Dal nostro inviato da Berlino Daniel Abbruzzese
Nella giornata di martedì, il Parlamento tedesco ha varato una legge a tutela della salute pubblica, mentre a pochi metri dal Reichstag si scatenavano violente proteste. Pare che dietro agli scontri ci siano estremisti di destra, incapaci di comprendere la gravità della situazione e la necessità di leggi sempre più restrittive.
Finalmente una legge efficace contro la pandemia
Ne parlavamo già la scorsa settimana: da quando la seconda ondata di tamponi positivi sta sferzando la Germania, le misure draconiane prese dalla politica sono state in più di un’occasione rigettate dai tribunali amministrativi locali, per illegittimità o mancanza di fondamenti. Si è imposta dunque la necessità di trovare una nuova forma giuridica alla normativa sulla gestione delle epidemie (che in Germania esiste in realtà dal 2001), che rendesse ulteriori misure restrittive inattaccabili dal potere giudiziario.
Le norme varate in tutta fretta nella giornata del 18 novembre contemplano dunque la possibilità, per il governo, di imporre restrizioni senza dover passare dal normale iter parlamentare, assegnando poteri eccezionali al Ministero della Sanità. Questo stato di eccezione potrà essere solo provvisorio, valido al massimo per quattro settimane, ma sarà di volta in volta sarà prorogabile – e qui qualcuno avanza un paragone azzardato con le leggi per la sicurezza nazionale introdotte a partire dall’11 settembre 2001 e tuttora in vigore.
In casi di eccezionale gravità, l’arbitrarietà del governo si appoggerà però all’auctoritas della scienza, nella sua declinazione statistica. L’emergenza scatterà infatti ogniqualvolta l’incidenza superi i 35 contagi su 100.000 abitanti per una settimana di seguito.
Nella nuova legge si esplicitano anche le restrizioni applicabili in casi del genere: limitazione dei contatti interpersonali e degli spostamenti, chiusura delle attività commerciali e culturali, sospensione di cerimonie religiose e del diritto di manifestare, obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Si era diffusa la voce che nel testo fosse contemplato anche un obbligo vaccinale. Il ministro della sanità Jens Spahn ha però dato la sua parola d’onore: nessuno sarà obbligato a vaccinarsi contro il Coronavirus; tutt’al più, chi proviene dalle zone ad alto rischio, dovrà dimostrare di essere vaccinato per spostarsi liberamente.
Le solite torbide proteste
Nella stessa giornata del 18, fuori dal Reichstag e nelle zone circostanti, si sono radunate almeno 50.000 persone, convinte che la sospensione momentanea della democrazia parlamentare assomigli al Decreto dei Pieni Poteri varato da Hitler nel marzo del 1933. No vax, no mask, negazionisti, complottisti, neonazisti, si apprende – ma in realtà non pochi portavano la mascherina ed erano più visibili le bandiere arcobaleno che quelle non quelle del Reich. Di fronte alle intemperanze, la polizia ha dovuto usare il pugno di ferro per disperdere i manifestanti: idranti (ma, assicurano le fonti, l’effetto del getto d’acqua è quello di un acquazzone, è stato quindi innocuo per i numerosi bambini presenti alla dimostrazione), lacrimogeni e cariche.
La ministra della giustizia, Christine Lambrecht, ha difeso l’operato della polizia: lo Stato non può che agire con la massima determinazione, quando una protesta mette a rischio la Costituzione.
In realtà, fatto ben più grave, degli estranei sono entrati nel Bundestag nello stesso giorno, grazie ad un lasciapassare da visitatori, probabilmente fornito loro da esponenti dell’estrema destra di AfD. Una volta penetrati negli uffici dei parlamentari, hanno cercato di impedire la loro partecipazione alle votazioni. È inaccettabile, stigmatizza la capogruppo della SPD Katja Mast, che un gruppo di privati cittadini cerchi di esautorare i propri rappresentanti della loro funzione.
Una sola lotta: contro il virus e per la democrazia…
Mentre nelle strade del quartiere governativo si contavano i feriti (80 fra gli agenti) e si provvedeva al fermo di 360 persone, la Infektionsschutzgesetz veniva ratificata anche dalla Camera dei Länder e dal Presidente della Repubblica Steinmeier. Gli organizzatori delle proteste si sono comunque già impegnati a continuare a manifestare a oltranza, mentre i movimenti antifascisti, armati di mascherina e coraggio civile, promettono di ostacolarli. Coincidenza forse irripetibile, che i gruppi di estrema sinistra condividano gli stessi obiettivi del governo al potere. Ma che fa capire l’unicità di questo momento storico, in cui è richiesto a tutta la nazione di far fronte comune contro un nemico invisibile e contro i nemici di sempre, quelli che mettono in dubbio l’ordine democratico. D’altra parte, da quasi vent’anni la democrazia è in Europa talmente sicura da essere diventata merce da esportare. E, come dichiarava il premio Nobel Elfriede Jelinek, quando si inizia ad esportare la democrazia, significa che essa qui da noi è già sparita. Sulla stabilità dei meccanismi democratici, dunque, come sulla statistica, non può permanere nessun dubbio.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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