Troppa digitalizzazione nuoce alla democrazia e alla libertà degli individui

Troppa digitalizzazione nuoce alla democrazia e alla libertà degli individui

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Vi siete mai chiesti se il processo di digitalizzazione a tappeto, se ciò che detta la UE con il contenuto dell’agenda digitale, sia un’operazione che apporta maggiore democrazia?

La digitalizzazione ha già apportato notevoli cambiamenti nelle nostre abitudini, si è insinuata pian piano ma metodicamente, a cominciare dalle carte di pagamento – oggi nessuno pensa a come abbiano inciso i bancomat nel processo, anche mentale, di digitalizzazione, fino ai sistemi di domotica per finire a quelli che integrano l’intelligenza artificiale.

Molti ritengono che digitalizzare corrisponda a semplificare, a permettere la realizzazione di azioni in un tempo minore rispetto a prima dell’era digitale, senza però considerare una serie di fattori che andavano considerati prima che si verificassero alcune criticità.

Le criticità a cui mi riferisco sono di varia natura e ho affrontato più volte questi temi nel corso degli anni ma ecco che non c’è più tempo, il processo di digitalizzazione, di virtualizzazione ha avviluppato la realtà, la concretezza, ponendo le basi, in alcuni casi specifici, a problemi di non poco conto.

The Game

The Game è il titolo di un mio editoriale che fu pubblicato il 31 ottobre del 2022 e che è possibile leggere cliccando sull’immagine qui sotto:

In The Game ho cercato di spiegare come la digitalizzazione, le nuove tecnologie, la virtualizzazione, imposte a tappeto ma a persone che, nella maggior parte dei casi, poco e nulla conoscono di questi settori, non corrisponda a un modello evoluto di democrazia. Anzi.

Ciò che viene imposto senza fornire la formazione approfondita per l’uso di strumenti, corrisponde alla cancellazione del diritto a un sistema a regime democratico.

Significa una cosa molto semplice: se si impone l’uso degli strumenti informatici senza che gli individui sappiano usarli a dovere, non si sta migliorando la condizione umana ma la si peggiora non consentendo di espandere la conoscenza.

Fare “Click” su “On“, come ho fatto emergere in The Game, non è altro che un’azione ripetitiva, non corrisponde a conoscere e a essere evoluti, solo a rispondere a un comando che può essere tradotto con le parole “Tu devi“. Non ci sono alternative.

Non conosci ma DEVI. Provate a lavorare senza l’uso di un PC. Senza la connettività al web. Senza i programmi di base che consentono di lavorare. Li conoscete a dovere quei programmi, almeno QUELLI. Ma se vi si chiedesse di spiegare cosa usate e perché, come sono stati elaborati quei programmi o di utilizzarli davvero, completamente, tutte le funzioni integrate, sareste in grado?

Questa non è conoscenza ma ripetitività dei gesti, delle azioni. Come chi passava la vita a timbrare francobolli. Era certamente un lavoro necessario e quindi onorevole. Ma nessun timbratore di francobolli ha potuto esercitare un potere diverso da quell’azione ripetuta migliaia e migliaia di volte. Usare programmi informatici quotidianamente, non corrisponde – nella maggior parte dei casi ovviamente – a conoscere, a essere entrati nel sistema di informatizzazione e di digitalizzazione.

Passiamo ora a uno degli elementi che, più di altri, confermano come la digitalizzazione non corrisponde a un processo di maggior democratizzazione dei sistemi sociali: la cancellazione del denaro contanti.

Digitalizzazione del denaro: come perdere la gestione reale dei propri averi

La Svezia è uno dei paesi europei più progrediti a livello socio economico e politico. Solitamente le misure intraprese in Svezia sono frutto di analisi e non di scelte puramente propagandistiche di tipo politico. Dalle nostre parti sembra un discorso eccezionale, in realtà in Svezia si comportano normalmente, siamo noi a essere “eccezionali” anche se questo termine va considerato nell’accezione negativa.

Cito la Svezia in quanto fu uno dei primi paesi europei a sperimentare la cancellazione del denaro contanti. Per poi tornare sui suoi passi. Il motivo? E’ molto semplice: in breve tempo si rese palese il fatto che imporre la cancellazione del denaro contante avrebbe reso impossibile il mantenimento di un regime democratico.

Ecco alcune dichiarazioni di Niklas Wykman, già ministro svedese dei mercati finanziari fino al 2022: ““Dobbiamo rivedere rapidamente la questione della possibilità di pagare determinati prodotti in contanti, in particolare ci sono gruppi che, per vari motivi, hanno problemi con i metodi di pagamento elettronici”.

Secondo Wykman, anche durante gli stati di crisi è impossibile imporre l’uso dei pagamenti digitali. Una prova recente è quella della scarsa disponibilità di bancomat attivi dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina.

La possibilità di pagare in contanti generi di prima necessità è uno dei criteri fondamentali dei sistemi a regime democratico.

Tutto può accadere quando si tratta di tecnologia e questo al di là degli stati di crisi. Un un problema di tipo tecnico o un errore umano possono bloccare i circuiti dei bancomat o dei pagamenti virtuali e un esempio tangibile è proprio quello avvenuto nelle scorse ore, quando – a quanto pare – per un guasto alle tubature della rete del gas in Svizzera, il circuito dei bancomat italiani è andato in tilt non consentendo a milioni di persone di usare le carte di pagamento: (cliccare sull’immagine per leggere l’articolo)

Ed ecco la versione in versione .pdf dell’articolo in questione, tante volte dovesse essere involontariamente cancellato dal web:

Le considerazioni del governo svedese sono state riportate anche sul sito Analisi Difesa e potrete leggere le informazioni accedendo all’articolo da questo link: (cliccare sull’immagine per accedere all’articolo)

…o scaricando lo stesso articolo sul PC in formato .pdf

C’è poi anche la possibilità, centralizzata, di bloccare i conti correnti se un governo dovesse decidere di agire in tal senso contro una categoria.

Non si tratta di un’opinione personale ma di qualcosa che è già accaduto quando, durante la pandemia, il governo canadese, per risolvere la questione dei camionisti che stavano manifestando contro il green pass, bloccò loro l’accesso ai conti, facendoli in tal modo tornare a circolare. Mettiamola così…

Cliccando sull’immagine che segue si accede a uno degli articoli che parlò di questo caso:

Conclusioni

Nel corso degli anni mi sono occupata spesso di questi temi legati da un lato ai processi di modernizzazione e dall’altro alle necessarie riflessioni su come questi processi possono incidere, anche negativamente, sulla vita degli individui.

Nel luglio del 2024 è stato pubblicato questo mio editoriale, l’ennesimo con lo scopo di far comprendere rischi e limiti di un processo di digitalizzazione selvaggio che, imposto senza le necessarie accortezze e a una formazione di massa, non genera miglioramenti bensì maggiori criticità: (cliccare sull’immagine per accedere all’articolo)

E’ già tardi per tornare indietro di qualche passo, ma – per fare un esempio pratico – pensare a un sistema a doppio binario, che permetta anche l’uso del denaro contanti o di poter effettuare certe operazioni senza l’uso esclusivo del PC e di Internet, cancellerebbe i rischi legati al mancato collegamento al web che, sempre più spesso, non permette persino di acquistare in farmacia a causa, appunto, di un metodo che guarda solo verso un obiettivo: la digitalizzazione.

Se manca la connessione, però, ecco che crolla tutta l’impalcatura. Permettere di procedere anche senza connessione è democratico, come ci insegna anche la Svezia.

Riportiamo carta e penne negli uffici pubblici, nei negozi, negli ospedali, nelle banche e negli uffici postali. Non per tornare indietro, bensì per non trovarsi nei guai se per qualsiasi motivo la connessione dovesse mancare con la conseguenza di disconnetterci dalla vita reale.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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