Nell’apparente tentativo di evitare il Tribunale penale internazionale, l’amministrazione Duterte ha creato una commissione inter-agenzia che re-investigherà su 5.655 decessi che ci sono stati durante operazioni di polizia nell’ambito della guerra alla droga.
Lo ha fatto sapere il segretario alla giustizia Menardo Guevarra al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite martedì 30 giugno, durante la sua 44a sessione.
L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha presentato il suo rapporto completo che ha evidenziato come non ci fosse “nessuna giustificazione legislativa e nessun conseguente giusto processo” nella guerra di Duterte alla droga.
Guevarra ha affermato che la commissione, sotto la direzione del Dipartimento di Giustizia, coinvolgerà la Commissione per i diritti umani (CHR) come organo di controllo indipendente.
“Il funzionamento continuo e senza ostacoli della Commissione filippina per i diritti umani è alla base della nostra forte posizione contro le richieste di un meccanismo investigativo indipendente, incluso quello presentato dinanzi alla Corte penale internazionale (ICC) dal quale ci siamo ritirati”, ha affermato Guevarra.
Il procuratore della ICC Fatou Bensouda deciderà quest’anno se aprire o meno un’indagine formale sulle Filippine. Per farlo dovrà stabilire se le Filippine non sono in grado o non sono disposte a perseguire i presunti crimini.
Il rapporto di Bachelet afferma che si è verificato un “fallimento dei meccanismi interni per garantire la responsabilità”, visto come una spinta alla ICC. “L’indipendenza dei nostri tribunali è confermata dalle condanne di un generale dell’esercito nel 2018, e da membri di una famiglia politica di alto profilo e funzionari di polizia nel 2019, e dall’accusa di un ex capo della polizia nel gennaio di quest’anno”, ha affermato Guevarra.
Guevarra ha fatto riferimento al generale in pensione Jovito Palparan, degli Ampatuani e dell’ex capo della polizia Oscar Albayalde che il Dipartimento di Giustizia (DOJ) intende mettere in stato d’accusa per il sensazionale caso di riciclaggio di droga a Pampanga.
Cosa farà esattamente questa commissione?
Guevarra ha affermato che la commissione farà una “revisione oculata” delle varie morti. “Questa commissione, esterna alla polizia nazionale filippina (PNP), riprende in considerazione questi casi ed esamina la possibilità di riaprirli o di presentare accuse appropriate contro gli agenti delle forze dell’ordine che hanno commesso un errore”, ha detto Guevarra.
Carlos Conde del gruppo internazionale Human Rights Watch ha affermato che la creazione della commissione fa parte della “propaganda per placare il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC), e impedirgli di agire”.
“E’ fondamentale tenere presente che le Filippine la hanno annunciata solo quando sono state costrette a rispondere alla risoluzione dell’UNHRC. La verità è che non hanno mai fatto nulla per garantire la responsabilità di quanto accaduto. Al contrario, hanno cercato di nasconderla”, ha detto Conde.
La creazione della commissione annulla direttamente l’affermazione del PNP secondo cui ci deve essere una presunzione di regolarità nelle loro operazioni. Guevarra ha affermato che il PNP deve effettivamente assumere un ruolo guida nelle indagini sui propri uomini, indipendentemente che sia o meno una denuncia. “La polizia nazionale filippina è obbligata dal suo regolamento interno a condurre indagini motu proprio sulla presenza o meno di denuncianti in tutte le operazioni di contrasto che provocano morti e ad agire su questa base”, ha affermato Guevarra.
Perché solo adesso?
In un’analisi dei dati DOJ e PNP nel gennaio 2019, Rappler ha scoperto che i sistemi giudiziari e investigativi di entrambe le agenzie hanno lasciato irrisolte migliaia di morti che si sono verificate durante la guerra alla droga. Le lacune derivano dalla mancanza di testimoni, denunce, anche se il regolamento del DOJ conferisce ai pubblici ministeri l’onere di indagare per conto proprio sulle morti. Il DOJ ha poi spiegato che non può iniziare le indagini a meno che la polizia non porti casi e prove ai pubblici ministeri.
Con questa commissione, Guevarra ha affermato che “non solo rafforzerà la responsabilità della campagna antidroga, ma rafforzerà la rete sui meccanismi esistenti per prevenire i casi di impunità”. “Il gruppo di esperti intende coinvolgere le famiglie colpite, fornire loro opzioni legali e assistenza nel perseguire penalmente le forze dell’ordine che hanno oltrepassato i limiti legali nelle loro operazioni”, ha affermato Guevarra. Che ha precisato che il rapporto della stessa commissione sarà presentato entro novembre 2020.
La commissione, a quanto fa sapere il sottosegretario alla giustizia Markk Perete, ha iniziato i suoi lavori nel febbraio 2020, su sollecitazione del governo. “Il progetto RealNumbers del PCOO fa il punto delle operazioni di contrasto che sono state operate in ambito delle droghe illegali dal 2016.” C’è da notare che il governo è informato fin dal 2018 che erano state uccise 5.000 persone in operazioni ufficiali di polizia, ma ha creato in ritardo la commissione.
“Dovrei confermare con RealNumbers la copertura dei loro dati. Ma, come ho ribadito, i lavori sulla creazione della commissione sono in corso dal febbraio di quest’anno, compresa la stipula di accordi logistici e di condivisione dei dati”, ha affermato Perete.
Alla domanda sul perché la commissione sia stata creato solo ora, Perete ha risposto: “Parte del lavoro di RealNumbers è di prendere in considerazione i dati di diverse forze dell’ordine come PDEA [Philippine Drug Enforcement Agency], PNP [Philippine National Police] e NBI [National Bureau of Investigation]. Quando quella aggregazione di dati è stata completata, solo allora siamo stati in grado di avviare RealNumbers.”
Il 30 giugno scorso Perete non è stato in grado di rispondere a quanti dei 5.655 decessi sono stati presi in considerazione dai pubblici ministeri con procedure regolari o prima della creazione della commissione.
“Abbiamo già avviato una revisione preliminare dei file. Una volta completata, saremo in grado di procedere”, ha affermato Perete.
Chi compone la commissione?
Perete ha affermato che la commissione è composta dal DOJ, Presidential Communication Operations Office (PCOO), Dipartimento degli Interni e del governo locale (DILG), Dipartimento degli Affari esteri (DFAE), Segreteria del Comitato presidenziale per i diritti umani (PHRCS), il Presidential Management Staff (PMS), il Dangerous Drugs Board (DDB), PDEA, PNP e l’NBI.
Per quanto concerne le altre agenzie, sono per lo più contesti da cui provengono documenti e dati, ma sono DOJ, PHRCS, DILG, PCOO e DFA che “effettueranno la valutazione finale sulla base del lavoro della commissione di revisione”.
Alla domanda sul perché il DILG sia parte dell’organo decisionale quando la commissione dovrebbe essere “esterna al PNP”, un’agenzia da cui dipende, Perete ha risposto: “Il DILG è presente perché qualsiasi raccomandazione relativa alle indagini amministrative (disciplinari) dovrà essere implementata internamente “.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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