Senza te nessun me¹: la dipendenza affettiva – Come riconoscerla. Come superarla.

Senza te nessun me¹: la dipendenza affettiva – Come riconoscerla. Come superarla.

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Nella frenetica ricerca della nostra metà, quali sono le ragioni per cui abbiamo scelto di vivere insieme? Per non essere più solo/a? Perché senza di lei/lui non siamo niente? Perché crediamo di aver assolutamente bisogno di qualcuno che ci faccia sentire vivi? Se abbiamo risposto sì alla maggioranza di queste domande, potrebbe  trattarsi di dipendenza affettiva.

Il Nuovo Dizionario di Psicologia definisce la dipendenza come una «Modalità relazionale in cui un soggetto si rivolge continuamente agli altri per essere aiutato, guidato, sostenuto. L’individuo dipendente, avendo una scarsa fiducia in se stesso, fonda la propria autostima sull’approvazione e la rassicurazione altrui ed è incapace di prendere decisioni senza un incoraggiamento esterno»².

La nostra individualità – come sappiamo – è strettamente connessa al nostro ambiente di provenienza e di vita senza che questo ci soggioghi né circoscriva le nostre scelte e le nostre azioni. Vi sono tuttavia persone che vivono in una particolare simbiosi con l’altro, “come in una bolla”. In una dipendenza emotiva caratterizzata dalla non-reciprocità.

Costoro vivono questo stato emozionale nelle proprie relazioni personali, siano esse con un membro della famiglia, il partner o un amico. Manifestano una carenza di autocontrollo e provano un forte disagio (più o meno cosciente) quando non sono vicine alla persona amata.

Dieci segni di dipendenza affettiva

Considerato quanto questo modus operandi possa essere difficile e stressante per il partner e l’entourage di chi ne soffre, ingenerando dubbi e conflitti ed incidendo negativamente sulla relazione, ecco una chiave di lettura utile a capire se si tratta realmente della problematica in questione.

  • Un primo segno è la difficoltà di operare scelte autonome e l’eccessivo bisogno di approvazione, di consigli e di riconoscimento. La mancanza di autostima fa sì che una persona in stato di dipendenza affettiva non riesca a prendere le decisioni da sola.
  • Un secondo segno è quello della richiesta permanente di contatto e di rassicurazione affettiva. Richiesta continua e reiterata di complimenti, di dichiarazioni d’amore, di prove di considerazione, di restare continuamente in contatto col partner.
  • Un terzo segno è quello della continua paura dell’abbandono, il timore permanente di “perdere l’altro”. Un timore irrazionale e intenso di essere lasciati, anche se tutto procede bene nella relazione.
  • Un quarto segno è il bisogno di vicinanza e la difficoltà a tollerare la solitudine. Una solitudine che diventa altamente ansiogena e pressocchè intollerabile per chi soffre di dipendenza affettiva e non concepisce più di poter vivere in assenza del proprio partner. 
  • Un quinto segno è dato da gelosia e pensieri ossessivi. Una gelosia eccessiva ed irrazionale caratterizzata dal timore di perdere l’altro, di essere abbandonati, generata dall’insicurezza emotiva del soggetto.
  • Un sesto segno di dipendenza affettiva è la mancanza di una propria identità, ovvero la tendenza a trascurarsi e a scomparire a beneficio del partner. Una totale assenza di interessi per la propria vita e i propri familiari, facendo dell’altro la propria unica ragione di vita. Una relazione fusionale perché tutta la personalità del dolente viene sostanziata dalla relazione affettiva.
  • Un settimo segno è la tendenza al sacrificio, la tolleranza dell’intollerabile. Il dipendente affettivo è disposto a tutto pur di non perdere il proprio compagno, fino a ripagare il partner con regali o sacrifici finanziarî.
  • Un ottavo segno è la scarsa autostima e la debole affermazione di sé. Il partner viene idealizzato, promuovendo un auto-sentimento d’inferiorità, convinto di non meritarselo oppure motivato dal timore di entrare in competizione con lui. 
  • Un nono segno è estremizzare la relazione. Perennemente in allarme rosso, chi soffre di dipendenza affettiva al solo pensiero di un rischio di rottura, viene invaso dal bisogno di riparazione, raddoppiando l’intensità delle proprie attenzioni a qualunque prezzo (affettivo, finanziario, professionale…).
  • Un decimo segno sono un’emotività e dei sentimenti esacerbati. Ansietà e timore che le cose possano andar male sono onnipresenti in queste persone. Il dipendente affettivo s’innamora facilmente, idealizza chiunque ignorando qualsiasi indicatore che possa far presagire una relazione difficile o problematica. Può anticipare i desideri; sensibilissimo, raegirà  attraverso pianti o scatti d’ira agli atteggiamenti del partner.

Queste caratteristiche, così enumerate, non sono concatenate tra loro e, lungi dall’essere esaustive, hanno unicamente uno scopo indicativo. Solo un professionista qualificato potrà valutare e consigliare adeguatamente coloro che dovessero soffrirne. 

Come liberarsi dalla dipendenza affettiva

Con lo scopo meramente accademico di favorire un’elucidazione sul tema, riflettiamo sui suggerimenti utili ad uscire da quella che abbiamo visto configurarsi come una bolla affettiva.

Proviamo ad immaginare le tappe più importanti per liberarsene e ritrovare un nuovo equilibrio emotivo. In base ai miei studî ed alla mia esperienza, ne individuerei anche qui una decina.

  • Prendere atto del problema e della volontà di modificare il  comportamento. Identifichiamo gli schemi che reiteriamo e riproduciamo nelle nostre relazioni attraverso l’auto-ossevazione di noi stessi. Il cambiamento è nelle nostre mani.  
  • Partire alla riconquista di sé. Accantoniamo il bisogno dell’altro per suffragare la nostra carenza affettiva ed impariamo ad essere autosufficienti, ricercando in noi stessi amore e motivazione, amandoci.  
  • Riscoprire le proprie risorse, riconnettendosi a se stessi. In luogo di proiettare sul partner le nostre aspettative, apprendiamo a sovvenire da soli ai nostri bisogni affettivi, ascoltandoci e dedicandoci ad hobby e attività che ci rimettano in relazione con noi stessi.
  • Imparare a vivere per se stessi, a stare da soli. Assaporiamo una solitudine che non ci mortifichi: dedicandoci del tempo, vivendo per noi stessi, ritrovandoci introspettivamante.
  • Decidere autonomamente senza l’approvazione altrui. Liberiamoci dal bisogno di riconoscimento ed approvazione. Alleniamoci a prendere delle iniziative autonome e delle decisioni importanti in vista di un obiettivo. Impariamo a credere in noi stessi, senza rifletterci né rispecchiarci in qualcun altro.
  • Essere tolleranti verso se stessi, ricostruire la propria autostima. Valorizziamoci per ciò che siamo, riconosciamo i nostri punti di forza, le qualità di cui abbiamo fatto prova nella vita (magari facendocene una lista promemoria con gli arricchimenti che ne sono conseguiti).
  • Occuparsi pazientemente di se stessi. Sforziamoci di prendere le distanze dalla nostra situazione e di modificare il nostro modo di reagire agli avvenimenti. Coccoliamoci fisicamente ed emotivamente per favorire un ritrovato ben-essere. Frequentando persone benigne e positive.
  • Sperimentare ascolto di sé ed auto-affermazione, nel rispetto dei propri limiti. Ritroviamo un equilibrio relazionale, imponendoci dei limiti per non ritrovare riflessi di dipendenza: non anticipiamo i desideri del partner, chiediamoci se il nostro desiderio di soddisfarlo è autentico o frutto di un “voler piacere” o “paura di rifiuto/abbandono”, impariamo a dire di no quando lo sentiamo necessario, non sacrifichiamoci per l’altro e rispettiamo sempre i nostri bisogni.
  • Rispettare i limiti altrui. Per favorire un rapporto equilibrato, dobbiamo saper rispettare i limiti degli altri anche se sono diversi dai nostri e non soddisfano il nostro bisogno di dipendenza.
  • Consultare un professionista capace di guarire le paure e le insicurezze. Il nostro percorso, lungo e spesso doloroso, per disintossicarci dalla dipendenza affettiva sarà senz’altro facilitato dall’accompagnamento di un professionista di fiducia, capace di aiutarci a capire i nostri vissuti, reperire gli schemi mentali da bypassare e superare, prendere le distanze dalle relazioni malsane, fare pace con noi stessi, conoscerci, amarci e viziarci, fissarci dei limiti e ritrovare autonomia personale e libertà psichica.

La prossima settimana ritorneremo sul tema, cercando di capire come fare a distinguere tra amore e dipendenza affettiva.

¹ Il titolo è tratto, col consenso dell’autore, dal primo romanzo della scrittrice Donatella Rosso, Collana Riflessioni del 2016.

² U. Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia Psichiatria Psicoanalisi Neuroscienze, Feltrinelli, 2021, pag. 381.

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