Il teatro Patologico rischia di chiudere: l’appello del fondatore, Dario D’Ambrosi

teatro patologico

Lettera di Dario D’Ambrosi

Sono Dario D’Ambrosi, fondatore e direttore artistico del Teatro Patologico che da trenta anni porta avanti un difficile e faticoso lavoro di teatro-terapia, rivolto a persone con disabilità fisica e psichica, alleviando molte sofferenze a centinaia di famiglie con ragazzi disabili.

L’attività artistica e sociale del Teatro Patologico ha permesso a questa realtà di rappresentare l’Italia e la città di Roma in tutto il Mondo, presentando il primo Corso Universitario al Mondo di Teatro Integrato dell’Emozione presso la sede delle Nazioni Unite a New York, a Tokyo, Bruxelles, Johannesburg e a Londra, vincendo inoltre con la “Medea” il Premio come Miglior Spettacolo Straniero.

In questi giorni sono venuto a sapere che il Comune di Roma ha scartato un progetto triennale da realizzare con i ragazzi diversamente abili del Teatro Patologico perché mancano alla domanda “delle sigle agli allegati del progetto“. Rimango davvero sconvolto e deluso da questa sconcertante decisione, sapendo soprattutto che l’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma ha sollecitato le Associazioni a regolarizzare le domande dei vari progetti, sollecitazione che però non ha riguardato il Teatro Patologico che, senza sapere per quale motivo, non ha la possibilità di regolarizzare la propria domanda.

Letteralmente schifato da questa decisione dell’Assessorato alla Cultura , comincerò a denunciare e comunicare in giro per il Mondo che il Comune di Roma esclude progetti con e per persone disabili, per piccoli dettagli burocratici e non per un giudizio sul valore dell’iniziativa.

Questa decisione, che ripeto mi lascia deluso e affranto, rischia di metterci nella condizione di lasciare a casa decine e decine di famiglie con figli disabili, che nel Teatro Patologico avevano trovato una speranza e, soprattutto, un futuro.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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