Quarantuno anni fa  veniva ucciso  Piersanti Mattarella. Insieme a lui morì anche il sogno di una nuova Sicilia

Quarantuno anni fa  veniva ucciso  Piersanti Mattarella. Insieme a lui morì anche il sogno di una nuova Sicilia

Di Chiara Farigu

Quarantuno anni fa, nel giorno dell’Epifania veniva assassinato, da un commando composto da almeno due uomini, il Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella.

Un omicidio ancora per certi versi senza risposte. Si conoscono i nomi dei mandanti (i più importanti boss di Cosa nostra) ma non del killer che materialmente sparò e uccise l’allora quarantaquattrenne governatore della Sicilia davanti agli occhi della moglie Irma e dei figli Bernardo e Maria. Stava andando a messa per assistere alla celebrazione dell’Epifania quando fu raggiunto da una grandine di pallottole.

Insieme a lui morì anche il sogno di una nuova Sicilia. Finalmente libera dal giogo della mafia che tutto ordina e tutto gestisce.

Un omicidio immortalato da quell’immagine drammatica che ritrae l’attuale Capo dello Stato, allora professore di diritto, impegnato a togliere il fratello dall’auto nel vano tentativo di prestargli soccorso.

‘Mio nonno viene considerato da tutti una vittima di mafia, ma da quello che sta emergendo dalle indagini più recenti sembra esserci dell’altro. No, non è stata solo Cosa nostra a uccidere Piersanti Mattarella’ dichiara Piersanti junior, nipote dell’ex presidente assassinato in occasione del 41esimo anniversario della sua morte.

Una vicenda giudiziaria lunga e complessa. Con dei risvolti ancora da chiarire.

Nel 2018 la procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta sull’omicidio. Nuovi accertamenti e nuovi reperti potrebbero dare risposte alle tante domande ancora senza un perché di un omicidio così efferato.

Un Politico con P maiuscola ma soprattutto scomodo, Piersanti Mattarella. Aveva il pallino della legalità, della trasparenza e del rigore. Ma soprattutto voleva liberare quella terra meravigliosa che è la Sicilia dalle logiche mafiose e avviare così un percorso di rinnovamento delle istituzioni. Da qui la riforma della Pubblica Amministrazione a livello regionale e la rivisitazione della procedura degli appalti in campo edilizio.

Un vero schiaffo alle organizzazioni mafiose che in quegli anni ‘avevano acquisito una grossa fetta di potere’, ricorda Piersanti Jr.

Un esempio di impegno politico. Di determinazione e coraggio. Che ha pagato con la vita la volontà di voler fermare lo strapotere mafioso.

Quest’anno a causa della pandemia sono stati ridotti gli eventi di commemorazione. Cerimonie sobrie si terranno a Palermo, sul luogo dell’eccidio, ed a Castellammare del Golfo, suo paese natale.

***Abbiamo stipulato un accordo con le autrici del sito www.scrignodipandora.it per la ridiffusione di alcuni loro articoli. Il pezzo di Chiara Farigu a questo link

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