Come in una bolla: è amore o dipendenza affettiva?

Come in una bolla: è amore o dipendenza affettiva?

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

La scorsa settimana abbiamo trattato di dipendenza affettiva. Questa settimana cercheremo di distinguerla dall’amore, quello vero.

Un primo quadro di riferimento ce le offrono le definizioni che troviamo sul Nuovo Dizionario di Psicologia.

Amore: « Rapporto duale che ha alla sua base uno scambio emotivo di diversa intensità e durata, promosso dal bisogno fisiologico della soddisfazione sessuale e dal bisogno psicologico dello scambio affettivo ».¹

Dipendenza: « Modalità relazionale in cui un soggetto si rivolge continuamente agli altri per essere aiutato, guidato, sostenuto. L’individuo dipendente, avendo una scarsa fiducia in se stesso, fonda la propria autostima sull’approvazione e la rassicurazione altrui ed è incapace di prendere decisioni senza un incoraggiamento esterno ».²

Potremmo immediatamente osservare che la linea di demarcazione tra dipendenza e amore è la base su cui viene costruita la relazione.

Proviamo tuttavia a dettagliarne più precisamente le principali differenze.

Cinque differenze

Dipendere da qualcuno non significa amarlo. Per questo sarà necessario analizzare la relazione che stiamo vivendo capendo se noi

o il nostro partner viviamo un amore autentico e disinteressato o siamo vittime di una forma di dipendenza emotiva.

Per valutare la nostra relazione, ecco 5 criteri piuttosto significativi: una relazione come compensazione, un bisogno della presenza permanente del partner, una gelosia onnipresente, un amore unilaterale, emozioni forti e ambivalenti.

Primo criterio: la relazione amorosa non colma la carenza affettiva. Il sentimento amoroso è bellissimo, per questo colui

o colei che amiamo ha una naturale priorità nella nostra vita. Sarà dunque normale considerare il nostro partner come un pilastro della nostra quotidianità. Amore significa rispetto e reciprocità. Esso si costruisce su un desiderio di condivisione e non con lunico scopo di colmare una carenza affettiva.

Quando c’è dipendenza affettiva, un partner diventa il satellite dell’altro: il solo e l’unico punto di riferimento della sua esistenza. Non fa solo parte della nostra avventura, ma è lui o lei l’avventura. La nostra vita ha un senso solo grazie a lui, tramite lei. Questa è la differenza con l’amore vero. Prova ne sia che cerchiamo di soddisfare e realizzare i suoi bisogni, i suoi desideri, spesso a detrimento dei nostri!

Secondo criterio: il dipendente affettivo necessita in permanenza della presenza dellaltro/a. Quando siamo innamorati, cerchiamo di godere al massimo della presenza del partner per scoprirlo, ri-scoprirlo, condividere vissuti ed emozioni e costruire ricordi comuni. È normale che ci manchi in sua assenza. In caso di dipendenza affettiva, la lontananza fisica diventa insopportabile, ingenera solitudine affettiva, provoca malessere e perfino depressione.

Terzo criterio: una gelosia onnipresente e possessiva. In una “sana” relazione amorosa non cè posto per una gelosia possessiva. Lamore, ricordiamolo, si basa su fiducia e rispetto. In caso di dipendenza affettiva invece, la gelosia diventa una sensazione ricorrente e ingiustificata. Il sofferente teme di non essere degno dellamore del partner che dunque potrebbe lasciarlo a qualunque occasione. Un timore irrazionale che può portare alla paura di abbandono con effetti devastanti sulla diade. A poco valgono le rasscurazioni

o le prove concrete che possono provvisoriamente rassicurare il dipendente affettivo perché col tempo sarà soggetto a nuovi momenti di dubbio e di paura.

Quarto criterio: il dipendente affettivo vive un amore unilaterale. In amore, il sentimento non ci impedisce una certa lucidità di giudizio. Quando le incompatibilità col partner sono inconciliabili, siamo in grado di prendere, a malincuore, le misure necessarie. Anche un dipendente affettivo può riconoscere linadeguatezza della propria relazione sentimentale, constatando quanto certi comportamenti possano essere tossici e pericolosi, ma non riuscirà a prendere le disposizioni necessarie. Fronte a menzogne e infedeltà cercherà sempre di ricucire il legame restando sordo alle proprie necessità e privilegiando comunque la relazione in atto. La mancanza di autostima lo porterà ad accettare linaccettabile, a tollerare lintollerabile e a giustificare lingiustificabile.

Quinto criterio: le emozioni forti e ambivalenti. Altro scrimine tra amore e dipendenza sta nellintensità delle proprie emozioni. Da innamorati proviamo emozioni anche

piuttosto intense. Empatia ed attenzione al partner sono del tutto naturali. Nel dipendente affettivo queste emozioni sono esponenziali e possono passare con la stessa intensità dallamore allodio, dallossessione al rigetto.

È possibile conciliare amore e dipendenza affettiva?

Sì, ma. O ni, se preferite. Non è impossibile conciliare amore e dipendenza per una coppia, ma è necessario un grande lavoro terapeutico su se stessi.

La dipendenza amorosa porta il dolente a negare i propri desideri per soddisfare unicamente quelli del partner onde evitare l’abbandono. Com’è noto, l’amore si basa su un reciproco scambio di sentimenti, fiducia e rispetto mentre la relazione di dipendenza si configura come uno strumento per colmare la carenza di autostima ed il bisogno di riconoscimento del soggetto.

Concretamente, la dipendenza affettiva si potrebbe configurare come un « disturbo dell’attaccamento » in cui la persona necessita di continue prove e conferme per calmare il suo timore di abbandono. Usando l’altro per colmare le proprie carenze affettive.

In base alle ricerche degli addetti ai lavori, il dipendente amoroso tende ad essere la preda dei manipolatori affettivi che ne acquiscono il controllo. Tuttavia è anche possibile una relazione tra due dipendenti affettivi in una sorta di codipendenza. In entrambi i casi, le sofferenze saranno notevoli. Questo non esclude che il dipendente si innamori di una persona che non abbia alcuna patologia particolare. Nonostante ciò, trovare un equlibrio di coppia si rivelerà assai difficile. Soffrire di dipendenza affettiva inoltre non consente sempre di rendersene conto.

Per tutte le ragioni enunciate, per liberarsi dalla dipendenza amorosa è necessario intraprendere un percorso terapeutico con un professionista qualificato. Perché prima di poter amare un altro è necessario saper amare se stessi.

Concludendo, la dipendenza affettiva non è una malattia inguaribile. Qualunque sia il tipo di terapia e il professionista a cui ricorreremo, sarà necessario:

  1. Valutare attentamente la diagnosi;
  2. Identificare la causa della propria ferita affettiva allo scopo di guarirla (rifiuto, abbandono, umiliazione, tradimento…);
  3. Liberarsi della paura dell’abbandono;
  4. Ritrovare la propria libertà e non patire più per la mancanza dell’altro.

Risulterà chiaro che se la nostra dipendenza coinvolge il nostro partner, si renderà necessaria una terapia di coppia capace di favorire una corretta interdipendenza affettiva.

¹ U. Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia Psichiatria Psicoanalisi Neuroscienze, Feltrinelli, 2021, pag. 68.

² Ibidem, pag. 381.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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