Tenere conto delle differenze di genere per comprendere gli effetti del Covid19 sui pazienti e immaginare percorsi di cura nell’ambito della medicina di precisione. In Italia uomini e donne vengono curati tutti allo stesso modo, ma i due sessi reagiscono in maniera diversa alle malattie e il Covid19 è stato solo l’ultimo esempio. Per questo motivo Mondosanità ha messo attorno a un tavolo digitale alcuni esperti del settore per discutere di questo tema e più nello specifico di quali siano le differenze nel trattamento medico tra uomo e donna nell’era post Covid19 con un focus sulle malattie della mente e del cervello.
Frutto di questo confronto un documento di sintesi con 12 azioni da mettere in campo per potenziare la medicina di genere all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Il documento è stato inviato ai deputati delle commissioni Sanità di Camera e Senato.
La salute mentale è stata particolarmente colpita durante la pandemia di Covid-19: infatti, più del 20% delle persone mostra disturbi post-traumatici da stress, depressione e ansia. Le donne sono la categoria più colpita perché gravate dalle responsabilità professionali e della famiglia, e molto spesso vittime delle violenze domestiche durante la quarantena. Anche in gravidanza e nel post-parto è stato registrato un aumento fino al 40% della depressione e fino al 72% dell’ansia nel post lock-down. Il compito del SSN è quello di lavorare attivamente per promuovere la farmacologia di genere a supporto delle donne nel periodo post-pandemico dove bisogna far fronte a nuove sfide.
Il Covid-19 ha posto in evidenza le criticità dell’offerta sanitaria territoriale, queste criticità non esimono il trattamento delle malattie neurologiche e mentali. Bisogna quindi includere queste categorie nella riorganizzazione del sistema territoriale. L’obbiettivo è riuscire a prendere in carico il paziente a 360° partendo dalla prevenzione fino al supporto psicologico necessario per ritornare all’interno della società.
L’emergenza sanitaria è il lockdown hanno avuto un doppio effetto, da una parte hanno portato al limite pazienti con fragilità mentale pre-esistenti che durante i mesi del lockdown non hanno potuto accedere a pieno ai servizi di cura e dall’altra ha esacerbato cittadini che soffrivano solo di lievissimi o nessun disturbo. Inoltre la stessa malattia covid-19 con le sue numerosissime e spesso gravi manifestazioni cliniche è estremamente pericolosa per il paziente sia dal punto di vista psichiatrico che psicologico.
Secondo studi attuali per via del coronavirus circa il 48% degli italiani è sotto stress. Questa situazione critica però non cesserà con la fase acuta del virus poiché anche se il virus sta scomparendo le ricadute economiche e sociali dureranno ancora a lungo. Bisogna quindi programmare un monitoraggio per le patologie mentali ad ampio spettro, ponendo particolare attenzione anche sugli operatori sanitari che negli ultimi mesi hanno subito stress psicologici molto forti.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento