Scienza: scoperto un gas effetto serra che scalda 300 volte più del CO2

Scienza: scoperto un gas effetto serra che scalda 300 volte più del CO2

Di Nathalie Mayer – Giornalista di Futura Science

Tutti conoscono l’anidride carbonica (CO2). Ma lo sapevi che la CO2 non è l’unica causa del riscaldamento globale? Esistono altri gas serra. Hai mai sentito parlare del metano (CH4)? Probabilmente. Protossido di azoto (N2O). È meno certo. Quest’ultimo però ha, secondo i ricercatori, un potere calorifico, attenzione … 300 volte maggiore di quello della CO2! Per un tempo di permanenza nell’atmosfera di circa 120 anni – contro circa 100 anni per la CO2.

Quindi non dovremmo essere preoccupati anche per le nostre emissioni di N2O? Questa è la domanda posta da un team internazionale di ricercatori guidato dalla Auburn University (Stati Uniti). Che ieri hanno pubblicato la valutazione più completa fatta fino ad oggi da tutte le fonti – naturali e antropiche – e pozzi di protossido di azoto nel mondo. Una valutazione che mostra che le emissioni stanno aumentando più velocemente anche del più pessimista degli scenari dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) che porterebbero ad un aumento della temperatura media della nostra Terra immaginata. oltre 3 C.

Il livello di protossido di azoto nell’atmosfera è aumentato del 20% rispetto ai livelli preindustriali. Nel 1750 era di 270 parti per miliardo (ppb). Nel 2018, era di 331 ppb. E negli ultimi 50 anni le emissioni sono aumentate ancora più velocemente. Negli ultimi quattro decenni, le emissioni prodotte dall’uomo sono aumentate del 30%. Notizie ancora peggiori quando sappiamo che il N2O è anche oggi il più importante agente di impoverimento antropogenico dello strato di ozono stratosferico.

La responsabilità dell’agricoltura

Principale responsabile di queste emissioni: l’agricoltura. Innanzitutto l’allevamento e le colture necessarie per nutrire gli animali attraverso l’utilizzo di fertilizzanti azotati in eccesso e la cattiva gestione di escrementi e residui colturali. Poi le risaie che, immerse e poi prosciugate a intermittenza, emettono – come ha dimostrato un recente studio -, nel mondo, tanto N2O quanto 200 centrali a carbone. In totale, il settore rappresenta oltre l’85% delle emissioni di protossido di azoto.
In Cina, India e Stati Uniti le emissioni sono dominate da quelle dei fertilizzanti sintetici. In Africa e in Sud America vanno aggiunti quelli dello spandimento del letame zootecnico. In Europa, invece, le emissioni sono diminuite. Il risultato di misure adottate in particolare per un uso più efficiente dei fertilizzanti.

L’analisi dei ricercatori della Auburn University rivela anche un emergente “feedback” N2O-clima. Il risultato delle interazioni tra l’aggiunta di azoto alle colture per la produzione alimentare e il riscaldamento globale, aumentando ulteriormente le emissioni dall’agricoltura. Da qui l’urgente necessità di sviluppare strategie di mitigazione efficaci. Come l’uso di fertilizzanti da rifiuti animali o vegetali. La diversificazione dell’orticoltura. L’uso della permacultura per piccole superfici. Oppure, la diminuzione del nostro consumo di carne.

Da Futura Science

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