A scuola da settembre a piccoli gruppi? Sicuramente con una didattica a distanza che diventerà consuetudine, nonostante l’iniziale protesta dei sindacati per i quali la materia non era stata oggetto di trattativa. Mossa a cui un gruppo di dirigenti scolastici aveva risposto con un documento durissimo dal titolo ‘Lasciateci lavorare’. Fra i firmatari Amanda Ferrario, preside dell’Istituto tecnico economico Tosi di Busto Arsizio (Varese), ora membro della task force istituita al Miur.
“Credo che in tutti i campi si debba sempre costruire” – dice Ferrario a Focus economia, nell’ambito del Radio day #lascuolaimpossibile? su Radio 24 – “Se ci mettiamo a discutere e a fare la guerra fra di noi nel momento in cui c’è un’emergenza non portiamo a casa il risultato per nessuno. Credo che con i sindacati si debba assolutamente dialogare, soprattutto sulla qualità del lavoro, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sul carico di lavoro degli insegnanti, però la didattica a distanza è comunque parte del nostro lavoro di insegnanti e docenti, di dirigenti scolastici, quindi era giusto e sacrosanto farla in quel momento. Credo sia poi tutto rientrato perché gli insegnanti hanno dimostrato in tutta Italia di lavorare e di volerlo fare tutti, nelle condizioni in cui si trovavano”.
E quegli insegnanti che non la fanno, perché sostengono di non essere stati formati? “E’ come se un medico si rifiutasse di curare il Covid -19 perché non era stato formato per farlo. Il contratto collettivo c’è scritto che fra le competenze degli insegnanti ci sono anche quelle di innovazione metodologica e tecnologhe. Quindi un insegnante è tenuto a formarsi. La formazione è già un diritto-dovere degli insegnanti e fa parte di una legge approvata nel 2015. Quindi non solo abbiamo il diritto alla formazione, ma anche il dovere. Aggiungo che in uno dpcm del mese di aprile la didattica a distanza è stata dichiarata un dovere, quindi questi insegnanti dovrebbero interrogarsi sul loro ruolo. Credo che siano pochi, ma credo che compito di un insegnante sia anche quello di essere preparato e affrontare anche l’emergenza. Non è ricevibile dire che non si è stati formati e che quindi non si fa, non è etico”.
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