostra una discesa, tutto sommato, abbastanza lenta, tale da far affermare che la curva scende lentamente, ma non bisogno abbassare la guardia.

Gli show di Conte sono sempre più associabili quelli di premier autoritario, ma deve ricordare che non può parlare “a nome del Popolo Italiano” ma solo del consiglio dei ministri.

Purtroppo, in questa apoteosi di delirio, dove la gente viene terrorizzata, in maniera che non ho remore nel definire vergognosa, dai grandi media, una delle cose che appare davvero “delirante” sono i dati diffusi sul Covid-19. Infatti, se ci affidiamo agli unici dati “ufficiali” che abbiamo, che sono quelli della Protezione Civile, vediamo che, da un giorno con l’altro, salgono, poi scendono, poi scendono ancora, poi risalgono.

Come una sorta di “onda disarmonica”, che, invece che generare musica, genera suoni sovrapposti, fortemente dissonanti, del tutto inascoltabili. Inascoltabili, da quel punto di vista, sono anche i discorsi che vengono fatti dai vari leader particolari, che dicono una cosa, poi il giorno dopo un’altra. Esattamente come il balletto stranissimo e fluttuante dei dati.  Vediamo, però, di capire un po’ di più perché questi dati vanno a fisarmonica. E come, in fondo, dicano poco.

Il sito dea cui io prendo i dati è il bellissimo “Worldometers”. Che sia affidabile ho pochissimi dubbi: infatti, è stato consigliato a “Bergamo Scienza 2019”. E, visto il grandissimo valore della manifestazione, credo proprio che sia affidabile. Il Sito, che si occupa di ogni tipo di statistiche, di ogni tipo, dalla popolazione all’energia alle sigarette vendute, ha aperto una pagina proprio sul Coronavirus.

Dove vengono riportate le statistiche per nazione, e dove si può accedere anche alle pagine per nazioni, e vedere i meravigliosi grafici lineari e in scala logaritmica (vale a dire che, in ordinata, non viene rappresentato il numero dei contagi ma il suo logaritmo in base 10). E, naturalmente, i dati.  Questi dati, però, sono comunicati dai singoli Stati. Quelli per l’Italia sono comunicati dopo le 18, solitamente dopo la Conferenza Stampa della Protezione Civile.  Quindi, la loro affidabilità è purtroppo legata a quello che la protezione civile comunica. Personalmente, vista la persona, sicuramente discutibile, di Angelo Borrelli, non posso sicuramente “giurare” sul fratto che questi dati siano corretti. Ma sono, di fatto, gli unici che abbiamo, tranne quelli che diffonde, sulla Lombardia, la Protezione Civile del Canton Ticino (quindi svizzera), che spesso sono decisamente più bassi.

Vediamo, però, di capire questi dati, in modo da non prendere “abbagli” che il regime, sempre di più, cerca di farci avere, per convincerci ad approvare le sue scelte decisamente assurde e che negano le libertà della persona.  Il primo dato che va considerato è quello dei contagi totali. Ed è quello più soggetto a “danza”. Questo indica semplicemente il numero dei tamponi laringei (unico esame che rileva la presenza di Covid-19) che ogni giorno risultano positivi.

Il problema, comunque, è che questo virus, come altri, è “già” dentro di noi. Quindi, di fatto, questo esame dice solo che ha superato un certo livello di “soglia” per far sì che il tampone lo possa rilevare.

Quindi, in sé non dice che si è malati, ma solo che questo virus è al di là di un certo quantitativo nel corpo.  Basta… tutto qui. Direi che è poco per giudicarci “malati”! Infatti, sia il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che la sua segretaria, erano risultati positivi, ma non hanno mai sviluppato la malattia. Probabilmente, però, queste persone sarebbero state, almeno virtualmente, in grado di trasmettere il virus; infatti, uno dei problemi del COVID-19 è proprio la grande velocità di contagio: questo aumenta la sua pericolosità, che sarebbe di per sé lieve, e la fa passare, direi a moderata, forse media. Non sicuramente alta, però!

Quindi, questo dato, in indica che si è “malati”, ma solo che il Covid-19 è in noi al di là di un certo livello.  Anche il dato indicato come “ancora infetti” (curently infected, nei siti di lingua inglese) non indica sicuramente, come alcuni potrebbero credere, le persone malate o in ospedale, ma soltanto quelli che sono a tutt’oggi ancora positivi. Magari asintomatici, ma ancora positivi. Quindi, nulla di così preoccupante.

Per cui non pensate a morti e feriti: sono solo alle persone che risultano positive al tampone laringeo. Il dato, invece, interessante è quello che indica i casi “gravi o critici”. Che, verosimilmente, rappresentano coloro che sono in terapia intensiva o in rianimazione. Se si osserva bene, però, si nota che questi sono circa il 3% del totale degli infetti. In Italia anche meno. Quindi direi molto pochi.

Interessante poi il dato dei cosiddetti “guariti”. Molti pensano, vedendo che sono pochi, tutto sommato, rispetto ai casi totale, che questo virus abbia una grande mortalità. In realtà, non è così: fa solo molti contagi, e quindi appaiono molti casi di questo virus. Ma la mortalità, ve lo garantisco, è molto bassa!

I guariti (“recovered” in inglese) sono soltanto quelli che sono stati dimessi dall’ospedale. Quindi, si tratta di guariti da situazioni critiche. Infatti, la lingua inglese indica “recovered / Discharged”, che vuol dire “dimessi”. Anche qui, quindi, guariti da situazioni critiche. In questo modo, si “sfata” anche l’idea dell’eccessiva pericolosità di questo virus che, se è vero che non è sicurissimi, è altresì vero che non ha una pericolosità così alta.

Infine, l’ultimo dato è quello dei decessi. Questo dato è ambiguo: infatti, occorre distinguere tra “morti di Covid-19” e “morti “con” il covid-19”. Spesso, in effetti, si confondono questi due piani

Alcuni tendono ad identificare le due cose, che invece sono completamente differenti: una persona può morire, ad esempio, “di epatite virale”, oppure magari di infarto, ed avere anche l’epatite virale. Nel secondo caso è l’infarto la causa del decesso, mentre l’epatite virale non lo è,. anche perché non credo che questa possa provocare infarti!

Non è detto che il Covid-19 sia la causa principale della morte. Magari la persona è morta per altre patologie!

Addirittura Borrelli aveva affermato, in un’occasione, che questi sono i morti per “tutte le malattie” quel giorno in Italia. Quindi un modo per “gettare fumo” ancora una volta negli occhi delle persone.

Insomma: leggere i dati in maniera intelligente aiuta a difenderci dagli “abbagli del Regime” che vorrebbe una Quarantena eterna.

Tuttavia, se si osservano i dati relativi al numero di colpiti da COVID-19 per milione di abitanti, scopriamo che i colpiti da COVID.19, in Italia, sono 1 su 358. E i morti sono 1 su 27.027. Su scala mondiale, invece, i colpiti sono 1 su 3571 e i morti 1 su 53.458. in fondo, possiamo anche non preoccuparci più di tanto!

Sapere, come sempre è il modo migliore per riuscire a capire davvero. E non essere vittime delle manipolazioni di Regime. Che ormai ha superato, con l’attuale Decreto, il record degli abusi.
Concludo, però, con una riflessione: i contagi “dichiarati” appaiono ancora tanti: il 16 aprile 2020 questi erano 3786. Considerando che l’incubazione dura da 5 a 14 giorni, il virus, per questi casi, era stato contratto in piena Quarantena. Questo vuol dire che, di fatto, la Quarantena in stile italiano serve solo a creare danni e malessere alle persone, ma non ad ostacolare il contagio. E credo di avere ben pochi dubbi su questo!

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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