Redazione Scientifica
Ogni anno, il 18 febbraio, si celebra la Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger. Questa sindrome prende dal medico Hans Asperger, pediatra austriaco che agli inizi degli anni ’40 diagnosticò questo modo di essere vicino all’autismo.
La Sindrome di Asperger appartiene ai disturbi dello spettro autistico, cioè disordini del neurosviluppo definiti da due criteri principali, cioè deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale e pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi. Viene utilizzato il concetto di “spettro” come di un continuum tra deficit più e meno gravi.
I deficit nella comunicazione e interazione- spiega la dottoressa Beatrice Casoni psichiatra presso il poliambulatorio Medico Odontoiatrico ErreEsse di Ferrara– possono variare da una completa incapacità ad effettuare discorsi, alla compromissione lieve del linguaggio per difficoltà nella comunicazione reciproca. Affinchè possa esserci una diagnosi di disturbo dello spettro autistico è necessario che le abilità relative a comunicazione e interazione siano compromesse in modo permanente e pervasivo.
E’ compromessa la capacità di relazionarsi con gli altri e condividere emozioni e pensieri, possono essere assenti o scarse la gestualità, l’espressività , il contatto visivo e gli approcci con l’altro sono generalmente inadeguati, aggressivi o fonte di scarso interesse. I comportamenti ristretti e ripetitivi riguardano movimenti, uso di oggetti o eloquio, mancanza di flessibilità nelle abitudini quotidiane e interessi molto limitati. I livelli di gravità, come dicevamo, possono variare molto, andando da disabilità che richiedono un supporto continuo a condizioni che richiedono un minimo supporto. La sindrome di Asperger- prose gue l’esperta- rientra tra i disturbi dello spettro autistico tanto che non esiste nemmeno più nel DSM 5 come categoria diagnostica a sé. Precedentemente veniva definito Autismo ad alto funzionamento per sottolineare uno sviluppo cognitivo nella norma.
La diagnosi avviene, di solito, nei bambini tra i 5 e gli 11 anni, periodo in cui le interazioni sociali diventano più complesse e richiedono maggiori competenze. Le caratteristiche principali- sottolinea la dottoressa Casoni- sono le reazioni non adeguate ai contesti relazionali e la mancanza di empatia con l’altro tanto che questi bambini vengono frequentemente scambiati per antipatici, egocentrici o insensibili. In realtà il desiderio di entrare in relazione è presente ma mancano le strategie di apprendimento delle abilità necessarie. Nell’adolescenza, invece, la sofferenza per le difficoltà ad entrare in relazione e ad avere amicizie solide porta più facilmente all’isolamento.
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Anche nella sindrome di Asperger- precisa la specialista- troviamo comportamenti ripetitivi e interessi ristretti con difficoltà ad uscire dalla routine e dalle abitudini. Le capacità linguistiche sono sviluppate ma può coesistere la difficoltà a comprendere espressioni più complesse come le metafore o l’uso dell’ironia. Una grossa difficoltà è nel riconoscimento delle emozioni mentre il profilo cognitivo può essere anche superiore alla norma in certe abilità: ad esempio uno studente con Asperger può essere molto brillante e ottenere ottimi risultati.
Senza che questo assuma carattere di patologia invalidante, ciò che si può osservare in questi pazienti, è un funzionamento basato su difficoltà nelle interazioni sociali, e nella capacità di stare in relazione. I soggetti con sindrome di Asperger- prosegue la dottoressa Elisa Stefanati Psicoterapeuta EMDR presso il Poliambulatorio Aesthe Medica di Ferrara- solitamente manifestano un bassp grado di empatia, hanno difficoltà a comprendere ed esprimere le proprie emozioni e quelle altrui, per questo, spesso non sanno come interagire correttamente con i coetanei o le altre persone. Un tipico esempio che può rivelare un funzionamento di tipo Asperger nè quando ci si trova davanti ad una persona che tende ad a interpretare le parole alla lettera, che non comprendono i doppi sensi o le metafore e non riescono a recepire le regole basilari di una conversazione.
È importante lavorare precocemente con queste personalità per aiutarle ad affrontare le diverse situazioni soprattutto quelle sociali. Il percorso di psicoterapia – precisa la dottoressa Stefanati-deve avere come priorità quella di lavorare sulle capacità di adattamento al contesto e sulla capacità di auto-regolazione, competenze che possono essere incrementate dall’infanzia all’età adulta. L’intervento per bambini, adolescenti e adulti con Sindrome di Asperger consiste in programmi con attività e strategie tratte dagli studi delle teorie cognitivo-comportamentali, che aiutano a lavorare ad esempio sulle competenze sociali, su espressione e comprensione delle emozioni proprie e altrui, sulla gestione dell’affettività e della sessualità, ma anche sulla gestione del tempo, di sentimenti di ansia o di depressione, di problematiche legate all’autonomia e alla cura di sé, ed anche alle problematiche legate alla gestione della sfera professionale
Nel caso di disturbi d’ansia o depressioni collegati alla sindrome di Asperger, lo psichiatra può valutare la cura farmacologica adatta a risolvere il problema. Inoltre, laddove possibile ed il livello di sviluppo lo permette è utile intervenire sulle condizioni che potrebbero mantenere l’isolamento sociale o il senso di alienazione e rifiuto, soprattutto per evitare peggioramenti in età adulta. Di solito- aggiunge la specialista- è consigliabile anche affiancare alcune sedute di psicoterapia famigliare per sostenere i i parenti più stretti del paziente affinchè imparino a conoscere nei dettagli il suo disturbo e le strategie per contenere i comportamenti ripetitivi, per migliorare l’interazione sociale, e laddove si presentano crisi di rabbia o aggressività è importante comprendere se si tratti di una richiesta di attenzione o di un sovraccarico emotivo, cognitivo e sensoriale. Solitamente con il passare del tempo, il paziente può imparare razionalmente come affrontare le diverse situazioni sociali.
La diagnosi può avvenire anche in età adulta- conclude la dottoressa Casoni- qualora il disturbo non sia stato riconosciuto durante l’infanzia e in questo caso spesso coesistono disturbi dell’umore e ansia causati dalle difficoltà relazionali e dall’isolamento su cui non si è agito nei primi anni di vita. Studi recenti stanno evidenziando sempre di più la correlazione tra Sindrome di Asperger e ADHD che possono avere sintomi in comune, in particolare i deficit di attenzione, l’iperattività e l’impulsività. Occorre, quindi, un approccio multidisciplinare per arrivare ad una diagnosi corretta: neuropsichiatra infantile o neurologo, psichiatra, psicologi, neuropsicologi che insieme attraverso visite, test e valutazioni neuropsicologiche possono ottenere un profilo corretto e indirizzare il paziente e i familiari rispetto ad un corretto intervento.
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