Di Chiara Farigu
Potrà essere ricucita questa maggioranza tenuta sotto scacco da un partitino che elettoralmente vale il 2% o giù di lì e che è percepito come il fumo negli occhi? E’ quanto si appresta a verificare il presidente della Camera Roberto Fico. Il Capo dello Stato, concluso il primo giro di consultazioni, e già prima di affidargli il mandato esplorativo è stato perentorio: siamo in mezzo ad una pandemia sanitaria, sociale ed economica e abbiamo il dovere di trovare soluzioni e dare risposte immediate.
In poche parole, basta perdere tempo. E soprattutto basta personalismi. Fico, al quale tutti riconoscono grandi capacità di mediatore, ha tempo sino a martedi per verificare se ci sono o meno le condizioni per ricomporre il governo capace di portare avanti un programma condiviso per rimettere in carreggiata un Paese allo stremo com’è appunto l’Italia.
I diretti interessati si dicono pronti alla collaborazione, a cominciare da chi questa crisi l’ha innescata, facendo venire meno la maggioranza con le dimissioni delle ministre Bonetti e Bellanova. ‘La decisione del presidente Mattarella è una scelta saggia che IV onorerà lavorando sui contenuti: vaccini, scuola, lavoro e ovviamente Recory Plan sono le priorità su cui il Paese si gioca il futuro. Diciamo no alla caccia di parlamentari, diciamo sì alle idee e ai contenuti. No al populismo, sì alla politica’, scrive su FB Matteo Renzi. Pronto, si evince, a rientrare nella maggioranza basta che ‘ci dicano se ci vogliono’.
Ancora è da chiarire se il punto dolente per una eventuale ‘ricucitura’ ruoti intorno alla persona del Presidente del Consiglio del quale l’ex rottamatore chiedeva la testa, poiché ‘vulnus democratico’ ma anche decisamente in ritardo con la tabella di marcia delle riforme.
Il PD conferma la disponibilità a sostenere un governo a guida Conte, sì ad una maggioranza più coesa e rafforzata fondata anche sulla convergenza delle forze europeiste presenti in Parlamento, recita una nota del partito. In linea, almeno dalla dichiarazioni ufficiali, con i pentastellati che si dicono pronti a collaborare con Fico per porre fine a questa crisi che non sarebbe mai dovuta cominciare: ‘Concentriamoci sui temi che ci accomunano e togliamo tutti i temi divisivi’.
Ma con o senza Renzi? Il groviglio della matassa è ancora tutta lì e per Fico sarà impresa davvero ardua trovare il bandolo e ricomporre il gomitolo.
Perché fare a meno di IV, ormai è appurato, è impossibile. La ricerca dei cosiddetti costruttori si è rivelata un fiasco e i due contendenti dovranno scendere a più miti giudizi. Sempre se riescano, s’intende, perché la loro resterà, comunque vada, una tregua armata.
Così dopo giorni di ‘mai più con Renzi’, al mediatore incaricato spetta uno dei compiti più difficili in assoluto: ricomporre una maggioranza. Che comunque la si veda sarà costretta costantemente a guardarsi le spalle. Gli stessi elettori sono divisi. Tra chi augura a Fico di riuscire nell’intento e chi sostiene ‘meglio il voto che Renzi’.
L’opposizione, manco a dirlo, gufa per la rottura sperando così in un governo di ‘larghe intese’. Le urne, tanto evocate davanti ai microfoni, in piena pandemia, non sono all’ordine del giorno. Almeno per adesso.
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