Primo amore for ever?

Primo amore for ever?

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

La prima volta è fondamentale. Secondo recenti studi, influenzerebbe tutta la nostra vita affettiva. Leducazione relazionale, la sessualità precoce e i Social.

(Tema suggerito dalla nostra lettrice Barbara R.)

Il primo amore è tutt’altro che marginale nella vita di tutti noi. Infatti, secondo gli esperti, sono proprio queste prime esperienze adolescenziali a condizionare le nostre future relazioni adulte.

In pubertà, la nostra vulnerabilità è enorme, i nostri sentimenti decuplicati e il primo amore altamente simbolico, capace di condizionare la nostra futura modalità di amare. Una ricerca pubblicata dal Journal of Couple and Relationship Therapy ha analizzato le esperienze amorose di oltre 300 giovani per valutare le correlazioni con future relazioni soddisfacenti. I risultati hanno rivelato sorprendenti somiglianze in termini di contributo, impegno, comunicazione, compagnìa e passione tra le relazioni adolescenziali e quelle adulte.

In altre parole, lo studio ha evidenziato come i nostri primi amori diventino modelli salutari o nocivi capaci di perpetuarsi lungo l’arco della nostra vita.

Le ricerche a cui ci riferiamo, dirette da Kay Patten Bradford e Brian Higginbotham, dell’Università statunitense dello Utah e Jacqueline Millar dell’Università del New Mexico, si interessano all’educazione relazionale, considerata altrettanto importante di quella sessuale. « I rapporti tra adolescenti – spiega Bradford – sono legati al loro benessere e ciò che impareranno li aiuterà a strutturare le loro relazioni in età adulta ». Per questo, secondo i ricercatori, l’educazione relazionale permetterebbe loro di affinare le competenze comunicative, maturare attese relazionali realiste, adottare un ritmo adeguato al legame, riducendo il rischio di violenza interpersonale nelle relazioni.

Gli studiosi hanno individuato cinque tipi di rapporti tipici del periodo adolescenziale:

  • A basso rischio quelli improntati a modelli romantici che precluderebbero a relazioni adulte armoniche;
  • Blind love (del cieco amore): gli adolescenti convinti che l’amore possa tutto; anche questo approccio (aromantico) presenterebbe un basso rischio;
  • Slider (del cursore): coloro che scivolano sulle relazioni senza valorizzarle particolarmente né lasciarsene troppo coinvolgere;
  • Blind love Slider (del cursore sul cieco amore) che, come si può intuire, è la fusione dei due precedenti. Adolescenti che si lanciano in scelte ed iniziative amorose senza rifletterci, convinti che l’amore prevalga sempre;
  • Control freak (del maniaco del controllo): il più inquietante, perché gli adolescenti, più tolleranti al controllo, tendono ad accettare passivamente il comportamento di controllo del loro partner. 

Le ricerche evidenziano che un numero abbastanza elevato di adolescenti avrebbe dei comportamenti relazionali a rischio e necessiterebbe di un’adeguata educazione relazionale.

Gli adolescenti tenderebbero a privilegiare relazioni problematiche in  cui verrebbero manipolati e controllati più facilmente. Per questo – raccomandano i ricercatori – è fondamentale discutere con loro di relazioni, amore, sessualità onde consentire alle prossime generazioni di vivere delle storie equilibrate; sane come precisano in un tecnicismo psicologico.

Sessualità precoce e Social media

Si può parlare di precocità sessuale quando la prima volta precede i 17 anni. Una prima esperienza un po’ prematura per i giovani, la cui pubertà, secondo gli esperti, si situa tra i 10 e i 15 anni per le femmine e tra i 12 e i 16 per i maschi. « A questa età, anche se si sentono pronti fisicamente, non lo sono ancora affettivamente né mentalmente » spiega Marie-Aude Binet, consulente familiare, sessuologa e autrice di diversi saggi.¹

Un momento fondamentale destinato a lasciare tracce profonde sui nostri ragazzi.

« Se tutto andrà bene, nessun problema. Vorranno continuare a viverlo, a sperimentare meglio il loro funzionamento sessuale e a scoprire il piacere con fiducia e semplicità ».  Se, al contrario, l’esperienza sarà negativa potrà causare ferite difficili da rimarginare

La sessualità non ha nulla di puramente meccanico: l’affettività, le emozioni e le riflessioni che la sostentano richiedono un minimo di maturità. Consentendoci di capire se lo facciamo al momento giusto, con la persona giusta e per la buona ragione.

I film e i social media banalizzano le relazioni interpersonali e sembrano favorire una sessualità precoce.

L’adolescenza è un’età nella quale i ragazzi e le ragazze vivono delle trasformazioni fisiche profonde trasformandosi in piccoli adulti.Questo li spinge pressocchè naturalmente a cercare modelli identitari che li aiutino a costruire la propria personalità. Studiano amici ed amiche per costruirsi ed affermare la propria soggettività.

In questo contesto, internet, i social e la tecnologia di questi nostri “nativi digitali” diffondono e veicolano modelli piuttosto singolari e spesso violenti – utili a catturare l’attenzione ed aumentare like e videate – che però non riflettono i comportamenti ordinari e quotidiani. Questi video banalizzano una sessualità inadeguata e influenzano la loro crescita.

Se la sessualità dovrebbe essere « Evoluzione e maturazione della dinamica espressivo-sessuale che consente di vivere le esperienze con sentimento ludico-sessuale nel rispetto reciproco »², questa  ipersessualizzazione sociale rischia di favorire, specie nei più giovani, disturbi del comportamento, mancanza di autostima, perdita di riferimenti e di limiti nell’intimità, banalizzazione delle violenze sessuali e difficoltà nei rapporti col proprio corpo.

Anche gli incontri nati sui social non favoriscono una crescita sana. Dopo un momento più o meno lungo di conoscenza virtuale, ci si incontra con lo scopo di “consumare”, falsando la relazione per nulla gratificante sul piano affettivo-sentimentale. « Ad ogni modo, questi incontri senza affettività né progettualità comuni, possono provocare dolorosi risvegli. Questi adolescenti feriti, delusi, disillusi, amareggiati, talora perfino aggrediti nella propria intimità, rischiano di costruirsi e di ritrovarsi con lacune più o meno gravi a seconda delle esperienze vissute » afferma la sessuologa. Alcuni di loro potranno, ad esempio, moltiplicare le avventure, non concependo più alcuna relazione non finalizzata al sesso. « Come se averlo già fatto avesse aperto la porta ad una dimensione in cui concedersi prima il tempo di conoscersi ed apprezzarsi non sia più concepibile – precisa  Marie-Aude Binet. Il rischio è che diventino adulti instabili e scettici, confrontando continuamente le nuove avventure alle precedenti. Non riuscendo a canalizzare le proprie pulsioni sessuali e rischiando di diventare adepti della pornografia e della masturbazione compulsiva. Fino all’incontro decisivo che manderà in frantumi le storie passate e trasformerà il passivo in attivo ».

Per queste ragioni, la Pedagogia Clinica® – in termini di prevenzione e di educazione – suggerisce un dialogo franco e aperto tra generazioni, una promozione del rispetto della persona « in modo da offrire all’adulto l’abilità e la disponibilità a sostare sull’argomento di fronte alle curiosità con i figli o gli allievi »

¹ Si rinvia alla bibliografia dell’autore.

² Guido Pesci, Marta Mani, Dizionario di Pedagogia Clinica, Armando Editore, Roma, 2022.   

³ Ibidem, pag. 296. Ci riferiamo in particolare al metodo Intimacy.

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