Caso Palamara: l’importante differenza tra prassi e procedura penale passando per le manine che passano documenti coperti da segreto alle redazioni di certi giornali…

Caso Palamara: l’importante differenza tra prassi e procedura penale passando per le manine che passano documenti coperti da segreto alle redazioni di certi giornali…

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Tutto e il contrario di tutto. Posso condensare con questa frase ciò che sta accadendo sul caso Palamara.

Per aiutare chi legge a districarsi in questa matassa, è necessario fornire un breve riepilogo degli ultimi accadimenti: Marcella Contrafatto, ex segretaria al Csm di Piercamillo Davigo, è accusata di aver trasmesso ai quotidiani Il Fatto Quotidiano e Repubblica, i verbali delle dichiarazioni rilasciate dall’avvocato Amara, considerato teste chiave nel processo a Luca Palamara. Gli stessi verbali sarebbero stati inoltrati anche al consigliere del CSM, Nino di Matteo, che dichiara però di non conoscere il mittente. La Contraffatto è stata sospesa dalle funzioni. Davigo viene indicato come la “manina” che ha ordito tutto.

Durante la puntata di “Di Martedì” dello scorso 11 Maggio, si è assistito a un duro scontro tra il direttore Alessandro Sallusti, da pochi giorni tornato alla guida di Libero, e Marco Travaglio, direttore di Il Fatto, sul tema: Piercamillo Davigo e gli atti delle accuse sulla Loggia Ungheria che avrebbe trasmesso a certi quotidiani affinché la vicenda fosse resa pubblica.

Riporto una delle dichiarazioni di Sallusti: «È un uomo molto imbarazzato, in grande difficoltà, deve sostenere il contrario di ciò che ha sempre sostenuto, comportamenti così borderline, discutibili, se applicati alla politica o all’impresa avrebbero fatto partire avvisi di garanzia e forse una carcerazione preventiva per inquinamento di prove, cosa che ovviamente non auguro al dottor Davigo che però è vittima del suo stesso metodo. Davigo ha arrestato per molto meno».

Queste affermazioni sono la sintesi perfetta di un capitolo del caso Palamara.

Piercamillo Davigo, che negli ambienti meneghini era stato rinominato Piercavillo per la sua tendenza a scovare i cavilli giuridici, durante la sua carriera forse avrebbe sbattuto in galera qualche Signor Nessuno per molto meno dell’aver consegnato ai giornali una copia non firmata dei verbali che contengono le accuse sul caso Loggia Ungheria. Un’atto grave perché è il Codice di Procedura Penale ad asserirlo, come spiegherò più avanti.

Lui nega di aver fatto una cosa simile attraverso la sua ex segretaria, e dichiara, ospite della trasmissione Piazza Pulita, di non aver mai avuto gli originali di quel documento, ma solo delle copie in formato word.

Secondo la sua versione, questi verbali dell’avvocato Piero Amara li avrebbe ricevuti dal sostituto procuratore di Milano Paolo Storari, “Non erano verbali, erano copie Word di atti di supporto alla memoria. Io gli atti originali non li ho mai visti. Storari mi ha segnalato una situazione critica e mi ha dato il materiale necessario per farne una opinione dopo essersi accertato che fosse lecito. Io ho spiegato che il segreto investigativo, per espressa circolare del Consiglio superiore, non è opponibile al Consiglio superiore”.

Luca Palamara, in un’intervista pubblicata lo scorso 10 Maggio su ilgiornale.it ha dichiarato una cosa che deve far riflettere.

Luca Fazzo chiede: “Converrà che il passaggio brevi manu di una copia non firmata dei verbali da un PM a un membro del Csm non si era mai visto”.

Palamara replica: «Io inviterei a guardare alla sostanza di quanto è accaduto, più che alla forma. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la vita quotidiana di una Procura sa che è prassi costante che un sostituto, soprattutto nei frangenti più delicati, senta il bisogno di trovare un momento di conforto e di condivisione da parte di colleghi che ritiene più preparati e che considera un punto di riferimento. È questo che credo sia avvenuto tra Storari e Davigo».

Cliccando sul seguente link è possibile accedere all’intervista integrale: Storari ha agito bene. Davigo? Di lui non parlo.

Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la vita quotidiana della Procura sa che è prassi costante. Esatto. Devi lavorarci in un ambiente per conoscere le prassi in uso. Così com’è necessario conoscere le procedure in vigore.

Non si può spiegare un mondo complesso a chi non ha mai messo piede sul suolo di un territorio. Insomma, non parlare di Dubai se l’hai vista solo in cartolina. Come dico spesso.

Con l’esplosione del caso Palamara sta accadendo tutto e il contrario di tutto. Si è data in pasto all’opinione pubblica una vicenda complessa, iniziata proprio col passare alle redazioni di certi quotidiani informazioni che dovevano restare segrete secondo la normale procedura penale.

Non si tratta di tenere la popolazione all’oscuro di ciò che accade, ma di norme precise, come larticolo 329 del Codice di Procedura Penale, che al primo comma rammenta che “sono coperti dal segreto, sino a quando l’imputato non ne può avere conoscenza e comunque non oltre la chiusura delle indagini preliminari, tutti gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria”.

A dare maggior forza a questa norma, arriva anche l’articolo 114 dello stesso Codice che vieta “la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti dal segreto o anche solo del loro contenuto e la pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti dal segreto fino a che non siano concluse le indagini preliminari o sino al termine dell’udienza preliminare”.

Il caso Palamara fu sbattuto in prima pagina perché all’epoca una “manina” consegnò, a certi quotidiani, documenti che non potevano essere resi pubblici in quanto coperti dal segreto. Segreto, in questo caso, non significa “Occultare la verità alla popolazione”. È una procedura di garanzia contenuta nel Codice di Procedura Penale.

Non a caso l’ex magistrato ha potuto, in pieno diritto, presentare una denuncia per illecita pubblicazione di atti coperti da segreto, attivando le norme contenute all’articolo 684 del Codice Penale

Quando, nel Novembre del 2020, intervistai Luca Palamara in esclusiva per Libero, gli chiesi tra le altre cose: “Perché, a suo parere, ciò che è considerato normale in politica non lo è all’interno della Magistratura?

L’ex magistrato rispose: “In questo momento, e sottolineo in questo momento, è stato più facile identificare nella mia persona l’unico autore degli accordi all’interno delle correnti. Ma ciò è accaduto perché non è mai stato spiegato il meccanismo attraverso il quale le correnti operano all’interno della magistratura stessa. Questo ha creato una sorta di diversità tra ciò che avviene in politica e ciò che avviene in magistratura. Intendo dire che, poiché mai stato reso pubblico il sistema delle nomine all’interno del CSM, quando si è iniziato a parlarne si è gridato allo scandalo. I cittadini conoscono il sistema delle nomine in politica e per questo non lo ritengono scandaloso. L’informazione serve anche a non generare scalpore dove non vi è nulla di male”.

Per l’Opinione Pubblica la consuetudine diventa normalità, ciò che non si conosce e trapela, diviene scandaloso. Come in questo caso. Senza dimenticare l’importanza dell’ultima frase: “L’informazione serve anche a non generare scalpore dove non vi è nulla di male

Per ciò che riguarda invece la magistratura, esistono procedure e prassi. E norme contenute nei Codici. La giustizia va certamente riformata e urgentemente, perché non si può pensare di restare ingabbiati nelle spire di una palude che, man mano che si tenta di uscirne fuori, avviluppa tutto e tutti come con le sabbie mobili, che più tenti di salvarti più vieni inghiottito verso il fondo. Nel frattempo il sistema Italia cola a picco.

Riferimenti

Immagine digitale della mia intervista uscita in edicola su Libero del 4 Novembre 2020:

Piazza Pulita – trasmissione andata in onda il 10 Maggio 2021

Piazza Pulita – trasmissione andata in onda il 10 Maggio 2021
Piazza Pulita – trasmissione andata in onda il 10 Maggio 2021
Piazza Pulita – trasmissione andata in onda il 16 Maggio 2021

**Immagine di copertina estratta da questo video pubblicato su YouTube

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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