Di Fabio Miceli
Esattamente sette anni fa l’Associazione Luca Coscioni depositava la proposta di legge di iniziativa popolare Eutanasia Legale, che in questi anni non è mai stata discussa dal Parlamento, nonostante due richiami della Corte Costituzionale.
Per rilanciare la necessità del dibattito parlamentare, in questi giorni la realtà attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute ha riavviato la raccolta firme, partendo da alcune piazze italiane, come Milano, Vicenza, Verona, Bari e Pomezia, Bolzano e Parma. Questa mattina, invece, a Roma, in Piazza Montecitorio è stata la volta di una manifestazione e l’avvio di un presidio nonviolento quotidiano per richiamare il Parlamento alle proprie responsabilità.
“Sette anni e il Parlamento non ha trovato sette minuti per discutere la nostra proposta, firmata da oltre 136.000 italiani, che come prevede la Carta costituzionale hanno il diritto di proporre iniziative al Parlamento – dichiara Filomena Gallo, Segretario Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – Dal 2015, ovvero da quando Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli hanno iniziato la disobbedienza civile, sono oltre 1000 le persone che si sono rivolte a loro in cerca di aiuto e informazioni sul proprio fine vita volontario.
Ad essi si aggiungono decine di migliaia di persone che hanno contattato l’Associazione Luca Coscioni all’indirizzo info@associazionelucacoscioni.it a Citbot.it – (l’intelligenza artificiale sviluppata insieme a Revevol Italia in grado di rispondere ai quesiti su questo tema e su altre libertà civili). Ma il Parlamento è rimasto impassibile, nonostante il doppio monito della Consulta, c’è un problema di attuazione e rispetto della Costituzione nel nostro paese, non è la prima volta che il legislatore si mostra sordo a questi solleciti”.
“Il paradosso – continua Gallo – sta nel fatto che il suicidio medicalmente assistito è un diritto già riconosciuto in Italia, e disponibile attraverso un iter avviato presso l’ASL, ma, in assenza di una legge che stabilisca in modo preciso il dovere dello Stato a rispettare ed aiutare l’esercizio della libertà di scelta da parte dei malati, non c’è certezza sui tempi ed è forte il rischio di finire comunque alla via giudiziaria. Un corto circuito anomalo difficilmente replicabile che innesca uno stato di impasse, così il diritto non viene né goduto, né garantito in quanto nessuno conosce le regole. Lo Stato ha il dovere di garantire tale diritto perché la sentenza della Consulta stabilisce che sia il Sistema Sanitario Nazionale a governare l’iter e la sua piena applicazione. I tempi di risposta della Pubblica Amministrazione, da prassi, sono di 30 giorni, ma l’Associazione Luca Coscioni sta verificando legalmente tutte le vie di interpretazione di tali termini in virtù dell’urgenza richiesta.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento